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  • Sono tutelati i diritti dell’uomo nel nostro tempo?

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  • Sono tutelati i diritti dell’uomo nel nostro tempo?
  • Svegliatevi! 1979
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  • Progresso nei tempi moderni
  • Problemi da risolvere
  • Tortura e genocidio
  • Cosa ci vuole per garantire i diritti dell’uomo?
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Svegliatevi! 1979
g79 8/12 pp. 8-11

Sono tutelati i diritti dell’uomo nel nostro tempo?

“In tutto il mondo i diritti dell’uomo sono sempre più calpestati e le violazioni delle norme internazionali sono così estese che andiamo incontro alla crisi dei diritti dell’uomo”.

Questo ha detto Donald M. Frazer, membro della camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti.

Leggendo queste parole alcuni rimarranno sorpresi. Forse pensano che nel mondo moderno siano stati fatti molti passi avanti nel far conoscere e rispettare i diritti dell’uomo. Come stanno realmente le cose?

Progresso nei tempi moderni

Questa generazione ha visto molta attività internazionale a favore dei diritti di vari gruppi, certo più delle generazioni precedenti. Nel 1948 le Nazioni Unite cercarono di stabilire una norma internazionale formulando la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Fu seguita da due patti: il Patto Internazionale per i Diritti Economici, Sociali e Culturali e il Patto Internazionale per i Diritti Civili e Politici.

La Dichiarazione Universale era una semplice enunciazione di obiettivi da raggiungere, e, quindi, fu firmata da quasi tutti gli allora membri delle Nazioni Unite. I due patti, tuttavia, miravano a trasformare questi obiettivi in legge internazionale, vincolante per i firmatari. Le nazioni esitarono molto di più a firmarli.

Oltre a ciò, le Nazioni Unite hanno discusso questioni come genocidio, profughi, diritti politici della donna, diritti del fanciullo e sanità mondiale.

Oltre alle Nazioni Unite, altre organizzazioni internazionali — come Amnesty International — lavorano per promuovere il rispetto dei diritti dell’uomo in tutto il mondo. È stata istituita la Commissione Europea per i Diritti dell’Uomo al fine di considerare le accuse di violazione. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro ha favorito l’abolizione dei lavori forzati e cerca di prevenire la disoccupazione.

Molti governi nazionali hanno emanato leggi che salvaguardano i diritti e il tenore di vita dei lavoratori. Anche i capi della cristianità parlano a favore dei diritti umani. E, più recentemente, gli Stati Uniti hanno dato molta importanza ai diritti dell’uomo nella loro politica estera, sperando di usare la forza economica e politica per incoraggiare altri paesi a rispettare i diritti dei rispettivi cittadini.

Problemi da risolvere

Significa tutta questa attività che i diritti dell’uomo saranno garantiti nel nostro tempo o nell’esistente sistema di cose mondiale? Purtroppo, esistono ancora violazioni in molti paesi, come indica il rappresentante Frazer. Nel 1976 l’allora segretario di Stato americano avrebbe detto: “Nessun paese, nessun popolo, anzi, nessun sistema politico può affermare d’avere un passato irreprensibile nel campo dei diritti dell’uomo”.

In occasione del XXX anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, papa Giovanni Paolo II avrebbe detto: “Il mondo in cui viviamo offre troppi esempi di ingiustizia e oppressione”. Il Times di Canberra citò un commento di Amnesty International: “I diritti dell’uomo sono violati nella maggioranza dei paesi con qualsiasi ideologia e regime politico”. Perché mai?

Certe violazioni sono indipendenti dalla volontà dei governi nazionali. Nessun governo vuole che i diritti dei suoi cittadini siano calpestati dai delinquenti, eppure, nella maggioranza dei paesi, la sicurezza personale di molti è stata compromessa dalla crescente ondata di delinquenza.

Un altro problema mondiale di ardua soluzione è quello della fame. Milioni di persone soffrono la fame, e quindi godono pochissimi diritti. Qualcuno ha detto: “Com’è possibile godere del diritto d’avere una vita piena e soddisfacente se vi sono povertà e fame?”

Negli ultimi mesi la stampa ha parlato molto dei profughi del Vietnam, la cosiddetta “gente delle barche”. Quasi tutti converranno che, in base all’Articolo 14 della Dichiarazione Universale, essi hanno diritto di “cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni”. Comunque, il loro arrivo sulle spiagge di alcuni paesi ha causato grande costernazione. Pare che minaccino l’economia di questi paesi, e da alcune notizie risulta che sono stati respinti, a volte con tragici risultati.

Un altro problema è quello del conflitto di interessi o di diritti. Ecco come ha spiegato la cosa l’educatore Ruben Santos Cuyugen: “Per proteggere i diritti culturali di una minoranza si possono contrastare le esigenze di sviluppo della comunità più numerosa o della regione. Allo stesso modo, per proteggere i diritti patrimoniali del gruppo favorito si potrebbero sopprimere i diritti dei gruppi meno favoriti o privilegiati”.

Che significa? Immaginate un paese in cui la maggior parte della ricchezza sia nelle mani di pochi privilegiati, mentre la grande maggioranza vive in povertà. Per alzare il tenore di vita della maggioranza, e quindi proteggerne i diritti, il governo può cercare di ridistribuire la ricchezza del paese. Ma nel far questo si troverà a violare i diritti ugualmente validi della minoranza ricca.

