Giugno
Domenica 1º giugno
Dobbiamo entrare nel Regno di Dio attraverso molte tribolazioni (Atti 14:22)
Geova benedisse i cristiani del I secolo perché si adattavano alle nuove circostanze. Furono spesso perseguitati, a volte quando meno se lo aspettavano. Pensiamo a quello che accadde a Barnaba e all’apostolo Paolo mentre stavano predicando nella zona di Listra. All’inizio le persone li accolsero bene e li ascoltarono. Poi però alcune di loro lapidarono Paolo e lo lasciarono mezzo morto, e questo perché degli oppositori ‘avevano persuaso la folla’ (Atti 14:19). Ma Barnaba e Paolo continuarono a predicare da un’altra parte. Quale fu il risultato? Fecero “parecchi discepoli”, e le loro parole e il loro esempio rafforzarono i compagni di fede (Atti 14:21, 22). Barnaba e Paolo non si arresero davanti alla persecuzione improvvisa, e questo fu d’aiuto a molti. Anche noi saremo benedetti se non ci arrenderemo e non smetteremo di compiere l’opera che Geova ci ha affidato. w23.04 16-17 parr. 13-14
Lunedì 2 giugno
Ascolta, o Geova, la mia preghiera, e presta attenzione alle mie suppliche. Nel giorno della mia angoscia ti invoco, perché tu mi risponderai (Sal. 86:6, 7)
Il re Davide affrontò tanti nemici pericolosi durante la sua vita e molte volte chiese a Geova di aiutarlo. Era sicuro che Geova lo ascoltava e che rispondeva alle sue preghiere. Anche noi possiamo avere la stessa certezza. La Bibbia ci assicura che Geova può darci sapienza e la forza di perseverare. Può aiutarci servendosi della nostra famiglia spirituale o perfino di chi al momento non lo serve. Anche se Geova potrebbe non rispondere sempre alle nostre preghiere nel modo che ci aspettiamo, sappiamo che ci risponderà. Ci darà proprio quello di cui abbiamo bisogno e lo farà al momento giusto. Continuiamo quindi a pregare con fede, sicuri che Geova si prenderà cura di noi ora e “[soddisferà] il desiderio di ogni vivente” nel nuovo mondo (Sal. 145:16). w23.05 8 par. 4; 13 parr. 17-18
Martedì 3 giugno
Come potrò ripagare Geova per tutto il bene che mi ha fatto? (Sal. 116:12)
È bene pensare ai vantaggi del raggiungere una certa meta. A quali vantaggi potremmo pensare? Se ci siamo posti una meta che riguarda la lettura della Bibbia o la preghiera, pensiamo a quanto raggiungere quella meta rafforzerà la nostra amicizia con Geova (Sal. 145:18, 19). Se il nostro obiettivo è coltivare una qualità cristiana, pensiamo a come questo migliorerà i nostri rapporti con gli altri (Col. 3:14). Perché non fare un elenco di tutti i motivi per cui vogliamo raggiungere una certa meta e poi guardarlo regolarmente? In più, passiamo del tempo con persone che ci motivano (Prov. 13:20). Dobbiamo ammettere però che tutti abbiamo delle giornate in cui non ci sentiamo motivati. Ma questo significa forse che in quei giorni non possiamo fare nulla per cercare di raggiungere il nostro obiettivo? No di certo. Possiamo impegnarci per raggiungere il nostro obiettivo anche quando non ci sentiamo motivati. Questo richiede autodisciplina, ma vale la pena fare qualsiasi sforzo. w23.05 27-28 parr. 5-8
Mercoledì 4 giugno
L’uomo raccoglie ciò che semina (Gal. 6:7)
Sapere che siamo responsabili delle nostre decisioni può spingerci a confessare i nostri peccati, a correggere i nostri errori e a evitare di ripeterli. Fare queste cose può aiutarci a rimanere nella corsa per la vita. Se non possiamo più cambiare una decisione sbagliata che abbiamo preso, accettiamo le circostanze in cui ci troviamo. Non sprechiamo energie mentali ed emotive giustificandoci, piangendoci addosso o incolpando altri. Al contrario, riconosciamo i nostri errori e impegniamoci per trarre il meglio dalle circostanze attuali. Se ci sentiamo in colpa per quello che abbiamo fatto, rivolgiamoci umilmente a Geova in preghiera, ammettiamo il nostro errore e chiediamogli di perdonarci (Sal. 25:11; 51:3, 4). Chiediamo scusa a quelli a cui potremmo aver fatto del male e, se necessario, cerchiamo l’aiuto degli anziani (Giac. 5:14, 15). Impariamo dai nostri errori e cerchiamo di non ripeterli. In questo modo possiamo essere sicuri che Geova ci mostrerà misericordia e ci darà tutto l’aiuto di cui abbiamo bisogno (Sal. 103:8-13). w23.08 28-29 parr. 8-9
