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  • Le inondazioni devastano l’Argentina nordoccidentale

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  • Le inondazioni devastano l’Argentina nordoccidentale
  • Svegliatevi! 1974
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  • Le cause della devastazione
  • Soccorsi di emergenza
  • Effetto sull’attitudine religiosa
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Altro
Svegliatevi! 1974
g74 8/11 pp. 7-9

Le inondazioni devastano l’Argentina nordoccidentale

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Argentina

“FORTI piogge seminano rovina a Santiago del Estero . . . Quattro morti e oltre mille profughi”. Così dichiarò il 12 febbraio La Gaceta di Tucumán in Argentina. Alla fine di febbraio l’uragano aveva colpito dodici delle ventitré province argentine. Lasciò dietro di sé quasi 170 morti, molte centinaia di dispersi, e circa 100.000 profughi.

Il disastro aveva provocato danno ai beni e alle messi, nonché interruzioni nelle comunicazioni e nelle reti dei trasporti. Il dott. Carlos Arturo Juárez, governatore della provincia di Santiago del Estero, dichiarò: “Non è mai accaduto nulla di simile nella storia della provincia!” A Salta, le inondazioni furono definite “le peggiori in 50 anni!”

Le cause della devastazione

Le carte delle zone climatiche nell’America del Sud indicano che la provincia di Santiago fa parte di una zona arida con vegetazione di tipo desertico. Ma durante le torrenziali piogge di febbraio, caddero in soli dieci giorni 463 millimetri (18 pollici) di precipitazioni. Questo equivale al totale delle precipitazioni che cadono normalmente in un intero anno. E fece seguito alle precipitazioni insolitamente forti di 281 millimetri (11 pollici) cadute in gennaio. Di conseguenza, lagune, dighe e serbatoi si riempirono rapidamente fino al limite o superarono il loro massimo livello.

Le violente piogge in Bolivia accrebbero il caos, ingrossando i fiumi nelle province argentine più settentrionali di Salta e Jujuy. Mentre questi fiumi scorrevano verso sud attraverso la provincia di Santiago, le chiuse delle dighe lungo il loro percorso dovettero essere aperte per evitare incrinature e falle.

La reazione a catena continuò fino all’estremo sud nella provincia di Santa Fe dove il Rio Salado si getta nel fiume Paraná. Anche il livello di questo fiume salì mentre altri fiumi gonfiati dalla pioggia riversavano in esso le loro acque. Lungo tutto il percorso, specialmente da Santiago verso sud, le acque scavarono nuovi corsi e canali.

Il dott. Juan Rodrigo, capo del Comitato d’Emergenza del Ministero per l’Assistenza Sociale (Ministerio de Bienestar Social), rilasciò a un corrispondente di Svegliatevi! questi commenti: “All’improvviso apparvero fiumi che da anni non erano stati indicati sulle carte fisiche; nessuno studioso di geografia ne aveva mai sentito parlare!” Egli aggiunse che le precipitazioni a Santiago non erano l’unica preoccupazione. “Siamo maggiormente preoccupati per la situazione meteorologica più a nord, ciò che aggrava la nostra situazione”.

Mentre le acque si rovesciavano a sud spazzarono via argini, ponti, autostrade, piantagioni, boschi e bestiame. Solo nella provincia di Santiago, 4.000 chilometri, o approssimativamente 2.500 miglia, di strade furono distrutti o resi impraticabili. In altre province accadde qualche cosa di simile allorché masse di fango e giganteschi crepacci causarono interruzioni nelle strade e nelle linee ferroviarie.

Il danno fu in parte da attribuire all’errore umano. La gente a basso reddito abita di solito in fragili costruzioni fatte con mattoni di fango. Queste non poterono fare altro che crollare in seguito alle continue piogge, causando molte vittime. Anche gli abitanti di più robuste case popolari furono costretti ad andarsene. Perché? Quando il tempo era più mite imprenditori edili troppo fiduciosi avevano costruito abitazioni in zone basse, vicino a fiumi e acquitrini asciutti. E gli ingegneri comunali avevano costruito i canali di scolo in base alle normali precipitazioni.

