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  • g83 22/11 pp. 29-31
  • Uno sguardo al mondo

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  • Uno sguardo al mondo
  • Svegliatevi! 1983
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  • Vorreste prenderla?
  • Ultimissime dallo spazio
  • “Mondo in guerra”
  • Sfuggire alla guerra, e poi al crimine
  • Parlano per mezzo della luce
  • La scienza: sempre obiettiva?
  • Videogiochi e delinquenza minorile
  • Feti e “vitalità”
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Svegliatevi! 1983
g83 22/11 pp. 29-31

Uno sguardo al mondo

Moralità o paura?

◆ Per giustificare la loro partecipazione al dibattito sulle armi nucleari, molti capi religiosi affermano che la guerra nucleare è immorale perché si suppone abbia un “nuovo carattere”. Ma il giornalista londinese Gwynne Dyer, membro dell’Istituto Internazionale per gli Studi Strategici, non è d’accordo: “Questa è una vera assurdità, naturalmente. Il carattere — la moralità — dell’atto di uccidere in guerra è lo stesso di sempre; quello che è cambiato è il numero dei morti che comporterà. Le chiese, che hanno giustificato e benedetto praticamente tutte le guerre della storia (da entrambe le parti), stanno semplicemente reagendo alle stesse circostanze che mettono in agitazione il resto della popolazione”. È in gioco la loro pelle.

Vorreste prenderla?

◆ Le autorità sanitarie non sono d’accordo sui metodi da adottare per scoprire nel sangue dei donatori l’eventuale presenza dell’Aids, una temuta nuova malattia a esito fatale in oltre il 40 per cento dei casi. “In contrasto con la raccomandazione della Fondazione nazionale americana per l’emofilia, secondo cui i donatori ad alto rischio [come gli omosessuali] dovrebbero essere selezionati mediante ‘domande dirette’”, scrive il Medical Post del Canada, l’organizzazione canadese suggerisce di controllare “i sintomi, anziché i gruppi di rischio”. La dottoressa Hanna Strawczynski, presidente del comitato medico e scientifico consultivo della società canadese, afferma: “In effetti non abbiamo diritto di immischiarci nella vita privata dell’individuo. . . . Non chiederemo: ‘Sei un omosessuale? e . . . Hai più di 60 partner all’anno?’ Al momento non riteniamo che la cosa sia giustificata”. Comunque sia, correreste un simile rischio quando si tratta della vostra vita?

Ultimissime dallo spazio

◆ Il 13 giugno scorso il Pioneer 10, il primo veicolo spaziale che sia uscito dal sistema solare, ha superato secondo il programma l’orbita del pianeta più esterno del sistema solare a oltre 48.000 chilometri orari. Lanciato 11 anni fa, il veicolo porta una placca che, fra l’altro, indica la posizione della terra e del sistema solare a beneficio di qualsiasi “vita intelligente” possa riceverlo. “Stiamo ancora ricevendo telefonate di gente arrabbiata perché diciamo agli alieni dove siamo”, dice un portavoce della NASA (l’ente spaziale americano).

◆ I sette mesi di permanenza nello spazio di cosmonauti sovietici, un loro primato dell’anno scorso, hanno recentemente portato un frutto letterale. “Per la prima volta i cosmonauti sono riusciti a far produrre semi nello spazio a una pianta, l’arabidopsis, scelta per il suo breve ciclo vitale, circa 40 giorni”, scrive la rivista inglese New Scientist. Alcuni semi sono stati riportati sulla terra, dove hanno germogliato e sono cresciuti normalmente. “È il primo piccolo passo verso la coltivazione nello spazio per rendere autonomi sul piano alimentare i lunghi voli spaziali”, fa rilevare l’articolo.

