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  • g98 22/3 pp. 6-9
  • Stress buono, stress cattivo

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  • Stress buono, stress cattivo
  • Svegliatevi! 1998
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  • Tre tipi di stress
  • Più sensibili allo stress
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Svegliatevi! 1998
g98 22/3 pp. 6-9

Stress buono, stress cattivo

“Visto che lo stress è la risposta non specifica dell’organismo a qualsiasi bisogno, ognuno di noi è sempre sottoposto a un certo grado di stress”. — Dott. Hans Selye.

SE UN violinista vuole suonare, le corde del suo strumento devono essere tese, ma solo fino a un certo punto. Se sono troppo tese, si spezzano. Se sono troppo lente non producono nessun suono. La giusta tensione sta in un punto fra i due estremi.

La stessa cosa vale per lo stress. Troppo può essere dannoso, come abbiamo già visto. Ma che dire se lo stress manca del tutto? Anche se la prospettiva può apparire invitante, il fatto è che abbiamo bisogno di stress, di un po’ almeno. Supponete ad esempio che mentre state attraversando la strada, all’improvviso notate una macchina che sfreccia verso di voi. È lo stress che vi permette di togliervi dal pericolo, e in fretta!

Ma lo stress non è utile solo nelle emergenze. Si ha bisogno di stress anche per assolvere i compiti di tutti i giorni. Ognuno di noi è continuamente sottoposto a un certo grado di stress. ‘Il solo modo per evitare lo stress è quello di morire’, dice il dott. Hans Selye. Aggiunge che l’affermazione “è sotto stress” è priva di significato come l’espressione “ha un po’ di temperatura”. “In effetti con queste espressioni”, dice Selye, “vogliamo indicare un eccesso di stress o di temperatura corporea”. In un simile contesto anche lo svago comporta stress, e pure il sonno, dato che il cuore deve continuare a battere e i polmoni devono continuare a funzionare.

Tre tipi di stress

Come ci sono diversi gradi di stress, ci sono anche diversi tipi di stress.

Le tensioni della vita quotidiana provocano stress acuto. Spesso deriva da situazioni spiacevoli che bisogna risolvere. Dato che sono casuali e solo temporanee, di solito lo stress si può tenere sotto controllo. Naturalmente ci sono alcuni che passano da una crisi all’altra; in realtà, sembra che il caos faccia parte della loro personalità. Anche questo grado di stress acuto può essere tenuto sotto controllo. Può darsi, però, che il soggetto non voglia cambiare finché non si rende conto dell’effetto che quel ritmo di vita tumultuoso ha su di lui e su quelli che gli stanno vicini.

Mentre lo stress acuto è temporaneo, lo stress cronico è prolungato. Chi ne soffre non vede il modo di uscire da una situazione stressante, sia che si tratti dei problemi legati alla povertà o dell’infelicità causata dal dover fare un lavoro che non piace o delle difficoltà derivanti dall’essere senza lavoro. Lo stress cronico può nascere anche da problemi familiari insoluti. L’aver cura di un parente infermo può pure creare stress. Qualunque sia la causa, lo stress cronico logora chi ne soffre giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese. “L’aspetto peggiore dello stress cronico è che le persone ci si abituano”, dice un libro sull’argomento. “Ci si accorge immediatamente dello stress acuto perché è una cosa nuova; si ignora lo stress cronico perché è una cosa vecchia, familiare e, a volte, quasi piacevole”.

Lo stress traumatico è l’effetto di una tragedia, come uno stupro, un incidente o una calamità naturale. Molti reduci di guerra e superstiti dei campi di concentramento soffrono di questo tipo di stress. Tra i sintomi dello stress traumatico possono esserci: ricordi vivi del trauma, perfino anni dopo, insieme a un’accresciuta sensibilità nei confronti di avvenimenti minori. A volte viene diagnosticato al paziente il cosiddetto disturbo da stress postraumatico (PTSD, dall’inglese “post-traumatic stress disorder”). — Vedi il riquadro qui sopra.

Più sensibili allo stress

Secondo alcuni, il modo in cui rispondiamo ora allo stress dipende in larga misura dalla quantità e dal tipo di stress cui siamo stati sottoposti in passato. Dicono che eventi traumatici possano effettivamente alterare il “cablaggio” chimico del cervello, rendendo la persona molto più sensibile allo stress in futuro. Ad esempio, in uno studio condotto su 556 reduci della seconda guerra mondiale, il dott. Lawrence Brass ha riscontrato che fra quelli che erano stati prigionieri il rischio di ictus era otto volte maggiore che fra quelli che non lo erano stati, anche 50 anni dopo il trauma iniziale. “Per chi era stato prigioniero lo stress era stato così intenso da cambiare il modo in cui avrebbe reagito allo stress in futuro: era diventato più sensibile”.

Gli eventi stressanti dell’infanzia non sono da sottovalutare, dicono gli esperti, dato che possono avere un impatto notevole. “La maggioranza dei ragazzi che subiscono un trauma non vengono portati dal medico”, dice la dott. Jean King. “Superano il problema, vanno avanti e vengono da noi anni dopo, quando soffrono di depressione o di disturbi cardiaci”. Considerate, ad esempio, il trauma di perdere un genitore. “Uno stress di questa portata quando si è piccoli può cambiare in modo permanente i circuiti cerebrali”, dice la dott. King, “rendendo meno capaci di far fronte al normale stress quotidiano”.

