Dal Nicaragua al Panama
IL PRESIDENTE della Società Watch Tower Bible and Tract, Nathan H. Knorr, era in volo verso l’America Centrale sulla stessa rotta seguita alcuni giorni prima dal suo segretario, Robert Morgan. In questo volo il fratello Morgan vide per la prima volta un vulcano effettivamente in eruzione. Ci sono dei vulcani nell’America Centrale che di tanto in tanto sono attivi, ma questo mostrava realmente la sua furia lanciando in alto una gran colonna di fumo e di cenere nell’aria. Fu lieto di poter contemplare bene questo fenomeno. Un bel gruppo di fratelli, compresi i dodici diplomati di Galaad assegnati al Nicaragua, era ad aspettarlo all’aeroporto. Il fratello Morgan stava per rendersi conto che il Nicaragua è un paese caldo, benché vi fosse giunto nella stagione fredda. Il congresso indetto per la visita dei viaggiatori americani era già in corso. Ottantasei fratelli si erano riuniti nell’adunanza di sabato sera, il 24 dicembre 1949. C’erano rappresentanti venuti da cinque diverse città del Nicaragua. Nella mattina di domenica vi fu un servizio d’immersione e sei persone simbolizzarono la propria consacrazione al Signore di proclamare il messaggio del regno di Dio in quella nazione. Una sorella di 74 anni aveva percorso 75 miglia per trovarsi al congresso e simbolizzare la sua consacrazione dinanzi ai fratelli.
L’adunanza pubblica era stata fissata per il pomeriggio della domenica al Teatro Trebol, singolare edificio di quattro mura senza tetto. Quasi tutti i teatri sono costruiti così a Managua, perché in questo caldo Paese vogliono aria abbondante. Un’ottima pubblicità fu fatta dai fratelli. Vennero distribuiti quarantamila volantini; furono affissi dei manifesti e spedite lettere d’invito; furon fatti annunzi per radio; furono impiegati i giornali per la pubblicità e larghi teloni furono tesi al di sopra delle vie. Questa domenica però era il giorno di Natale e la maggioranza delle persone faceva la solita celebrazione. Ma malgrado l’attrazione natalizia della festa e della cerimonia, all’adunanza pubblica erano 286 persone. Fu la più grande adunanza pubblica tenuta dai testimoni di Geova nel Nicaragua. I fratelli se ne compiacquero, specie per il fatto che la Cristianità celebrava la sua festa d’origine pagana, poiché infatti Cristo non nacque il 25 dicembre.
È interessante vedere come i Latini celebrano la festa del Natale nei vari paesi. A Managua la vigilia di Natale il fratello Morgan poté osservare che molte persone le quali potevano procurarsi un cavallo e carrozzella celebrarono la festa scarrozzando per le vie. Uno dei principali mezzi di trasporto a Managua è la carrozza rossa e bianca tirata da due piccoli cavalli. Molti trattenimenti avevano luogo nella città. Alcuni giorni prima di Natale, mentre era nel Guatemala, il fratello Knorr aveva osservato che era usanza popolare portare le statue di Giuseppe e di Maria in giro per le vie di casa in casa in cerca di qualcuno che le ospitasse. Qualche persona gentile disposta a festeggiare poteva invitare nella sua casa i portatori di Giuseppe e di Maria, assieme ai pochi altri che li seguivano con i loro improvvisati, rumorosi strumenti, per darsi tutti insieme alla festa. Così aveva inizio il trattenimento. Nell’Honduras, quando il fratello Knorr fece un discorso ai fratelli, tutta la città di Tegucigalpa celebrava la vigilia di Natale come fanno gli Americani il 4 luglio. Si udiva durante tutto il discorso le esplosioni dei fuochi artificiali. Fino a mezzanotte il rumore si andò accrescendo finché divenne assordante, pareva d’esser vicino a un campo di battaglia tra il frastuono dei cannoni e delle granate. Quale contrasto con la notte in cui realmente nacque Gesù! Allora non ci fu frastuono, ma solo giubilanti cori di angeli. I pastori erano nei campi a custodire le loro gregge, e tutto era pacifico e tranquillo.