Infine c’è la questione dell’interpretazione. Certi paesi occidentali menzionano spesso i diritti di cui godono i loro cittadini, tuttavia alcune nazioni dell’Est li hanno accusati in certi casi d’aver violato i diritti dell’uomo. Come ha affermato di recente Fidel Castro, secondo il Times di New York, la cosiddetta libertà dell’Occidente non era altro che il diritto borghese di sfruttare l’uomo e di conservare il sistema di classe.

D’altronde, alcuni paesi non comunisti puntano il dito su molte presunte violazioni dei diritti avvenute nei paesi comunisti, come l’esistenza di campi di lavoro, e la tanto pubblicizzata sorte dei dissidenti. Ma secondo il giornale francese La Croix, “l’Unione Sovietica . . . ha deciso di celebrare solennemente questo anniversario (della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo) decantando . . . gli eccezionali diritti di cui godono i suoi cittadini”.

Può sembrare che parlino di cose diverse. E forse è così. Il dott. Edward Norman, decano di Peterhouse all’Università inglese di Cambridge, ha detto di recente: “Le democrazie occidentali insistono su questo tipo di obiezioni morali (sui diritti dell’uomo) nella critica ai regimi autoritari . . . Gli stati socialisti, condannando il liberalismo occidentale, rispondono con la stessa esatta retorica sui diritti dell’uomo. Il linguaggio dei diritti dell’uomo è identico, ma il contenuto varia secondo l’ideologia o la classe”.

Tortura e genocidio

Forse peggiori delle divergenze ideologiche e dei problemi sociali menzionati sopra sono i numerosi casi in cui i governi opprimono i cittadini. Due anni fa, la rivista Time citò i commenti di Amnesty International secondo cui nel precedente decennio era stata praticata ufficialmente la tortura in 60 paesi. Solo nel 1975, 40 paesi furono accusati di avere torturato i propri cittadini. Inoltre, parecchi paesi sono accusati d’avere detenuti politici.

Dopo l’ultima guerra mondiale, il mondo inorridì venendo a conoscenza del massacro di sei milioni di ebrei, e di milioni di altri, in Europa. Molti dissero: “Non accadrà mai più!” Tuttavia anche adesso leggiamo notizie di spaventosi massacri in varie parti del mondo. Il governo di un piccolo paese africano è accusato d’avere causato la morte di un sesto della popolazione. Si afferma che in un’isola tropicale 100.000 sarebbero stati i morti durante una recente invasione. In un paese asiatico, recenti notizie parlano di oltre un milione di persone trucidate per motivi politici.

Leggendo queste notizie forse vi chiedete: ‘Perché qualcuno non fa qualcosa? Perché qualcuno non va a vedere se queste notizie corrispondono al vero e non fa cessare queste cose?’ La risposta sta in ciò che il giurista inglese lord Wilberforce definì “l’insolubile dilemma in materia di diritti dell’uomo: dal tempo della Dichiarazione Universale i diritti dell’uomo sono di interesse internazionale, mentre il modo in cui uno stato tratta i suoi cittadini è una faccenda di natura esclusivamente interna”.

Il prof. W. J. Stankiewics, dell’Università della Columbia Britannica, dà questa esauriente spiegazione: “È evidente che anche se un paese ritiene che i diritti dell’uomo siano violati in un altro stato, la legge internazionale non consente di procedere contro il trasgressore né da soli né insieme ad altri stati. In effetti, un atto mirante a far cessare una violazione dei diritti dell’uomo sarebbe un atto di aggressione secondo la legge internazionale. I diritti dell’uomo esistono e sono riconosciuti, ma è quasi impossibile tutelarli”.

Cosa ci vuole per garantire i diritti dell’uomo?

Stando così le cose, è difficile che, nell’attuale sistema di cose, i diritti dell’uomo siano mai completamente garantiti. Esiste dunque qualche possibilità di salvaguardare questi diritti? Esaminando la storia passata e presente della lotta dell’uomo per la conquista dei suoi diritti, pare ci vogliano almeno due cose.

Primo, dev’esserci una collettività veramente onesta, dove ognuno non solo goda dei propri diritti, ma rispetti altruisticamente i diritti dei suoi simili. Secondo, dev’esserci un’autorità abbastanza saggia da stabilire il giusto equilibrio fra i diritti di vari gruppi, e da risolvere i contrasti ideologici sui diritti dell’uomo. Quest’autorità deve anche avere sufficienti poteri da risolvere problemi sociali come quello della delinquenza e della povertà, a motivo dei quali i cittadini sono privati dei loro diritti. Deve anche essere supernazionale, cioè avere autorità sulle nazioni, per cui nessuna potenza terrena possa massacrare, torturare, incarcerare ingiustamente od opprimere in altri modi i suoi cittadini.

Inutile dirlo, nell’attuale sistema di cose mondiale non esiste né una simile collettività né una simile autorità. Sperare che i diritti dell’uomo siano garantiti è dunque un ideale irrealizzabile? No. C’è la sicura speranza che la conquista dei diritti dell’uomo diverrà realtà in tutto il mondo, e nel prossimo futuro. Considerate i fatti presentati nell’articolo che segue.

[Testo in evidenza a pagina 9]

“Nessun paese, nessun popolo, anzi, nessun sistema politico può affermare d’avere un passato irreprensibile nel campo dei diritti dell’uomo”.

[Testo in evidenza a pagina 10]

“Com’è possibile godere del diritto d’avere una vita piena e soddisfacente se vi sono povertà e fame?”

[Testo in evidenza a pagina 11]

Primo, dev’esserci una collettività veramente onesta . . .

[Testo in evidenza a pagina 11]

Secondo, dev’esserci un’autorità abbastanza saggia da stabilire il giusto equilibrio fra i diritti di vari gruppi.

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