Giovedì 5 giugno
Ioas fece ciò che era giusto agli occhi di Geova per tutti i giorni in cui il sacerdote Ieoiada lo istruì (2 Re 12:2)
L’istruzione che il re Ioas ricevette da Ieoiada ebbe un effetto positivo su di lui. Infatti da giovane Ioas dimostrò di voler servire Geova, ma dopo la morte di Ieoiada diede ascolto a principi apostati (2 Cron. 24:4, 17, 18). Profondamente ferito, “Geova mandò profeti fra loro per farli tornare a sé. [...] Ma loro si rifiutarono di ascoltare”. Non ascoltarono neanche Zaccaria, figlio di Ieoiada, che non solo era profeta e sacerdote, ma anche cugino di Ioas stesso. Anzi, Ioas arrivò al punto di far uccidere Zaccaria (2 Cron. 22:11; 24:19-22). Ioas non continuò a temere Geova. Geova aveva detto: “Tratterò con disprezzo quelli che mi disprezzano” (1 Sam. 2:30). A un certo punto un piccolo esercito siro sconfisse l’“esercito molto grande” di Ioas, che rimase “gravemente ferito” (2 Cron. 24:24, 25). Ioas fu assassinato dai suoi stessi servitori per aver ucciso Zaccaria. w23.06 18 parr. 16-17
Venerdì 6 giugno
Una volta eravate tenebre ma ora siete luce (Efes. 5:8)
L’apostolo Paolo aveva trascorso del tempo a Efeso predicando e insegnando la buona notizia (Atti 19:1, 8-10; 20:20, 21). Amava tanto i suoi fratelli e desiderava aiutarli a rimanere fedeli a Geova. Gli efesini a cui scrisse Paolo erano stati schiavi di false dottrine e di superstizioni. Efeso era famosa per la grande immoralità e il comportamento sfrontato dei suoi abitanti. Era comune sentire discorsi osceni negli spettacoli teatrali e anche nelle celebrazioni religiose (Efes. 5:3). Molti degli abitanti di Efeso “[avevano] perso ogni senso morale”, espressione che letteralmente significa “[avevano] cessato di provare dolore” (Efes. 4:17-19). Non avendo imparato cosa era veramente giusto o sbagliato, gli efesini non provavano rimorsi di coscienza. Paolo quindi poté descriverli dicendo: “La loro mente è ottenebrata e sono [lontani] dalla vita che appartiene a Dio”. Alcuni efesini però non rimasero nelle tenebre. w24.03 20 parr. 2, 4; 21 parr. 5-6
Sabato 7 giugno
Quelli che sperano in Geova riacquisteranno le forze. Non si stancheranno (Isa. 40:31)
L’incarico di giudice che Gedeone aveva ricevuto comportava un notevole impegno fisico. Quando i madianiti fuggirono durante lo scontro notturno, Gedeone li inseguì dalla Valle di Izreel fino al fiume Giordano (Giud. 7:22). Arrivato al Giordano, Gedeone non si fermò. Anche se erano stanchi, lui e i suoi 300 uomini attraversarono il fiume e continuarono l’inseguimento. Alla fine raggiunsero i madianiti e li sconfissero (Giud. 8:4-12). Gedeone aveva fiducia che Geova lo avrebbe rafforzato, e non rimase deluso (Giud. 6:14, 34). Lui e i suoi uomini inseguirono a piedi due re madianiti, che forse stavano cavalcando dei cammelli (Giud. 8:12, 21). Eppure, con l’aiuto di Geova, quegli israeliti determinati a continuare l’inseguimento li raggiunsero e li sconfissero. Anche gli anziani possono affidarsi a Geova, che “non si affatica né si stanca”. Quando ne hanno bisogno, lui li rafforza (Isa. 40:28, 29). w23.06 6 par. 14; 7 par. 16
Domenica 8 giugno
Geova non vi lascerà né vi abbandonerà (Deut. 31:6)
