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  • Ciclismo: Camminare su ruote
  • Svegliatevi! 1970
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Svegliatevi! 1970
g70 8/11 pp. 25-27

Ciclismo: Camminare su ruote

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nella Repubblica Dominicana

AVETE mai sentito parlare di Murphy “Un miglio al minuto”? Nel 1899 guadagnò il suo titolo percorrendo in bicicletta un miglio in 57 4/5 secondi dietro un treno. Aveva persuaso la Long Island Rail-Road Company di costruirgli una pista larga centoventisette centimetri e lunga quattro chilometri, fra le rotaie. In quel tempo il ciclismo era lo sport favorito di milioni di persone in tutto il mondo, e la bicicletta era allo zenit della sua popolarità.

La bicicletta è in effetti il modo in cui l’uomo può viaggiare più rapidamente con la sua propria forza, e in molti paesi è ancora considerata il mezzo di trasporto più economico e fidato. I bambini chiedono di andare in bicicletta da quando imparano a camminare. Ricordo che mio padre e mia madre riscossero due polizze di assicurazione semplicemente per avere il denaro da provvedere le biciclette a me e a mio fratello. Presto avevamo itinerari lunghi parecchi chilometri, qualche cosa che sarebbe stato difficile fare senza questo mezzo di trasporto. Andavamo a scuola e tornavamo a casa in bicicletta, ci andavamo in giro, e così facevamo molto sano esercizio. Per anni papà andò in bicicletta alla fabbrica del mulino a vento dov’era impiegato.

Oggi in alcuni paesi la bicicletta è considerata come un giocattolo. È stata sostituita dalla motocicletta e dall’automobile. Si dimentica il fatto che l’umile bicicletta ha esercitato una potente influenza nel corso della storia, in particolar modo nelle Americhe. Iniziando il movimento verso le strade solide e piane, preparò il cammino all’avvento dell’automobile. Infatti, uno scrittore ha asserito che “sia fisicamente che psicologicamente, fu il vero genitore dell’automobile”.

Un po’ di storia della bicicletta

Nel 1860 la bicicletta era nota come il “rompiossa”. Potete immaginare perché, con le sue ruote di ferro e le scabrose strade selciate di quei tempi. Alcuni anni dopo venne la bicicletta a ruota alta, in Gran Bretagna chiamata a volte penny-farthing. Questo modello era per il ciclista più avventuroso, per quello interessato alla velocità. Aveva una grande ruota davanti, del diametro di circa centotrentadue centimetri, munita di pedali e di una piccola ruota posteriore. Su una superficie piana, il ciclista poteva con questa macchina andare quasi così veloce come un uomo a cavallo. Fermarsi era comunque un problema. E, siccome era una caduta di circa un metro e mezzo fino a terra, si ruppero molte ossa nel tentativo di scendere da questi congegni.

Nell’anno 1880 ci fu un grande passo avanti: furono introdotte le catene per azionare la ruota posteriore, e queste si potevano regolare come si desiderava per conseguire velocità o potenza. Prima di ciò, erano state usate rozze leve per guidare la grande ruota. Nei seguenti dieci anni ci furono altri utili sviluppi: ruote di gomma, cuscinetti a sfere, freno a contropedale e manubri. Ciascuno contribuì alla popolarità della bicicletta.

La bicicletta di “sicurezza” fece la sua comparsa nel 1890. Con le sue due ruote della stessa misura fu essenzialmente la macchina che è comune oggi. Gli Americani ne attribuiscono il modello alla Pope Manufacturing Company di Hartford, Connecticut. Comunque, qualche cosa di molto simile comparve simultaneamente in Inghilterra e in Francia. In ogni modo, la ditta del Connecticut, applicando il sistema delle parti intercambiabili, prese rapidamente la direttiva nella produzione, e subito le macchine americane si esportavano in ogni parte del mondo.

Per la fine dell’anno 1896 circa 4.000.000 di persone negli Stati Uniti andavano in bicicletta. Oltre un milione di macchine si producevano in un solo anno in 312 fabbriche. L’industria americana delle biciclette mise fortemente piede per qualche tempo in Gran Bretagna, per lo più a causa del fatto che le fabbriche britanniche non potevano soddisfare l’enorme richiesta. L’avvento dell’automobile, comunque, ebbe un effetto più immediato sul ciclismo negli Stati Uniti che non in Gran Bretagna e nel continente europeo. Le automobili divennero popolari e fu stabilito un prezzo abbastanza basso per la famiglia media, così che le biciclette furon lasciate in gran parte ai ragazzi.

Tuttavia, più di 24.000.000 di persone possiedono biciclette negli Stati Uniti. In Danimarca, circa una persona su due possiede una bicicletta, ed è ancora il comune mezzo di trasporto in numerosi paesi dove l’automobile è considerata come un lusso, oltre la portata del lavoratore. In tutta l’Europa, nell’America Centrale, in Indonesia, nel Giappone e nell’Africa Settentrionale, i ciclisti si vedono a gruppi.

Qui nella Repubblica Dominicana la bicicletta diviene il mobile mezzo d’affari per ogni specie di venditore. Alcune sono provviste di un blocco di ghiaccio e di bottiglie di sciroppo colorato. Il venditore può vedersi in ogni luogo dove c’è la folla offrire coni di ghiaccio grattugiato con lo sciroppo di propria scelta versato sopra. Altri vendono frutta, vegetali e altri generi commestibili dalle biciclette. Forbici e coltelli sono affilati su altre biciclette modificate. Abbastanza spesso si vede una bicicletta con una speciale rastrelliera montata dietro per il trasporto di vestiti e pantaloni puliti a quelli che li han mandati a ripulire.

Trasporto salutare

La bicicletta piace certamente a quelli che amano stare all’aperto e quelli che s’interessano della salute. È un mezzo per uscire per vostro conto nella libertà della campagna. Ha i vantaggi degli esercizi di podismo, e tuttavia vi fa andare più in fretta in luoghi lontani. Offre un eccellente modo di scongiurare i dannosi effetti di una vita sedentaria. Le organizzazioni turistiche che si servono di questa specie di viaggi hanno disposto che gli alberghi siano lungo i principali percorsi ogni quindici-venticinque chilometri.

La bicicletta è anche uno strumento utile come mezzo per portare la buona notizia del regno di Dio alle persone che abitano in zone lontane, anche dove non ci sono buone strade. Al ciclista non occorre altro che un sentiero. E in quanto al mantenimento e alla rimessa, un corridoio o un sottoscala e uno straccio con un po’ di olio sono sufficienti. Non bisogna dunque aspettare finché si possa ottenere un automobile per andare in luoghi lontani con il messaggio che può recare al popolo il conforto e la speranza delle promesse di Dio.

Non solo il ciclismo è un buon modo di andare in giro, senza la preoccupazione dei guasti al motore. La sua andatura è abbastanza lenta da permetter di vedere con i propri occhi il fuggevole scenario, e da far provare gioia alle meraviglie della circostante creazione di Dio. Il vento che soffia sul viso, il calore che si prova allo sforzo di salire su un colle, il silenzio e il senso di libertà contribuiscono tutti ai salutari effetti di “camminare su ruote”.

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