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  • Una visita all’America Centrale
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1951
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  • Visita del presidente al settentrione dell’America del sud
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1951
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1951
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1951
w51 1/4 pp. 108-112

Una visita all’America Centrale

MERCOLEDÌ, 30 novembre 1949, era il giorno in cui N. H. Knorr, presidente della Società Watch Tower Bible & Tract, e uno dei suoi segretari, R. E. Morgan, avevano stabilito di lasciare New York per un giro di servizio presso gli uffici filiali e le case missionarie della Società nell’America Centrale, compresi pure tre paesi sulla costa settentrionale del continente dell’America del Sud e parecchie isole delle Indie Occidentali. Dovevano partecipare a congressi e pronunciare discorsi nelle principali città che avrebbero visitato durante il loro viaggio. I preparativi del viaggio furono interrotti quattordici giorni prima della data di partenza allorché il fratello Knorr fu colpito da un acuto attacco di appendicite. Si sperava che l’infiammazione con una cura sarebbe cessata in modo da non rendere l’operazione necessaria. Però, questo era il terzo attacco in due anni e i medici decisero che s’imponeva un’operazione. Perciò alle ore 10 pomeridiane del 16 novembre fu fatta l’operazione chirurgica. Questo significava, naturalmente, che il fratello Knorr non avrebbe potuto fare il viaggio secondo l’itinerario inviato a tutti gli uffici filiali della Società Watch Tower situati nella zona che doveva essere visitata, benché fosse ritornato alla sua scrivania e al lavoro il 22 novembre, sei giorni dopo l’operazione.

Dato il fatto che i testimoni di Geova di quei paesi attendevano una visita di rappresentanti provenienti dalla sede centrale della Società, e siccome i preparativi erano già stati fatti per i congressi e l’annunzio delle adunanze pubbliche e del discorso del fratello Knorr era in corso, egli consigliò il fratello Morgan di continuare lui a prendere le disposizioni e a fare il viaggio da solo dal Messico al Nicaragua. Il fratello Morgan avrebbe mantenuto tutti gli impegni dei discorsi sostituendo il presidente nelle adunanze pubbliche. Il fratello Knorr stabilì che, dopo aver lasciato passare alcune settimane per dar modo alla ferita di sanarsi sufficientemente, avrebbe lasciato New York il 17 dicembre e sarebbe rimasto due giorni nei primi sei paesi da visitare, raggiungendo infine il fratello Morgan nella Costa Rica il 30 dicembre. In questa maniera il fratello Knorr sarebbe stato in grado di trattare importanti questioni relative all’opera del Regno, verificare gli uffici filiali, discutere i problemi d’espansione e quelli inerenti alle case missionarie, e parlare ai gruppi locali che il fratello Morgan avrebbe già visitati; e nello stesso tempo non avrebbe mancato di visitare e consigliare i diplomati di Galaad in questi paesi.

Il 30 novembre di buon mattino un gruppo di fratelli della Bethel di Brooklyn, compreso il fratello Knorr, il quale ora si sentiva abbastanza bene e lavorava tutti i giorni, accompagnarono il fratello Morgan all’aeroporto di Newark, New Jersey. C’era una fitta nebbia sulla città quella mattina, e specialmente sul campo d’aviazione; ma puntualmente alle ore 9 antimeridiane gli altoparlanti dell’aeroporto annunciarono la partenza del velivolo 501 della Eastern Airline per Houston, Texas. Vedendo il fratello Morgan partire i fratelli gli augurarono le benedizioni del Signore per il suo viaggio, e in pochi minuti il nuovo tipo gigante di Constellation rombò lungo la pista e presto disparve fra le nuvole nel suo volo verso sud-ovest. Con la sua cabina a pressione regolabile volava ad un’altitudine di oltre 11.000 piedi, attraversando il sud-est degli Stati Uniti a una velocità superiore alle 300 miglia l’ora. Il volo fu regolare per la maggior parte del percorso. Qualche minuto prima delle ore 2 pomeridiane il capitano invitò i passeggeri a legare le cinture di sicurezza, e puntualmente alle ore 2,05 pomeridiane le ruote toccavano la pista di Houston. Le prenotazioni esigevano la continuazione del viaggio fino a Città di Messico mediante la Pan American World Airways alle ore 3,30 pomeridiane. Ma ci fu un ritardo di trenta minuti a causa di riparazioni eseguite sul Pan American DC-4. Però, pochi minuti dopo le ore 4 pomeridiane il “Clipper Archer” era sul Golfo del Messico, puntando direttamente sulla città capitale del vecchio Messico.