“Mondo in guerra”

◆ Quarantacinque nazioni sono attualmente impegnate in guerre combattute in varie parti del mondo, secondo il rapporto intitolato “Mondo in guerra” del Centro americano per le Informazioni sulla Difesa. Perciò un quarto dei paesi del mondo sono impegnati in 40 conflitti che nello scorso decennio hanno fatto milioni di vittime. Dieci di queste guerre si combattono in Asia, dieci nel Medio Oriente, dieci in Africa, sette nell’America Latina e tre in Europa.

Sfuggire alla guerra, e poi al crimine

◆ “Sette famiglie cambogiane, fuggite dal loro paese per sottrarsi alla guerra e alla fame . . . e per cominciare una nuova vita a New York, sono fuggite di nuovo”, scrive il New York Times, “questa volta per sottrarsi a ladri, rapinatori e giovani teppisti nelle strade di Brooklyn”. Oltre quaranta membri di queste famiglie hanno lasciato New York, sperando di trovare un ambiente più sicuro in Pennsylvania. “Ho cercato di rendere loro la vita più facile mentre erano qui, ma nemmeno con l’aiuto della polizia sono riuscito a rendergliela tollerabile”, ha dichiarato un addetto alla sistemazione di questi rifugiati. “Un giorno sì e uno no c’era qualcosa, da un piccolo furto a gravi percosse. Parliamo di reati gravi, di gente che si introduceva negli appartamenti mentre i padroni di casa dormivano, per picchiare le nonne e i bambini. Temevano per la loro vita”.

Parlano per mezzo della luce

◆ Il 10 febbraio è stato inaugurato fra New York e Washington il primo collegamento di comunicazioni telefoniche a fibre ottiche tra grossi centri metropolitani, seguito dopo breve tempo dalla parte iniziale di un nuovo sistema che collegherà alcune delle principali città della California. Impulsi luminosi trasmettono decine di migliaia di conversazioni per volta attraverso fibre di vetro abbastanza puro da trasportare la luce per lunghe distanze. Le linee di trasmissione in fibra di vetro sono molto più piccole e leggere di quelle metalliche di un tempo.

La scienza: sempre obiettiva?

◆ Il testo classico di scienze Coming of Age in Samoa (Adolescenza a Samoa) della defunta antropologa Margaret Mead è stato recentemente criticato perché indurrebbe in errore, secondo il professor Derek Freeman dell’Università Nazionale australiana di Canberra. Nel suo nuovo libro egli afferma che essa si servì di dati inesatti nella preparazione del suo libro pubblicato nel 1928, libro ancora letto nei corsi di antropologia. La disputa, osserva il Los Angeles Times, “può dirci di più sull’antropologia che non sull’adolescenza nelle Samoa”. L’antropologo Vinson Sutlive del William & Mary College della Virginia ha dichiarato: “[La Mead] entrò nel campo con un particolare preconcetto. Tentò di trovare dati che confermassero quello che cercava, e come accade di frequente — non solo nelle scienze sociali ma a volte nelle scienze naturali — trovò quello che cercava”. E l’antropologo Paul Shankman dell’Università del Colorado (USA) è d’accordo: “La Mead era così ansiosa di rendere pubbliche le sue interpretazioni che non volle lasciarsi intralciare dai fatti”.

Videogiochi e delinquenza minorile

◆ Alcuni ragazzi giapponesi appassionati di videogiochi hanno commesso reati per mantenere la loro abitudine. Il Daily Yomiuri scrive: “A Tokyo 36 ragazzi dagli 8 ai 13 anni sono stati arrestati perché si introducevano nelle case e nei negozi, rubando denaro, oggetti preziosi o merce per potere ‘spendere a larghe mani nelle sale giochi’, secondo un funzionario di polizia”. In un altro caso verificatosi nella città settentrionale di Sendai, la polizia avrebbe “scoperto una banda di cinque ragazzi di 10-11 anni le cui attività criminose, a suo dire, somigliavano alla criminalità organizzata degli adulti”. In 30 furti con scasso commessi nell’arco di quattro mesi, i piccoli “professionisti” sono riusciti a rubare 9.570.000 yen (58 milioni di lire), che hanno sperperato nelle sale giochi, dove ogni giocata costa 100 yen (poco più di 600 lire).

