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  • g73 22/5 pp. 20-22
  • Le occupazioni degli insetti

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  • Le occupazioni degli insetti
  • Svegliatevi! 1973
  • Sottotitoli
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  • Lavoro di sepoltura degli scarafaggi
  • Un maestro sarto
  • Agricoltori che trasportano foglie
  • Il senso d’orientamento dello scarabeo stercorario
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Altro
Svegliatevi! 1973
g73 22/5 pp. 20-22

Le occupazioni degli insetti

MOLTI insetti si dedicano a occupazioni simili a quelle degli uomini. Lo sapevate? Molti loro metodi di lavoro sono assolutamente affascinanti.

Questo non significa che tali creature abbiano qualità umane. Le loro attività non sono state tramandate dopo averle apprese da un loro primo antenato. Ciò che li spinge ad agire e a operare secondo il loro particolare modello di vita è l’istinto che Dio ha dato loro.

Lavoro di sepoltura degli scarafaggi

Considerate l’occupazione dello scarafaggio necroforo. Questo piccolo insetto è un becchino! Attratto dall’odore delle sostanze putride, egli e la sua compagna si affrettano a seppellire topi, rane, serpi, lucertole, scoiattoli, conigli e altri animali morti di grandezza simile. Come fanno questo? È ovvio che ciascuna carcassa presenta nuovi problemi di sepoltura, poiché la grandezza e la posizione del corpo sono in ciascun caso diverse. Inoltre, il terreno su cui giace varia da un luogo all’altro.

Prima, questi scarafaggi ispezionano la carcassa, camminandovi sopra e all’intorno. Fatto ciò con loro soddisfazione, vi strisciano sotto. Usando le loro minuscole teste e zampette come utensili per scavare, cominciano l’operazione estraendo il suolo di sotto la carcassa. Il maschio di solito fa la maggior parte del lavoro di scavo. La femmina penetra all’interno della carcassa, per deporvi le uova. Il lavoro è difficile e lento ma essi sono costanti. Di tanto in tanto si concedono brevi interruzioni per riposarsi. Un po’ alla volta il corpo affonda nel terreno, portatovi dal suo proprio peso.

Circa due settimane dopo la sepoltura, le uova dello scarafaggio, deposte nella carcassa, si schiudono. E lì, in quel putrido vivaio, i piccoli scarafaggi necrofagi si cibano della carne morta ricca di proteine che li circonda.

Uno scienziato riscontrò che due di questi scarafaggi, in una notte, seppellirono una talpa sette centimetri e mezzo sotto il suolo. Egli si sorprese, poiché questa impresa era paragonabile a quella di due uomini che, dopo aver trovato un elefante, in dodici ore lo seppelliscano sei metri sotto terra! Fece esperimenti con questi insetti. In cinquanta giorni seppellirono dodici corpi di rane, pesci, uccelli e quadrupedi.

Un altro insetto che ha un’occupazione insolita è lo scarabeo stercorario. Esso e la sua specie rotolano in giro palline di letame, spesso più volte maggiori della loro grandezza e del loro peso. Allo stesso modo in cui i fanciulli rotolano palle di neve, questi scarabei rotolano le loro puzzolenti sfere finché non raggiungano una certa grandezza e poi le seppelliscono. Vederli rotolare una pallina di letame è divertente. Sovente inciampano o cadono, si rialzano e tornano a sospingerla. Perciò si chiamano scarabei stercorari.

Mentre questi insetti necrofagi contribuiscono a mantenere la terra pulita, la loro odorosa occupazione serve ai loro interessi. Dentro quelle palline di sterco sono le uova che vi han deposte. Così quando i loro piccoli nascono, si nutrono di questa materia in decomposizione.