Possiamo avere un cuore saldo indipendentemente dalle prove che potremmo dover affrontare. Confidiamo quindi in Geova. Pensiamo a Barac, che ottenne la vittoria grazie al fatto che si era fidato delle istruzioni di Geova. Anche se in tutto Israele “non si vedeva né scudo né lancia”, Geova disse a Barac di andare a combattere contro le forze militari ben equipaggiate di Sisera, capo dell’esercito cananeo (Giud. 5:8). La profetessa Debora disse a Barac di scendere verso la pianura e andare incontro a Sisera e ai suoi 900 carri. Anche se il suolo pianeggiante avrebbe rappresentato un grande vantaggio per i soldati sui carri, Barac ubbidì. Mentre i soldati israeliti scendevano dal monte Tabor, Geova mandò un acquazzone. I carri di Sisera rimasero impantanati nel fango, e Geova diede a Barac la vittoria (Giud. 4:1-7, 10, 13-16). In modo simile, Geova ci darà la vittoria se confidiamo in lui e nella guida che provvede tramite gli uomini che ha scelto. w23.07 19 parr. 17-18
Lunedì 9 giugno
Chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato (Matt. 24:13)
La pazienza è fondamentale per essere salvati. Come i fedeli servitori del passato, dobbiamo aspettare pazientemente che Dio adempia le sue promesse (Ebr. 6:11, 12). La Bibbia paragona la nostra situazione a quella di un agricoltore (Giac. 5:7, 8). Un agricoltore lavora sodo per seminare e innaffiare, ma non sa esattamente quando quello che ha piantato crescerà. Così aspetta con pazienza, sicuro che raccoglierà quello che ha seminato. In modo simile noi continuiamo a impegnarci nelle attività spirituali, anche se “non [sappiamo] in quale giorno verrà il [nostro] Signore” (Matt. 24:42). Aspettiamo con pazienza, sicuri che nel momento stabilito Geova adempirà tutte le sue promesse. Se diventassimo impazienti potremmo stancarci di aspettare e iniziare ad allontanarci dalla verità. Potremmo anche iniziare a concentrarci su cose che ci danno una felicità immediata. Ma se siamo pazienti, possiamo perseverare fino alla fine ed essere salvati (Mic. 7:7). w23.08 22 par. 7
Martedì 10 giugno
Le dita dei piedi erano in parte di ferro e in parte d’argilla (Dan. 2:42)
Confrontando la profezia di Daniele 2:41-43 con altre che si trovano nei libri di Daniele e di Rivelazione, possiamo concludere che i piedi rappresentano la potenza anglo-americana, la principale potenza mondiale di oggi. Riguardo a questa potenza mondiale, Daniele disse: “Il regno sarà in parte forte e in parte fragile”. Perché disse che quel regno in parte sarebbe stato fragile? Perché la gente comune, rappresentata dall’argilla umida, avrebbe indebolito la sua capacità di agire con la forza del ferro. Dalla descrizione che fa Daniele della statua comprendiamo diverse verità importanti. Primo, la potenza mondiale anglo-americana ha mostrato la sua forza in vari modi. Per esempio, ha avuto un ruolo di primo piano nelle due guerre mondiali, uscendone vincitrice. Comunque, questa potenza mondiale è stata indebolita e continuerà a esserlo da scontri e ostilità fomentati dai suoi stessi cittadini. Secondo, questa sarà l’ultima potenza mondiale a governare prima che il Regno di Dio intervenga per eliminare tutti i governi umani. w23.08 10-11 parr. 12-13
Mercoledì 11 giugno
Nella mia angoscia invocai Geova; continuai a supplicare il mio Dio. Ed egli dal suo tempio udì la mia voce (Sal. 18:6)
A volte Davide si sentiva angosciato a causa di tutti i problemi e le prove che affrontava (Sal. 18:4, 5). Il tenero amore di Geova e la sua cura, però, lo ristoravano. Quando si sentiva esausto, Geova lo portava “in pascoli erbosi” e “verso luoghi tranquilli e ricchi d’acqua”. Così Davide ritrovava le forze e riusciva a continuare a servire Geova con gioia (Sal. 18:28-32; 23:2). Anche noi possiamo dire che “è grazie all’amore leale di Geova che non siamo arrivati alla nostra fine” quando abbiamo affrontato difficoltà (Lam. 3:22; Col. 1:11). Davide rischiò spesso la vita e aveva molti nemici potenti. L’amore di Geova, però, lo faceva sentire protetto e al sicuro. Davide riusciva a sentire che Geova era con lui in ogni situazione, e questo lo rassicurava. Ecco perché in un salmo disse: “Geova [...] mi liberò da tutte le mie paure” (Sal. 34:4). È vero, Davide a volte era spaventato, ma la consapevolezza che Geova lo amava era più forte delle sue paure. w24.01 30 parr. 15-17
