Le Hawaii odono la buona notizia di un paradiso mondiale
WAIKIKI Beach, Diamond Head, Pearl Harbor: Cosa vi fanno venire in mente questi nomi? Mark Twain ne parlò come della “più bella flottiglia di isole all’ancora in un oceano”. Altri hanno coniato l’espressione “il paradiso del Pacifico”. Sì, le Hawaii sono ben note per la loro bellezza naturale: spiagge di sabbia bianca e nera, palme da cocco, fiori esotici, crateri vulcanici, cascate, onde spumeggianti e tramonti pittoreschi.
Anche se molti pensano che le Hawaii si trovino nei mari del sud, in effetti sono situate oltre 1.600 chilometri a nord dell’equatore, nell’Oceano Pacifico. L’intero arcipelago delle Hawaii è composto da 132 isole, atolli, scogliere e rocce che si estendono per 2.400 chilometri da nord-ovest a sud-est. Una popolazione multirazziale di 981.000 abitanti risiede in sette delle principali isole: Niihau, Kauai, Oahu, Molokai, Lanai, Maui e Hawaii.
Si ritiene che Hawaii sia stata inizialmente scoperta e colonizzata da polinesiani nativi delle Isole Marchesi, a cui fecero seguito i tahitiani. Ai tahitiani si deve il nome Hawaii, dato inizialmente all’isola principale, e in seguito all’intero arcipelago. Governata un tempo da una monarchia e chiamata Regno delle Hawaii, è ora il 50º stato degli Stati Uniti.
La buona notizia giunge nelle Hawaii
La buona notizia fu portata in queste isole nel 1915, quando il “pellegrino” Walter Bundy e sua moglie, insieme ad Ellis Fox, arrivarono nelle Hawaii. Tennero la prima adunanza degli Studenti Biblici (come allora si chiamavano i testimoni di Geova) la prima domenica di febbraio del 1915, con cinque presenti. Successive visite di pellegrini contribuirono all’espansione della vera adorazione nelle Hawaii all’inizio degli anni venti. Nel 1928 vi si tenne la prima assemblea, nell’aula magna della McKinley High School, con 150 presenti.
Un’altra pietra miliare fu raggiunta nel 1935, con la visita di J. F. Rutherford, presidente della Watch Tower Society. A quel tempo nelle Hawaii c’erano solo 12 proclamatori del Regno. Comunque il fratello Rutherford approvò l’acquisto, per la nuova filiale di Honolulu, di una proprietà che dava sulle vie Pensacola e Kinau. L’opera di predicazione nelle Hawaii è tuttora diretta da questo luogo.
Mentre era lì, il fratello Rutherford dispose anche che nell’edificio della nuova filiale fosse costruita una sala. Quel luogo di adunanza fu chiamato “Sala del Regno”, e dal 1935 in poi i testimoni di Geova in tutto il mondo chiamano i loro luoghi di adunanza Sale del Regno.
Sei anni dopo, le Hawaii e gli Stati Uniti furono coinvolti nella seconda guerra mondiale in seguito all’attacco avvenuto il 7 dicembre 1941 a Pearl Harbor. Alcuni giorni dopo il bombardamento, Don Haslett, il primo sorvegliante di filiale, fu prelevato nella filiale da soldati che lo portarono al quartier generale dell’esercito per sottoporlo a un lungo interrogatorio. In seguito fu rilasciato. Nonostante il razionamento del carburante, il coprifuoco e le difficoltà nelle spedizioni, i Testimoni continuarono a mettere al primo posto gli interessi del Regno. Nel 1946 i fratelli delle Hawaii uscirono da anni di legge marziale e condizioni belliche con un massimo di 129 proclamatori.
Nel dopoguerra cominciarono ad arrivare nelle Hawaii missionari addestrati nella Scuola biblica di Galaad. Il loro zelo e il loro servizio reso con tutta l’anima portarono a meravigliosi incrementi, e nel 1957 le Hawaii raggiunsero i 1.019 proclamatori. L’ottimo esempio dei missionari servì molto anche a stimolare altri, specialmente i giovani, a intraprendere l’opera di predicazione a tempo pieno. Un gran numero di pionieri (proclamatori del Regno a tempo pieno) hanno lasciato le isole per prestare servizio alla Betel di Brooklyn, sede centrale della Società, e nell’opera missionaria in Giappone, Taiwan, Micronesia, Samoa, Africa e America meridionale.
