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  • Progresso nei paesi del fiume Plata
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1950
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  • DI CHE COSA TEME L’ARGENTINA?
  • “LA GUERRA CIVILE PRECEDERÀ IL CONFLITTO INTERNAZIONALE”
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1950
w50 15/9 pp. 283-288

Progresso nei paesi del fiume Plata

(Continuazione al precedente articolo.)

DI CHE COSA TEME L’ARGENTINA?

Giovedì 31 marzo il servitore della Filiale, fratello J. Muñiz, ricevette comunicazione dalla polizia ch’era stato revocato il permesso di tenere il congresso e l’assemblea pubblica a Les Ambassadeurs. Parecchie settimane prima era stato ottenuto il permesso della polizia di usare la sala, ma ora alla vigilia dell’assemblea i fratelli furono avvisati che era stato ritirato. Era stato ottenuto dalla polizia il permesso di distribuire i volantini; una copia di tutto il materiale di pubblicità era stata approvata dalla polizia, ma improvvisamente e senza alcun motivo giustificato non si poteva più usare la sala. La cosa fu sottoposta a un eminente avvocato, il quale si recò alla polizia. Gli fu detto di rivolgersi al Ministero degli Affari Esteri e dei Culti. I fratelli furono informati dalla polizia che potevano tenere l’assemblea nella loro propria sala dove avevano luogo le solite adunanze durante la settimana e la domenica. Mai nel passato c’erano state noie alla Sala del Regno in Calle Honduras 5648, eppure erano state tenute adunanze per otto anni di seguito. Non vi erano altre sale da poter affittare; perciò l’unica cosa che si poteva fare era quella di usare la Sala del Regno, che sarebbe stata oltremodo affollata. Fu anche un inconveniente per molti fratelli perché venerdì mattina molti di loro andarono a Les Ambassadeurs e poi di là dovettero recarsi alla Sala del Regno. L’assemblea cominciò in orario e al venerdì sera vi erano 672 presenti. Durante il sabato e la domenica la folla continuò a crescere; erano venuti da tutte le parti dell’Argentina.

Durante il primo giorno dell’assemblea, venerdì, i fratelli Knorr e Henschel trascorsero la maggior parte del tempo girando per la città di Buenos Ayres per cercare di conformarsi a un nuovo decreto del governo di Perón entrato in vigore il 1º aprile circa il controllo dei movimenti di tutti gli stranieri in Argentina. Dovemmo presentarci agli ufficiali d’immigrazione e farci fare il permesso di lasciare il paese lunedì 4 aprile. Ciò significava che si doveva far tutto il venerdì relativamente a tale nuova registrazione. Avevamo già saputo del decreto e avevamo tentato di fare qualcosa in tal senso il primo giorno che fummo in Argentina, ma gli ufficiali d’immigrazione e la polizia dissero che non ne sapevano nulla e che si doveva ritornare venerdì mattina alle 8.

Facemmo come ci fu detto e quando ci presentammo presso gli uffici d’immigrazione alle 8 del mattino del 1º aprile per prendere una semplice carta, supponendo che fosse tutto quello di cui avevamo bisogno per lasciare il paese, dovemmo aspettare più di un’ora prima che alcuno potesse capire ciò che dovevamo fare. Poi quando finalmente ci consegnarono le carte ci dissero che dovevamo presentarci alla polizia della nostra sezione. Lasciammo l’ufficio d’immigrazione alle 9,30 quel mattino e ci avviammo alla stazione di polizia. Quando fummo arrivati i funzionari erano alquanto irritati perché eravamo venuti noi, dato che non erano ancora informati sui particolari della legge e non sapevano cosa fare. Sicché ci dissero di ritornare all’una del pomeriggio. Ci avviammo per uscire dalla stazione di polizia quando, giunti all’uscita, un poliziotto di guardia non volle farci uscire. Una volta entrati in una stazione di polizia di Buenos Ayres non potete uscirne senza un permesso speciale. Dovemmo perciò ritornare in ufficio e chiedere all’uomo seduto al tavolo di farci uscire e di notificare al personale di guardia che ce ne andavamo.