Giovedì 12 giugno
Se i peccatori cercano di adescarti, non cedere (Prov. 1:10)
Impara dalle decisioni sbagliate di Ioas. Dopo la morte del sommo sacerdote Ieoiada, Ioas scelse di stare con le persone sbagliate (2 Cron. 24:17, 18). Decise di seguire i consigli dei principi di Giuda che non amavano Geova. Sarai d’accordo che Ioas avrebbe dovuto stare alla larga da quelle persone che causavano solo problemi. Lui invece seguì i consigli di quei cosiddetti amici. Infatti, quando suo cugino Zaccaria cercò di correggerlo, Ioas lo fece mettere a morte (2 Cron. 24:20, 21; Matt. 23:35). Che cosa terribile e insensata! Ioas aveva iniziato bene la sua vita, ma purtroppo diventò un apostata e un assassino. E alla fine fu ucciso dai suoi stessi servitori (2 Cron. 24:22-25). Come sarebbe stata diversa la sua vita se avesse continuato ad ascoltare Geova e quelli che Lo amavano! w23.09 9 par. 6
Venerdì 13 giugno
Smetti di aver timore (Luca 5:10)
Gesù sapeva che l’apostolo Pietro poteva rimanere fedele. Quindi con affetto gli disse: “Smetti di aver timore”. Gesù ebbe fiducia in Pietro, e questo ebbe un profondo effetto sulla vita di quell’uomo. Pietro e suo fratello Andrea in seguito abbandonarono la loro attività di pesca e iniziarono a dedicarsi completamente al ministero al fianco del Messia, decisione per cui Geova li ricompensò ampiamente (Mar. 1:16-18). Dopo essere diventato discepolo di Cristo, Pietro visse molte esperienze straordinarie. Vide Gesù guarire malati, espellere demòni e perfino riportare in vita persone morte (Matt. 8:14-17; Mar. 5:37, 41, 42). Inoltre assisté a una visione di Gesù nella futura gloria del suo Regno, visione che ebbe su di lui un grande impatto (Mar. 9:1-8; 2 Piet. 1:16-18). Pietro vide cose che non avrebbe mai neanche potuto immaginare. Sarà stato davvero felice di non aver permesso ai suoi sentimenti negativi di impedirgli di ricevere quelle ricompense. w23.09 21 parr. 4-5
Sabato 14 giugno
Gesù gli rispose: “Non ti dico fino a 7 volte, ma fino a 77 volte” (Matt. 18:22)
Nella sua prima lettera l’apostolo Pietro usò l’espressione “intenso amore”. Questo amore “copre una gran quantità di peccati”, non solo alcuni (1 Piet. 4:8). Pietro forse pensava a quello che Gesù gli aveva insegnato anni prima riguardo al perdono. Quando disse che avrebbe perdonato suo fratello “fino a 7 volte”, Pietro probabilmente pensava di essere generoso. Gesù però gli insegnò, e insegnò anche a noi, a perdonare “fino a 77 volte”, cioè senza porsi alcun limite (Matt. 18:21). Se ci è capitato di far fatica a mettere in pratica questo consiglio, non scoraggiamoci. Tutti gli imperfetti servitori di Geova a volte trovano difficile perdonare. La cosa importante è che ora facciamo tutto quello che possiamo per perdonare chi ci ha ferito e per fare pace con lui. w23.09 29 par. 12
Domenica 15 giugno
Chiamai Geova, ed egli mi rispose (Giona 2:2)
Mentre era nella pancia del pesce, Giona era sicuro che Geova avrebbe ascoltato la sua umile preghiera in cui esprimeva tutto il suo pentimento e lo avrebbe aiutato. Una volta tornato sulla terraferma, Giona era pronto per accettare e portare a termine quello che Geova gli aveva detto di fare (Giona 2:10–3:4). Mentre affronti una prova ti capita mai di sentirti così in ansia da non riuscire a esprimerti chiaramente in preghiera? Oppure di sentirti troppo debole per studiare? Ricorda che Geova capisce perfettamente la tua situazione. Quindi, anche se fai una preghiera semplice, puoi essere sicuro che lui ti darà esattamente quello di cui hai bisogno (Efes. 3:20). Se il dolore a livello fisico o emotivo ti rende difficile leggere e studiare, potresti provare ad ascoltare le registrazioni audio della Bibbia o delle nostre pubblicazioni. Potrebbe anche esserti utile ascoltare un cantico o una canzone, oppure guardare un video su jw.org. Pregando Geova e cercando la risposta alle tue preghiere nel cibo spirituale che lui provvede, gli dai l’opportunità di rafforzarti. w23.10 13 par. 6; 14 par. 9