Data una completa testimonianza
Le Hawaii sono state spesso definite un crogiolo di molte razze. Secondo il censimento del 1980, la popolazione è così composta: 26,3 per cento bianchi, 23,5 per cento giapponesi, 18,9 per cento hawaiani (purosangue o misti) e 11,2 per cento filippini. A questo miscuglio vanno poi aggiunti cinesi, coreani, samoani, portoricani, negri e, più recentemente, vietnamiti, cambogiani e laotiani.
Si fanno particolari sforzi per predicare la buona notizia a tutti questi vari gruppi linguistici. Ci sono già congregazioni giapponesi, coreane, spagnole e samoane, nonché otto congregazioni filippine di lingua ilocana. Quando persone che non comprendono l’inglese mostrano interesse per la buona notizia, vengono indirizzate alla congregazione più opportuna. Per rintracciare le persone di lingua straniera si ricorre anche all’elenco telefonico. Non si trascura quindi nessuna opportunità di far conoscere la verità del Regno a “ogni sorta di uomini”. — I Timoteo 2:4.
In anni recenti, per far fronte alla crescente richiesta di alloggi, sono sorti palazzi di molti piani e condomini. Per far sì che gli inquilini di questi complessi inaccessibili ricevessero testimonianza, le congregazioni hanno dovuto escogitare vari metodi. Uno è quello di offrire le riviste per strada. In certi giorni della settimana, i proclamatori si fanno trovare alle sei di mattina all’uscita di questi palazzi. Mentre gli inquilini escono per andare al lavoro, vengono offerte loro le riviste Torre di Guardia e Svegliatevi! I risultati di questa attività sono stati soddisfacenti. Una pioniera narra come una breve testimonianza mattutina ha portato a uno studio biblico a domicilio:
“Una coppia con un bambino piccolo uscì dal palazzo e si diresse verso la macchina. Avvicinai il marito e cominciai a spiegare perché eravamo lì. Conosceva le riviste e fu sorpreso di vederci la mattina a quell’ora. Fu lieto di accettare le riviste, perché non le prendeva da tempo. . . . Colsi l’opportunità per offrire alla coppia uno studio biblico a domicilio, cosa che accettarono subito, e mi diedero il numero dell’interno. Per sei volte non li trovai a casa, ma infine riuscii a iniziare lo studio con loro. Ora ogni domenica mio marito e io consideriamo con questa coppia il libro La Verità che conduce alla Vita Eterna.
La maggioranza di questi palazzi è dotata di citofono. Alcuni proclamatori se ne servono per fare delle visite, presentando in breve il messaggio a chiunque risponda.
Un fratello decise di provare questo metodo. Al primo interno non rispose nessuno. Al secondo rispose un uomo, al quale il fratello disse: “Buon giorno. Porto un messaggio tratto dalla Bibbia e sto cercando persone che si interessano ancora di Dio e della Bibbia”. L’uomo lo invitò a salire, e per un’ora il fratello rispose alle sue domande.
Quando il fratello tornò, la settimana dopo, era presente anche la moglie dell’uomo, la quale aveva altre domande da fare. Prima di accettare uno studio biblico a domicilio, la coppia volle assistere per curiosità a un’adunanza nella Sala del Regno. Quella domenica assisterono al discorso pubblico e allo studio Torre di Guardia. Non solo apprezzarono entrambe le adunanze, ma furono così colpiti dal calore e dalla cordialità dei Testimoni che accettarono subito uno studio biblico a domicilio. Fecero rapidamente progresso e apportarono cambiamenti alla loro vita. In seguito dovettero tornare nel continente, ma continuarono lo studio e in meno di un anno si battezzarono. Il giovane ora è un servitore di ministero e la moglie è pioniera regolare.
Esperienze soddisfacenti come queste hanno incoraggiato i fratelli a perseverare nel tentare ogni strada pur di dare una completa testimonianza. Questo ha permesso di percorrere molto bene il territorio. In media le congregazioni lo percorrono una volta ogni 4-6 settimane, e alcune anche ogni due settimane.
