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  • g98 22/6 pp. 28-29
  • Uno sguardo al mondo

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  • Uno sguardo al mondo
  • Svegliatevi! 1998
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Povertà e ambiente
  • Il pericolo della disperazione
  • Anni nel traffico
  • Il fuso orario nel Medio Oriente
  • Francese a rischio
  • Si cerca di porre fine alla corruzione
  • La mania dei bruchi
  • I danni del fumo sono irreversibili?
  • Niente lifting
  • I pericoli del tabacco: la lista si allunga
    Svegliatevi! 1984
  • Un pranzetto a base di vermi
    Svegliatevi! 2007
  • Il tabacco, una minaccia per fumatori e non fumatori
    Svegliatevi! 1987
  • Potete fumare e tuttavia amare il vostro prossimo?
    Svegliatevi! 1974
Altro
Svegliatevi! 1998
g98 22/6 pp. 28-29

Uno sguardo al mondo

Povertà e ambiente

Nonostante lo sviluppo economico, oltre 1,3 miliardi di persone in tutto il mondo vivono ancora con meno di 2 dollari al giorno. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite la povertà non solo persiste, ma peggiora. Oggi oltre un miliardo di persone guadagna meno di 20, 30 o anche 40 anni fa. Questo a sua volta contribuisce alla distruzione dell’ambiente, dato che “la povertà richiede un immediato sfruttamento di risorse naturali che vanifica qualsiasi programma di conservazione a lungo termine”, dice la rivista UNESCO Sources. “Al ritmo attuale in meno di 50 anni le foreste della zona caribica saranno completamente scomparse . . . A livello nazionale la situazione è anche peggiore: Alle Filippine rimangono solo 30 anni di foreste, all’Afghanistan 16 anni e al Libano 15”.

Il pericolo della disperazione

“Gli scienziati . . . dicono che la disperazione può danneggiare il cuore come fumare 20 sigarette al giorno”, riferisce il Times di Londra. “Uno studio quadriennale compiuto su un migliaio di uomini finlandesi di mezza età ha rilevato che la disperazione accresce enormemente il rischio di aterosclerosi, o indurimento delle arterie”. Lo studio ha dimostrato che lo stato d’animo agisce sostanzialmente sulla salute. “Riscontriamo di continuo che lo stato psicologico ed emotivo influisce notevolmente sulla salute”, ha detto la dottoressa Susan Everson, che ha diretto la ricerca. “I medici devono capire che la disperazione ha un effetto negativo sulla salute e aggrava la malattia. La gente deve riconoscere che quando si sente senza speranza e disperata dovrebbe chiedere aiuto”.

Anni nel traffico

Gli abitanti delle principali città italiane impiegano molto tempo per spostarsi da casa al posto di lavoro o a scuola e viceversa. Quanto? Secondo la Legambiente, associazione ambientalista italiana, i napoletani impiegano 140 minuti ogni giorno. Supponendo che la vita media sia di 74 anni, un napoletano perderà nel traffico 7,2 anni di vita. Un romano, che impiega 135 minuti ogni giorno, perderà 6,9 anni. Nelle altre città la situazione pare altrettanto difficile. A Bologna i cittadini perderanno 5,9 anni e a Milano 5,3, riferisce La Repubblica.

Il fuso orario nel Medio Oriente

I cambiamenti di fuso orario possono diventare complicati nel Medio Oriente. Un caso pertinente è quello dell’Iran, che per anni ha “messo gli orologi tre ore e mezzo avanti rispetto all’ora locale del meridiano di Greenwich anziché scegliere un numero intero di ore come fa la maggioranza dei paesi”, dice il New York Times. “Per ascoltare, diciamo, il giornale radio delle 5 della BBC, dovete mettervi in ascolto alle 8,30 e cercare di ignorare i rintocchi del Big Ben che cercano di smentire il vostro orologio”. E mentre nei paesi vicini si torna all’ora solare l’ultimo fine settimana di settembre, l’anno scorso in Israele il cambiamento è avvenuto il 13 settembre. È pure difficile determinare il fine settimana. Nella maggior parte dei paesi del Golfo Persico sono giorni festivi il giovedì e il venerdì. In Egitto e nella maggioranza dei paesi limitrofi, invece, sono festivi il venerdì e il sabato, mentre in Libano sono il sabato e la domenica. “Il viaggiatore che intende arrivare ad Abu Dhabi, diciamo, mercoledì a mezzogiorno, e poi a Beirut il venerdì sera si assicurerà un fine settimana di quattro giorni. Il maniaco del lavoro deve solo fare più o meno il contrario”, osserva il Times.