MESSICO

Pochi minuti dopo le ore 8 pomeridiane le luci di Città di Messico cominciarono ad apparire in distanza. Il cielo al disopra di noi era immerso nelle tenebre mentre sorvolavamo la città virando verso occidente, ma il brillar delle luci multicolori al disotto mostrava che la Città di Messico è una città moderna, che non appare dal cielo di notte per nulla diversa da qualsiasi altra grande città americana. L’aeroplano atterrò dolcemente sulla pista dell’Aeropuerto Central alla periferia della città. Ad attendere erano tutti i diplomati di Galaad che svolgono opera educativa nella Città di Messico, insieme ad alcuni membri della famiglia della Bethel messicana. Si domandavano dove fosse il fratello Knorr, dato che l’ufficio messicano non aveva ricevuto l’avviso ch’egli sarebbe venuto due settimane più tardi, benché sapessero che il fratello Knorr era stato male. Alcuni pensarono che un viaggiatore che scendeva dall’aeroplano col fratello Morgan fosse uno dei fratelli della Bethel di Brooklyn, e fecero a quel signore un’accoglienza tanto regale e strinsero la sua mano tanto vigorosamente quanto al fratello Morgan. Egli deve aver avuto una buona impressione dell’ospitalità messicana. Non fu fino a quando alcuni del “comitato di ricevimento” composto d’una trentina di fratelli o più i quali dissero: “Aspettiamo l’altro fratello,” che tutti seppero che il fratello Morgan viaggiava da solo.

Dopo tutta questa agitazione il gruppo si diresse alla casa dei fratelli. Qui tutti si sedettero intorno alla tavola della sala da pranzo per guardare le ultime fotografie della nuova Bethel e della nuova tipografia di Brooklyn, e per parlare degli amici ritornati a casa e di come andavano le cose negli Stati Uniti d’America. Questo era il primo viaggio del fratello Morgan in un paese straniero e interessante ed egli provava molto piacere.

Il giovedì e il venerdì furono dedicati al lavoro di verifica nell’ufficio de La Torre del Vigia de Mexico, A.C. Malgrado i testimoni di Geova nel Messico avessero appena tenuto tre riuscitissime assemblee distrettuali, un buon numero di persone si raccolse a Città di Messico per prendere parte a una quarta assemblea indetta per quel paese durante l’anno. Erano principalmente presenti quelli che formano le unità di Città di Messico. Tutte le persone interessate nell’opera dei testimoni di Geova furono invitate al discorso speciale che sarebbe stato pronunciato sul soggetto “Libertà ai prigionieri”. C’erano 670 fratelli presenti all’adunanza inaugurale del venerdì sera. Questa era un’esperienza nuova per il fratello Morgan ed egli rimase colpito vedendo il caratteristico gruppo di persone d’ogni occupazione, ciascuno distinto dal proprio abito, ma facenti tutti parte delle “altre pecore” del Signore. È un fatto strano vedere i bambini in un rebozo o scialle sul petto della madre o sulle sue spalle quando si è abituati a vedere i bambini in giro nelle carrozzelle o nelle braccia materne. I fanciulli d’ogni età erano insolitamente tranquilli e non diedero alcun disturbo. Tutti i volti erano raggianti di gioia e allegrezza. Dopo alcune parole di saluto l’oratore comunicò gli affettuosi auguri del fratello Knorr e il suo rammarico di non poter essere fra loro.