C’era ancora qualche cosa da fare circa la possibilità di usare il locale Les Ambassadeurs per l’adunanza pubblica, così andammo a vedere gli avvocati. Ci venne spiegato che recenti decreti governativi provvedevano per uno stretto controllo delle religioni e le sette. Avremmo dovuto ottenere la concessione dal Dipartimento dei Culti per usare Les Ambassadeurs. Fu compilata la domanda, ma questo è tutto ciò che si fece a quel riguardo; non fu firmata.

Quando ritornammo alla stazione di polizia erano le 2,30 pom. e questa volta trovammo che c’erano diverse persone venute per la registrazione e ognuna era informata di ritornare mañana. Per noi sarebbe stato troppo tardi, perché avevamo un’assemblea da servire, quindi dicemmo loro che avremmo atteso fino a quando sarebbero stati pronti per compilare i moduli; e gli addetti alla polizia di servizio furono gentili e ci dissero che appena avrebbero letto le istruzioni relative avrebbero compilato i moduli. Circa mezz’ora dopo completarono la prima carta, quella del fratello Knorr. Senza questo certificato della polizia che permette ad una persona di lasciare il paese noi non potevamo acquistare i biglietti per l’aeroplano diretto al Paraguay.

Eravamo già stati prima all’ufficio ALFA ed ora vi ritornavamo con la persuasione che ci venderebbero di certo i biglietti. Ma sebbene avessimo tutti i documenti richiesti e una vidimazione per il Paraguay, non era sufficiente. Ci fu detto che dovevamo avere le vidimazioni vistate dal locale console generale del Paraguay; di modo che fummo obbligati a fare un’altra corsa attraverso la città fino al Consolato Paraguaiano. Indi ritornammo all’ufficio delle aviolinee, e finalmente acquistammo i biglietti per viaggiare il lunedì seguente.

I due giorni di tempo che ci rimanevano in Argentina li passammo all’ufficio filiale e partecipando all’assemblea. Sabato sera il fratello Knorr parlò sul tema “Amore” a 772 fratelli. La sala era gremita e anche l’entrata era affollata. Quasi metà dei fratelli dovettero rimanere in piedi durante l’intero programma serale. Fu solo disponendo di molti posti in piedi che i fratelli poterono entrare nella sala. Dopo quell’adunanza serale fu esteso l’invito ai fratelli pionieri di compilare i moduli di domanda preliminare se desideravano andare a Galaad, e quando fu loro spiegata la cosa 16 di loro compilarono i moduli esprimendo il desiderio di parteciparvi.

I fratelli furono informati che era stata ricevuta comunicazione dall’avvocato della Società che il Dipartimento dei Culti non voleva concedere l’uso della sala Les Ambassadeurs per la domenica. Non c’era alcuna indicazione circa il motivo della revoca dell’uso della sala dopo che era stato accordato il permesso di affittarla e usarla. Ma fu così reso chiaro in che modo la gente è sovente trattata dalla polizia. Sembra che sia un loro metodo quello di annullare le disposizioni all’ultimo momento in modo che non possano esser prese altre disposizioni né fare proteste. Avevano fatto questo pure ad altri. Facemmo tutte le proteste che si poteva fare in quel caso cercando di arrivare al nodo della matassa, ma sembrava che nessuno ne sapesse nulla. I fratelli vennero avvisati che l’adunanza pubblica si sarebbe tenuta nella Sala del Regno e che avremmo usato il tetto per accomodare la folla, se necessario. Perciò i fratelli dovettero andare in giro e dire alle persone di buona volontà che l’adunanza pubblica non sarebbe stata tenuta a Les Ambassadeurs. Nessun volantino era stato distribuito benché fossero stati stampati con grande spesa della Società. I cartelli non erano stati usati. La completa somma d’affitto per la sala era stata pagata, e se questa sia restituibile è cosa assai dubbia.

Ma la polizia aveva dichiarato: ‘Va benissimo che teniate le adunanze nella vostra sala’, e pertanto l’assemblea ebbe luogo nella Sala del Regno. Per prima cosa al mattino della domenica vi fu il battesimo. C’era una discreta folla di presenti. Settantasei persone simbolizzarono la loro consacrazione a servire Iddio. L’immersione ebbe luogo nel fiume La Plata.