Feti e “vitalità”

◆ Nel suo quotidiano riassunto degli avvenimenti che si verificano negli Stati Uniti, una recente edizione dell’Oregonian (un giornale) ha pubblicato due notizie tra le quali non c’è apparentemente nessun nesso. La prima riguardava una decisione della Corte Suprema del Kentucky (USA) secondo cui un uomo accusato di avere ucciso un feto non ancora uscito dal grembo della moglie non poteva essere ritenuto colpevole di omicidio. La corte ha detto che secondo la legge il feto non era una persona “vitale” (avente la capacità di vivere).

L’altra notizia aggiornava la storia di una bambina che era nata dopo solo 22 settimane di sviluppo (invece dei normali nove mesi) e che pesava 480 grammi. Attiva e sveglia a 50 giorni, secondo il suo medico, era aumentata di 340 grammi e “stava bene”. “In base ai normali criteri, non era vitale”, ha detto il medico meravigliato. Eppure milioni di bambini che forse sono anche più “vitali” di lei continuano a morire in tutto il mondo a causa degli aborti.

Zucchero e cancro

◆ Di recente la rivista inglese New Scientist ha pubblicato un servizio su uno studio nel corso del quale è emersa in venti paesi “una sorprendente correlazione fra il consumo dietetico di zucchero e la mortalità da cancro della mammella”. L’articolo fa notare che sebbene “il cancro della mammella sia primariamente una malattia di natura ormonale, . . . risulta che anche la dieta influisce sensibilmente”. Un’indagine statistica condotta da ricercatori inglesi e canadesi ha permesso di riscontrare che il numero più elevato di decessi per cancro della mammella fra donne più avanti con gli anni (più soggette a contrarre la malattia a causa di fattori dietetici) “si registra, in ordine discendente, in Regno Unito, Paesi Bassi, Irlanda, Danimarca e Canada, mentre quello più basso si registra in Italia, Spagna, Portogallo, Iugoslavia e Giappone”. La rivista New Scientist riferisce i risultati dei ricercatori, e cioè che a “questo andamento geografico corrisponde più che altro quello del consumo dello zucchero”, quasi nell’identico ordine elencato, una sorprendente somiglianza! Naturalmente le statistiche devono essere prese in esame con una certa cautela, ma la maggioranza dei medici riconosce che giova alla salute consumare meno zucchero.

“Il braccio destro di Barbie”

◆ Il Globe and Mail di Toronto (Canada) scrive che Klaus Barbie, recentemente estradato in Francia come criminale di guerra, aveva un “braccio destro” quando collaborava coi nazisti, un aristocratico francese, il conte Jacques de Bernonville. Governatore militare di Lione durante la seconda guerra mondiale, il conte, nel periodo in cui si afferma furono commesse molte atrocità, occupava il secondo posto nel comando dopo Barbie. Finita la guerra, dice l’articolo, “de Bernonville riparò silenziosamente nel Quebec”. Lì (secondo uno che ha fatto parte della Resistenza francese), come “beniamino dell’aristocrazia ultracattolica”, fu aiutato a sottrarsi per cinque anni all’espulsione dal paese. L’articolo del Globe and Mail spiega: “[L’espulsione] fu ritardata grazie agli sforzi di cittadini influenti del Quebec . . . e alla riluttanza delle autorità federali a offendere la gerarchia del Quebec. I servizi giornalistici della fine degli anni quaranta mostrano che tra i fidi sostenitori del conte de Bernonville c’erano . . . prelati e la Società di S. Giovanni Battista di Montreal”. Dopo un secondo ordine di espulsione il conte fuggì in Brasile e fu in seguito assassinato.

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