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Svegliatevi! 1980
g80 8/1 pp. 4-6

Che cos’è la morte

PER parecchio tempo molti hanno considerato la morte come un semplice passaggio da una forma di vita a un’altra. Secondo questo punto di vista, alla morte l’anima si libera dal corpo e continua a vivere altrove. Ma è vero questo?

Più avanti lo vedremo, ma prima esaminiamo alcune cose che si sono apprese riguardo alla morte. La morte non avviene tutta in una volta; è un processo che è stato suddiviso in due parti.

Morte clinica

“La persona il cui cuore e i cui polmoni hanno smesso di funzionare può essere considerata clinicamente morta”, spiega The World Book Encyclopedia. Tuttavia migliaia di persone che un tempo furono clinicamente morte sono oggi vive e vegete. Il loro cuore e i loro polmoni cessarono di funzionare in seguito ad attacco cardiaco, annegamento o fulminazione. Ma persone presenti in quel momento sapevano come invertire il processo di morte. In che modo?

Venne praticata la rianimazione cardiopolmonare, e la vittima fu felicemente riportata in vita.a Se il battito cardiaco e i movimenti respiratori sono cessati per più di quattro-sei minuti, in genere è troppo tardi perché l’individuo possa riprendere una vita utile. A quel punto il cervello è stato di solito danneggiato essendo stato privato di ossigeno per troppo tempo. Com’è dunque possibile, chiederete, che persone clinicamente morte per ore riacquistino a volte buona salute?

Ciò è dovuto al rapido calo della temperatura corporea al tempo della “morte”. Il dott. Brian Pickering, che fece rivivere Jean Jawbone (menzionata nell’articolo precedente), spiega: “È una donna molto fortunata. L’estremo freddo ebbe l’effetto di congelarle il cervello e impedire che restasse danneggiato”. Persone annegate in acqua freddissima sono state felicemente riportate in vita dopo che erano “morte” da parecchio tempo.

Qualcosa di più sulla morte?

Letteralmente migliaia di persone che sono state clinicamente morte sono oggi in buona salute. Tale esperienza ha permesso loro di sapere qualcosa di più sulla morte? Ricordano qualcosa in merito ad essa?

Molti dicono di sì. I medici hanno intervistato parecchie di queste persone, e alcuni libri recenti si basano su quanto hanno raccontato. I giornali hanno riferito le conclusioni con titoli sensazionali. Per esempio, il 6 gennaio 1973 lo Star di Toronto diceva in un titolo:

“C’è la vita dopo la morte, e può essere l’inferno, dice un medico

Un libro narra esperienze di persone che sono ‘morte’”

The National Observer diceva in un titolo:

“Ritorno dai morti?

Alcuni che ci sono stati dicono d’avere trovato segni di vita nell’aldilà”

Sullo stesso tono, il Constitution di Atlanta annunciava:

“La vita dopo la vita

Persone che sono state ‘clinicamente’ morte descrivono la sensazione dell’anima che lascia il corpo”

Sono narrati molti fatti avvincenti e sbalorditivi. Il cardiologo dott. Maurice Rawlings, dell’Ospedale Diagnostico di Chattanooga (Tennessee) ha rianimato centinaia di pazienti. Egli dice che spesso, quando vengono riportati in vita, narrano a tinte vivaci le loro esperienze. Quasi tutti dicono di avere provato sensazioni molto piacevoli, estasianti. Ma non tutti. In un caso un postino 48enne “cadde morto” mentre svolgeva il suo tran tran in ufficio. Rawlings lo rianimò più volte e spiegò:

“Ogni volta che il battito cardiaco e la respirazione riprendevano, il paziente gridava: ‘Sono all’inferno!” Era terrorizzato e mi supplicava di aiutarlo. . . .

“Questo paziente aveva un’espressione grottesca che rivelava puro e semplice orrore. Aveva le pupille dilatate e sudava e tremava e pareva gli si rizzassero i capelli.

“Diceva: ‘Non capisce? Sono all’inferno. Ogni volta che smette di massaggiarmi il torace torno all’inferno. Non mi lasci tornare all’inferno!’”

Esperienze del genere hanno convinto il dott. Rawlings che esiste la vita dopo la morte. E alcuni altri medici e ricercatori sono giunti alla stessa conclusione in base alle cose narrate da persone “morte”. Il Post di New York conteneva questo titolo:

“La scienza comincia a credere che ci sia la vita dopo la vita”

Perché si presta fede a questi racconti

Il fatto è che le persone riportate in vita narrano a volte fatti davvero sorprendenti e sconcertanti. La dottoressa Elizabeth Kubler-Ross, una delle principali ricercatrici nel campo delle cosiddette esperienze dopo la morte, parla di una ragazza 12enne che, ‘attraversando la soglia dell’aldilà’, incontrò un fratello maggiore, che descrisse in modo particolareggiato. Ma, spiegò il medico, il fratello era morto tre mesi prima che nascesse la ragazza, e i genitori non le avevano mai parlato di questo fratello.

Il dott. Raymond A. Moody, che ha anch’egli intervistato molti di questi pazienti, dice che mentre era “morta” una ragazza uscì dal corpo e andò in un’altra stanza dell’ospedale. Vi trovò la sorella che piangeva e diceva: “Oh, Kathy, non morire ti prego”. In seguito, quando Kathy narrò alla sorella esattamente quello che aveva detto e dov’era quando l’aveva detto, la sorella rimase sbalordita.

‘Simili esperienze non sono la prova che alla morte qualcosa lascia il corpo per continuare a vivere altrove?’ chiederà qualcuno. Il dott. Moody afferma: “Queste persone non avrebbero potuto indovinare attraverso vie normali ciò che avveniva nella stanza mentre erano ‘morte’!”. Egli dice: “Se il sig. Jones vi dice che il suo spirito era sospeso vicino al soffitto e descrive chi c’era nella stanza quando è accaduto ciò che è accaduto, pare non ci sia altro da fare che credergli”.

Tuttavia, non c’è veramente nessun’altra spiegazione? È esatto dire che queste persone riportate in vita erano veramente morte? La cessazione dei movimenti respiratori e del battito cardiaco significano che segua immediatamente la morte effettiva?

Morte biologica

No. Com’è già stato detto, la morte non avviene tutto in una volta. The World Book Encyclopedia spiega: “Le singole cellule del corpo continuano a vivere per parecchi minuti [dopo la morte clinica]. Si può far rivivere la persona se il cuore e i polmoni ricominciano a funzionare e danno alle cellule l’ossigeno di cui hanno bisogno”. Ma che dire se non si provvede abbastanza in fretta l’ossigeno vitale?

Questa enciclopedia prosegue dicendo: “Le cellule cerebrali — che soffrono moltissimo per la mancanza di ossigeno — incominciano a morire. La persona muore subito ed è impossibile farla rivivere. A poco a poco muoiono anche altre cellule del corpo. Le ultime a morire sono le cellule delle ossa, dei capelli e della pelle, che possono continuare a crescere per parecchie ore”.

Quindi le persone che a quanto si afferma furono riportate in vita non erano effettivamente morte. Non avevano subito la morte completa, o biologica. Il battito cardiaco e la respirazione si erano solo arrestati temporaneamente.

Perché allora tante persone che sono state riportate in vita narrano esperienze così sorprendenti? Non è possibile che, nella loro condizione di morte clinica, sia loro data un’idea anticipata di ciò che le attende in una vita futura? La morte apre forse la porta dell’aldilà?

[Nota in calce]

a Vedi Svegliatevi! dell’8 luglio 1979, pagg. 8-10, per una trattazione della “rianimazione cardiopolmonare”.

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