Anche il natale pagano doveva essere in qualche modo raffigurato. Molti negozi, caffè e ristoranti, e un buon numero di famiglie che potevano permetterselo, procuravano rami di pino e li erigevano. In altri luoghi aghi di pino erano sparsi sul pavimento e venivano fatte decorazioni. Ogni nazione ha dunque i propri usi basati sulla tradizione. Ben poco si pensa alla Parola di Dio nel giorno di Natale o in quelli che lo precedono. Valersi della circostanza per fare fuochi artificiali, darsi alle ghiottonerie e all’ebbrezza vuol dire dar luogo a pensieri ben diversi dal messaggio di pace che portò il Salvatore. Ma il Natale nell’America Centrale è così. C’è ancora molto lavoro per i testimoni di Geova nella predicazione di “questo evangelo del Regno” che porterà pace, conforto e vera allegrezza a coloro che amano la giustizia e la pace le quali sorpassano ogni comprensione, e che non desiderano il lieto vivere di un giorno soltanto.
Oltre a parlare al congresso, il fratello Morgan parlò ai fratelli il martedì sera e dedicò pure un certo tempo alla verifica delle registrazioni e ai problemi della Filiale. Fu in viaggio per il successivo paese, Costarica, il mercoledì mattina. In quello stesso pomeriggio il fratello Knorr giunse in Nicaragua per una visita di due giorni ai missionari e ai fratelli di Managua. Il giovedì sera le due unità di Managua si adunarono insieme nella Sala del Regno nella casa dove ha sede l’ufficio filiale e vi furono 90 presenti. Faceva piacere vedere una così bella organizzazione in questa città capitale. Quando nel 1946 il fratello Knorr visitò la casa missionaria allora appena stabilita c’erano solo sei proclamatori di gruppo nel paese. Ora ce ne sono in media 136 tutti i mesi, con un massimo di 166 proclamatori nell’anno di servizio del 1949. Si sta facendo un bel progresso, ma c’è un vasto territorio per l’espansione. Una diplomata di Galaad preferisce lavorare da sola tra i nativi, ed ella impiega soddisfacentemente il suo tempo in alcuni piccoli paesi. Il fratello Knorr dispose onde un nuovo gruppo di diplomati arrivati di recente andassero a Diriamba, città di circa 13.500 abitanti situata in collina. C’è bisogno di molti altri missionari in questa nazione, e si spera che la Società possa inviarne almeno dieci o dodici per lavorare in altre città, adesso che la verità è stabilita e le persone di buona volontà prestano attenzione al messaggio del Regno.
I fratelli attendevano l’assemblea del 1950, come tutti i gruppi. Essi avevano grande speranza che il 1950 sarebbe stato un anno importante nella predicazione dell’evangelo nel Nicaragua, però tutti i paesi dell’America Centrale avrebbero subito un’interruzione dell’opera per il fatto che tanti missionari tornavano a New York per partecipare ivi all’assemblea internazionale dei testimoni di Geova. Ma essi si proponevano di ritornare alle loro assegnazioni estere e compiervi grandi cose, per grazia di Dio. Prevedevano che molti nuovi missionari sarebbero entrati nei loro ranghi subito dopo il congresso, per l’anno di servizio 1951. Era loro intento ‘predicare la Parola’ nel Nicaragua, come in ogni altro paese dell’America Centrale.
I giorni parvero troppo brevi. Stando con i fratelli della stessa “fede preziosa” il tempo passa presto. Il venerdì mattina tutti i diplomati di Galaad si accalcarono in due automobili per andare col fratello Knorr all’aeroporto per vederlo partire per la Costarica, dove avrebbe raggiunto il fratello Morgan e da dove avrebbe terminato il viaggio insieme a lui.
COSTARICA
Il viaggio aereo dal Nicaragua alla Costarica non fu ricco di avvenimenti, benché sorvolasse il lago Managua e il lago Nicaragua, due begli specchi d’acqua che occupano buona parte del Nicaragua. Egli scorse poi le magnifiche colline e le campagne coltivate della Costarica che rendono il volo interessantissimo. La Costarica ha le sue bellezze naturali e un delizioso clima, specie vicino a San Josè. L’aeroporto è vicino alla città; infatti, è una continuazione della città. Approssimativamente settanta congressisti eran venuti all’aeroporto a dare il benvenuto al fratello Knorr. Questo fu molto apprezzato, e ben presto si diressero tutti verso la sala del congresso. L’assemblea era cominciata il giorno precedente, il 29 dicembre, ed era in pieno svolgimento. Era stato anche organizzato un ottimo ristoratore e venivano serviti eccellenti cibi. Un ben fornito locale di letteratura era a disposizione dei proclamatori. In quanto ai particolari del congresso, era simile a qualsiasi altra grande assemblea di circoscrizione.