Lunedì 16 giugno
Lo spirito santo indica chiaramente che la via per il luogo santo non era ancora stata rivelata quando era in piedi la prima tenda (Ebr. 9:8)
Il tabernacolo e i templi che in seguito furono costruiti a Gerusalemme avevano una struttura interna molto simile. C’erano due compartimenti, il “Santo” e il “Santissimo”, separati da una cortina ricamata (Ebr. 9:2-5; Eso. 26:31-33). Nel Santo c’erano un candelabro d’oro, un altare per bruciare incenso e la tavola del pane di presentazione. Solo “i sacerdoti unti” potevano entrare nel Santo per adempiere i loro obblighi sacri (Num. 3:3, 7, 10). Nel Santissimo c’era l’Arca del Patto, che rappresentava la presenza di Geova (Eso. 25:21, 22). Solo il sommo sacerdote poteva oltrepassare la cortina ed entrare nel Santissimo, e poteva farlo solo nel Giorno dell’Espiazione (Lev. 16:2, 17). Entrava nel Santissimo con il sangue di animali per fare espiazione per i suoi peccati e per quelli dell’intera nazione. In seguito Geova rese chiaro il vero significato di quelle parti del tabernacolo (Ebr. 9:6, 7). w23.10 27 par. 12
Martedì 17 giugno
Amatevi gli uni gli altri (Giov. 15:17)
Nella Parola di Dio troviamo diverse volte il comando di amarci gli uni gli altri (Giov. 15:12; Rom. 13:8; 1 Tess. 4:9; 1 Piet. 1:22; 1 Giov. 4:11). L’amore, però, è una qualità del cuore, cioè della persona interiore, e nessun essere umano può vedere cosa c’è nel nostro cuore. Quindi come possiamo rendere evidente che abbiamo amore per gli altri? Con le parole e con le azioni. Ci sono vari modi in cui possiamo mostrare ai nostri fratelli e alle nostre sorelle che li amiamo. Ecco alcuni esempi: “Dite la verità l’uno all’altro” (Zacc. 8:16); “Mantenete la pace gli uni con gli altri” (Mar. 9:50); “Prendete l’iniziativa nel mostrarvi onore a vicenda” (Rom. 12:10); “Accoglietevi gli uni gli altri” (Rom. 15:7); “Continuate [...] a perdonarvi senza riserve” (Col. 3:13); “Continuate a portare i pesi gli uni degli altri” (Gal. 6:2); “Continuate [...] a confortarvi a vicenda” (1 Tess. 4:18); “Continuate [...] a edificarvi a vicenda” (1 Tess. 5:11); “Pregate gli uni per gli altri” (Giac. 5:16). w23.11 9 parr. 7-8
Mercoledì 18 giugno
Rallegratevi nella speranza (Rom. 12:12)
Ogni giorno prendiamo decisioni che richiedono una forte fede. Per esempio, prendiamo decisioni riguardo alle compagnie, ai divertimenti, all’istruzione, al matrimonio, ai figli e al lavoro. Faremmo bene a chiederci: “Le mie scelte dimostrano che sono sicuro che questo sistema è temporaneo e che presto sarà sostituito dal nuovo mondo? Oppure le mie scelte sono influenzate da persone che vivono come se la morte fosse la fine di tutto?” (Matt. 6:19, 20; Luca 12:16-21). Se rafforziamo la nostra fede nel fatto che il nuovo mondo è alle porte, prenderemo le decisioni migliori. Una forte fede è necessaria anche quando affrontiamo delle prove. Forse dobbiamo fare i conti con la persecuzione, una malattia cronica o altre cose che potrebbero scoraggiarci. All’inizio potremmo affrontare quella prova con determinazione. Ma se, come spesso succede, la prova continua nel tempo, avremo bisogno di una forte fede per perseverare e continuare a servire Geova con gioia (1 Piet. 1:6, 7). w23.04 27 parr. 4-5
Giovedì 19 giugno
Pregate di continuo (1 Tess. 5:17)
