Una lettera su “Ades”
13 Dicembre 1948
Egregio Signore,
Ecco la nostra risposta alla vostra lettera dell’8 Dicembre, che è la terza comunicazione sulla vostra domanda rivoltaci:
“Quale evidenza obiettiva possedete la quale sostenga la vostra credenza che ‘Ades significa il sepolcro’?”
Prima di tutto sarebbe bene che citassimo l’informazione che vi è disponibile nel Webster’s New International Dictionary (Seconda Edizione) (1943) sotto il titolo di “Ades”. Esso dice: “Ades. . .. 2. La dimora o lo stato dei morti; il luogo degli spiriti dipartiti; usato specialmente nella Revised Version del Nuovo Testamento invece di “inferno” dell’Authorized e le più antiche traduzioni inglesi. Paragonare SCEOL”.
Notate che la precedente definizione del vocabolario dice che “ades” significa o la dimora o lo stato (cioè, la condizione) dei morti. Ma ora rivolgendoci allo stesso vocabolario per la sua informazione su SCEOL, troviamo la seguente definizione: “Sceol. [ebraico sce’ol] Il mondo di sotto; la dimora dei morti, concepito dagli Ebrei come una regione sotterranea rivestita di fitte tenebre, il ritorno da cui è impossibile; il luogo degli spiriti dipartiti; inferno; Ades; anche, il sepolcro; usato specialmente nella Revised Version del Vecchio Testamento. Paragonare ADES”.
Notate che la precedente definizione del vocabolario dice che la parola ebraica “sceol” significa “inferno; Ades; anche, il sepolcro”. E, tenete presente, queste non sono le nostre definizioni, ma quelle di un’autorità secolare, la nuova edizione Merriam-Webster del vocabolario.
Per voi potrà non essere significativo, ma per noi tradisce molta informazione, e concorda con la definizione del vocabolario di cui sopra, che la parola ebraica “sceol” si trova nel testo originale della Bibbia 65 volte, e nella King James Version della Bibbia è tradotta “inferno” 31 volte, “sepolcro” 31 volte e “abisso” tre volte. Indica questo che “inferno”, “sepolcro” e “abisso” significano un’unica e stessa cosa? A conferma di questa conclusione è il fatto che nella King James Version leggiamo “inferno” nel passo di Salmo 55:15 e 86:13 e Isaia 14:9 e Giona 2:2, ma nella riferenza marginale si legge: “O, il sepolcro”.
Nel terzo secolo avanti Cristo le Scritture Ebraiche cominciarono a essere tradotte in greco per formare la Versione dei Settanta (LXX) greca. In questa versione i traduttori tradussero la parola ebraica “sceol” con la parola greca “ades”. Per esempio, al Salmo 55:15 sopra citato la Versione dei Settanta (LXX) greca legge: “Venga su di loro la morte; e scendano vivi nell’Ades, perché l’iniquità è nelle loro dimore, nel mezzo di loro”. (Traduzione S. Bagster) E in Isaia 14:9 citato sopra si legge: “L’Ades di sotto era commosso per incontrarti; per te furono svegliati tutti i giganti che avevano governata la terra”. (Traduzione C. Thomson) E Giona 2:2 citato sopra dice: “Gridai al Signore mio Dio, ed egli mi ascoltò: tu udisti il mio grido dal seno dell’Ades”. (C. Thomson)
