Perché le inondazioni del Brasile sono state così disastrose?
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Brasile
“LA PEGGIORE catastrofe che abbia colpito il Brasile”. Con queste semplici, schiette parole un pubblico funzionario descrisse le devastatrici inondazioni del marzo scorso.
Neppure un narratore espressivo e dalla parola facile può descrivere completamente il raccapricciante quadro di ciò che accadde. Ma un semplice sguardo alle espressioni scolpite sul volto dei superstiti aiuta a capire gli spaventosi effetti del disastro. Questa gente — gli abitanti di almeno una dozzina di stati brasiliani colpiti, da Rio Grande do Sul nel sud a Pará nel nord — vide direttamente i risultati della pioggia sferzante e delle violente, vorticose acque di inondazione.
Il finale bilancio ufficiale delle vittime in tutto il paese può superare i mille. Nessuno sa realmente quanti sono i morti; innumerevoli corpi giacciono sepolti sotto spessi strati di fango e melma, in fondo ai fiumi, o sono stati spazzati via nel mare. Ma si sa che oltre 300.000 persone furono costrette ad abbandonare le loro case.
L’agricoltura, un fondamentale, importante aspetto dell’economia brasiliana, risentì gravemente delle inondazioni. Le stime dallo stato del Mato Grosso superano l’immaginazione e si calcola che andassero perduti circa 500.000 capi di bestiame, un quinto di tutti i bovini dello stato. Nel Rio Grande do Norte i danni alle colture furono calcolati in cinque milioni di cruzeiro,a principalmente per la devastazione delle messi di granturco e legumi. Nello stato di Maranhão grandi risaie furono rovinate.
Tubarão, la più colpita
In generale, comunque, il massimo danno si ebbe nello stato meridionale di Santa Caterina, e soprattutto a Tubarão, una città che contava un tempo 70.000 abitanti. È noto che nella città di Tubarão perirono circa 200 persone, 45.000 rimasero senza tetto e si calcola che i danni si aggirassero sui 500.000.000 di cruzeiro.
La città sorge sulle rive del fiume Tubarão che in alcuni punti attraverso la città è largo 130 metri. L’argine del fiume è di ben due metri più alto della maggior parte della città. Questo preparò la via all’inondazione. Come? Ebbene, il mercoledì 20 marzo, dopo un lungo periodo di siccità, cominciò a piovere forte. Alcuni giorni dopo, gli abitanti delle zone basse dovettero trasferirsi in zone più alte. La domenica mattina del 24 marzo sembrò che le acque si ritirassero e la gente poté tornare alle proprie case per cominciare le operazioni di pulizia. Ma quella sera il fiume cominciò a straripare dagli argini in vari punti.
Ben presto le case furono inghiottite, mentre le impetuose acque, che ora in certi punti si stendevano per 500 metri, spazzavano con furia le strade a una velocità mai registrata prima, trascinando con sé alberi, veicoli, mobili e fango. A mezzanotte, il fiume aveva raggiunto il livello più alto che si conoscesse, circa dodici metri sopra il livello normale. I ponti non si potevano attraversare o erano stati strappati via dai terrapieni. Nel frattempo, la pioggia continuò finché il 95 per cento della città fu allagato. La quantità totale di precipitazione, 2.050 millimetri in quattro giorni, fu probabilmente la più alta che fosse mai stata registrata in Brasile.
Molti superstiti dell’inondazione vagavano storditi e confusi fra le macerie, non sapendo che cosa cercavano, se parenti mancanti, una casa distrutta, o una piccola razione d’acqua minerale o il cibo in una delle interminabili file ai centri di distribuzione. Da ogni parte si levava un fetore spaventoso. Per timore di un’epidemia i morti furono sepolti in tombe collettive.
Disse O Estado: “Mancò poco che Tubarão fosse cancellata dalla carta geografica”. La gente cominciò a lasciare la città in un esodo in massa, pensando che lo sviluppo di Tubarão fosse stato ritardato di almeno dieci anni. Molti si chiedevano: Le inondazioni non sono una cosa nuova in Brasile; perché queste sono state così disastrose? Le ragioni erano parecchie.
Perché così gravi?
Naturalmente, l’abbondante precipitazione per buona parte di una settimana produsse le enormi quantità d’acqua che furono l’effettiva causa del disastro. Ma questo fu solo un fattore ovvio in una serie di circostanze rovinose. Le frane scavarono solchi per le acque; piccoli corsi d’acqua larghi due metri divennero all’improvviso fiumi torrenziali larghi trenta metri o più. Inoltre, una marea eccezionalmente alta e forti venti orientali impedirono al fiume di gettare le sue acque nell’Oceano Atlantico. Esse furono di conseguenza respinte all’interno.
Ma, per quanto sembri sorprendente, le “cause naturali” come l’acqua e il vento furono solo in parte la ragione del disastro. L’uomo deve addossarsi una notevole parte della colpa per gli enormi danni delle inondazioni di marzo.
Naturalmente, in alcuni casi la colpa è da imputarsi all’uomo solo incidentalmente. I ponti, ad esempio, furono costruiti per facilitare il trasporto attraverso il fiume. Tuttavia essi contribuirono all’inondazione. Tonnellate di detriti, trascinati dall’acqua, si depositarono in tale quantità sui pilastri da impedire all’acqua di scorrere liberamente. Infine l’enorme pressione esercitata contro alcuni ponti li fece crollare. Con quale risultato? Un ponte di tronchi d’albero lungo sessanta metri fu portato via dalle acque impetuose per una distanza di trenta chilometri, abbattendo sul suo cammino tutto quello che incontrò come una falce gigantesca.