Geova si aspetta che agiamo in armonia con le nostre preghiere. Ad esempio, un fratello potrebbe chiedere a Geova di aiutarlo a ottenere un permesso dal lavoro per assistere a un congresso di zona. Come potrebbe rispondere Geova a quella preghiera? Potrebbe dare al fratello il coraggio di cui ha bisogno per andare a parlare con il datore di lavoro. Ma il fratello dovrà comunque agire in armonia con la sua preghiera andando a chiedere il permesso. E potrebbe doverlo chiedere più volte. Potrebbe anche offrirsi di fare un cambio turno con un collega o rinunciare a essere pagato per i giorni in cui non lavorerà. Geova si aspetta che gli parliamo più volte di quello che ci preoccupa. Gesù fece capire che Geova non avrebbe risposto immediatamente a tutte le nostre richieste (Luca 11:9). Quindi non arrendiamoci! Preghiamolo in modo sentito e di continuo (Luca 18:1-7). Se lo facciamo, dimostriamo a Geova che la nostra richiesta non è un semplice capriccio. E dimostriamo anche che abbiamo fede nella sua capacità di aiutarci. w23.11 22 parr. 10-11
Venerdì 20 giugno
La speranza non porta alla delusione (Rom. 5:5)
Geova promise al suo amico Abraamo che tutte le nazioni della terra sarebbero state benedette attraverso la sua discendenza (Gen. 15:5; 22:18). Abraamo aveva una forte fede in Dio e quindi era convinto che quella promessa si sarebbe realizzata. Comunque, quando Abraamo aveva 100 anni e sua moglie 90, non avevano ancora avuto un figlio (Gen. 21:1-7). Eppure la Bibbia dice: “Proprio in base alla speranza Abraamo ebbe fede che sarebbe diventato il padre di molte nazioni, secondo ciò che gli era stato detto” (Rom. 4:18). Sappiamo che la speranza di Abraamo si realizzò: lui alla fine ebbe davvero il figlio tanto atteso, Isacco. Come faceva a essere così sicuro che la promessa di Geova si sarebbe realizzata? La stretta amicizia che Abraamo aveva con Geova lo rendeva “fermamente convinto che ciò che egli aveva promesso” si sarebbe realizzato (Rom. 4:21). Sulla base della sua fede, Abraamo fu approvato da Geova e dichiarato giusto da lui (Giac. 2:23). w23.12 8 parr. 1-2
Sabato 21 giugno
Chi è fedele nel minimo è fedele anche nel molto, e chi è ingiusto nel minimo è ingiusto anche nel molto (Luca 16:10)
Un giovane fratello che è affidabile assolve tutte le sue responsabilità con diligenza. Rifletti sull’esempio perfetto di Gesù. Lui non fu mai superficiale o irresponsabile. Al contrario, svolse gli incarichi che Geova gli aveva affidato anche quando era difficile farlo. Amava le persone, soprattutto i suoi discepoli, e fu disposto a dare la vita per loro (Giov. 13:1). Come Gesù, impegnati per svolgere qualsiasi incarico ti venga affidato. Se non sai bene come fare, sii umile e chiedi aiuto a fratelli maturi. Non fare mai il minimo indispensabile (Rom. 12:11). Piuttosto, porta a termine il tuo incarico e fallo “per Geova e non per gli uomini” (Col. 3:23). Ovviamente non sei perfetto, quindi sii modesto e ammetti i tuoi errori (Prov. 11:2). w23.12 26 par. 8
Domenica 22 giugno
Benedetto è l’uomo che confida in Geova (Ger. 17:7)
Battezzarsi ed entrare a far parte della famiglia di Geova è una scelta che rende davvero felici. È un onore avere una stretta amicizia con Dio, e siamo d’accordo con il salmista Davide, che disse a Geova: “Felice è colui che scegli e fai avvicinare perché risieda nei tuoi cortili” (Sal. 65:4). Geova non permette a chiunque di entrare nei suoi cortili. Sceglie chi dimostra di voler avere una stretta amicizia con lui (Giac. 4:8). Dedicandoci a Geova e battezzandoci possiamo star certi che da quel momento in poi lui riverserà su di noi “una benedizione fino a quando non [avremo] più bisogno di nulla” (Mal. 3:10; Ger. 17:8). Il battesimo è solo un punto di partenza. Vogliamo fare del nostro meglio per tener fede al nostro voto di dedicazione, anche davanti a tentazioni o prove di fede (Eccl. 5:4, 5). Essendo discepoli di Gesù, vogliamo seguire il suo esempio e i suoi comandi il più attentamente possibile (Matt. 28:19, 20; 1 Piet. 2:21). w24.03 8 parr. 1-3
Lunedì 23 giugno
L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie (Gen. 2:24)
