Il perché di un culto
I PRIMI cristiani, come riconoscono gli storici, non adoravano o veneravano né Maria né altre creature. Come mai allora tanti cattolici sono diventati dei “madonnaioli”, come li ha chiamati il sacerdote Franco Molinari?
Le ragioni sono molteplici e alcune dipendono direttamente dagli insegnamenti sostenuti dalla Chiesa Cattolica. Ad esempio, siccome essa insegna che Gesù è uguale a Dio, le è venuto a mancare un intermediario indipendente tra l’uomo e Dio. Dio e Cristo, circondati dall’alone del mistero trinitario, non sono più avvicinabili, e perciò la funzione di “intermediaria” tra la Divinità e gli uomini è stata delegata alla “Madonna”. In certi circoli mariani sono comuni motti tipo “A Gesù attraverso Maria” o “La Vergine, vincolo tra noi e Cristo”. Nel messaggio di apertura dell’anno mariano lo stesso Giovanni Paolo II ha detto che si deve “ritornare a Dio per mezzo di Maria”.
Nel corso della storia Dio e Cristo spesso sono stati presentati come giudici spietati e inflessibili. Non stupisce allora se, come ha riconosciuto il teologo René Laurentin, alcuni cattolici “hanno contrapposto alla giustizia vendicatrice di Cristo la misericordia di sua Madre: ‘Gesù vuol dannare, Maria vuol salvare’”. “Anche se abbiamo molto peccato”, scrive un vescovo, “la Madre celeste teneramente ci perdona; se ci fa paura la giustizia di Dio, non avremo certo paura del cuore della Madre”. Per i cattolici evidentemente “Dio non dà abbastanza rassicurazione”, conclude Panorama (2 gennaio 1979).
Nel corso dei secoli vari concili e papi hanno incoraggiato la venerazione di Maria e delle sue immagini ed essa è tuttora incoraggiata. La teologia cattolica usa diversi termini tratti dal greco per distinguere i vari gradi di culto: latrìa è l’adorazione rivolta a Dio, dulìa il culto reso ai santi, e iperdulìa il “culto speciale” riservato alla “Madonna”. Coerente a queste definizioni, nella sua recente enciclica, Giovanni Paolo II ribadisce che “le immagini della Vergine hanno un posto d’onore nelle chiese e nelle case”, perché essa è degna di “culto speciale”.
Ma, francamente, non è forse vero che questo “culto speciale” ha portato alcuni teologi a considerarla, come affermava Panorama (2 gennaio 1979), “la quarta persona della Santissima Trinità”? Non è forse vero che li ha portati a dichiarare — come fa un catechismo mariano — che “la sua grandezza confina coll’infinito”? — Chi è Maria?, di G. M. Roschini, ediz. Paoline, Roma, 1950, p. 41.
In sostanza, quindi, il concepire Maria come “modello perfetto di tutte le virtù” serve a soddisfare quella che la rivista Panorama (14 giugno 1987) chiama la “voglia di sicurezza” dei fedeli cattolici, soprattutto con le angosce che attanagliano la nostra generazione. C’è dunque da stupirsi se gli stessi ecclesiastici cattolici denunciano gli eccessi di devozione dei loro fedeli?
Una guida per il Duemila?
Come si è detto, secondo le intenzioni del papa il rilancio della figura di Maria servirà a prepararsi al Duemila. Davanti alle paure e alle angosce “per i sintomi di malessere che sempre più pervadono questa generazione”, il papa si è affidato alla “Madonna” perché interceda presso Dio e risolva i problemi mondiali. Ma la Bibbia ci indirizza a Maria per avere la soluzione di questi “sintomi di malessere”? In chi dobbiamo veramente confidare per vedere realizzarsi la “speranza di un’era nuova, di un mondo nuovo”?
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La “Madonna” è venerata in tutto il mondo cattolico in diverse forme