Domande dai lettori
◆ Fu il dono di lingue nella chiesa primitiva sempre manifestato in lingue usate dagli uomini, o fu qualche volta rivelato in lingue sconosciute a tutti gli uomini? — L. S., New York.
Paolo scrisse: “Se io parlo nelle lingue degli uomini e degli angeli ma non ho amore, io sono un pezzo di rame risonante o uno squillante cembalo”. (1 Cor. 13:1, NM) Qui Paolo fece una distinzione tra le lingue degli uomini e la lingua degli angeli, e certamente quest’ultima non sarebbe compresa dagli uomini. Tuttavia è evidente che il dono di lingue mediante lo spirito qualche volta fece parlare degli uomini nella lingua degli angeli. È possibile che al tempo della Pentecoste quando fu sparso lo spirito alcuni parlassero nella lingua degli angeli, la quale a causa della sua singolarità per le orecchie umane avrebbe suscitato l’accusa che i Cristiani erano ubriachi. Certamente non si potrebbe ricorrere all’ubriachezza per spiegare l’improvvisa capacità di parlare in varie lingue umane, benché possa essere citato dagli schernitori come discorso ispirato che sarebbe stato incomprensibile a ogni orecchio umano. (Atti 2:1-13) Senza il dono d’interpretare, non avrebbe edificato nessun uomo, ma sarebbe stato come “un pezzo di rame risonante o uno squillante cembalo” — 1 Cor. 12:10.