L’adunanza pubblica era in programma per le ore 4 pom. e vi erano 1200 persone presenti. L’ingresso era affollatissimo e la sala interamente gremita e ce n’erano delle centinaia sulla terrazza del tetto. Il tempo era caldo e il cielo sereno. Tutto l’uditorio era servito da altoparlanti. La folla era ordinatissima e intensamente interessata in ciò che l’oratore diceva mediante l’interpretazione del fratello Hughes.

Alle 4,40 un poliziotto e un uomo in abiti civili passarono attraverso la folla fino alla tribuna e dissero che il discorso doveva cessare immediatamente. L’oratore cessò di parlare e chiese il motivo per cui veniva presa questa iniziativa. Risposero che non eravamo autorizzati a continuare l’adunanza pubblica. Una breve spiegazione venne data all’ispettore e gli chiedemmo se non potevamo chiamare al telefono la stazione di polizia che aveva accordato il permesso di tenere le adunanze nella nostra stessa sala. L’ispettore disse che potevamo farlo, e andò con uno dei fratelli all’ufficio della Società in un altro lato dell’edificio per fare la telefonata.

Nel frattempo fu pregato l’uditorio di rimanere tranquillo e di non abbandonare il proprio posto sia a sedere che in piedi, e allora incominciarono a cantare dei cantici del Regno intanto che aspettavano la decisione dell’ispettore se l’adunanza poteva o non poteva continuare. Il fratello Knorr e il fratello Hughes rimasero sulla tribuna durante questa interruzione, e infine il fratello Knorr fu chiamato in ufficio dalla polizia per dare informazioni sui motivi del suo discorso, e per le credenziali e i diritti di soggiorno nel paese. La polizia non vedeva altro modo che quello di portare tutti alla stazione di polizia, e, non importava a quale persona avessimo telefonato per assicurare che le nostre adunanze erano autorizzate perché quello era il nostro regolare luogo di adunanza, non potemmo trovare alcuno che dicesse che si era in regola. Nel frattempo erano sopraggiunti una dozzina di poliziotti fuori della casa e poco dopo altri 30 arrivarono in un autocarro aperto della polizia. Trassero le armi e impugnarono delle bombe lagrimogene. A nessuno era permesso di andar via.

Poi cominciarono a caricare gli uomini e le donne sull’autocarro e a portarne via circa 30 alla volta alla stazione di polizia. Ciò che accadeva loro non lo sapevamo. L’ispettore ci disse che probabilmente li portavano alla stazione di polizia per prendere le loro generalità e poi li avrebbe lasciati liberi. Ma ben presto ci si rese conto che non si poteva credere nulla di ciò la polizia diceva. Ogni persona che veniva fatta salire sull’autocarro della polizia era perquisita da quattro differenti poliziotti che evidentemente credevano di trovare armi.

I fratelli e le persone di buona volontà intervenuti all’adunanza pubblica erano molto ordinati né c’era traccia di commozione o turbamento nella sala. Tutti attendevano con calma il loro turno per essere portati alla stazione di polizia. Ben presto balenò alla polizia l’idea che ci voleva probabilmente tutta la notte per portar tutti alla stazione di polizia disponendo di un autocarro solo, dato che il tetto era pure gremito; così si diedero da fare e cominciarono a lasciare andare le donne con i bambini, e finalmente lasciarono andare tutte le donne e presero soltanto gli uomini. Da ultimo anche questo dimostrò di essere un compito troppo grande. L’autocarro della polizia rimase finalmente senza benzina e allora chiusero tutte le altre persone che restavano nella sala e fecero la guardia attorno alla sala per qualche ora.

Nel frattempo il servitore di Filiale e i direttori della locale organizzazione, La Torre del Vigia, insieme alla sorella O. Estrada, stenografa dell’ufficio e il fratello Knorr, oratore, sette in tutto, furono condotti in un’automobile speciale alla stazione di polizia. Quando arrivammo trovammo centinaia di fratelli e persone di buona volontà allineati nel cortile della stazione di polizia. Venivano registrati dalla polizia e portati altrove. Mentre un autocarro dopo l’altro carico di uomini veniva condotto dentro, noi fummo interrogati. Il trasporto delle persone cessò infine allorché, come ci fu detto, non c’era più benzina.