Se a voi e al vostro coniuge non piace passare del tempo insieme, cosa potete fare? Pensate a un fuoco: all’inizio c’è solo una piccola fiamma. Per iniziare ad ardere quel fuoco ha bisogno di essere alimentato lentamente con pezzi di legna sempre più grandi. In modo simile, potreste iniziare passando solo qualche momento insieme ogni giorno. Assicuratevi di fare cose che piacciono a entrambi (Giac. 3:18). Iniziando a piccoli passi potreste riaccendere il vostro amore. Il rispetto è essenziale nel matrimonio. È come l’ossigeno che permette a un fuoco di rimanere vivo. Se non c’è ossigeno, un fuoco si spegne velocemente. In modo simile, se tra marito e moglie non c’è rispetto, il loro amore può raffreddarsi rapidamente. Se invece si impegnano per mostrarsi rispetto, marito e moglie mantengono vivo il loro amore. Ricorda che ciò che conta non è se tu credi di mostrare rispetto, ma se il tuo coniuge si sente rispettato. w23.05 22 par. 9; 24 parr. 14-15
Martedì 24 giugno
Quando ero sopraffatto da inquietanti pensieri, tu mi consolavi e mi coccolavi (Sal. 94:19)
Nella Bibbia sono riportate le parole di fedeli servitori di Dio che erano terrorizzati a causa dei nemici o di altre difficoltà (Sal. 18:4; 55:1, 5). Anche noi potremmo dover affrontare l’opposizione a scuola, al lavoro, in famiglia o da parte del governo. Potremmo addirittura rischiare di morire a causa di un problema di salute. In momenti come questi potremmo sentirci indifesi come un bambino piccolo. Cosa fa Geova per aiutarci? Ci consola e ci coccola. Per questo motivo, passiamo regolarmente del tempo con Geova pregando e leggendo la sua Parola (Sal. 77:1, 12-14). Così, quando saremo in situazioni che ci creano stress, probabilmente la prima cosa che faremo sarà rivolgerci al nostro Padre celeste. Parliamogli delle nostre paure e delle nostre preoccupazioni, e lasciamo che lui ci parli e ci consoli tramite le Scritture (Sal. 119:28). w24.01 24-25 parr. 14-16
Mercoledì 25 giugno
Dio è colui che agisce in voi dandovi sia il desiderio che la forza di agire (Filip. 2:13)
Per raggiungere obiettivi spirituali è fondamentale essere motivati. Chi è motivato ha il forte desiderio di impegnarsi per raggiungere il suo obiettivo. E più siamo motivati più è probabile che raggiungeremo le nostre mete. Allora cosa possiamo fare per essere più motivati? Preghiamo. Attraverso il suo spirito, Geova può aiutarci a raggiungere la meta che ci siamo posti. A volte ci poniamo un obiettivo perché sappiamo che è giusto farlo, e questa è una cosa positiva. Ma forse non abbiamo davvero il desiderio di raggiungere quell’obiettivo. Meditiamo su quello che Geova ha fatto per noi (Sal. 143:5). L’apostolo Paolo meditava sull’immeritata bontà che Geova gli aveva mostrato, e questo lo spingeva a darsi molto da fare per Geova (1 Cor. 15:9, 10; 1 Tim. 1:12-14). In modo simile, più meditiamo su quello che Geova ha fatto per noi più ci sentiremo motivati a raggiungere la nostra meta (Sal. 116:12). w23.05 27 parr. 3-5
Giovedì 26 giugno
Lodate il nome di Geova (Sal. 113:1)
Il nostro Padre celeste è contento quando lodiamo il suo nome (Sal. 69:30, 31). Questo significa forse che il nostro Onnipotente Dio è come un essere umano imperfetto che ha bisogno di ricevere lodi perché si sente insicuro? No. Quando lodiamo il nostro Padre celeste, contribuiamo a confutare una menzogna che riguarda ognuno di noi. Satana sostiene che nessun essere umano difenderà con lealtà il nome di Dio. Secondo lui nessuno di noi rimarrà integro. Infatti dice che tutti volteremmo le spalle a Dio se pensassimo che questo ci farebbe ottenere dei vantaggi (Giob. 1:9-11; 2:4). Ma il fedele Giobbe dimostrò che Satana è un bugiardo. Questo riguarda anche ognuno di noi: abbiamo il privilegio di difendere lealmente il nome del nostro Padre celeste e di rallegrarlo servendolo con integrità (Prov. 27:11). Far questo è davvero un grande onore. w24.02 8-9 parr. 3-5
