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  • g77 22/1 pp. 25-26
  • Vi presentiamo i becchini della natura

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  • Vi presentiamo i becchini della natura
  • Svegliatevi! 1977
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Svegliatevi! 1977
g77 22/1 pp. 25-26

Vi presentiamo i becchini della natura

CHI non vorrebbe avere qualcuno per fare le pulizie? L’igiene aiuta a vivere una vita gradevole e sana. Pensate allora a una laboriosa ed efficiente squadra formata di innumerevoli miliardi di lavoratori, impegnati a mantenere buone condizioni igienico-sanitarie, ma che non conosce né scioperi né vertenze sindacali! Sono i becchini della natura, un genere di coleotteri. Ognuno di questi insetti è adatto a svolgere il suo lavoro ed è bene equipaggiato per esso. Molto tempo prima che sulla terra venisse all’esistenza l’uomo, i becchini della natura svolgevano i loro compiti essenziali.

Questi coleotteri, chiamati anche necrofori e presenti in tutte le parti della terra, sono rappresentati da duecentotrenta varietà. La maggioranza di essi e delle loro larve si nutrono di carogne. Quindi il loro apparato digerente trasforma gran parte di quello che consumano in combinazioni chimiche che le piante possono assimilare.

Le diverse specie di necrofori variano considerevolmente in grandezza. Mentre alcuni sono lunghi quasi quattro centimetri (un pollice e mezzo) altri sono poco più grandi di un granello di polvere. In media sono lunghi poco più di un centimetro (circa mezzo pollice).

Il corpo e le ali dei necrofori sono piatti e flessibili, permettendo loro di strisciare sotto le carogne. Anche le loro larve sono piatte. I coleotteri che seppelliscono gli animali morti sono dotati di organi escavatori. Certi necrofori svolgono un lavoro così accurato che gli scienziati se ne servono per pulire scheletri delicati.

Un rappresentante della famiglia

Guardando da vicino un necroforo ci si può fare un’idea dello stupendo lavoro da essi eseguito.

Questo coleottero lungo due centimetri e mezzo (un pollice) ha la livrea nera con larghe strisce giallo-arancione sulle ali. Si accinge prontamente a vari lavori di sotterramento. Lavorando in coppia, questi coleotteri si occupano di solito di piccole creature morte: topi, rospi, pesci e uccelli. Ma possono anche seppellire conigli, gatti e cani.

Guidato dall’acuto senso dell’odorato, il coleottero vola nelle tenebre e si posa accanto alla carogna di qualche piccolo animale. Con le antenne, il coleottero tocca varie parti della carogna e poi si mette al lavoro. Sul posto arriva subito un altro necroforo, una femmina, ed entrambi cooperano al lavoro di sepoltura. Spinti dall’istinto, non desistono neppure davanti agli ostacoli.

In un esperimento fu messo un topo morto su un cespuglio basso. Due necrofori si arrampicarono sul cespuglio e districarono il topo. Dopo che l’ebbero fatto cadere a terra, i coleotteri si accinsero immediatamente a seppellirlo.

Che accade se un animale si trova in un posto dove non lo si può seppellire? Per esempio, potrebbe esserci un topo morto sul ciglio di una strada asfaltata. Dapprima i necrofori cercheranno di scavare, ma non riuscendovi trasporteranno il topo morto in un posto più adatto per seppellirlo. Riusciranno a spostare una carogna per ben tre metri (dieci piedi). Come?

Steso sul dorso, il necroforo spinge con le poderose zampe verso l’alto. Mentre il coleottero si sposta sotto il topo, la carogna oscilla. Poi con un energico movimento, come se pedalasse, il necroforo spinge il topo in avanti, forse di un centimetro (circa mezzo pollice). L’operazione viene ripetuta finché l’animale morto non si trova nel luogo di sepoltura adatto. Mentre il maschio steso sul dorso spinge con le zampe verso l’alto, la femmina è occupata a togliere di mezzo ramoscelli e ciottoli che potrebbero essere di intralcio.

Dopo avere spostato il topo morto fino al luogo adatto per la sepoltura, i necrofori si infilano sotto la carogna e si mettono a scavare con la testa e con le zampe. Il topo morto a poco a poco affonda. Nel contempo la terra smossa si posa sopra il corpo. Ultimato il lavoro di sepoltura, i coleotteri scavano una galleria in cui la femmina deporrà le uova. Finché le uova non si schiudono gli adulti si nutrono della carcassa, dopo di che gli adulti nutrono le larve uscite dalle uova con carne dell’animale morto parzialmente digerita. Quando sarà giunto per le larve il tempo di trasformarsi in coleotteri adulti, i genitori torneranno in superficie e riprenderanno il volo.

In realtà, i necrofori contribuiscono in maniera meravigliosa a mantenere buone condizioni igienico-sanitarie. A chi va il merito del loro importante lavoro? Al Creatore, Geova Dio, naturalmente. Come avrebbe mai potuto il cieco caso produrre questi sorprendenti necrofori?

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