I cinque direttori della Società locale, la sorella Estrada e il fratello Knorr furono registrati dalla polizia e fatti passare per le medesime pratiche per cui erano già passati tutti gli altri. Giunsero poi nel cortile dove centinaia di fratelli stavano in piedi in attesa del controllo delle loro cedulas e carte d’identità. Qui al fratello Knorr furono prese le impronte digitali e fu fatta una particolareggiata registrazione della sua condizione sociale, fu quindi rimandato alla camera d’investigazione dove doveva essere compilata una dichiarazione scritta sul motivo per il quale era tenuta l’adunanza e perché noi eravamo presenti. I funzionari di polizia erano piuttosto insistenti nel voler scrivere essi stessi la dichiarazione per farla firmare dalle persone, ma i fratelli non volevano permettere questo. Finalmente la polizia cedette e ci lasciò scrivere le nostre proprie dichiarazioni. Il fratello Knorr dovette parlare per mezzo di un interprete ma non fu permesso di servirsi di nessuno dei fratelli; fu così chiamato uno straniero di Puerto Rico che si trovava lì. Desideravamo parlare al capo di polizia circa questa faccenda, ma ci fu soltanto detto di aspettare.

Il gruppo di 7 fu portato alla stazione di polizia alle 7 pom. circa, ma non fu che dopo la mezzanotte, dopo aver subito tutte le indagini richieste, che il servitore di Filiale, il fratello Muñiz, insieme al fratello Knorr, poté parlare con uno dei principali ispettori e col capo della polizia su questa faccenda. Le cose furono spiegate, ma che impressione facessero sulla polizia è cosa indeterminabile.

A sera inoltrata altri fratelli e sorelle furono portati dentro, fino a che circa 500 persone intervenute all’adunanza, composte di fratelli e di estranei, furono sottoposti al procedimento di registrazione e interrogazione. L’affluenza era così grande che dovettero telefonare ad altre sezioni di polizia dalla Sezione 31 perché mandassero stenografi e dattilografi per aiutarli. Prima che fosse passata la sera il fratello Knorr dovette apporre le sue impronte digitali due volte, portando il totale a quattro. Sembrava che ogni ufficiale di polizia nella stazione facesse una registrazione del suo nome, età e luogo di nascita ecc. Perché la polizia dovesse essere così impaurita di un discorso biblico in Buenos Ayres è difficile comprendere; comunque, il governo di Perón non desiderava tali adunanze pubbliche e discussioni bibliche, e neppure la Gerarchia Cattolica Romana. È interessante notare che il capo di polizia che portò il fratello Muñiz alla stazione di polizia, nel viaggio si fermò presso la chiesa cattolica e disse all’autista di attendere alcuni minuti, poiché desiderava andare a vedere il padre. Fu assente per dieci minuti, poi condusse il fratello Muñiz alla stazione di polizia per registrarlo.

Non fu che alle due del mattino che tutte le persone portate alla stazione di polizia furono registrate e sottoposte allo stesso procedimento, intanto la polizia aveva evidentemente deciso che cosa fare con noi. Decisero di lasciarci andare dopo aver firmato un’altra carta.

Tutti coloro che furono portati alla stazione di polizia furono trattenuti in un grande cortile aperto. Non c’erano posti a sedere; dovevano restare in piedi. Era assai freddo e umido. Nessuno aveva preso cibo da mezzogiorno, e molti fratelli avevano saltato il pasto del mezzogiorno per poter trovare le persone di buona volontà e condurle nel luogo preciso dell’assemblea. Si può dire così che la maggioranza di loro sentiva freddo e fame e una grande stanchezza alle quattro del mattino, quando al fratello Knorr e allo speciale gruppo trattenuto con lui fu permesso di andarsene.