Al tempo di Gesù il koiné o greco comune era parlato in tutto il mondo civilizzato, e gli scrittori delle Scritture Greche cristiane scrissero in questo greco koiné. La maggior parte delle loro citazioni delle Scritture Ebraiche erano fatte dalla traduzione greca dei Settanta. Quindi gli apostoli e i discepoli nelle loro scritture adottarono la parola “ades” come traduzione appropriata per l’ebraico “sceol”. Per esempio, in Atti 2:27, 31, citato nella nostra precedente lettera a voi, Pietro cita il Salmo 16:10 ove si trova l’ebraico “sceol”, ma Pietro usa la parola greca “ades” e dice: “Poiché tu non lascerai l’anima mia nell’Ades, . . . antivedendola, parlò della risurrezione di Cristo, dicendo che non sarebbe stato lasciato nell’Ades, e che la sua carne non avrebbe veduto la corruzione”. La King James Version usa “inferno” invece di “sceol” e “ades”. Ora è interessante notare che in Apocalisse 20:13, citato nella nostra precedente lettera a voi, l’apostolo Giovanni usa la parola “ades” e la King James Version traduce il versetto: “E il mare rese i morti che erano in esso; e la morte e l’inferno resero i morti ch’erano in essi”; ma nella traduzione marginale dice: “O, il sepolcro”. Anche in 1 Corinzi 15:55, dove Paolo cita Osea 13:14, entrambi questi versetti citati nella nostra precedente lettera a voi, la King James Version traduce “ades” con “sepolcro”, ma nel margine si legge: “O, inferno”. Ora sarebbe consistente che voi scriveste agli editori delle varie edizioni della King James Version che hanno queste referenze marginali e chiedeste a loro che evidenza obiettiva hanno che sostiene la loro dimostrazione nelle traduzioni marginali che “ades” come pure “sceol” significano sepolcro o inferno. Noi saremmo interessati nella risposta che ricevereste.
Ora in quanto al significato delle parole nel testo greco koiné della Bibbia, ci riferiamo all’introduzione del Greek Lexicon di Liddell e Scott (edizione del 1940) che dice: “Per l’illustrazione dell’uso biblico dal greco ellenistico e più recente riceviamo il migliore aiuto dal Vocabulary of the Greek Testament di Moulton e Milligan, che (entro i suoi limiti naturali) può quasi essere considerato come un Lessico del koiné in generale”.
Citando, ora, detto Vocabulary of the Greek Testament di Moulton e Milligan (Parte 1), edizione del 1915, pagina 9, sotto il titolo “ades”, leggiamo: “. . . Se non per la sua appropriazione della lingua letteraria di rappresentare Sceol nei LXX, non la troveremmo probabilmente nel Nuovo Testamento. È significativo il fatto che Paolo sostituisce thánate [o morte] in luogo di áde [o ades] quando cita Osea 13:14 in 1 Corinzi 15:55. Il professor W. M. Calder ci dice che la parola è comune sulle lapidi sepolcrali in Asia Minore, senza dubbio una sopravvivenza del suo uso nella vecchia religione greca”. Così se “ades” non fosse associato con il sepolcro, perché dovremmo noi trovarlo menzionato comunemente sulle tombe nell’Asia Minore dove una volta parlavano il greco koiné? Anche il Greek & English Lexicon di Parkurst (edizione 1845) definisce “ades”: “Il ricettacolo invisibile o la casa dei morti in generale”. Esso cita quindi parte di Matteo 16:18 e lo traduce: “Le porte dell’ades, o del sepolcro”. Poi ci richiama a Isaia 38:10 ove si trova la medesima espressione nei LXX, cioè: “Dissi nel culmine dei miei giorni scenderò alla porte dell’ades”. (Thomson) Ma S. Bagster traduce il versetto: “Io dissi nella fine dei miei giorni, andrò alle porte del sepolcro”. Così un traduttore usa “ades” in inglese e l’altro traduttore usa “sepolcro”. Che cosa, dunque, dobbiamo capire che “ades” significhi?
