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  • L’eternità è la mia meta nel servizio di Geova

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  • L’eternità è la mia meta nel servizio di Geova
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1966
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  • CAMBIAMENTO DI RELIGIONE
  • SERVIZIO PRESSO I MIEI FRATELLI NEGRI
  • MINISTERO IN CAMPI ALL’ESTERO
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1966
w66 15/11 pp. 700-703

L’eternità è la mia meta nel servizio di Geova

Narrato da Thomas E. Banks

DIECI anni prima ch’io nascessi negli Stati Uniti, mio padre fu liberato dalla schiavitù. Ciò avvenne proprio alcuni mesi prima che andasse in vigore il Proclama di Emancipazione. Durante gli anni successivi, mentre io crescevo, ebbi poca opportunità d’istruzione, perché dov’ero allevato nello stato dell’Ohio ero lontano da scuola. E a quel tempo non c’era nemmeno l’istruzione obbligatoria. Ciò nonostante, ero assetato di conoscenza e lessi molto, con il risultato che a diciannove anni potei superare l’esame di maestro.

Sin da quando ero piccolo, posso ricordare mio padre che accompagnava noi bambini in chiesa sul suo carro. Andavamo due o tre volte ogni domenica; tuttavia egli non fu mai membro di una chiesa. Le mie sorelle e i miei fratelli si unirono a una chiesa molto emotiva: le persone gridavano e battevano le mani. Ma io ragionavo che la religione doveva essere intelligente, non emotiva, e questo era il genere di religione che cercavo. Solo quando ebbi ventinove anni scoprii tale religione.

Lavoravo in una drogheria quando entrò un amico e mi diede un opuscolo intitolato “Che cosa dicono le Scritture dell’inferno?” (inglese) Portai in giro l’opuscolo nella tasca per circa un mese prima di cominciare a leggerlo. Ogni volta che vedevo l’amico egli mi chiedeva se mi era piaciuto l’opuscolo, e io mi sentivo colpevole perché non l’avevo letto. Un giorno, per accontentarlo, cominciai a leggerlo. Esso attirò la mia attenzione a tal punto che lo finii quel giorno stesso. Fino ad allora avevo pensato di sapere tutto quello che era necessario dell’inferno, ma scoprii presto che avevo molto da imparare. Dalla prima pagina di quell’opuscolo, vidi che esso faceva appello alla ragione e all’intelligenza. Dopo averlo finito, cercai il mio amico per chiedergli se aveva altre pubblicazioni come quell’opuscolo. Egli disse che aveva un libro di oltre 300 pagine, e io replicai: “Fammelo avere”. Egli promise di portarlo con sé al lavoro il giorno dopo. Sebbene io promettessi d’andarlo a prendere a mezzogiorno, non potei aspettare e così andai al suo luogo di lavoro alle dieci di mattina. Egli mi porse il libro Il Divin Piano delle Età (inglese). Lo portai a casa e lo lessi avidamente.

È evidente che la lettura del Divin Piano delle Età mi portava via più tempo di quanto non m’accorgessi, perché una sera mia moglie mi disse: “Da quando leggi quelle pubblicazioni, trascuri me e i bambini”, e scoppiò in lagrime. Le dissi: “Domani sera riassetterò la sala da pranzo e laverò i piatti mentre tu metterai a letto i bambini. Quindi ci metteremo a sedere e io ti spiegherò ciò che ho imparato”. Quando la sera successiva ci sedemmo, aprii il libro e cominciai a spiegarle il proposito di Dio per l’uomo e per la terra e qual era il nostro posto in esso. Dopo soli dieci minuti ella disse: “Ora capisco”. Da allora in poi studiammo insieme.

CAMBIAMENTO DI RELIGIONE

Mia moglie accettò le verità che imparammo dai nostri studi e rimase fedele ad esse fino alla sua morte nel 1917. Era stata una devota episcopaliana, ma dopo il nostro primo studio smise di frequentare quella chiesa. Anch’io feci un cambiamento. Occupavo molte cariche nella Chiesa Metodista, ma, come mia moglie, compresi che dovevo rinunciare a tutto per essere in armonia con la scritta Parola di Dio.

Quando diedi le dimissioni a una riunione della chiesa, il pastore si rifiutò di leggere ad alta voce la mia lettera. Non voleva perdere un membro che occupava tante cariche della chiesa. Lessi dunque la lettera con un’enfasi che il ministro non avrebbe potuto darvi. Egli rispose di non poter dire che avevo torto, ma se in qualsiasi tempo avessi voluto tornare, le porte della chiesa erano aperte per me. Gli dissi che non sarei mai tornato indietro. Da allora in poi io e mia moglie fummo studenti biblici che riconoscevamo la Watch Tower Society come lo strumento che Dio usa per far conoscere la buona notizia del suo regno.