Tutti stupirono del numero dei partecipanti, perché proprio qualche settimana prima spaventosi uragani avevano provocato interruzioni del traffico ferroviario in tre diversi luoghi ed era impossibile venire a San Josè dalla costa atlantica col treno. Molti fratelli raggruzzolarono tutto il denaro che potettero e vennero in aeroplano a San Josè. Essi erano contentissimi di questa soluzione, non solo per aver fatto il viaggio in aereo osservando la nuova veduta panoramica del paese, ma anche per la gioia che provarono all’assemblea che risultò istruttiva per tutti i proclamatori, sia quelli di lingua inglese che quelli di lingua spagnola. L’adunanza del venerdì sera trovò 526 persone adunate, e quella del sabato sera ne vide 542. Quella sera nell’Estadio Mendoza il fratello Knorr ebbe il privilegio di rilasciare l’Annuario e il Calendario del 1950 al termine del suo discorso ai fratelli. Essi furono contentissimi di ricevere queste pubblicazioni prima che cominciasse il nuovo anno. Di certo apprezzarono il Calendario con le sue figure della nuova casa Bethel, e parecchi si ripromettevano di venire a New York per vederla da vicino. Dopo questa riunione il fratello Knorr parlò della prospettiva di poter andare a Galaad a 30 pionieri, nove dei quali compilarono le domande preliminari, nella speranza che un giorno o l’altro sarebbero stati chiamati per ricevere speciale istruzione per l’assegnazione missionaria. Tre fedeli sorelle pioniere erano già state invitate di andare a Galaad. Esse avevano fatto un lavoro eccellente nella Costarica e perciò si trovavano nella XV classe di Galaad iniziata il 22 febbraio 1950. È senza dubbio una gioia vedere il buon lavoro compiuto in questo paese. Parecchi fratelli hanno apprezzato il loro privilegio d’impegnarsi nel servizio di pioniere, e ora ci sono 47 pionieri nella Costarica, di cui sette solamente provengono da Galaad. Gli altri 40 sono nativi della Costarica. Mentre in tutta l’America Centrale i fratelli predispongono il loro tempo per impegnarsi nel servizio di pioniere essi vedranno che il Signore benedice riccamente quelli che sono desiderosi di lasciare i loro impieghi secolari per entrare nell’opera come fecero Paolo, Timoteo e altri della chiesa primitiva, battendo nuovi campi e formando nuovi gruppi che in fine compiono l’opera in tali territori.
Fu nell’inverno del 1943 che i primi missionari furono mandati nella Costarica, e in quel tempo c’erano 83 proclamatori, la maggior parte associati col gruppo di fratelli negri di lingua inglese di Port Limón. Pochissimo lavoro era stato fatto tra la popolazione di lingua spagnola. Da allora in poi l’opera ha progredito a sbalzi ed oggi ci sono quasi 1.100 proclamatori sparsi per tutto il paese, organizzati in 28 gruppi. Benché ci sia stato uno splendido incremento nel numero dei proclamatori, c’è ancora molto da fare per migliorare l’organizzazione di gruppo. Uno dei particolari osservati nella Costarica può anche essere notato in molte altre parti del mondo. Alcuni fratelli non vedono la loro responsabilità né apprezzano l’importanza di frequentare regolarmente lo studio Torre di Guardia e l’adunanza di servizio. A San Josè, per esempio, un’unità composta di 160 proclamatori ha una media da 50 a 60 fratelli che partecipano allo studio Torre di Guardia. Sono zelanti nella loro opera e fanno assai bene il servizio di casa in casa, ma un certo numero di essi si lascia ostacolare da altre cose in quanto al loro appropriato nutrimento della Parola del Signore. Questi punti furono trattati nell’assemblea. Però, in altre zone della Costarica i fratelli fanno grandi sforzi per frequentare le assemblee del Signore. Essi riconoscono l’importanza di non trascurare la loro comune adunanza. Certi zelanti fratelli fanno 10 miglia in canoa per assistere a tutte le adunanze di gruppo. Tale zelo merita d’essere considerato da tutti i testimoni di Geova, specialmente da quelli che devono percorrere soltanto un miglio o due per andare all’adunanza e cibarsi di cose utili a tutti noi. Si crede che questi, ed altri consigli dati all’assemblea, stimoleranno i fratelli a frequentare le adunanze, le quali adunanze incoraggeranno i fratelli a compiere opere anche maggiori, che risulteranno in una più grande espansione nella Costarica.
