L’uomo lotta per i suoi diritti
NEL 73 a.E.V., uno schiavo tracio di nome Spartaco fuggì dalla scuola gladiatoria dov’era addestrato. Si nascose sul Vesuvio e raccolse attorno a sé altri schiavi fuggitivi fino a formare un esercito. Sconfitti uno dopo l’altro due reparti romani, devastò gran parte dell’Italia meridionale e giunse combattendo fino alle Alpi. A quel punto il suo esercito contava circa 90.000 uomini. Quando gli altri schiavi si rifiutarono di lasciare l’Italia, fu costretto a riprendere la via del sud, con l’intenzione di passare in Sicilia. Infine fu ucciso in battaglia da un nuovo comandante romano, M. Licinio Crasso.
Questa è in breve la storia di un uomo che lottò per quello che oggi sarebbe chiamato un diritto umano, il diritto alla libertà dalla schiavitù. Episodi simili si sono ripetuti molte volte nella storia dell’umanità.
I diritti dell’uomo non sono stati garantiti
L’espressione “diritti dell’uomo” è piuttosto moderna. In passato erano chiamati “diritti naturali”. Ma comunque siano chiamati, pare che l’uomo abbia sempre sentito il bisogno di proteggere certi diritti e certe libertà. Il codice di Hammurabi, le riforme legali di Solone in Grecia e le “leggi immutabili” dei medi e dei persiani avevano lo scopo di tutelare i diritti e offrire un certo grado di sicurezza a cittadini di diverse nazioni.
Nondimeno, le leggi non adempirono sempre il loro scopo. A volte sorgeva un tiranno come Nerone che non teneva conto della legge. Ai giorni di Mardocheo, il malvagio Aman si servì della legge nel tentativo di provocare l’annientamento della minoranza ebraica nell’impero persiano. Alcuni molto ricchi e influenti erano al di sopra della legge.
Inoltre, la storia è piena di esempi di gruppi che non furono veramente protetti dalla legge. La rivolta di Spartaco mise in luce la triste sorte degli schiavi nell’impero romano: molti erano costretti a lottare fino alla morte nelle arene, o erano letteralmente sfruttati fino alla morte nelle miniere e nelle galere. Nell’antica Atene la posizione delle donne era tutt’altro che invidiabile. Considerate in genere poco più che schiave buone a far figli, di loro è detto che erano “recluse nelle proprie case, prive di istruzione e con pochi diritti, e reputate dai mariti nulla più di una proprietà privata”.
La crudeltà degli assiri e le deportazioni in massa compiute dai babilonesi ci rammentano un’altra classe ai cui diritti non si è mai prestata molta attenzione: quella dei vinti nelle numerose guerre della storia. Anche i poveri hanno sempre sofferto, e in tempi più moderni i diritti delle minoranze culturali, linguistiche e specialmente razziali e religiose sono stati gravemente calpestati.
Egoismo e diritti dell’uomo
Quindi nel corso della storia i sistemi giuridici dell’uomo non hanno garantito a tutti uguali diritti umani. Ne sono nate lotte, rivoluzioni e insurrezioni mentre i popoli hanno combattuto per conquistare maggiore libertà.
In tutte queste lotte è stata evidente una caratteristica umana: l’egoismo o egocentrismo. Ciò ha impedito che tutti gli uomini godessero dei diritti umani e ha dimostrato quanto affermò il filosofo tedesco Hegel, che la libertà è possibile solo in una collettività dove i cittadini hanno certe norme morali.
Un esempio di ciò che accade quando predomina l’egocentrismo si ebbe durante la cosiddetta “rivolta dei contadini” in Inghilterra. Nel 1381 una gran folla di contadini al comando di Wat Tyler marciò su Londra e chiese di vedere il re. Avevano subito il flagello della peste nera e ora protestavano contro le forti tasse e i lavori forzati a cui li sottoponevano i baroni, i proprietari terrieri dell’epoca. Erano forse 100.000. Il re accettò di incontrarli e acconsentì alle loro richieste, ma i baroni non vollero rinunciare ad alcuni loro diritti. Wat Tyler fu ucciso, e neppure una delle richieste dei contadini fu appagata.
Questo egocentrismo si è manifestato in un altro modo. Molte volte, quando un certo gruppo ha combattuto per determinati diritti e infine li ha conquistati, in seguito ha mostrato poco rispetto per i diritti altrui.