Quando mi dedicai a Dio nel 1901, dichiarai che il mio desiderio era di servirlo fedelmente. Ho sempre cercato di far questo. Per circa vent’anni il mio servizio a lui fu limitato al ministero locale nello stato dell’Ohio. Ma poco dopo la morte di mia moglie, il presidente della Watch Tower Society, Joseph Rutherford, si fermò a Cincinnati durante un viaggio. Mi chiese se volevo viaggiare per conto della Società. Sebbene fosse sempre stato il desiderio del mio cuore quello di dedicare tutto il mio tempo al ministero, dovetti rifiutare l’invito a causa della responsabilità verso i miei figli, il minore dei quali aveva dodici anni. Mi offrii però di dedicare le mie quattro settimane di vacanza ad andare ovunque la Società volesse mandarmi. Mi fu dunque offerto un nuovo privilegio di servizio. Mi recai a New Orleans nello stato della Louisiana, fermandomi in molte città lungo il tragitto e finendo infine a New York.

SERVIZIO PRESSO I MIEI FRATELLI NEGRI

Due anni dopo, quando facevo da presidente a un’assemblea tenuta dal popolo di Geova nella città di New York, una sera il presidente della Watch Tower Society venne con me fino al mio alloggio e mi confidò che la Società aveva disposto ch’io svolgessi una speciale opera fra i negri negli Stati Uniti. A quell’epoca le mie due figlie s’erano sposate e anche uno dei miei figli, così pensai di poter accettare questa responsabilità.

Il mio compito era quello di visitare i servitori negri di Geova in varie parti del paese e assisterli nell’impartire ad altri istruzione biblica come pure nel far rapporto della loro attività alla Società. Questa era chiamata opera di servitori viaggianti. I fratelli che erano servitori viaggianti si recavano nelle congregazioni organizzate, a fare discorsi biblici pubblici e ad aiutare le congregazioni in modo organizzativo. Così, all’età di cinquant’anni, ventun anni dopo la mia dedicazione a Dio, avrei cominciato a dedicare tutto il mio tempo al suo servizio. Il desiderio del mio cuore si realizzava.

Parte del mio lavoro lo svolsi alla sede centrale della Watch Tower Society a Brooklyn, dove preparai uno schedario di corrispondenza di persone della mia stessa razza, in base a cui furono predisposti i miei viaggi. I mesi che trascorsi alla sede centrale, chiamata Betel, furono mesi felici. Provai piacere nella stretta associazione coi miei fratelli nel servizio di Geova.

Quando lo schedario della corrispondenza fu completato, cominciai i viaggi nella parte settentrionale e meridionale degli Stati Uniti per aiutare i miei fratelli negri nel loro servizio di Geova. Venendo dal Nord, non ero del tutto preparato ai molti trattamenti indegni che ricevetti nel Sud a causa della mia razza, come segregazione sugli autobus, sui treni, nei ristoranti, ecc. I primi incontri spiacevoli furono una vera prova per me, ma mi rafforzarono per quelli successivi. Alcuni fratelli negri si offesero, e non si conformarono alle leggi sulla segregazione nel Sud. Essi non sono più nel servizio di Geova, essendosene allontanati molto tempo fa. Compresi che il genere umano deve sperare nel nuovo ordine di giustizia di Dio per veder riparare permanentemente le ingiustizie. Finché siamo nel vecchio sistema di cose, noi, come cristiani, dobbiamo rispettare le leggi di Cesare, come comanda la Bibbia: “[Siate sottoposti] alle autorità superiori”. (Rom. 13:1) Sebbene nel mondo esista una barriera fra bianchi e uomini di colore, fra i servitori di Geova non ne esiste alcuna. Questo mi fu dimostrato in molte occasioni.

MINISTERO IN CAMPI ALL’ESTERO

Durante gli anni dal 1922 al 1937 i miei viaggi per l’organizzazione del Signore mi portarono in molti luoghi, compresi Panama, Costarica e Giamaica. Quando tornai a New York dalla Giamaica nel 1937, il presidente della Watch Tower Society mi chiese quale obiezione avessi a rimanere in Giamaica. Non ne avevo alcuna. Ero disposto ad andare ovunque l’organizzazione di Geova volesse mandarmi. Perciò disse: “La prossima volta che ti manderò in Giamaica, ti ci tratterrai un po’”. Quindi mi rivelò che voleva farmi sorvegliante dell’opera della Società sul luogo affidandomi la filiale giamaicana.