Il Times di New York del 14 e 15 aprile pubblicò un rapporto brevissimo e assai inesatto, essendo in errore circa il numero che componeva l’uditorio riferendo che il permesso richiesto per l’adunanza non era stato ottenuto. Questo articolo del Times è riportato qui sotto insieme a un altro articolo tratto dal numero del 12 aprile del Times di New York informante che Perón ha istituito “La Voce d’Argentina” radiotrasmissioni a onde corte per gli Stati Uniti nell’intento di “riferire onestamente i risultati della nostra dura lotta per un migliore paese”. Senza dubbio le informazioni oneste sulla ridotta libertà di parola, di assemblea e di adorazione non saranno diffuse in altri paesi. Seguono i due articoli del Times; e la risposta del Times al vice presidente della Società, che scrisse per sottoporre un articolo da pubblicare in qualità di testimone oculare in Buenos Ayres e la pubblicazione delle notizie da parte della Società stessa sul fatto.

[Dall’ultima edizione del Times di ieri

TESTIMONE Di GEOVA LIBERATO

La polizia argentina rilascia il Capo di una Società di Trattati degli Stati Uniti.

Speciale al Times di New York.

BUENOS AIRES, 13 aprile Nathan Homer Knorr, presidente della Watchtower Bible and Tract Society di Brooklyn, casa editrice dei testimoni di Geova, è stato arrestato insieme a un uditorio di oltre 200 persone mentre recentemente cercava di tenere un discorso in questa città. La polizia dichiara che non era stato ottenuto il permesso richiesto per l’adunanza.

Il sig. Knorr, ch’è ora a Rio de Janeiro, e tutti gli altri furono rilasciati subito dopo il loro arresto.

Né la polizia né i membri locali dei testimoni di Geova amano parlare sull’accaduto che ebbe luogo domenica scorsa, una settimana fa, e di cui la stampa non ha fatto menzione.

PERON ISTITUISCE TRASMISSIONI A ONDE CORTE

Nel programma irradiato negli Stati Uniti, egli dice che scopo della ‘Voce’ è di dare dei dati onesti sull’Argentina.

Da VIRGINIA LEE WARREN

Speciale al Times di New York.

BUENOS AIRES, 11 aprile — Juan Perón, Presidente di un paese in cui l’economia è largamente sottoposta al controllo del Governo, ha celebrato stasera le lodi delle imprese private in una radio trasmissione per gli Stati Uniti. Ha detto pure che lo scopo del nuovo programma quotidiano a onde corte è quello di “riferire onestamente i risultati della nostra dura lotta per un migliore paese e per una umanità più vicina ai suoi doveri essenziali”.

Le radio trasmissioni, nota come “La Voce d’Argentina,” sono state predisposte a incominciare dal 1º maggio, ma hanno avuto inaspettatamente una solenne emissione questa sera coi discorsi del Señor e della Señora Perón.

THE NEW YORK TIMES

Times Square, New York 18, N. Y. Lackawanna 4-1000

Egregio Signor Franz,

Apprezziamo la cortesia e l’interessamento che vi ha spinto a mandarci l’acclusa contribuzione, ma siamo spiacenti di non poterne far USO.

Distintamente vi salutiamo.

TIMES DI NEW YORK L. P. Hugh

F. to Editore delle lettere F. to Editore delle lettere

Si apprese poi che quando l’ispettore venne per la prima volta e disse al fratello Muñiz che l’adunanza era stata sospesa, il fratello Henschel dalla sala era andato alla parte opposta della strada per vedere di poter prendere alcune fotografie dell’azione intrapresa dalla polizia e nel momento in cui la polizia chiuse i cancelli egli stava ancora fuori. Parecchi fratelli che disponevano dell’automobile stavano trasportando le persone da Les Ambassadeurs alla Sala del Regno e fu così che parecchi fratelli rimasero fuori. Un uomo giunto in ritardo, un cittadino americano, stava parlando col fratello Henschel chiedendo informazioni circa l’adunanza. Fu informato ch’era un’adunanza biblica organizzata dai testimoni di Geova. Dopo esser rimasto per qualche istante dall’altra parte della strada, preso da curiosità l’attraversò per vedere ciò che stava succedendo. Gli agenti di polizia gli permisero di unirsi alla folla, ma quando dopo circa mezzo minuto la sua curiosità fu soddisfatta e chiese di uscire, la polizia glielo impedì e lo fece restare dentro. Egli era fra coloro che fecero parte del primo trasporto condotto alla stazione di polizia con l’autocarro.