Indi fece seguito un bellissimo programma di servizio. Questo fu chiuso con un discorso di mezz’ora tenuto dal rappresentante viaggiante sulle responsabilità dei servitori nell’organizzazione di gruppo. La mattinata del sabato fu dedicata al servizio di campo; ed il pomeriggio ai discorsi, tutti pronunciati da diplomati di Galaad, due dei quali erano fratelli messicani di nascita. Il sabato sera il fratello Morgan parlò di nuovo, servendosi di un diplomato di Galaad come interprete. Benché i fratelli messicani non abbiano un Libro dei cantici di servizio del Regno, ma soltanto le parole stampate, pareva che i loro cantici fossero assai più vigorosi ed espressivi di quando gli stessi cantici sono cantati in inglese. La domenica pomeriggio 850 persone si adunarono per ascoltare lo speciale discorso “Libertà ai prigionieri”. Erano presenti molte persone di buona volontà, alcune delle quali eran venute per la prima volta. Il congresso fu chiuso domenica sera con un rapporto sull’espansione delle possibilità della Società negli Stati Uniti e un riassunto del progresso dell’opera di testimonianza negli altri Paesi del mondo. A questa sessione assistettero 950 persone circa che chiesero al fratello Morgan di esternare il loro amore a tutti i conservi che avrebbe incontrato nel suo viaggio. Il martedì mattina, 6 dicembre, alle ore 11 antimeridiane il fratello Morgan salutò i fratelli dell’ufficio messicano e salì sul Pan American DC-4 diretto al Guatemala.

IL PRESIDENTE PARTE

I fratelli messicani trascorsero un tempo veramente benedetto col fratello Morgan. Non furono rattristati perché il fratello Knorr non s’era trovato pure presente, sapendo che entro una diecina di giorni avrebbero ricevuto una seconda visita, e questa volta dal presidente della Società. Sebbene il suo soggiorno non sarebbe stato molto lungo, esso significava tuttavia una seconda visita d’un membro della Sede Centrale e perciò eran contenti. Il tempo passò presto e venne il 17 dicembre senza che se ne avvedessero. In questo giorno doveva arrivare il fratello Knorr. Egli partì da New York in orario, salutando i fratelli recatisi all’aeroporto per vederlo partire. Seguì lo stesso itinerario che avrebbe dovuto seguire col fratello Morgan. Il tempo però non era molto favorevole perché sorvolando gli stati della Louisiana e del Texas occidentale l’aeroplano incontrò un forte temporale con vuoti d’aria. Quasi la metà dei passeggeri si sentì male. Il fratello Knorr, essendo un veterano di viaggi aerei non soffrì di questi sbalzi ma fu assai dispiaciuto per i molti passeggeri angosciati. Atterrò a Houston, Texas, sotto un rovescio di pioggia. Tutti i passeggeri dovettero attraversare pozzanghere d’acqua per mettersi al riparo. L’aeroplano era considerevolmente in ritardo e il viaggiatore si chiedeva se l’aeroplano della Pan American in partenza per il Messico aveva aspettato l’arrivo dell’apparecchio della Eastern Airlines. Interpellando la Pan American seppe che il loro aeroplano era pure in ritardo e non sarebbe partito che alle ore 7 pomeridiane. Questo voleva dire due ore e mezza di attesa nelle vicinanze dell’aeroporto.