Nel 1789, per esempio, i cittadini francesi rovesciarono con la violenza il dominio di un’aristocrazia oppressiva, e formularono la famosa Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino. Vi elencarono i diritti di cui i francesi dovevano godere, specialmente “libertà, patrimonio, sicurezza e resistenza all’oppressione”. Tuttavia, non molti anni dopo, la nazione francese sotto Napoleone era impegnata in guerre di conquista, che pregiudicarono la ‘libertà, il patrimonio e la sicurezza’ di quasi tutte le nazioni europee.
Si afferma che la prima importante formulazione di un documento politico sui diritti dell’uomo sia stata la Carta dei diritti (Bill of Rights) inglese, del 1689. Ma in seguito, quando l’impero britannico si stava estendendo in varie parti del mondo, si mostrò poco rispetto per i diritti di molti popoli vinti, come ad esempio gli aborigeni dell’Australia e della Tasmania.
Allo stesso modo, la Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti diede risalto al diritto degli americani alla ‘vita, alla libertà e alla ricerca della felicità’. Tuttavia quanta considerazione fu prestata alla ‘vita, alla libertà e alla ricerca della felicità’ da parte di milioni di negri strappati dalle loro dimore in Africa per essere venduti schiavi nelle piantagioni americane? E quando l’espansione della nazione americana venne a trovarsi in conflitto con i diritti delle varie tribù indiane, i diritti di chi furono spesso calpestati?
Cristianità e diritti dell’uomo
Infine, la storia delle chiese della cristianità nel campo dei diritti dell’uomo non è stata delle migliori. Come la pensasse la cristianità sull’affermazione dei diritti dell’uomo è indicato da due interessanti episodi storici.
Nel 1215 i baroni inglesi costrinsero il dissipato re Giovanni a firmare la Magna Carta, un’anticipazione dei documenti per i diritti dell’uomo. Sebbene le libertà che concedeva fossero piuttosto limitate, è considerata una pietra miliare per il fatto che impose al re il rispetto della legge.
La reazione di papa Innocenzo III a questo documento è passata alla storia. Egli disse: “Respingiamo e condanniamo assolutamente questo accordo, e pena la scomunica ordiniamo al re di non osar di osservarlo e ai baroni di non chiedere che sia osservato. Dichiariamo con ciò la nullità dello statuto, che è privo di qualsiasi validità in perpetuo”.
Naturalmente la Magna Carta non scomparve. Fu riaffermata parecchie volte; perfino la chiesa cattolica vi si appellò quando i suoi diritti erano minacciati, e contribuì all’espansione politica dell’Inghilterra e dell’America.
Nel 1524, in Germania, scoppiò la cosiddetta “guerra dei contadini”. Come nel caso della rivolta dei contadini inglesi, gli umili contadini protestavano contro le tasse e i servizi sempre crescenti chiesti dai principi tedeschi. Martin Lutero suggerì ai contadini di cedere le armi. Al loro rifiuto, egli avrebbe consigliato ai principi di colpirli e abbatterli “come cani arrabbiati”. I principi seguirono questo consiglio.
In moltissimi casi la cristianità ha agito in modo violento contro quelli che oggi sono chiamati “diritti dell’uomo”. Il massacro dei cattolici irlandesi ordinato dal protestante Cromwell, e la strage degli ugonotti, protestanti francesi, compiuta dai cattolici di quella nazione sono soltanto due esempi della spietata intolleranza manifestata dalle nazioni della cristianità verso i diritti altrui. Ulteriori esempi sono le sue sanguinose crociate e inquisizioni; le imprese dei conquistadores spagnoli che, con la benedizione dei capi spirituali, compirono assassinii e saccheggi in molte parti del mondo; e da non dimenticare sono le donne, si calcola in numero di 100.000, che nel medioevo furono messe al rogo dietro l’accusa di stregoneria.
Sì, in tutta la storia i diritti dell’uomo sono stati calpestati. Le forze che avrebbero dovuto contribuire al miglioramento dell’uomo, come le leggi nazionali o anche le leggi della cristianità, sono state o inadeguate o decisamente lesive per l’umanità. Molte classi sono state private dei loro diritti, e le egoistiche tendenze dell’uomo hanno impedito a queste classi di trarre sollievo dall’oppressione. Il più delle volte è accaduto come disse molto tempo fa il libro biblico di Ecclesiaste: “L’uomo ha dominato l’uomo a suo danno”. — Eccl. 8:9.
Che significato ha questo per noi? Sono cambiate le cose? Ora più che in passato c’è speranza che i diritti dell’uomo siano garantiti? Cosa mostrano i fatti?
[Testo in evidenza a pagina 7]
Molte volte, quando un certo gruppo ha conquistato determinati diritti, in seguito ha mostrato poco rispetto per i diritti altrui.