Un altro che era stato accompagnato all’adunanza da Les Ambassadeurs era un austriaco. Aveva passato molte tristi esperienze in Europa durante il regime di Hitler e prese vivo interessamento al fatto che una tale riunione biblica dovesse essere ostacolata. Disse che gl’interessava ascoltare il discorso e saperne di più sull’opera della Watch Tower Society, di cui sapeva pochissimo. Era venuto a stabilirsi in Argentina con sua madre per sfuggire a tutti i guai dell’Europa, ma ora che aveva veduto quest’azione non era più così sicuro di voler restare in Argentina. Disse che era la stessa cosa che aveva visto in Europa sotto la dominazione fascista e nazista, perciò ora avrebbe dovuto esaminare più attentamente se le libertà di tutto il popolo in Argentina non dovessero presto sparire.

Mentre arrivavano altri poliziotti i loro superiori davano l’ordine di far sgombrare l’isolato dalle centinaia di persone che stavano accalcate nelle vie, e noi fummo dispersi verso l’altro isolato. Ma là c’era ancora più gente che si accalcava agli angoli a mezzo isolato di distanza e le automobili sostavano per vedere cosa stava accadendo. Sembrava che ci fosse un esercito davanti alla Sala del Regno. I fratelli rimasti fuori stavano assieme e guardavano in attesa di vedere cosa sarebbe accaduto e cosa avrebbero potuto fare.

Il fratello Henschel si mise in contatto telefonico col fratello Knorr e parlarono della situazione prima che il fratello Knorr fosse condotto alla stazione di polizia. Il fratello Knorr gli disse di proseguire il viaggio per il Paraguay qualora egli non si fosse mostrato prima del mattino.

Tuttavia, per le cinque del mattino il fratello Knorr ritornò all’albergo, ed ebbe appena tempo di far le valigie e mangiare qualche cosa per la colazione. Gli era stato assicurato dalla polizia che non avrebbe incontrato ostacoli nel lasciare il paese. Era quasi l’ora di partire, perciò fu portato il bagaglio nel vestibolo e i fratelli che ci dovevano incontrare vennero con le vetture. Viaggiammo in due vetture alla volta di Puerto Nuevo dove decollano i grandi idrovolanti ALFA. Vi erano alcuni fratelli là che ci diedero un caldo saluto augurale per il viaggio ad Asunción. Il fratello Hughes era con noi.

Nel nostro volo verso il nord sul grande idrovolante avemmo tempo di riflettere su quello ch’era avvenuto e di constatare le condizioni sotto cui vive il popolo in Argentina. Che bella città è veramente Buenos Ayres! Diventerà essa presto una prigione senza sbarre? La nostra guida turistica edita dalla filiale di Buenos Ayres della The First National Bank of Boston diceva: “La costituzione garantisce libertà di parola, di stampa e di religione”. Evidentemente ‘garantire’ non significa che ciò esiste realmente, viste le nostre esperienze. Ci domandavamo quale direttiva sarebbe stata presa dal generale Juan D. Perón nei giorni futuri, dato il suo discorso riportato sull’Herald di Buenos Ayres di domenica 3 aprile 1949 del seguente tenore:

“LA GUERRA CIVILE PRECEDERÀ IL CONFLITTO INTERNAZIONALE”

Il Pres. Perón parla su come inizierà la prossima guerra

La prossima guerra non avrà inizio con operazioni militari ma probabilmente nel 90 per cento delle nazioni che saranno coinvolte incomincerà prima una lotta tra i popoli stessi che può facilmente condurre alla guerra civile. Ciò ha detto ieri S. E. il Presidente Perón parlando agli ufficiali anziani nella sessione inaugurale del loro corso accademico di stato maggiore. . . .