Fu nel 1938 che venni assegnato all’isola di Giamaica. A quel tempo c’erano circa 390 persone che proclamavano lì la buona notizia del regno di Dio, ed erano organizzate in 53 congregazioni. Da quel tempo al presente, le congregazioni sono salite a 151, e ora sono attivamente associate ad esse 4.866 persone. In quei primi anni non c’era tanto lavoro d’ufficio nella filiale della Società quanto ce n’è oggi. Il mio lavoro consisteva dunque principalmente nel percorrere l’isola in lungo e in largo con una macchina provvista d’impianto acustico per trasmettere discorsi biblici registrati e pronunciare anche la sera discorsi biblici.

Non molto tempo dopo che ero in Giamaica fu messo il bando sull’importazione delle pubblicazioni della Watch Tower Society in seguito alla pressione esercitata sui capi politici dagli ecclesiastici che erano contro di noi. Ci procurammo i servigi del Ministero dei Terreni nel tentativo di far togliere il bando. Egli mi disse: “Quando ho letto la vostra corrispondenza rivolta al governatore, mi sono interessato moltissimo al vostro caso”. Proseguì dicendo che avrebbe fatto del suo meglio per presentare il caso alla Camera nel tentativo di far revocare il bando. Questo egli fece, ma passò qualche tempo prima che avessimo sue notizie. Nel frattempo dovemmo continuare il ministero con la letteratura biblica che avevamo ancora.

Malgrado lo sforzo dei nostri nemici di impedirci di ricevere letteratura biblica, Geova fece in modo che ricevessimo una copia di ogni numero della rivista La Torre di Guardia. A volte veniva copiata a mano e ci era inviata come lettera personale. Avevamo una macchina ciclostile che usavamo per fare copie di quell’unico numero. In questa maniera potevamo provvedere alle congregazioni del popolo di Geova in Giamaica copie di quella pubblicazione ufficiale della Watch Tower Society. Non furono mai privati di un numero.

Il governo sequestrò solo certe pubblicazioni che avevamo, permettendoci di tenere le altre. Queste le usammo nella nostra opera di ministero, facendo durare la provvista più a lungo possibile. Proprio quando stava per esaurirsi, il governo tolse il bando che era stato posto ingiustamente sulla nostra letteratura, e ci restituirono le pubblicazioni che avevano sequestrate. Molto di ciò che venne restituito non si poté usare perché era inzuppato d’acqua o danneggiato dalle termiti. Ma in seguito non avemmo altra difficoltà a ricevere provviste di letteratura biblica dalla sede centrale della Società per distribuirla alle persone che amavano la Bibbia in Giamaica.

A causa della mia salute cagionevole e delle forze che venivano meno, nel 1946 fu necessario che uno più giovane e più forte assumesse la responsabilità di servitore di filiale in Giamaica. Mi fu offerta la scelta di tornare a vivere negli Stati Uniti con i miei figli o continuare a vivere alla sede centrale della Società in Giamaica, dove potevo fare qualsiasi lavoro mi permettesse la salute. Poiché Giamaica era la mia assegnazione, scelsi di rimanervi. A quel tempo avevo settantacinque anni. Ora ne ho [novantaquattro].

La mia attività nel servizio di Geova è stata ostacolata dalla salute cagionevole e dall’età, ma, ciò nonostante, vivo ancora felicemente alla sede della Società qui in Giamaica. La mia stanza è a pochi passi soltanto dalla Sala del Regno nell’edificio dove si trova la filiale, il che mi permette di assistere a tutte le adunanze della congregazione che si riunisce qui. Ho la vista ancora buona, che mi permette di leggere tutte le pubblicazioni della Società e rallegrarmi per le verità che contengono, che fanno appello all’intelligenza dell’uomo e anche al cuore. Colgo ogni opportunità per parlare dei propositi di Geova e delle verità della sua Parola ai miei visitatori e per mezzo della corrispondenza. Sono molto felice di poter terminare i miei giorni sulla terra nella mia assegnazione all’estero e ancora nel servizio continuo di Geova.

Ora sono praticamente un uomo giovane, perché se le mie speranze si realizzeranno avrò nel futuro un’eternità di vita. Per questa ragione conto questi [novantaquattro] anni solo come l’inizio della mia vita. Dedicare tutto il mio tempo al servizio di Geova è stata la gioia della mia vita, e non vedo l’ora di continuare in eterno insieme a Gesù Cristo e ai suoi “santi nella luce”. — Col. 1:12.

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