La domenica mattina 45 fratelli simbolizzarono la loro consacrazione e fare la volontà di Dio. L’assemblea si concluse con l’adunanza pubblica tenuta il 1º gennaio, altro gran giorno di fiesta per la Costarica. Tutti i partecipanti al congresso si chiedevano quante persone avrebbero trascurato la fiesta per venire ad ascoltare il discorso biblico “È più tardi di quanto pensiate!” Tuttavia 863 persone si riunirono nella sala, compreso il capo della missione evangelica nella Costarica, che recentemente ha pubblicato un libro contro i testimoni di Geova. Le sue calunnie non hanno per nulla danneggiato l’opera.
Tra una sessione e l’altra dovettero essere verificate le registrazioni della Filiale e dovettero esser discussi altri problemi. Ancora il tempo fu troppo breve per tutto ciò che si sarebbe potuto desiderare di fare. A mezzogiorno del lunedì i viaggiatori dovevano partire alla volta del Panama. Un’altra grande folla era andata all’aeroporto il lunedì a mezzogiorno. Molti fratelli di Port Limón tornavano anche loro alle loro case in aeroplano, pareva quindi che l’aeroporto fosse pieno di testimoni di Geova, diretti chi a una parte e chi all’altra. È davvero interessante notare come in questo piccolo Paese di circa 900.000 abitanti ci sono ora 1.100 proclamatori del Regno. Si crede che ci siano molte altre persone di buona volontà che debbano esser trovate e, per grazia del Signore, i proclamatori nella Costarica nutrono le “altre pecore” che Cristo raccoglie nel suo ovile.
PANAMA
I due viaggiatori, il fratello Knorr e il fratello Morgan, desideravano di poter rimanere con i diplomati di Galaad più a lungo, perché la loro permanenza parve di non essere più lunga della lunga colazione che fecero insieme il lunedì mattina, il 2 gennaio, durante cui furono trattati alcuni problemi personali. Ma per seguire l’itinerario dovettero partire. Un rapido stacco fu operato dall’aeroplano DC-3 della Pan American perché potesse sorvolare le montagne vicine a sud. Ben presto fummo sopra il Pacifico e, poco dopo, ci accostammo all’aeroporto di Davìd, nel Panama. Questo fu un luogo di rifornimento, ma vi discese anche qualche passeggero. Tuttavia, fu una buona cosa vedere questa città che sorge nella parte settentrionale del Panama nella quale è stato organizzato un piccolo gruppo, grazie al buon lavoro di due missionari. Quindi via di nuovo, sorvolando verso oriente il Pacifico, poiché qui la terraferma s’inoltra verso est. Fu un disappunto per il fratello Knorr non atterrare a Balboa, dove era venuto nei precedenti viaggi, ma, negli ultimi tre mesi le aviolinee commerciali avevano dovuto spostarsi nell’interno del paese in un nuovo campo, Aeropuerto Tocumen. Il campo di Balboa è vicino alla città, mentre il nuovo aeroporto è situato a venti miglia dalla Città di Panama. Ma questo non impedì ai fratelli di andare ad aspettare l’aeroplano. C’erano diverse automobili cariche di fratelli, e parecchi eran giunti in autobus per salutare i visitatori provenienti dalla Società. Ce n’erano tanti che fu difficile vedere tutti i missionari; ma dopo non molto giungemmo alla casa missionaria in Via 4 Luglio e potemmo parlare a tutti quelli che avevano frequentato la scuola e avevano accettato l’assegnazione estera. Fu un vero piacere parlare con loro quella sera e mostrar loro le recenti fotografie della casa Bethel di Brooklyn, della stamperia e del podere della Scuola Biblica Watchtower di Galaad che richiamarono loro molti ricordi. Fecero tante domande, alcune riguardo all’assemblea del 1950 alle quali non fu risposto. Ma essi speravano che a suo tempo avrebbero avuto la risposta, con loro piena soddisfazione.
