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  • g99 22/11 pp. 28-29
  • Uno sguardo al mondo

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  • Uno sguardo al mondo
  • Svegliatevi! 1999
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Allarme cecità
  • Il rumore in città uccide i sogni
  • Lodarli per l’intelligenza o per gli sforzi?
  • Piromani alati
  • Essere armati è pericoloso
  • “Autostrada” per le tartarughe
  • Aumentano i bambini soldato
  • Anche chi non è più giovane usa Internet
  • AIDS: “il killer numero uno tra le malattie infettive”
  • Mamme stressate, bambini stressati
  • Glaucoma: il ladro della vista
    Svegliatevi! 2004
  • Glaucoma: Un male insidioso che priva della vista!
    Svegliatevi! 1988
  • AIDS: La tragedia colpisce anche i bambini
    Svegliatevi! 1991
  • Portatori del virus dell’AIDS: Quanti potrebbero morirne?
    Svegliatevi! 1988
Altro
Svegliatevi! 1999
g99 22/11 pp. 28-29

Uno sguardo al mondo

Allarme cecità

“Oltre 200.000 canadesi hanno il glaucoma e solo la metà sa di averlo”, dice il giornale The Prince George Citizen. Il glaucoma, che è una delle principali cause di cecità, uccide lentamente le cellule nervose situate in fondo all’occhio. Il risultato è la perdita graduale della visione periferica, mentre la visione centrale viene risparmiata fino agli ultimi stadi della malattia. Molte persone affette da glaucoma non si curano perché non sentono dolore e sono ancora in grado di guidare, leggere e svolgere la maggior parte delle loro mansioni. Secondo la Società canadese di Ricerche sul Glaucoma, tra le persone più a rischio ci sono gli anziani, coloro che hanno casi di glaucoma in famiglia, i neri sopra i 40 anni e chi soffre di pressione intraoculare alta. “Se riusciremo a convincere le persone ad alto rischio a consultare il medico avremo già compiuto un notevole passo avanti”, ha detto Neeru Gupta, direttore del reparto in cui si cura il glaucoma al St. Michael’s Hospital di Toronto. “Una diagnosi e una terapia precoci possono salvare la vista”.

Il rumore in città uccide i sogni

Secondo il Ministero dell’Ambiente, di giorno oltre 40 milioni di italiani (circa il 72 per cento della popolazione) sono esposti a livelli di rumorosità troppo elevati. Tra i possibili danni derivanti da un’esposizione prolungata al rumore ci sono tachicardia, variazioni della pressione arteriosa e della capacità respiratoria, gastriti e nausea, riferisce il Corriere della Sera. (18 maggio 1999) Nei grandi centri urbani il rumore del traffico interferisce con le normali fasi del sonno. I livelli di rumorosità notturna possono superare i 70 decibel, per cui aumenta il rischio della riduzione del sonno profondo e del sogno. Lucia Venturi, responsabile scientifico dell’associazione ambientalista italiana Legambiente, dice: ‘Si può stimare che i 18 milioni di persone che vivono nelle grandi aree urbane dormano ognuna trenta minuti di meno a notte. Questo equivale a 22 notti in bianco a testa, ogni anno’.

Lodarli per l’intelligenza o per gli sforzi?

Molti genitori ritengono che lodare i figli per la loro intelligenza sia una cosa buona. Tuttavia, una nuova ricerca indica che lodi del genere possono minare le motivazioni del bambino e le sue future prestazioni, riferisce il Columbia Magazine, periodico della Columbia University di New York. Secondo la prof. Carol Dweck è molto meglio lodare i bambini per il loro duro lavoro, perché questo li rende più capaci di affrontare le sfide della vita. “I bambini elogiati per la loro intelligenza si preoccupano di più di apparire svegli, e spesso pur di fare bella figura rinunciano a imparare qualcosa di importante”, rileva la Dweck. D’altro canto, l’articolo faceva notare che è più probabile che chi viene lodato per gli sforzi fatti e per la perseveranza si impegni per imparare e per superare gli insuccessi. “Questi bambini preferiscono rinunciare a fare bella figura pur di imparare”, osserva la Dweck. “E dopo un insuccesso ricuperano molto bene, perché non se la prendono”.

Piromani alati

Si sospetta che due incendi a Kamaishi, in Giappone, siano stati provocati dalle cornacchie. Nel primo caso, i vigili del fuoco che sono andati a spegnere l’incendio divampato in un prato nei pressi di una tomba hanno trovato le prove della complicità delle cornacchie. Il Nihon Keizai Shimbun spiega: “Le cornacchie avevano preso dei dolcetti che erano stati messi su una tomba e subito dopo è scoppiato un incendio nella direzione in cui sono andate. Alcuni bastoncini d’incenso che erano stati lasciati accesi non c’erano più, e nel punto in cui era scoppiato l’incendio sono state ritrovate alcune candele, a quanto pare lasciate cadere dalle cornacchie. Circa un anno dopo, riferisce il Daily Yomiuri, nella stessa zona è divampato un incendio sulle pendici di un monte. Là un pompiere ha visto una cornacchia che volava tenendo col becco una scatola di cartone in fiamme, che ha poi gettato nel vicino fiume. I pompieri hanno trovato un’altra scatola bruciata vicino al punto dove è scoppiato l’incendio. Questa volta le cornacchie dove avevano trovato le loro torce? Si è scoperto che un abitante del posto aveva bruciato in un braciere delle scatole vuote di patatine fritte.