Quale comprensione abbiamo su ciò che è “ades” quando leggiamo nei Settanta, in Ezechiele 32:27: “Ed essi sono posti con i giganti che caddero ab antico, che scesero giù nell’Ades con le loro armi da guerra: e posero le loro spade sotto le loro teste, ma le loro iniquità erano sulle loro ossa, perché terrificarono tutti gli uomini durante la loro vita”. (Bagster) E anche in Amos 9:2: “Benché si nascondessero nell’inferno, di là la mia mano li trarrà fuori, e benché salissero in cielo, di lì io li tirerò giù”. (Bagster) La King James Version qui legge: “Benché scavino nell’inferno, di là la mia mano li prenderà”. Certamente il linguaggio qui suggerisce che “ades” o “sceol” o “inferno” significano qui il “sepolcro”, specialmente quando il Vocabolario di Webster dice che in inglese “grave” è derivato dal verbo anglosassone grafan che significa scavare, e che “grave” (sepolcro) significa “uno scavo nella terra per un luogo di sepoltura”. Questo ci aiuta a capire il pensiero di Davide quando dice, nel Salmo 139:8: “Se mi metto a giacere nel soggiorno dei morti [ebraico sceol; LXX ades], eccoti quivi”. Quanto fu fortunato questo caso per Cristo Gesù quando era in inferno, sceol, o ades!
Nel 1942 la nostra Società pubblicò il libro intitolato “The New World”. A pagina 237 esso cita Giobbe 14:7-10, che fa la domanda: “Ma l’uomo [d’integrità] morì, e dov’è egli?” Quindi il nostro libro continua dicendo: “Egli è morto, e nello Sceol, la quale parola la King James Version della Bibbia traduce ‘sepolcro’. Sceol è anche tradotto ‘inferno’ in Giobbe 11:8; 26:6, e ‘abisso’ in Giobbe 17:16. Un’altra parola che Giobbe usa e che è tradotta ‘sepolcro’ è kebher, in Giobbe 3:22; 5:26; 10:19; 17:1; 21:32. Qual è la differenza fra entrambi i termini tradotti ‘sepolcro’? Sceol significa una cavità o luogo scavato, una condizione di tenebre e di morte dove vanno tutti i morti. (Giob. 10:21, 22) La Scrittura parla soltanto di UNO Sceol. Per cui significa la stessa ed unica condizione di tutti i morti, sia che alcuni meritino una risurrezione da essa o no. Kebher significa un’elevazione o cumulo come innalzato, per un memoriale e nella speranza di una risurrezione. Ve ne sono MOLTI di tali sepolcri, uno, nella maggior parte dei casi, per ciascun morto sepolto. Cristo Gesù andò in entrambi lo Sceol e il sepolcro (kebher), e fu risuscitato da entrambi alla vita. (Salmo 16:10; Isaia 53:9; Atti 2:27-31) ‘Inferno,’ nella Bibbia, non significa tormento”.
Perché vi è soltanto uno “sceol” o “ades”, la nostra prima lettera che vi abbiamo inviato diceva che ades si riferiva al sepolcro in un senso generale, e non a un sepolcro particolare di qualche individuo. Ma la vostra terza lettera ci fa capire che voi credete che “inferno” o “ades” significhi un luogo di tormento, particolarmente quando ci citate il racconto di Gesù dell’uomo ricco in “inferno” e del povero nel seno di Abrahamo, e richiamate l’attenzione alle parole: “Morì anche il ricco’ e fu seppellito. E nell’Ades, essendo ne’ tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abramo, e Lazzaro nel suo seno”. (Luca 16:22, 23) Ora, Signore leggete di nuovo per piacere le nostre pubblicazioni Hereafter e Theocratic Aid e troverete che nè queste nè altre nostre pubblicazioni dicono che Gesù qui parlasse un linguaggio “assurdo”. Se leggete Hereafter e anche Rifugiati troverete che dicono che Gesù non predisse nulla d’irragionevole qui ma pronunciò una parabola, quindi questi opuscoli danno una spiegazione ragionevole e in armonia con i fatti della parabola di Gesù per dimostrare ch’egli parlava assennatamente e pronunziava una profezia, ma che la velò in un linguaggio simbolico.