I fratelli Knorr e Morgan si trattennero con i sedici missionari nella casa della Città di Panama, che è una casa bellissima. Rimasero in Panama quattro giorni e mezzo e questi furono occupati laboriosamente. Durante il giorno i proclamatori furono nel campo ad annunziare il discorso pubblico “Libertà ai prigionieri”. La sera fummo occupati nella sala dell’assemblea che era un circolo notturno affittato per l’occasione. La sessione cominciata alle ore 7 pomeridiane, doveva terminare alle 9 pomeridiane, affinché la sala potesse essere usata per altri scopi. Il martedì sera c’erano 350 fratelli presenti tra fratelli di lingua inglese e spagnola e persone di buona volontà. I discorsi dovettero essere tradotti da un interprete dall’inglese in ispagnolo. I fratelli Knorr e Morgan parlarono alla congregazione.
Il mercoledì mattina, 4 gennaio, fu pronunciato un discorso sul battesimo e dodici fratelli simbolizzarono la loro consacrazione. L’annunzio dell’adunanza pubblica continuava a essere dato mediante volantini e manifesti. Quella sera la sala era gremita, ogni posto era stato occupato, e centinaia di persone stavano in piedi. Il conto mostrò che 703 persone si erano riunite, ed esse prestarono profonda attenzione. Il giovedì, e parte del venerdì, fu dedicato ai missionari e all’attività dell’ufficio filiale. Una visita dové esser fatta a Colón nella parte dell’istmo sull’Atlantico., dove sono pure un gruppo inglese e uno spagnolo. Una visita fu fatta alla casa missionaria di Colón. Per mezzo di essa viene fatto un lavoro eccellente. Due buoni gruppi son formati, e i fratelli si riuniscono insieme nella loro Sala del Regno che usano in comune. Le persone che frequentano i loro studi di libro furono invitate a partecipare a quest’adunanza, tutta in inglese, dato che la maggioranza dei fratelli di lingua spagnola capiscono anche l’inglese. Vi furono 294 persone che riempirono la Sala del Regno. Questa era la prima sessione della loro assemblea di circoscrizione in inglese del venerdì sera, e i fratelli Knorr e Morgan furono i loro oratori, i quali dedicarono il tempo ai discorsi di servizio. Quella notte dopo l’adunanza alcuni fratelli tornarono nella città di Panama con i fratelli venuti dalla sede centrale, poiché era necessario che i visitatori fossero in piedi presto la mattina seguente per proseguire il viaggio verso la Colombia.
L’opera nel Panama progredisce magnificamente, ma c’è ancora posto per l’espansione, e questo è ciò che ogni missionario è ansioso di vedere. Alcuni desiderano andare nell’interno, e sperano che venga aperta una nuova casa missionaria. Essi sono sicuri di poter lasciare le grandi città, lavorare in piccoli paesi e formare nuovi gruppi. Furono quindi prese le disposizioni per aprire una nuova casa missionaria nell’interno con alcuni degli attuali diplomati di Galaad immediatamente dopo l’assemblea del 1950, dato che questi fratelli volevano partecipare all’assemblea e quindi tornare a un nuovo territorio. Esaminando l’opera fu deciso che un certo numero di nuovi missionari sarebbe andato nel Panama. Perciò probabilmente quattro o sei fratelli sarebbero stati inviati nel Panama immediatamente dopo l’assemblea internazionale dei testimoni di Geova per dare incremento all’opera che qui avanza così bene. In base alle registrazioni, nel primo anno in cui i missionari furono nel Panama, ci fu una media di 53 proclamatori. In cinque anni la media è salita a 375, con un massimo di 490. Anche qui vediamo un certo numero di fratelli locali che intraprendono il servizio di pioniere generale. Quindici proclamatori in questo paese han trovato modo d’entrare nel servizio continuo. Un certo numero di loro è andato verso l’interno, ottenendo eccellenti risultati. Attualmente c’erano undici gruppi stabiliti, e i fratelli ritenevano che nel 1950 ne sarebbero stati formati di nuovi in altre città e in altri villaggi.