Un maestro sarto

Così chiamereste il bruco dell’Aglais Milberti d’America. La sua occupazione comprende la confezione di una giacca con imbottitura di seta. L’indumento finito è un rimarchevole modello di abbigliamento caldo e pulito. Ciò che sorprende è che non usa nessun disegno, né un paio di forbici, come facciamo noi uomini. Egli ha la sua particolare specie di apparato per cucire. E si fabbrica il suo proprio ago e il suo proprio filo. Davvero, una disposizione economica e conveniente.

I suoi strumenti per il taglio sono il suo forte paio di mascelle e alcuni affilati dentini. Con questi taglia per traverso una foglia come se seguisse qualche linea tracciata in precedenza. Quindi divide la foglia tagliata così che entrambi i pezzi siano esattamente della stessa forma e misura. Tutto questo senza una riga. Cuce poi i due pezzi di foglia insieme alle estremità in modo che la giacca che si forma abbia l’aspetto di un piccolo cilindro. Questi pezzi perfettamente adattati son cuciti insieme in maniera così eccellente che ci vorrebbe un microscopio per scorgerne la cucitura.

Dove prende il suo filo? Dalla propria bocca. Sì, un tubo in fondo alla sua mascella gli provvede la seta. Poiché questo bruco vuole la sua giacca calda, la fodera pesantemente della più soffice seta immaginabile. Quando vi si infila quindi dentro di notte, si sente così caldo come davanti a un focolare.

Agricoltori che trasportano foglie

Numerose nei tropici americani sono le formiche che trasportano foglie. La loro occupazione è insolita. Marciano rapidamente in due colonne, una colonna che va e una colonna che viene da un cespuglio o da un albero a circa un chilometro e mezzo o più dal loro nido. Quelli che sono nella fila che ritorna portano sul dorso pezzi di foglia.

Osservarli all’opera è interessante. Si arrampicano su un albero o arbusto, scelgono una foglia, e, usando le mandibole come forbici, vi fanno quindi due convergenti tagli longitudinali che quasi si incontrano. Un netto strappo e il pezzo triangolare di verdura è staccato via. Ciascuna formica di solito fa il suo proprio taglio. Ma a volte, una può fare il taglio mentre le altre a terra raccolgono i pezzi caduti e li portano via. Quando la tagliatrice si stanca, è sostituita da un’altra formica che sta sotto ed essa discende per unirsi al gruppo delle portatrici.

Queste formiche trasportano carichi che pesano fino a quattro volte più di loro, e fanno questo per un chilometro e mezzo o più! Secondo le proporzioni delle formiche, disse il naturalista A. Hyatt Verrill, i loro viaggi in un solo giorno sono stati calcolati pari a ciò che per noi sarebbero quasi cinquemila chilometri! Per comprendere questo, immaginate un uomo che marci rapidamente da New York alla California in un giorno e torni il giorno dopo, un giorno dopo l’altro, una settimana dopo l’altra. E ciascun viaggio di ritorno lo fa portando un carico del peso da novanta a centotrentacinque chili!

Perché queste formiche s’impegnano in questo strenuo lavoro? Lo fanno come parte della loro occupazione principale. Qual è questa loro occupazione principale? L’agricoltura! Le foglie che si procurano sono il nutrimento per un’aiuola di funghi che coltivano nel loro nido. Prima, tagliuzzano le foglie, le masticano e ne fanno piccole palline. Quindi le calcano sulla superficie del loro orto. In breve tempo, le palline si coprono della crescita d’un fungo di sottili fili bianchi. E il liquido che questi fili producono serve da cibo a questi agricoltori che trasportano foglie.

Ci sono molti altri insetti che hanno occupazioni. Fra gli insetti ci sono falegnami, muratori, costruttori di gallerie, costruttori di strade, fabbricanti di cesti, fabbricanti di tende, minatori e altri. I loro bizzarri metodi di lavorazione sorprendono quelli che li studiano. Tutti rendono davvero testimonianza alla sapienza grandemente diversificata di Colui che li creò tutti, Geova Dio.

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