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  • Che cosa significa il proverbio?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
w77 1/6 pp. 333-334

Che cosa significa il proverbio?

“IL giusto ha cura dell’anima del suo animale domestico, ma le misericordie dei malvagi sono crudeli”, dice il proverbio. — Prov. 12:10.

L’uomo giusto ha rispetto per tutta la creazione di Dio. Sa anche che gli animali furono creati per il servizio e il piacere dell’uomo, e devono quindi essere trattati come amici dell’uomo. La peccaminosità e la crudeltà umana e lo squilibrio ambientale provocato dall’uomo hanno reso una piccola percentuale degli animali feroci o, secondo alcuni, nocivi. Ma l’uomo giusto cerca di conoscere i bisogni e la sensibilità degli animali, specialmente dei suoi animali domestici, avendo cura della loro vita come di un bene prezioso. Questo non significa credere che abbiano pensieri e sentimenti umani, ma che meritano un trattamento benevolo.

Sotto la legge di Mosè gli animali erano protetti dai maltrattamenti ed erano tenuti in considerazione anche nella legge del sabato, essendo loro permesso di mangiare quello che cresceva da sé nei campi durante l’anno sabatico. (Lev. 25:6, 7) Non si doveva mettere la museruola al toro così che non potesse mangiare un po’ del grano che trebbiava con la sua forza. (Deut. 25:4) Chi trovava un nido d’uccello poteva prenderne le uova o i piccoli ma non poteva prendere anche la madre, distruggendo così l’intera famiglia, ponendo fine alla discendenza. (Deut. 22:6, 7) Per mostrare che non si dimentica degli animali, Geova ne fece specifica menzione a Giona quando Ninive correva il pericolo d’essere distrutta. Egli disse a Giona: “Non dovrei io provare commiserazione per Ninive la gran città, in cui esistono più di centoventimila uomini che non conoscono affatto la differenza fra la destra e la sinistra, oltre a molti animali domestici?” — Giona 4:11.

La Versione dei Settanta rende come segue l’ultima parte di questo proverbio: “Le viscere dell’empio sono spietate”. Le “viscere” che rappresentano i più profondi sentimenti di comprensione e compassione sono, nel malvagio, insensibili, crudeli. Egli mostra quella che si potrebbe definire “falsa pietà” come spesso si vede fra gli uomini nei gesti e nelle parole che mancano di vero sentimento o di efficacia. La migliore compassione o misericordia del malvagio è in effetti crudeltà, basata su motivi o princìpi egoistici. Per esempio, abbiamo visto malvagi dittatori annientare i loro migliori amici e sostenitori, sacrificandoli, in certo modo, per sostenere o accrescere il proprio potere. Oppure col pretesto di proteggere la popolazione o lo stato, attaccheranno le persone più ubbidienti alla legge nella loro nazione (i veri cristiani che vi risiedono in modo neutrale e pacifico), per avere un “capro espiatorio” o per far piacere a certi elementi influenti in campo religioso o politico, o anche a sé stessi. Fanno ciò pur sapendo che questi cristiani non sono una minaccia per la pace e la sicurezza dello stato. Questo fu l’atteggiamento dei Farisei verso Gesù e il popolo comune. — Giov. 11:47-50; 12:9, 10; 7:49.

PREZIOSO VALORE SPRECATO

“Perché c’è nella mano dello stupido il prezzo per acquistar sapienza, quando egli non ha cuore?” — Prov. 17:16.

Lo “stupido” qui menzionato non è semplicemente una persona rozza o ignorante, ma una che non si rende conto del proprio bisogno spirituale. “Cuore”, giusto motivo, amore per la vera sapienza, ricerca del vero intendimento, sono necessari per acquistare sapienza. Tutti hanno, in un certo senso, il “prezzo” per acquistare sapienza, poiché Dio dà generosamente a tutti. “Egli fa sorgere il suo sole sui malvagi e sui buoni e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti”. (Matt. 5:45) Il “prezzo” non è denaro, ma le cose di cui Dio ha dotato ogni uomo: la mente con cui pensare, i sensi per ricevere informazioni, e la possibilità di acquistare vera sapienza. C’è prima di tutto la creazione da considerare, le cose create che rivelano le invisibili qualità di Dio. (Rom. 1:18-20) Inoltre, forse i genitori, o veri amici, o altri portano alla sua attenzione la sapienza di Dio.

Ma lo stupido non ha cuore per l’intendimento. La sua mente è rivolta ai propri affari, a cose che non sono veramente importanti. Con un significato simile, Proverbi 17:24 dice: “La sapienza è dinanzi alla faccia di chi ha intendimento, ma gli occhi dello stupido sono all’estremità della terra”. La mente dello stupido vaga da una cosa all’altra a vanvera e s’interessa della cosa meno importante. Quindi il “prezzo”, cioè le occasioni, la capacità e le opportunità che ha, che a volte sono maggiori che per colui che ‘ha cuore’, è sprecato e gettato via.

I GIUSTI VIVONO SOLO PER L’IMMERITATA BENIGNITÀ DI DIO

Proverbi 11:31 afferma: “Ecco, il giusto, sulla terra sarà ricompensato. Quanto più dovrebbe esserlo il malvagio e il peccatore!”

L’espressione “Ecco” richiama l’attenzione su una verità importante da considerare. Come dichiara Salomone in Ecclesiaste 7:20: “Non c’è nessun uomo giusto sulla terra che continui a fare il bene e non pecchi”. Nessuno di per se stesso è meritevole, ma l’immeritata benignità di Dio è con coloro che sinceramente lo servono. (1 Piet. 3:12) La persona giusta si sforza dunque di fare bene, ma a volte inciampa e si applica il principio “qualunque cosa l’uomo semini, questa pure mieterà”. (Gal. 6:7) Il giusto riceverà la “ricompensa” dei suoi errori sotto forma di disciplina, che l’aiuta a raggiustarsi per rimanere nella via della vita. Poiché il giusto riceve una “ricompensa” per i suoi errori involontari, il malvagio che deliberatamente segue la via errata e non si pente né si sforza di ritornare sulla giusta via certamente merita una più severa punizione e sarà “ricompensato” per la sua cattiveria. La traduzione dei Settanta rende questo proverbio come segue: “Se il giusto è salvato a stento, dove andranno a finire l’empio e il peccatore?” L’apostolo Pietro evidentemente citò dalla versione dei Settanta in I Pietro 4:17, 18. Qui Pietro parla del giudizio di Dio che comincia dalla casa di Dio, e dice: “Ora se comincia prima da noi, quale sarà la fine di quelli che non sono ubbidienti alla buona notizia di Dio? ‘E se il giusto è salvato con difficoltà, dove si mostreranno l’empio e il peccatore?’”

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