Soccorsi di emergenza

Ci fu un’enorme mobilitazione per aiutare le vittime dell’inondazione. Gli organi del governo municipale, provinciale e nazionale unirono i loro sforzi per organizzare l’opera di soccorso, recupero e miglioramento delle condizioni igieniche.

Vennero utilizzati tutti i tipi di mezzi di trasporto per le operazioni di soccorso. Aerei, elicotteri, autocarri, canotti pneumatici e veicoli privati trasportarono i necessari generi alimentari e vestiario alle vittime dell’inondazione, o le trasportarono in luogo asciutto. Scuole pubbliche, ospedali, dispensari e stazioni ferroviarie servirono come alloggi d’emergenza.

Le province vicine, come quella di Tucumán, diedero grande aiuto. La richiesta di cibo, vestiario, medicinali e altri articoli necessari fu fatta di casa in casa e per radio. Aziende e istituzioni private si prestarono per le operazioni di soccorso. Alcuni offrirono perfino il guadagno di una giornata per aiutare le vittime dell’inondazione.

I testimoni di Geova apprezzarono specialmente i pronti soccorsi dei loro fratelli cristiani d’altre zone. Con una lettera dalla sede filiale della Società Torre di Guardia in Argentina si chiese che tipo di aiuto era necessario. Contribuzioni in denaro da distribuire nelle zone devastate cominciarono a giungere alla sede filiale della Società nel Cile. Si ricevettero molte telefonate da Testimoni di altre zone che chiedevano quello che potevano fare per aiutare i loro fratelli cristiani nelle zone colpite.

I testimoni di Geova cercarono di soddisfare i bisogni dei loro fratelli in modo davvero vigoroso. Tanto che, quando i conservi cristiani della vicina Tucumán offrirono aiuti materiali, i Testimoni di Santiago rifiutarono, dicendo che non avevano bisogno di nient’altro. Che differenza dall’attitudine delle persone che chiedono e accettano qualsiasi aiuto semplicemente perché è gratis!

Effetto sull’attitudine religiosa

Alcuni sono inclini a considerare i disastri naturali come una retribuzione divina per i loro peccati. A Tucumán, per esempio, era comune sentir dire: “Dio punisce i ‘Santiagueños’ perché sono cattivi”. Al che un missionario rispose: “Ma non è d’accordo che ci sono persone cattive in tutte le province e le nazioni della terra? Pensa che Dio punisca solo i cattivi di Santiago? E per giunta, i cattivi non sono gli unici a soffrire per la catastrofe!” Il missionario spiegò quindi mediante la Bibbia che presto il Creatore Geova Dio purificherà l’intera terra dalla malvagità. — Sal. 37:10, 11; Riv. 11:18.

I testimoni di Geova hanno fatto una distribuzione mondiale dello speciale volantino intitolato “Sta per scadere il tempo del genere umano?” In Santiago era stato distribuito ai primi di febbraio poco prima delle inondazioni. Non appena le acque si erano ritirate, i Testimoni locali rivisitarono la zona. Riscontrarono che l’inondazione aveva reso le persone più disposte ad ascoltare il loro messaggio biblico.

Le conseguenze dei nubifragi

Mentre si possono calcolare alcuni aspetti dei danni, non è possibile al presente valutare con esattezza la perdita economica rappresentata da messi rovinate e suolo danneggiato. Né si può stabilire il costo complessivo del lavoro e del tempo che ci vorranno per riparare i danni. Un buon 65 per cento del raccolto di cotone di Santiago (per una superficie di 55.000 ettari, o 135.850 acri) è andato perduto. Si prevedono perdite paragonabili nei raccolti di mais e patate dolci.

Per colmo dell’ironia i nubifragi diedero luogo a una bella coltre di verde sulla campagna solitamente riarsa e polverosa. Mentre gli uomini cercano di riprendersi dal violento colpo, i greggi di capre della zona banchettano.

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