Desiderando vedere alcuni fratelli in Houston, il fratello Knorr telefonò al servitore di gruppo, e poco dopo circa una quindicina di fratelli giunse all’aeroporto per trattenersi con lui. C’erano molte cose interessanti su cui parlare, ed egli apprezzò la loro compagnia finché andarono via alle ore 9,30 pomeridiane. La conversazione fece passare il tempo in fretta. La Pan American continuò a differire il volo di 30 minuti per volta fino a che suonò la mezzanotte. Uno dei motori del DC-4 non funzionava bene e dovette essere smontato due volte prima che trovassero il guasto. Verso le ore 12,15 antimeridiane il motore fu messo in funzione e sembrò tanto buono quanto gli altri tre. Tutti i passeggeri salirono a bordo ed essi partirono in una fitta nebbia. Percorrendo la pista si poteva scorgere solo alcune luci che indicavano la via all’aeroplano, ma in pochi minuti furono in aria sopra le nubi, a contemplare le stelle. Stanco e assonnato, il presidente della Società dormì per tutto il percorso fino a Città di Messico, dove giunse alle ore 4,30 del mattino. La Pan American aveva informato i fratelli venuti all’aeroporto ad attendere l’aeroplano che questo non avrebbe lasciato Houston che all’alba. Quindi si stancarono e tornarono alle loro case, eccetto un fratello che s’informò più tardi nella notte e seppe che l’aeroplano sarebbe arrivato tra le ore 3,30 e le ore 4,30 del mattino. Perciò aspettò fino all’arrivo del fratello Knorr. Fu un piacere vedere il fratello Terán, diplomato di Galaad e nativo messicano. I due presero un taxi e si recarono alla casa Bethel, vi entrarono senz’essere uditi e senza disturbare alcuno e dormirono profondamente per alcune ore del mattino.

La domenica fu un giorno occupatissimo, trascorso parlando ai diplomati della scuola di Galaad e alla famiglia Bethel. Furono prese disposizioni per parlare alle ore 7 pomeridiane a due unità e alle ore 8 pomeridiane a tre unità di Città di Messico. La prima sala era piena, con lo spazio solo per stare in piedi, e il fratello Pérez, il servitore responsabile, fece da interprete di ciò che il fratello Knorr doveva dire al gruppo. Egli fu quindi frettolosamente portato in automobile da una sala all’altra e qui cominciò a parlare alle ore 8 pomeridiane. Nelle due adunanze c’erano 550 persone presenti. In queste due adunanze fu comunicato che, dato il numero dei proclamatori di Città di Messico e l’affollamento delle tre sale che usavano, la Società aveva immediatamente deciso di suddividere le cinque unità in dodici, stabilendo unità in ogni zona cittadina per poter facilitare agli interessati la frequenza delle riunioni e perché dedicassero maggiore attenzione all’organizzazione di campo. Questa disposizione fu accolta con entusiasmo, perché i fratelli nel Messico pensano all’espansione.

Il lunedì fu dedicato ai problemi riguardanti il lavoro d’ufficio e quello di campo in genere. Ci sono nove circoscrizioni nello stato del Messico. Queste stanno aumentando tanto che possono esser fatte migliori disposizioni per le assemblee di circoscrizione. Un servitore di circoscrizione nel Messico dev’essere fisicamente robusto e maturo nella verità. Per andare di gruppo in gruppo in certi posti fuori mano bisogna camminare parecchio, andare a cavallo, si deve dormire all’aperto, affrontare ogni sorta d’intemperie, mai sicuri di bere acqua potabile, lottare contro il pericolo della malaria ed altre malattie, ecc. Ma i fratelli del Messico, come l’apostolo Paolo, sono disposti a sopportare ogni cosa per amore di Cristo. Molti piccoli gruppi di proclamatori isolati hanno bisogno del servizio del servitore di circoscrizione, e furono prese disposizioni per farlo mettere in contatto con loro e perché essi siano regolarmente visitati. Tre anni e mezzo fa il fratello Knorr visitò il Messico, e in quell’anno vi fu una media di 3.094 proclamatori. Ora hanno raggiunto quasi il doppio con una media di 5.547 nel 1949, toccando un massimo di 6.733 durante l’anno. I gruppi sono saliti da 223 a 306. Tutta questa espansione ha rallegrato i fratelli nelle benedizioni largite dal Signore sul loro lavoro. Ci sono oltre 200 pionieri che dedicano tutto il loro tempo al servizio, molti dei quali lavorano in località isolate.