Incremento dello “spirito di pioniere”
Nel corso degli anni i pionieri sono stati di grande aiuto per le congregazioni. Nonostante l’elevato costo della vita e altri problemi economici, persone di età ed estrazione sociale diverse hanno intrapreso il servizio continuo. Secondo dati riferiti al 1982, in media il 20 per cento dei proclamatori delle Hawaii erano pionieri regolari o ausiliari, suddivisi fra quasi tutte le 59 congregazioni dello stato.
Una di queste congregazioni ha 95 proclamatori e 29 pionieri. Un anziano di questa congregazione, pioniere da 20 anni (17 dei quali trascorsi come pioniere speciale), dice quanto segue su come aiuta altri a intraprendere l’opera di pioniere:
“Il vantaggio di essere sia pioniere che anziano è che ciò mi permette di lavorare con i proclamatori nel servizio di campo ogni giorno, imparando così a conoscere bene sia loro che la loro situazione. . . . Ma prima di uscire con qualcuno per incoraggiarlo a fare il pioniere, non dimentico mai di chiedere in preghiera che Geova mi guidi per poter dire le cose giuste e che il suo spirito operi sul proclamatore aprendogli il cuore. Con l’aiuto di Geova cerco di toccare il cuore del proclamatore, spiegandogli con le Scritture l’urgenza dei tempi, l’importanza dell’opera di predicazione, perché c’è bisogno di pionieri e in che modo il servizio di pioniere lo aiuterà molto.
“Se pensa di non poter dedicare 90 ore al mese all’opera di predicazione, lo aiuto a preparare un programma pratico, mostrandogli come si possono raggiungere le 90 ore pur lasciando del tempo per sé e per altre eventuali responsabilità.
“Se si sente insicuro a causa della situazione economica, considero con lui esperienze tratte dalle pubblicazioni della Società riguardanti proclamatori in circostanze analoghe che ora fanno i pionieri. In più uso scritture che possono aiutarlo ad avvicinarsi maggiormente a Geova e dargli l’incoraggiamento necessario per vedere le cose dal lato positivo.
“Se teme di trovarsi senza mezzi di trasporto o altra assistenza, gli assicuro che tutti i fratelli e le sorelle della congregazione lo aiuteranno in ogni possibile maniera perché rimanga nel servizio di pioniere. Suggerendo così soluzioni pratiche, si elimina la mentalità negativa”.
Fra i 90 proclamatori che questo anziano ha aiutato a intraprendere il servizio di pioniere, vi sono fratelli e sorelle che ora prestano servizio alla Betel di Brooklyn e missionari che operano in Giappone e nella Micronesia. Concludendo, questo anziano afferma: “La cosa principale è uscire in servizio con diversi proclamatori e instillare nella congregazione lo ‘spirito di pioniere’”.
Gioia per il progresso
Da quella prima adunanza tenuta a Honolulu nel 1915 è stato fatto molto. Il 29 marzo 1983, in occasione della commemorazione della morte di Gesù, il numero complessivo di presenti nelle Hawaii è stato di 14.151, con un aumento del 9 per cento rispetto al 1982. Nel luglio 1983 è stato raggiunto un massimo di 4.937 attivi proclamatori del Regno. Ogni anno vengono dedicate al ministero cristiano oltre un milione di ore. La filiale delle Hawaii comunica che ora il rapporto fra proclamatori e popolazione è di circa 1 ogni 200 abitanti dello stato. Questa crescita rispecchia veramente la benedizione di Geova sui 68 anni di predicazione.
In queste splendide isole c’è ancora molto da fare. Il campo continua a portare frutto. Con gioia, i proclamatori del Regno nelle Hawaii invitano altri dicendo: “Venite, e saliamo al monte di Geova . . . ed egli ci istruirà intorno alle sue vie”. (Isaia 2:3) Si spera che molti altri accolgano questo invito e abbiano così il privilegio di vivere nel tempo in cui non solo le Hawaii, ma l’intera terra sarà trasformata in un paradiso.
[Cartina/Immagine a pagina 9]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
KAULA
NIIHAU
LEHUA
KAUAI
OAHU
MOLOKAI
LANAI
MAUI
KAHOOLAWE
HAWAII