Gli abitanti del Panama sono nervosi e attivissimi, e, come dissero i missionari, o afferrano subito la verità o non ne vogliono sapere niente. Probabilmente il loro temperamento può essere meglio compreso osservando il loro modo di guidare gli autobus. Ne trovate a centinaia per la città di Panama di questi piccoli autobus che possono contenere una ventina di passeggeri; e non è raro vedere questi piccoli veicoli gareggiare l’uno con l’altro per arrivare primi alla fermata successiva allo scopo di prendere i probabili passeggeri prima del competitore. Spesso vi chiedete come se la caverà l’autista in quelle vie strette mentre si apre la strada tra altri veicoli. Il fratello Morgan e il fratello Knorr viaggiavano un giorno in città con quattro diplomati di Galaad, e si divertirono osservando il conducente del loro autobus che si arrestava nelle vie per chiedere a qualcuno se volesse recarsi in qualche parte. È cosa lecita per il conducente sollecitare gli affari, ed egli si ferma per qualunque persona che mostri appena l’intenzione di voler salire sull’autobus. Qualche volta si arresta magari nel bel mezzo d’un crocevia per prendere un passeggero.
Però, i due visitatori e i diplomati di Galaad provarono la loro più grande emozione e il loro divertimento quella mattina quando il conducente s’arrestò su un pendio dietro parecchi altri autobus. Quindi i freni di questo veicolo si allentarono e allora cominciò la commedia. Invece di lasciare che la macchina avanzasse di due o tre piedi urtando la macchina davanti, il conducente diresse stoltamente la macchina a destra e salì sul marciapiede. La gente si sparpagliò in fretta per non essere investita mentre l’autobus correva lungo il marciapiede. Infine l’autista, gesticolando freneticamente per indicare che i freni non funzionavano, cacciò la macchina tra un altro autobus e il fabbricato, bloccando le entrate di due negozi. Fortunatamente nessuno fu investito, e fu impossibile trattenere le risa a quella situazione. I passeggeri non potevano scendere dall’autobus, perché la porta era bloccata dal muro della casa e i finestrini eran troppo stretti per uscire di lì. C’era molta agitazione e un gran vociare, e in pochi minuti tre poliziotti erano sul posto discutendo con l’autista sui motivi che l’avevano indotto a fare una tal cosa. Le frasi eran forti e i gesti accompagnavano le parole per indicare che i freni non avevano realmente funzionato. Questo parve soddisfare appieno i poliziotti. Pareva che se i freni non tenevano, quella era l’unica cosa da fare; e non ci fu nessuna denuncia per violazione delle norme sul traffico per aver adibito al servizio pubblico un veicolo che non era nelle condizioni dovute.
Infine il poliziotto si accostò al conducente dell’autobus che ci aveva fermati contro l’edificio e gli disse di muoversi. Allora ci domandammo che cosa sarebbe accaduto. Avremmo continuato a scendere lungo il marciapiede? Frattanto si erano radunate centinaia di persone proprio davanti all’autobus, discutendo particolareggiatamente sulla situazione, e sarebbe stato inutile dir lor di spostarsi. C’era eccitazione e tutti volevano sapere che cosa era successo. Per fortuna il veicolo si spingeva così strettamente al muro che non sarebbe disceso per la china. L’unica via per la quale i passeggeri potevano uscire ora era la porta di sicurezza di fianco all’autobus, giacché l’altro autobus era andato via. Il fratello Morgan tentò d’aprire la porta girando la maniglia, ma si accorse che la porta di sicurezza per l’uscita immediata era inchiodata. Uno dei diplomati di Galaad disse allora in ispagnolo al conducente che volevamo aprire la porta di sicurezza. Allora prese il suo ferro di cavallo portafortuna e, servendosene come d’un martello, fece leva e sconficcò i chiodi rendendo possibile l’apertura della porta. Tutti i passeggeri uscirono e camminarono per alcuni isolati verso un altro autobus, lungo la via, lasciandosi dietro il trambusto. Più tardi in quello stesso giorno i medesimi fratelli salirono su un altro autobus per tornare alla casa missionaria e, con loro grande sorpresa, videro lo stesso autista che aveva lanciato la macchina sul marciapiede. Egli si mostrava più che mai esuberante e allegro, solo che questa volta aveva un nuovo autobus e insisteva che i suoi freni funzionavano. Per persuaderci lanciò la macchina a tutta velocità e poi bloccò i freni arrestandosi bruscamente a un angolo. E così con i piccoli autobus e le loro trombette la città di Panama è tenuta in movimento.