L’opposizione all’opera viene principalmente dalla Chiesa Cattolica. La sua condotta nel Messico è stata per anni quella di tenere il popolo ignorante, mentre i testimoni di Geova da qualche tempo in qua hanno aiutato gli analfabeti a leggere e scrivere. Il governo messicano ha fatto grandi sforzi per favorire l’istruzione dei popolo. Questo, naturalmente, non ha avuto il favore dei cattolici, i quali han potuto conservare i molti aderenti in tutto il mondo tenendoli nell’ignoranza, ma ora sono giunti al giorno della resa dei conti. Malgrado la Chiesa sia stata cacciata dal governo ed abbia poco da dire negli affari dello stato, tuttavia essa esercita una considerevole influenza su coloro che son nati in famiglie cattoliche e non conoscono altro che l’organizzazione cattolica. La Chiesa vorrebbe riconquistare nel Messico la potenza perduta, ma la generazione attuale può ricordare chiaramente il male che essa ha fatto alla nazione. Son noti i resti di alcune istituzioni ecclesiastiche che, se sarà lasciato che rimangano, ricorderanno sempre al popolo la tirannia dell’inquisizione religiosa esistita nel Messico. Non c’era nulla di “santo” in quegli anni in cui la Chiesa Cattolica governava il paese. In un convento del sedicesimo secolo, ancora in ottimo stato di conservazione, si trovano bellissimi giardini sotto i quali esistono celle sotterranee dove i prigionieri religiosi venivano incatenati nelle più fitte tenebre. Nel loro demonismo i preti trovarono la maniera di fare impazzire i prigionieri facendo gocciolare acqua sul loro capo. Tuttora conservato è il pozzo melmoso dove venivano gettati i corpi delle vittime. I luoghi come questi parlano eloquentemente degli “anni santi” del governo cattolico.

È bello vedere ora come la Parola di Dio penetri nelle case del popolo. E i Messicani si rallegrano e fanno conoscere la buona novella della salvezza, perché ‘Dio sia riconosciuto verace, ma ogni uomo bugiardo.’ Lunedì 19 il fratello Knorr lasciò Città di Messico per svolgere la sua opera nel Guatemala, dopo aver trascorso un tempo piacevolissimo coi fratelli messicani.

GUATEMALA

Sorvolando il territorio del Guatemala verso la capitale, città di Guatemala, a sinistra dell’apparecchio il fratello Morgan poteva scorgere tre vulcani colossali: Agna, Acatenango e Fuego, Fuego (significa “fuoco”) ed è l’unico attivo dei tre. Erano circa le ore 2,20 pomeridiane quando l’aeroplano sorvolò il lago Amatitlan ad un’altezza di un centinaio di metri, indi scese giù sul lastricato campo meridionale della città di Guatemala, uno dei migliori aeroporti dell’America Centrale. Il controllo della dogana fu rapidissimo, ma il bagaglio del fratello Morgan fu trattenuto all’aeroporto quattro ore per la disinfezione. Questa è una misura governativa contro la propagazione d’una malattia che attacca le zampe e la bocca del bestiame. Tutti i passeggeri dovettero pure camminare su segatura inumidita con sostanze chimiche per la stessa ragione; e tutti ebbero il proprio bagaglio trattato allo stesso modo. Ma dopo venti minuti circa il servitore della Filiale e tutti i diplomati di Galaad e i proclamatori di gruppo venuti a salutare i visitatori provenienti da New York erano in cammino verso la casa Filiale situata nella città di Guatemala, 11 Avenida Norte Nº 8. Andando verso casa passammo accanto al luogo dove stanno costruendo un grandioso centro sportivo. I lavori vengono affrettati perché sia completato per le competizioni sportive dell’America Latina del 1950. La città di Guatemala è davvero moderna, con i suoi numerosi autobus e le belle automobili nuove. In pari tempo con “la nuova età” ci sono molti buoi al giogo, carri tirati da cavalli, Indiani scalzi che portano sul dorso e sulla testa grossi carichi. La bella casa missionaria è composta di sette camere da letto e di una moderna camera da bagno con una cucina e tre cortili. Il cortile più grande è coperto e costituisce un’ideale Sala del Regno che contiene comodamente 200 persone a sedere. Questo offre una splendida sede per l’opera del Signore nel Guatemala.