Venerdì 27 giugno
Riponete fede nei suoi profeti e vi andrà bene (2 Cron. 20:20)
Dopo i giorni di Mosè e di Giosuè, Geova scelse dei giudici per guidare il suo popolo. Poi, all’epoca dei re, Geova affidò questo compito a dei profeti. I re fedeli seguirono la guida dei profeti. Ad esempio il re Davide si fece umilmente correggere dal profeta Natan (2 Sam. 12:7, 13; 1 Cron. 17:3, 4). Il re Giosafat si affidò al profeta Iahaziel per ricevere guida e incoraggiò il popolo di Giuda a ‘riporre fede nei profeti di Geova’ (2 Cron. 20:14, 15). In un momento di forte preoccupazione, il re Ezechia chiese aiuto al profeta Isaia (Isa. 37:1-6). Tutte le volte che i re seguirono la guida di Geova, lui li benedisse e protesse l’intera nazione (2 Cron. 20:29, 30; 32:22). Era chiaro che Geova stava usando i suoi profeti per guidare il suo popolo. w24.02 21 par. 8
Sabato 28 giugno
Non abbiate niente a che fare con loro (Efes. 5:7)
Satana vuole che stiamo in compagnia di persone che ci rendano più difficile attenerci alle norme di Geova. Ricordiamo che le nostre compagnie non includono solo quelli con cui stiamo di persona. Includono anche coloro con cui interagiamo sui social. Dobbiamo lottare contro l’idea del mondo secondo cui una condotta immorale è accettabile. Noi sappiamo che non è così (Efes. 4:19, 20). Facciamo bene a chiederci: “Evito di stare inutilmente in compagnia dei colleghi di lavoro, dei compagni di scuola o di altri che non rispettano le giuste norme di Geova? Sostengo con coraggio le norme di Geova, anche se gli altri potrebbero considerarmi intollerante?” Come indicato in 2 Timoteo 2:20-22, potremmo anche dover stare attenti alle compagnie che scegliamo all’interno della congregazione. Ricordiamo che alcuni potrebbero non aiutarci a rimanere fedeli a Geova. w24.03 22-23 parr. 11-12
Domenica 29 giugno
Geova è molto tenero (Giac. 5:11)
Abbiamo mai provato a immaginare com’è Geova? Anche se è invisibile, la Bibbia lo descrive in vari modi. Dice che è “un sole e uno scudo” e “un fuoco consumante” (Sal. 84:11; Ebr. 12:29). Leggiamo che la sua presenza è paragonabile a una pietra di zaffiro, a un metallo splendente e a un arcobaleno luminoso (Ezec. 1:26-28). Dato che non possiamo vederlo, potremmo far fatica ad accettare l’idea che Geova ci ama. A causa del loro passato, alcuni pensano che Geova non potrà mai amarli. Geova capisce questi sentimenti e sa fino a che punto ci condizionano. Per aiutarci, nella sua Parola ci ha rivelato la sua splendida personalità. La parola che meglio di ogni altra descrive Geova è amore (1 Giov. 4:8). L’amore è la qualità predominante di Geova. Influisce su tutto quello che lui fa. L’amore di Dio è così tenero e così forte che lui lo mostra anche a quelli che non lo amano (Matt. 5:44, 45). w24.01 26 parr. 1-3
Lunedì 30 giugno
Parlava loro dalla colonna di nuvola (Sal. 99:7)
Geova scelse Mosè per condurre gli israeliti fuori dall’Egitto e come prova evidente provvide una colonna di nuvola per guidarli di giorno e una colonna di fuoco per guidarli durante la notte (Eso. 13:21). Mosè seguì la colonna, che guidò lui e gli israeliti verso il Mar Rosso. Quando pensarono di essere in trappola tra il mare e i soldati egiziani che li inseguivano, gli israeliti si fecero prendere dal panico. Ma quello non era stato un errore. Geova li aveva volutamente portati lì tramite Mosè (Eso. 14:2). Poi li liberò in un modo incredibilmente straordinario (Eso. 14:26-28). Per guidare il popolo di Dio attraverso il deserto nei successivi 40 anni, Mosè continuò ad affidarsi alla colonna di nuvola (Eso. 33:7, 9, 10). Geova parlava a Mosè dalla colonna, e Mosè a sua volta trasmetteva le istruzioni di Geova al popolo. Gli israeliti potevano vedere chiaramente che Geova stava usando Mosè per guidarli. w24.02 21 parr. 4-5