Francese a rischio

Rappresentanti del mondo di lingua francese hanno assistito recentemente a un convegno di tre giorni tenuto a Hanoi, in Vietnam, per celebrare “l’universalità del francese”, riferiva il giornale parigino Le Figaro. Il francese è parlato regolarmente da oltre 100 milioni di persone. Nel suo momento migliore, nel XVII secolo, il francese era la lingua della diplomazia internazionale. “In un’Europa divisa, guerre e scaramucce finivano con trattati di pace scritti in francese”, dice il giornale. Adesso però la lingua francese è “alla ricerca del suo posto nel mondo”. Il declino dell’uso del francese si può attribuire alla maggiore popolarità dell’inglese, specie come lingua commerciale. Nel tentativo di ridurre il divario, il presidente francese ha incoraggiato l’uso del francese sull’autostrada dell’informazione. Tuttavia un uomo politico, esprimendo i suoi timori per il futuro del francese, ha detto: “L’uso della lingua francese in tutto il mondo non interessa né all’opinione pubblica, né ai media né ai politici. Questo disinteresse è probabilmente più marcato in Francia che negli altri paesi”.

Si cerca di porre fine alla corruzione

In Cina è huilu; in Kenya, kitu kidogo. In Messico si usa il termine una mordida, in Russia, vzyatka e nel Medio Oriente, baksheesh. In molti paesi la corruzione è un modo di vivere, e a volte è l’unico modo per fare affari, per procurarsi determinate cose o anche per ottenere giustizia. Recentemente, però, 34 nazioni hanno firmato un trattato inteso a eliminare la corruzione nelle transazioni commerciali internazionali. Fra queste ci sono le 29 nazioni membri dell’Organizzazione di Cooperazione e di Sviluppo Economico (OCSE), come pure Argentina, Brasile, Bulgaria, Cile e Slovacchia. Anche le massime organizzazioni finanziarie del mondo — la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale — stanno facendo passi contro la corruzione ufficiale. Questi passi sono stati fatti dopo che un sondaggio della Banca Mondiale ha dimostrato che il 40 per cento delle aziende di 69 paesi pagavano tangenti. Le due organizzazioni adesso consentono di tagliare i fondi ai paesi che ignorano la corruzione.

La mania dei bruchi

I bruchi del mopane fanno da tempo parte dell’alimentazione della povera gente nelle campagne del Sudafrica, dove sono apprezzati per il loro contenuto proteico. Progenie della pavonia maggiore, prendono nome dall’albero di cui si nutrono, la Copaifera mopane. In aprile e in dicembre le donne raccolgono i bruchi e, dopo aver tolto le interiora, li fanno bollire e poi li seccano al sole. Il loro contenuto di proteine, grassi, vitamine e calorie è paragonabile a quello della carne e del pesce. Adesso, però, questi bruchi stanno diventando una leccornia molto richiesta nei ristoranti sudafricani. Questa mania si è diffusa anche in Europa e negli Stati Uniti, e la cosa allarma la popolazione rurale dell’Africa. Perché? “Man mano che la richiesta aumenta ci si preoccupa per la sopravvivenza di questa specie”, afferma il Times di Londra. Già questi bruchi “sono scomparsi da vaste zone dei vicini Botswana e Zimbabwe”.

I danni del fumo sono irreversibili?

Secondo una ricerca recente, il danno causato dal fumo alle arterie può essere permanente. Secondo il Journal of the American Medical Association, alcuni ricercatori sostengono che sia il fumo delle sigarette che il fumo passivo possono danneggiare in modo irreversibile le arterie. Lo studio ha seguito 10.914 uomini e donne di età compresa fra i 45 e i 65 anni. Il gruppo includeva fumatori, ex fumatori, non fumatori esposti regolarmente a fumo passivo e non fumatori non esposti regolarmente a fumo passivo. I ricercatori hanno misurato con gli ultrasuoni lo spessore della carotide nel collo. Queste misurazioni sono state ripetute tre anni dopo.

Come ci si aspettava, i fumatori presentavano un notevole ispessimento delle arterie, del 50 per cento nei soggetti che, in media, avevano fumato un pacchetto di sigarette al giorno per 33 anni. Le arterie degli ex fumatori si erano pure ristrette, a un ritmo del 25 per cento più rapido di quelle dei non fumatori, in alcuni casi anche 20 anni dopo che avevano smesso di fumare. I non fumatori esposti a fumo passivo mostravano un ispessimento delle arterie del 20 per cento superiore a quelli non esposti. Secondo lo studio, si calcola che nei soli Stati Uniti da 30.000 a 60.000 decessi si possono attribuire all’esposizione a fumo passivo.

Niente lifting

In Egitto, dopo sette anni di restauri, la Sfinge è stata finalmente liberata dalle impalcature. “Per restaurare la Sfinge sono state usate tra il 1990 e il 1997 centomila pietre”, ha detto Ahmad al-Haggar, direttore delle antichità della zona. Tuttavia ha aggiunto che i lavori di restauro non hanno incluso il volto danneggiato del “colosso di calcare metà leone e metà uomo”.

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