Essere armati è pericoloso

“In caso di rapina, per gli automobilisti che hanno una pistola la probabilità di farsi sparare è quasi quattro volte maggiore che per quelli che non sono armati”, dichiara il quotidiano sudafricano The Natal Witness. L’articolo aggiunge che “le vittime armate hanno quattro volte più probabilità di vedersi sottrarre la propria arma che di usarla”. Da un esame dei registri di polizia risulta che nel 12 per cento dei casi di rapina gli aggressori avevano sparato alle loro vittime. Ma la cifra saliva al 73 per cento quando le vittime avevano estratto la pistola per difendersi. Il ricercatore Antony Altbeker ha detto: “Avere una pistola può farvi sentire più sicuri, ma questo non significa che lo siate effettivamente”.

“Autostrada” per le tartarughe

Ogni anno in dicembre 10.000 testuggini franche tornano sulla minuscola isola di Ascensione, nell’Atlantico, per riprodursi. Secondo il Times di Londra, valendosi di un sistema di rilevamento satellitare scienziati britannici e italiani di recente hanno scoperto un’“autostrada delle tartarughe” tra l’isola e i luoghi in cui gli animali vanno a procurarsi il cibo, nei pressi della città di Recife, sulla costa brasiliana. Alla fine della stagione della nidificazione, che dura sette mesi, tutte le tartarughe, per i primi 300 chilometri, fanno lo stesso percorso per tornare in Brasile. Poi deviano leggermente e si dirigono verso luoghi diversi in cui procurarsi il cibo. Ma cosa succede ai piccoli, che non sono abbastanza forti per percorrere 2.000 chilometri e tornare in Brasile? Si lasciano trasportare dalle correnti per tutto l’Atlantico e il Mar delle Antille, nutrendosi di meduse e plancton. Si pensa che dopo cinque o sei anni ciascuno di loro si diriga verso il Brasile. Quindi, quando hanno circa 20 anni, partecipano all’enorme migrazione che li riporta nell’isola di Ascensione per riprodursi.

Aumentano i bambini soldato

“Il numero dei bambini impiegati di continuo in azioni di guerra è passato dai 250.000 di due o tre anni fa ai 300.000 di oggi”, riferisce una pubblicazione delle Nazioni Unite. (Go Between) Bambini soldato, alcuni dei quali hanno solo otto anni, sono attualmente impegnati in oltre 30 conflitti in tutto il mondo. Secondo Olara Otunnu, rappresentante speciale del segretario generale dell’ONU per i bambini coinvolti nei conflitti, “i bambini sono stati costretti a diventare strumenti di guerra, sono stati reclutati o rapiti per diventare soldati e pertanto obbligati a esprimere con la violenza gli odi degli adulti”. Per impedire che il numero dei bambini soldato aumenti, l’UNICEF avanza una proposta “che farebbe salire l’età di reclutamento nelle forze armate a 18 anni ed esorta a considerare il reclutamento al di sotto di questa età un crimine di guerra”. — Facts & Figures 1998.

Anche chi non è più giovane usa Internet

“L’ultima indagine demografica Web rivela che le persone [dai 50 anni in su] che usano Internet sono molto più numerose di quanto si pensasse”, riferisce Maria Seminerio, giornalista di ZDNet. Secondo Tim Cobb, presidente dell’organizzazione che ha condotto il sondaggio, “questa è la prova che la Rete sta ormai entrando nell’uso comune e non è più solo appannaggio di chi è abituato alla tecnologia avanzata”. Per esempio, adesso negli Stati Uniti almeno il 40 per cento degli ultracinquantenni ha il computer a casa e il 70 per cento d’essi a quanto pare naviga nella Rete.

AIDS: “il killer numero uno tra le malattie infettive”

“L’AIDS è ora il killer numero uno nel mondo tra le malattie infettive”, fa notare Peter Piot, direttore esecutivo del programma delle Nazioni Unite contro l’AIDS. La rivista Science riferisce che nel 1997 l’AIDS era la settima tra le peggiori cause di mortalità in tutto mondo. Ma nel 1998 ha superato tutte le altre eccetto le cardiopatie ischemiche, le malattie cerebrovascolari e le affezioni respiratorie gravi, che non sono malattie infettive. L’AIDS è diventato il killer numero uno anche in Africa, sorpassando perfino le malattie non infettive. Solo in Africa, l’anno scorso l’AIDS ha mietuto circa 1.830.000 vittime: il doppio della malaria, che in quel continente è la seconda causa di mortalità.

Mamme stressate, bambini stressati

Quando una donna incinta è continuamente sotto stress, la crescita del nascituro può risentirne negativamente, riferisce il quotidiano canadese National Post. Secondo Pathik Wadhwa, che lavora nel College of Medicine dell’Università del Kentucky con sede a Lexington, l’ambiente uterino “condiziona lo sviluppo del bambino, e se lo stress materno è alto può rendere i bambini più vulnerabili alle malattie”. Le mamme stressate hanno anche “più probabilità di avere bambini prematuri”, dice l’articolo. Alcuni ricercatori della Clemson University, nella Carolina del Sud, sostengono che “gli esercizi di rilassamento possono aiutare le donne incinte che sono stressate ad abbassare la pressione sanguigna, favorendo un ambiente uterino più sano”.

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