Il mercoledì mattina il servitore della Filiale, fratello Munsterman, e il fratello Morgan andarono in aereo nella città di Quetzaltenango, situata a nord-ovest della capitale con una popolazione di 35.000 abitanti. Qui è una casa missionaria e i fratelli han compiuto un buon lavoro. Per quel pomeriggio avevano indetto un’adunanza pubblica nel Teatro Zarco, uno dei molti cinema della città. I diplomati di Galaad erano un po’ in ansia e si chiedevano che cosa sarebbe accaduto e quanti sarebbero venuti a una riunione nel mezzo della settimana. Non c’è nessun gruppo finora a Quetzaltenango, e il massimo numero di persone che aveva precedentemente partecipato a un’adunanza pubblica era stato solo di trentasette. Alle ore 3 pomeridiane non c’erano più di venti o trenta persone presenti, e perciò fu deciso di attendere altri quindici minuti per dar tempo ad alcune persone di destarsi dalla siesta pomeridiana. Mentre veniva pronunciato il discorso “Libertà ai prigionieri” si raccolsero 145 ascoltatori. Tutti rimasero contenti del pubblico intervenuto, e si sperava che questa assemblea avrebbe dato impulso all’opera in Quetzaltenango. Ora qui si sta formando un gruppo. Il giovedì mattina tutti i diplomati di Galaad fecero ritorno alla capitale coi fratelli Morgan e Munsterman per partecipare al congresso.

Si disse che la città di Guatemala presentava un aspetto insolito il mercoledì sera. Dopo le ore 6 pomeridiane molti fuochi si videro per le vie, due o tre per isolato. Le campane della chiesa presero a suonare incessantemente, e l’aria rintronava per lo scoppio dei fuochi artificiali. Era la vigilia della celebrazione annuale dell’immacolata concezione di Maria vergine, e centinaia di fuochi venivano accesi per ogni dove per scacciare gli spiriti maligni. In certi casi portano in casa carboni ardenti affinché nessuno spirito maligno vi trovi rifugio. Fu notato il giovedì che una grande immagine della “vergine” veniva portata da una chiesa all’altra. A quella immagine ne seguivano altre otto, le quali si supponeva che raffigurassero degli angeli. Il venerdì notte questa cerimonia fu ripetuta quando la “vergine” e i suoi muti furono riportati alla chiesa di provenienza. È una processione molto cerimoniosa e vien resa in certo modo misteriosa nella notte con lanterne e candele accese portate su dei bastoni. La gente era in fila nelle vie per vedere la processione, e molti la seguivano, vendendo varie specie di cibi e di monili. Gli uomini che portano la statua della “vergine” sulle spalle pagano un tanto per isolato per avere il privilegio di portarla. E quelli che la riportano effettivamente dentro la chiesa, che è considerato il più grande privilegio della cerimonia, pagano una somma maggiore di denaro. Questo mette certamente in rilievo il bisogno di libertà per i prigionieri.

Il giovedì sera fu tenuta un’eccellente adunanza di servizio nel Salón del Reino nella città di Guatemala, e il venerdì sera 184 fratelli erano presenti all’inaugurazione dell’assemblea. C’eran giovani e vecchi, e il più vecchio era un fratello di 80 anni. Aveva fatto 120 miglia per partecipare al congresso e sentiva che questo sarebbe potuto essere l’ultimo perché, egli disse: “Sto diventando troppo vecchio per viaggiare” Ma la sua visione del Regno è chiara ed è un proclamatore attivo. Il suo più vivo desiderio è quello di aiutare nella predicazione nel suo paese. Una sorella con otto figliuoli, la quale tiene parecchi studi ogni settimana, era pure là. Grande zelo è dimostrato da molti nel predicare la Parola.

Il sabato fa dedicato al servizio di campo, principalmente alla distribuzione di 60.000 volantini arrivati il giovedì da Brooklyn. Nel pomeriggio e la sera vi fu un pieno programma di discorsi. La domenica mattina sette fratelli e nove sorelle simbolizzarono la loro consacrazione in un piccolo stagno d’acqua nel parco che sorge alla periferia della città. La partecipazione di 425 persone all’adunanza pubblica nel pomeriggio della domenica rese lieti tutti i fratelli. Questo numero. comprendeva 173 persone in più di qualsiasi altra precedente adunanza pubblica indetta nel paese. Tutti convennero che questo era il miglior congresso tenuto sino ad ora nel Guatemala.