Ad ogni modo, la sconsideratezza e la negligenza dell’uomo contribuirono pure direttamente alle inondazioni. In che modo? O Estado de São Paulo risponde: “La principale causa delle inondazioni . . . fu il diboscamento indiscriminato”. Ribadendo questa veduta, il professor Piquet Carneiro, ex presidente della Fondazione Brasiliana per la Preservazione della Natura, dice che da vari anni gli ecologi si attendevano effettivamente le inondazioni a causa del fatto che le foreste brasiliane erano state spogliate in maniera incontrollata.
Gli alberi costituiscono una barriera naturale per la pioggia, impedendo l’erosione e le frane. Un tempo il Brasile aveva dense foreste tropicali. Ma ora, vengono abbattuti ogni giorno milioni d’alberi nel paese mentre gli alberi piantati sono solo un terzo di tale numero.
L’eliminazione di tratti così enormi di foreste è stata considerata necessaria per il “progresso” dell’uomo. Le grandi autostrade che ora penetrano nella regione dell’Amazzonia, ad esempio, vi hanno fatto andare migliaia di pionieri, la maggioranza dei quali non ha nessuna conoscenza dei metodi di preservazione. A causa dell’abbattimento di alberi in grandi proporzioni in alcune parti del paese si sono aperte profonde gole. Città coprono ora zone dove un tempo c’erano foreste. E sono sorte piantagioni di caffè e di soia.
Pertanto, dicono numerosi esperti, le recenti inondazioni non sono state altro che un boomerang. La mancanza di previdenza da parte dell’uomo si è semplicemente ritorta su di lui: questo è ciò che ha reso le inondazioni così devastatrici. E il peggio può ancora dover venire. José Lutzemberger, presidente dell’Associazione per la Protezione dell’Ambiente del Rio Grande do Sul, predice: “La catastrofe che ha colpito Tubarão è solo un presagio di ciò che verrà; negli anni avvenire ci saranno calamità anche più grandi. Probabilmente stiamo già vedendo i primi cambiamenti climatici prodotti dalla distruzione promossa dall’uomo in tutta la terra”.
Per il momento, comunque, i superstiti sono lieti che le recenti inondazioni non fossero più gravi di quanto non siano state. In effetti, a Tubarão una tragedia più vasta fu evitata grazie all’eroismo e alla cooperazione di molte persone.
Poteva andare peggio
Allorché la domenica sera, 24 marzo, le acque cominciarono a salire, un disperato e lugubre coro di clacson e il fischio delle locomotive cercò di svegliare la città addormentata. Si attribuisce a questo la salvezza di molte vite. Mentre gli autobus venivano inviati in zone più elevate, i conducenti raccoglievano le persone in fuga, salvandone, si calcola, 400. Quindi per quasi una settimana gli autobus diedero asilo alla gente in difficoltà. Sei elicotteri prelevarono circa 6.000 vittime dai tetti delle case. Alcuni militari e personale del comune lavorarono senza posa per ventiquattro ore per trasferire le famiglie più duramente colpite.
Dopo il disastro varie istituzioni brasiliane fornirono per settimane cibo e vestiario per 20.000 persone. Ogni giorno arrivavano una quarantina di tonnellate di cibo. La Croce Rossa Internazionale inviò da Francoforte, in Germania, 500 tende.
Tutti i trentotto componenti della congregazione dei testimoni di Geova di Tubarão sopravvissero all’inondazione, anche se molti subirono ingenti perdite materiali. Un sorvegliante di circoscrizione dice che i Testimoni, “anche davanti alla morte, non persero il coraggio”. Il sorvegliante che presiede la congregazione, Valdomiro Cardoso, narra i suoi sforzi di assistere i sofferenti: “Dopo avere accompagnato la mia famiglia in un vicino edificio, tornai ad aiutare altri ad allontanarsi dal pericolo. L’acqua continuava rapidamente a salire e la corrente era fortissima. Le persone del mondo intorno a noi erano stordite. Noi, comunque, mediante la preghiera riponemmo la nostra fiducia in Geova, e cercammo di confortarle con la speranza delle vicine benedizioni del Regno”.
I Testimoni della vicina Florianópolis furono i primi a portare nella devastata Tubarão cibo, vestiario, acqua e medicinali. Fu rapidamente organizzato un programma di aiuti tramite cui i Testimoni e altri della zona ricevettero assistenza da varie congregazioni nonché dalla sede filiale della Società Torre di Guardia a San Paolo.
Attuale ricostruzione
La popolazione di Santa Catarina non ha perso la speranza. Con lo slogan “il Sud è vivo”, la gente è stata spronata a ricostruire. Fu stabilito di inviare autocarri e attrezzature per sgombrare la città dalle rovine, dalle macerie e dallo spesso strato di fetido fango. Lo stato e i governi federali hanno stanziato centinaia di milioni di cruzeiro per il ripristino di case e autostrade e per rinnovare l’agricoltura e l’industria.
Gli abitanti delle zone colpite non vedono l’ora di ricostruire. Ma le inondazioni del Brasile han fatto loro capire questo fatto: L’uomo, non solo le forze naturali, è stato la principale causa della recente catastrofe che ha colpito la loro nazione. Sanno che ovviamente l’uomo ha molto da imparare per essere in pace con il suo ambiente.
[Nota in calce]
a Un cruzeiro vale circa 105 lire italiane.