No, Gesù non parlò un linguaggio assurdo, ma ciò che dicono le nostre pubblicazioni è che voi o qualsiasi sacerdote che attribuirebbe un significato letterale alle parole di Gesù riducete la parabola del nostro Signore a un’assurdità e lo rendete dicitore di idee assurde. Avete mai saputo che un uomo letteralmente morto alza i suoi occhi? Se Gesù intendeva che un letterale uomo ricco fosse stato letteralmente morto e nell’Ades letterale, allora sarebbe stato assurdo dire che l’uomo ricco alzò i suoi occhi ed era nei tormenti per il fatto che sarebbe stato in contraddizione col resto della Bibbia. Se egli fosse stato nell’Ades letterale nella terra, come avrebbe potuto vedere Abrahamo con Lazzaro nel suo seno a gran distanza con un abisso che li divideva? Nell’Ades come poteva l’uomo ricco vedere qualcosa o essere conscio di qualche tormento, poiché la Parola di Dio dice in ispecial modo in Ecclesiaste 9:5, 9: “Difatti, i viventi sanno che morranno; ma i morti non sanno nulla, e non v’è più per essi alcun salario, poiché la loro memoria è dimenticata. Tutto quello che la tua mano trova da fare, fallo con tutte le tue forze; poiché nel soggiorno de’ morti [Ades, LXX di Bagster] dove vai, non v’è più nè lavoro, nè pensiero, nè scienza nè sapienza”. Anche al Salmo 6:5: “Poiché nella morte non c’è memoria di te; chi ti celebrerà nel soggiorno de’ morti [Ades, LXX di Bagster[?” Così, per ridurre le parole di Gesù a qualche senso, dobbiamo discernere che egli pronunziò una parabola, non di qualche uomo particolare, ma di una classe o gruppo di persone che non sono letteralmente morte ma che si trovano simbolicamente in una CONDIZIONE simile a quella dei morti nell’Ades. Perché sono effettivamente vivi sulla terra, ma nello stesso tempo morti a certi favori di Dio, essi sono in infuocati tormenti in questa a vita.
In fine, se “ades” è un luogo di tormento eterno, come poteva Geova a Dio ispirare il suo profeta Osea a dire: “Io li libererò dal potere dell’Ades, e li redimerò dalla morte: ov’è la tua pena, o morte? O Ades, ov’è il tuo dardo? il conforto è nascosto ai miei occhi”. (Osea 13:14, LXX di Bagster) E. C. Thomson traduce questo: “Lo libererò dal Poter del sepolcro, e dalla morte li redimerò. O morte, dov’è la tua punizione? Dov’è il tuo dardo, o sepolcro? È il conforto nascosto ai miei occhi?” Un traduttore dice “Ades”, e un altro “sepolcro”. Esattamente come avrà luogo questa distruzione dell’”Ades” Apocalisse 20:13, 14 ce lo dice, con le parole: “E il mare rese i morti ch’erano in esso; e la morte e l’Ades resero i loro morti, ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere. E la morte e l’Ades furon gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè, lo stagno di fuoco”. Così l’Ades sarà portato alla sua morte cacciando fuori i morti che contiene. Quelli che si dimostrano indegni di vita dopo essere stati liberati dall’Ades non saranno rimandati ad esso, ma saranno distrutti nella seconda morte. — Apocalisse 20:15; 21:8.
Poiché voi ci scriveste a lungo noi ci siamo presi il tempo di rispondervi a lungo. Ora con questa lettera concludiamo la nostra corrispondenza con voi su questo soggetto. Se non siete convinto della correttezza della nostra pubblicazione, allora vi lasciamo fare la vostra propria opera di ulteriori ricerche, per arrivare a qualsiasi conclusione che voi preferiate.
Umilmente dinanzi a Dio e sinceramente verso di voi,
WATCHTOWER BIBLE AND TRACT SOCIETY, INC.