Il lunedì, 12 dicembre, dopo pranzo, tutti i fratelli della casa filiale salirono sull’autobus che avrebbe portato il fratello Morgan all’aeroporto; e in breve il nostro conducente si faceva strada a suon di tromba. Talvolta pare che i freni siano un mezzo di sicurezza soltanto secondario rispetto alla tromba elettrica. Attraversando le vie demmo uno sguardo al superbo Palazzo Nazionale, opera architettonica cittadina di gran pregio. Ma essa reca ancora le tracce dell’ultima rivoluzione, perché la sua bella superficie marmorea di color verde chiaro è deturpata dai piccoli fori delle pallottole; e qua e là ci sono grandi squarci. Comunque, giungemmo presto all’aeroporto e pareva come se la visita fosse stata troppo breve. Anche qui i fratelli eran contenti che la visita non fosse completamente finita, dato che il fratello Knorr doveva arrivare entro pochi giorni. Egli giunse il 20 dicembre.

L’aeroplano sul quale il fratello Knorr salì a Città di Messico partì puntualmente e, avendo buon vento, giunse in anticipo all’aeroporto di Guatemala. Scese a terra e osservò la procedura doganale per entrare nella nazione, ma nessuno dei fratelli era giunto per riceverlo. Furono tutti imbarazzatissimi quando giunsero e trovarono il fratello Knorr già sul posto. Eran tutti contenti, però, e si poteva pensare dalla gioia che manifestavano che un congresso era in atto. Essi avevano fissato un’adunanza per quella sera. Tutte le persone di buona volontà erano state invitate. Bisognava quindi provvedere delle sedie per la Sala del Regno; e fummo compiaciuti di vedere che 225 persone si riunirono. Il tema fu il testo dell’anno, “Predica la Parola,” e fu messo in rilievo quanto sia importante per i fratelli esser preparati a far da soli. Essi non dovevano lavorare perché la Società aveva là un ufficio filiale, o una casa missionaria; tutte le persone che sono nella verità dovrebbero esser pronte a perseverare anche se dovessero esser disperse come i fratelli di Gerusalemme quando la persecuzione contro la chiesa primitiva si fece intensa. Tutti devono esser pronti a ‘predicare la Parola’ dappertutto. Benché non ci sia stata opposizione contro la predicazione nel Guatemala, e il messaggio sia ben accolto, c’è da attendersi che il Diavolo susciterà qualche pressione per turbare la serenità dell’organizzazione.

C’erano molte difficoltà da trattare riguardanti la Filiale e l’opera che dov’essere ancora svolta nel Guatemala. Vivono oltre tre milioni e mezzo di abitanti nella nazione, e presentemente ci sono di media 188 proclamatori, con un massimo di 218 raggiunto l’anno scorso. Ad ogni modo, l’espansione è notevole nel Guatemala, perché al tempo dell’ultima visita c’erano solo venticinque proclamatori in media in tutto il paese. Essa fu fatta tre anni e mezzo fa. Questa volta fu disposto d’inviare al Guatemala un maggior numero di diplomati di Galaad, possibilmente dieci che lavorassero nelle altre città. E i diplomati di Galaad che sono ora nel paese non soltanto lavoreranno nelle città nelle quali abitano, ma in determinati giorni di certi mesi andranno in alcuni villaggi per vedere cosa si può fare per stabilire dei gruppi. Saranno effettuate visite più frequenti dal servitore della Filiale ai quattro gruppi già formati, e a un certo numero di fratelli isolati. C’è molto lavoro da fare nel Guatemala e i fratelli sono ansiosi di farlo. Dopo aver passato due giorni felici nel Guatemala, il presidente della Società proseguì il suo viaggio per San Salvador, seguendo il percorso fatto dal suo segretario.

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