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  • g95 8/12 pp. 28-29
  • Uno sguardo al mondo

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  • Uno sguardo al mondo
  • Svegliatevi! 1995
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Alfabetismo e salute
  • Un vertice privo di valore
  • L’empatia si impara
  • Uomini o donne: Chi lavora di più?
  • La popolazione cinese sale a un miliardo e 200 milioni
  • Lumache all’attacco
  • Appendice alla seconda guerra mondiale
  • Spacciatori intraprendenti
  • Piante con una “memoria”
  • Eccedenza di ecclesiastici
  • Lumache: Un flagello o una squisitezza?
    Svegliatevi! 1989
  • I figli: Un bene prezioso o un peso?
    Svegliatevi! 1993
  • La popolazione mondiale è un problema?
    Svegliatevi! 1980
  • La porta della Cina comincia ad aprirsi
    Svegliatevi! 1974
Altro
Svegliatevi! 1995
g95 8/12 pp. 28-29

Uno sguardo al mondo

Alfabetismo e salute

Un livello più alto di alfabetismo può contribuire ad allungare la probabilità di vita, secondo statistiche citate dall’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura). “Chi ha imparato a leggere e scrivere”, fa notare la rivista UNESCO Sources, “è più attento alle misure igieniche e sanitarie; tende ad essere meno fatalista e, in caso di malattia, è più propenso a consultare il medico”. Il saper leggere e scrivere, comunque, è solo uno dei fattori che influiscono sulla probabilità media di vita. Anche “accesso a cure mediche, condizioni economiche della famiglia e ambiente sociale” hanno un ruolo determinante.

Un vertice privo di valore

Circa 20.000 delegati provenienti da tutte le parti del mondo si sono riuniti dal 6 al 12 marzo 1995 a Copenaghen, in Danimarca, per assistere al vertice mondiale sullo sviluppo sociale sponsorizzato dalle Nazioni Unite. Lo scopo del convegno? Discutere i modi per porre fine a povertà, disoccupazione e segregazione nei paesi in via di sviluppo. Non c’è voluto molto, però, per individuare un grosso ostacolo: la mancanza di fondi. Pare che molti paesi poveri siano così fortemente indebitati con le nazioni ricche da non potersi permettere neppure di pagare gli interessi. La nazione ospite, la Danimarca, ha proposto alle nazioni ricche di seguire il suo esempio e cancellare i debiti delle nazioni più povere. C’è un solo problema, comunque: molti debiti delle nazioni povere sono dovuti a commesse militari. Perciò, come ha spiegato un consigliere dell’ONU, se il debito fosse cancellato, queste nazioni approfitterebbero dell’occasione per comprare altre armi.

L’empatia si impara

I ricercatori che studiano i bambini sotto l’aspetto dell’empatia avanzano l’idea che la capacità di capire i sentimenti altrui si impari. “È stato dimostrato che i bambini che sono stati maltrattati non manifestano empatia nei confronti degli altri bambini che soffrono”, avrebbe detto Mark A. Barnett, professore dell’Università Statale del Kansas con sede nella città di Manhattan, secondo il New York Times. “Forse guardano il bambino che soffre e non fanno nulla, oppure gli si avvicinano urlando e lo prendono a spintoni”. Egli aggiunge che, al contrario, “il bambino i cui bisogni emotivi sono soddisfatti è più sensibile ai sentimenti altrui”. Oltre a provvedere sicurezza emotiva, comunque, i genitori devono far vedere ai figli come si mostra empatia. A quanto dice Barnett, i genitori che mostrano empatia allevano in genere figli che fanno altrettanto.

Uomini o donne: Chi lavora di più?

Fatta eccezione per l’America Settentrionale e l’Australia, le donne lavorano ovunque di più degli uomini, scrive Populi, la rivista dell’UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per le Attività Demografiche). Il massimo divario si registra in Africa e nei paesi asiatici bagnati dal Pacifico dove le donne, in media, lavorano circa 12 ore la settimana più degli uomini. “In molti paesi in via di sviluppo”, fa notare la rivista, “le donne lavorano adesso 60-90 ore la settimana solo per cercare di mantenere il povero tenore di vita di un decennio fa”. Intanto, nel mondo industrializzato, la partecipazione dell’uomo ai lavori domestici aumenta. “Ma”, spiega Populi, questo aumento “non è dovuto a una più equa distribuzione dei normali lavori di cucina, pulizie e bucato. Piuttosto gli uomini impiegano più tempo a fare cose come la spesa”.

La popolazione cinese sale a un miliardo e 200 milioni

Nei primi mesi di quest’anno la popolazione della Cina ha raggiunto un miliardo e 200 milioni di unità, riferiva China Today. La popolazione avrebbe potuto raggiungere queste dimensioni nove anni prima se non fosse stato per il programma di pianificazione familiare adottato negli anni ’70 a livello nazionale. Nondimeno, all’attuale ritmo di crescita, la popolazione cinese salirà a un miliardo e 300 milioni agli inizi del prossimo secolo. Sebbene dal punto di vista geografico la Cina sia uno dei paesi più grandi del mondo, la sua produzione pro capite di cereali, carne e uova è inferiore a quella di paesi più sviluppati. Per di più, secondo quanto diceva China Today, le aree coltivate vanno diminuendo a causa dell’inquinamento e perché sempre più terreni vengono destinati ad altri scopi.