Ha continuato dicendo:

“Sarà responsabilità del governo badare che la lotta civile non preceda una guerra. Ciò può esser fatto evitando divisioni in seno alle masse in modo che il caos non sopraffaccia il paese.

“Il tempo di far questo è mentre vi è pace, e può essere conseguito mediante la cooperazione tra le forze armate e il Governo”. È per tale ragione, disse il Presidente, che egli sosteneva l’idea di un esame concorde tra le forze armate e i rappresentanti ministeriali.

Egli appoggiò anche la necessità di coordinazione con le forze armate dell’interno. [Fine della citazione]

Perché mai una nazione teme che l’evangelo di Cristo sia predicato? Ciò può soltanto far del bene. Ma noi possiamo capire il motivo tenendo conto di quel che dice la Bibbia, e cioè che il Diavolo è il dio di questo mondo e cerca di allontanare tutti i popoli da Geova Dio, usando ogni mezzo per assoggettarli al suo domino. (2 Cor. 4:4) Mediante le parole di Giovanni vediamo ch’è un tempo di “Guai a voi, o terra, o mare! perché il diavolo è disceso a voi con gran furore, sapendo di non aver che breve tempo”. (Apoc. 12:12) Quale beato privilegio è quello di aver preso decisione per la giustizia! Il vedere i fratelli soffrire per la giustizia è un altro segno della fine di questo vecchio mondo. — Matt. 24:9.

Mentre le condizioni vengono rese dure per i testimoni di Geova in molte nazioni della terra, come lo sono in Argentina, i veri servitori di Dio non si stancheranno di prender parte ai privilegi di predicare l’evangelo. Era una gioia udire i fratelli nel cortile della stazione di polizia esprimere la determinazione di andare avanti nell’opera. Non furono minimamente sgomenti. anzi si rallegrarono per la testimonianza che era stata data. Nel 1945 quando il fratello Knorr fu in Argentina vi erano 363 proclamatori del Regno nel campo, e sin d’allora l’organizzazione è stata benedetta dal Signore ed è cresciuta fino a 1149 proclamatori, ch’è il più recente massimo raggiunto. Quelle noie avute in Buenos Ayres da parte della polizia non impediranno né arresteranno le persone dal seguire il loro proprio pensiero, e quelle di buona volontà cercheranno più diligentemente nella Parola del Signore per scoprire ciò che i segni dei tempi significano. Molti arriveranno,alla conclusione che è più tardi di quanto pensavano e prenderanno la loro risoluzione ora, senza tener conto delle conseguenze; perché se desiderano vivere nel nuovo mondo dovranno essere ministri del Regno di Dio nel vecchio mondo che ancora esiste. Si crede veramente che l’opera progredirà in Argentina e che gli attuali proclamatori non si perderanno d’animo. Intanto molte persone di buona volontà sono state scosse e stupefatte da quanto è accaduto alla prima adunanza dei testimoni di Geova alla quale intervennero, eppure non cesseranno dal riflettere e dal parlarne.

I giornali del mattino di lunedì, sia inglesi che spagnoli, a Buenos Ayres, secondo i rapporti, non ebbero nulla da dire circa l’azione della polizia. Ci fu detto che cose come questa non vengono pubblicate; ma non impedirà certamente di parlare alle 1200 persone che ascoltavano il discorso. E quando 1200 persone cominceranno a parlare in tutta l’Argentina la notizia si spargerà. Sarà interessante osservare l’Argentina per vedere se seguirà il medesimo esempio di Hitler. Se i governanti argentini fossero saggi considererebbero anche le conseguenze avute da coloro che tolgono la libertà al popolo. Il libero parlare non nuoce mai a una nazione che ha buoni governanti. È la soppressione della libertà di parola e della libertà di adorazione che ha causato la decadenza di popoli e nazioni durante i secoli. Gesù disse: “La verità vi farà liberi”. (Giov. 8:32) La verità sussisterà. La verità non potrà essere annientata. I testimoni di Geova in Argentina, con la grazia del Signore, andranno avanti nell’opera buona di recare conforto al popolo predicando il messaggio del regno di Dio, la sola speranza per il mondo.

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