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  • Le Meteore: rocce gigantesche
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1986
w86 15/9 pp. 29-30

Le Meteore: rocce gigantesche

LE METEORE, gigantesche rocce della Tessaglia, nella Grecia centrale, sono una vera meraviglia. La stessa vasta pianura della Tessaglia, rinomata per la sua bellezza e fertilità, è un museo di capolavori della natura. Per raggiungere la pianura da est, si passa la straordinaria gola di Tempe, all’ombra del massiccio montuoso dell’Olimpo, dimora dei 12 dèi della mitologia greca. Ai suoi piedi scorre il Peneo, e all’estremo ovest della pianura si ergono le Meteore.

Queste rocce così gigantesche da far venire le vertigini destano stupore, ammirazione, timore e gioia. Alcune raggiungono un’altezza di 600 metri. Si innalzano come obelischi e sono sicuramente un’imponente testimonianza al possente Creatore.

Secondo alcuni geologi, la formazione delle Meteore risale alle più remote ere geologiche, quando l’intera pianura della Tessaglia era un fondo marino compresso ai lati in modo da formare superfici ondulate e irregolari. Altri ricercatori collocano la probabile data della formazione delle Meteore solo alcuni millenni fa e la attribuiscono a terremoti ed erosione causata dall’acqua. Ma tutti ammettono che questi giganti furono scolpiti dalla forza tremenda dell’acqua. Naturalmente vien fatto di chiedersi quale fosse la fonte di tutta quell’acqua.

La leggenda del Diluvio

L’antica mitologia greca riguarda quest’area. Secondo le odi di Pindaro e gli scritti di Apollodoro, quando il mitico Deucalione era re di Ftia in Tessaglia, Zeus, il re degli dèi dell’Olimpo, risolse di sterminare con un diluvio l’umanità irriverente e maligna. Per sfuggire all’ira degli dèi, Deucalione fece costruire un’arca, in cui mise le provviste necessarie. Non appena lui e la moglie, Pirra, erano entrati nell’arca, scoppiò un terribile diluvio che inondò gran parte della Grecia e fece annegare “quasi tutti gli esseri umani”. Durante il diluvio si formarono a quanto pare i monti della Tessaglia. Per nove giorni e nove notti l’arca di Deucalione rimase in balia delle onde finché approdò in cima al monte Parnaso, in Tessaglia.

Dopo essere uscito dall’arca, Deucalione offrì un sacrificio a Zeus. Il dio Zeus comandò a Deucalione e Pirra di lanciare pietre dietro di sé. Le pietre lanciate da Deucalione diventarono uomini, mentre quelle lanciate da Pirra si trasformarono in donne. Una versione davvero contorta della descrizione biblica dell’effettivo diluvio dei giorni di Noè! — Genesi 6:1–8:22.

I monasteri delle Meteore

La Grande Meteora si eleva di 613 metri al di sopra del letto del fiume Peneo. Sulla cima piatta c’è il monastero della Trasfigurazione, il più grande dei sei attualmente in uso. Non è facile salirci lungo la strada lastricata e le scale scavate nella roccia.

Nei monasteri delle Meteore ci sono biblioteche che contengono un numero notevole di manoscritti. Se ne scoprirono molti nascosti nelle pareti e nei soffitti o sotto dei materassi.

Il contenuto dei manoscritti è quasi sempre religioso ed ecclesiastico. Ma ci sono anche manoscritti dal contenuto storico, letterario, filosofico e scientifico. Sono di pergamena o di carta e datati dal IX al XIX secolo. Uno di questi è il Codice 591 datato 861-62 E.V. È il manoscritto più antico conservato in Grecia, contiene 423 fogli ed è una raccolta di interpretazioni del Vangelo di Matteo.

Alcuni archivi contengono circa 3.000 documenti dei patriarchi e degli imperatori bizantini con incisioni in oro. Ma i manoscritti biblici sono pochi, perché i copisti delle Meteore non si dedicavano a un lavoro del genere.

I monasteri sono pieni di immagini religiose (icone) che rappresentano personaggi sia mitici che reali, e anche episodi che attestano le convinzioni religiose dei monaci. Per esempio una scena della Seconda Venuta dipinge i peccatori gettati nelle fauci di terribili mostri. Altrove, nel convento di Giovanni Battista, c’è un bassorilievo raffigurante un cavaliere davanti a Venere.

Così termina la nostra visita alle Meteore. Qualunque cosa pensiamo delle opere di fattura umana che vi si trovano, siamo colpiti dalla grandiosità di questo gigantesco massiccio roccioso della Tessaglia.

[Fonte dell’immagine a pagina 30]

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