Lumache all’attacco

Prima che certe lumache sudamericane venissero importate vive nel Vietnam per scopi alimentari sei anni fa, gli scienziati avvertirono che avrebbero provocato grossi guai se fossero sfuggite al controllo. A quanto pare il tempo sta dando ragione agli scienziati. Alcune lumache sono effettivamente sfuggite al controllo e hanno rivelato ben presto una predilezione per il riso. Il governo allora ha vietato le lumache, ma molte piccole aziende hanno continuato ugualmente ad allevarle e a venderle. L’Associated Press riferisce che secondo l’agenzia di stampa ufficiale del Vietnam appena otto di queste minuscole creature possono divorare un metro quadrato di risaia al giorno! Le lumache avrebbero già distrutto 31.000 ettari coltivati a riso e si sarebbero diffuse nella regione coltivata a riso più produttiva del paese. Una sola femmina di lumaca può deporre circa 40 milioni di uova all’anno.

Appendice alla seconda guerra mondiale

Oltre 50 anni fa, quando infuriava la seconda guerra mondiale, un contadino del Colorado (USA) avrebbe potuto considerarsi relativamente al sicuro dagli attacchi nemici. Come dovette rimanere sorpreso questo contadino quando il suo trattore precipitò improvvisamente in una piccola voragine scavata dall’esplosione di una bomba! La bomba proveniva dall’altra parte dell’Oceano Pacifico, ed era stata portata da un pallone aerostatico. Con una curiosa appendice a una guerra mondiale, i giapponesi decisero di rispondere alle incursioni aeree americane del 1942 lanciando più di 9.000 palloni a idrogeno che trasportavano piccole bombe incendiarie e antiuomo. L’idea, secondo un’agenzia di stampa (Scripps Howard News Service), era di appiccare incendi nelle foreste e seminare il panico negli Stati Uniti, distanti circa 10.000 chilometri. I danni furono relativamente minori, anche se diverse persone rimasero uccise. Furono denunciati 285 incidenti che avevano relazione con i palloni aerostatici e dietro ordine del governo la stampa non ne fece parola per evitare il panico.

Spacciatori intraprendenti

La domanda di droga nelle prigioni australiane ha dato il via ad alcuni metodi innovativi nello spaccio della droga. “Riempiono di droga le palle da tennis e con la racchetta le lanciano nelle prigioni australiane”, scrive l’agenzia di stampa Reuters. Un portavoce delle carceri, Keith Blyth, dice: “Preparano la droga e poi l’avvolgono (in una pellicola di plastica)”. Dopo di che la mettono in una palla da tennis e la lanciano letteralmente oltre le mura della prigione. Nel tentativo di arginare lo spaccio di droga, il governo dell’Australia Meridionale ha preso in esame, fra l’altro, la possibilità di usare “cani addestrati a fiutare la droga” per perlustrare l’esterno delle prigioni dello stato e scoprire “le persone con palle da tennis sospette”, ha spiegato Blyth. Un altro spacciatore intraprendente si è servito di una balestra per lanciare la droga oltre il muro di una prigione. L’articolo, comunque, diceva che “il metodo più tradizionale di nascondere la droga nelle torte” e portarle nelle prigioni è ancora diffuso.

Piante con una “memoria”

Molte piante, quando vengono attaccate, producono sostanze chimiche per respingere gli attaccanti. La rivista New Scientist riferisce che alcune piante si formano anche una “memoria” dell’attacco, cosa che permetterebbe loro di cominciare a produrre tossine repellenti più in fretta se venissero attaccate di nuovo. Un bruco che rosicchia una foglia di tabacco fa scattare la produzione di acido giasmonico, che va alle radici. Questo dà inizio alla produzione di nicotina, che torna alle foglie rendendole sgradevoli per chi le mangia. Le piante con radici che in precedenza erano state esposte all’acido hanno reagito più in fretta all’attacco. “Questo fa pensare che le piante abbiano davvero una memoria”, dice Ian Baldwin dell’Università Statale di New York con sede a Buffalo.

Eccedenza di ecclesiastici

Il diminuito numero di fedeli nelle chiese protestanti del Canada ha portato a un’eccedenza di ecclesiastici protestanti senza precedenti”, scrive il Globe and Mail. Negli scorsi dieci anni, la Chiesa Anglicana a Montreal, nel Quebec, ha visto i fedeli scendere da 67.000 a 27.000, mentre il numero dei sacerdoti è rimasto invariato. L’eccedenza di ecclesiastici ha indotto alcuni a trovare un lavoro part time o a chiedere il sussidio di disoccupazione per tirare avanti. A Toronto, nell’Ontario, la Chiesa Presbiteriana sta affrontando un problema analogo. Jean Armstrong, segretaria aggiunta per il ministero e le vocazioni religiose, dice: “Non sappiamo bene per quanto tempo ancora la congregazione potrà permettersi ministri a tempo pieno”.

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