Naturalmente il modo di reagire allo stress può dipendere anche da diversi altri fattori, tra cui costituzione fisica e risorse di cui si dispone per far fronte a eventi stressanti. Indipendentemente dalla causa, però, lo stress si può tenere sotto controllo. Certo, non è facile. La dott. Rachel Yehuda osserva: “Dire a chi è diventato molto più sensibile allo stress di rilassarsi è come dire a uno che soffre di insonnia di addormentarsi”. Tuttavia, si può fare molto per ridurre lo stress, come mostrerà l’articolo che segue.

[Riquadro a pagina 7]

Stress da lavoro: Un “fenomeno di portata mondiale”

Un rapporto delle Nazioni Unite dice: “Lo stress è diventato uno dei più gravi problemi sanitari del XX secolo”. La sua presenza nei luoghi di lavoro è palpabile.

• In Australia il numero di richieste di risarcimento per stress presentate da dipendenti del governo è aumentato del 90 per cento in un periodo di soli tre anni.

• Da un sondaggio condotto in Francia è emerso che il 64 per cento degli infermieri e il 61 per cento degli insegnanti dicono di essere nervosi perché lavorano in condizioni di stress.

• Secondo le stime, le malattie collegate allo stress costano agli Stati Uniti 200 miliardi di dollari all’anno. Si calcola che dal 75 all’85 per cento circa di tutti gli incidenti nell’industria sia legato allo stress.

• In molti paesi si è riscontrato che le donne soffrono di stress più degli uomini, probabilmente perché devono destreggiarsi fra la casa e il lavoro.

Lo stress sul lavoro è senz’altro, come lo definisce il rapporto dell’ONU, un “fenomeno di portata mondiale”.

[Riquadro a pagina 8]

PTSD: Una reazione normale a un’esperienza anormale

‘Tre mesi dopo un grave incidente automobilistico non riuscivo ancora a smettere di piangere o a farmi una notte intera di sonno. Anche solo uscire di casa mi atterriva’. — Louise.

LOUISE soffre di un disturbo da stress postraumatico (PTSD), una malattia debilitante caratterizzata da ricordi o sogni ricorrenti e intrusivi di un evento traumatico. Chi è affetto da PTSD può anche sobbalzare in modo esagerato. Per esempio, l’esperto di igiene mentale Michael Davis parla di un veterano del Vietnam che il giorno delle nozze corse a nascondersi nel bosco sentendo il ritorno di fiamma di una macchina. “Avrebbero dovuto esserci nell’ambiente indicazioni di ogni sorta per tranquillizzarlo”, dice Davis. “Erano passati 25 anni; era negli Stati Uniti, non nel Vietnam; . . . indossava uno smoking bianco, non l’uniforme da combattimento. Ma quando ebbe quello stimolo primordiale corse al riparo”.

I traumi avuti sul campo di battaglia sono soltanto una delle cause del PTSD. Secondo una rivista, il disturbo può essere causato da qualsiasi “avvenimento o serie di avvenimenti che implicano la morte o la minaccia di morte o grave danno o minaccia di violenza fisica. Potrebbe trattarsi di una calamità naturale, un incidente o un’azione compiuta da altri: alluvione, incendio, terremoto, incidente automobilistico, bombardamento, sparatoria, torture, rapimento, aggressione, stupro o abuso di minore”. (The Harvard Mental Health Letter) Anche solo assistere a un evento traumatico o venirne a conoscenza — forse attraverso testimonianze o fotografie scioccanti — può provocare i sintomi del disturbo, specie se le persone coinvolte sono familiari o intimi amici.

Naturalmente la reazione al trauma varia da persona a persona. “La maggioranza di coloro che hanno un’esperienza traumatica non sviluppano sintomi psichiatrici gravi e, anche quando sono presenti dei sintomi, non assumono necessariamente la forma del PTSD”, spiega la succitata rivista. Che dire di quelli in cui lo stress sfocia veramente nel PTSD? Con il tempo alcuni riescono a controllare i sentimenti legati al trauma e a stare meglio. Altri continuano a lottare con i ricordi di un evento traumatico per molti anni.

In entrambi i casi, quelli che soffrono del disturbo — e quelli che vogliono aiutarli — dovrebbero ricordare che per guarire occorre pazienza. La Bibbia esorta i cristiani a parlare “in maniera consolante alle anime depresse” e ad essere “longanimi verso tutti”. (1 Tessalonicesi 5:14) Nel caso di Louise, la donna citata all’inizio, passarono cinque mesi prima che potesse rimettersi al volante di un’auto. “Malgrado i progressi che ho fatto”, disse quattro anni dopo l’incidente, “guidare non sarà mai più piacevole come un tempo. È una cosa che devo fare, e quindi la faccio. Sono molto migliorata però rispetto al periodo dopo l’incidente, quando mi sentivo del tutto impotente”.

[Immagine a pagina 9]

Molti impiegati sono stressati

[Immagine a pagina 9]

Non tutto lo stress è cattivo

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