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  • Pretesto religioso per una vana esibizione
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1954
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1954
w54 15/5 pp. 291-293

Pretesto religioso per una vana esibizione

FORSE nessun’altra funzione è più frequentata di quella che i Cristiani professanti tengono la domenica di Pasqua.

Riguardo alla Pasqua del 1953 il Times di New York del 6 aprile riferì: “Funzioni di Pasqua frequentatissime. In città insuperate folle prestano lieto tributo alla risurrezione”. Menzionò pure le grandi moltitudini che assistettero alle funzioni pasquali dell’alba nelle varie parti degli Stati Uniti e che una delle maggiori folle che si sia mai vista si raccolse in Piazza S. Pietro, per ascoltare un discorso del Papa.

Ecco alcuni particolari descritti dal Times: Nella cattedrale di S. Patrizio i vistosi abiti di 5.000 adoratori si unirono alle vesti bianche e dorate dei sacerdoti fra gli allelujah dei cori rispecchiando la gioia della celebrazione nella solenne messa pontificale di Pasqua. Nella cattedrale di S. Giovanni il Divino altre 5.000 persone si accalcavano alla funzione, durante la quale furon benedette le cinque bandiere della chiesa e le 62 canne dell’organo, dopo di che vi fu una solenne processione liturgica del clero e del coro in vesti bianche.

Nella cappella della chiesa episcopale di S. Martino fu preparato un giardino. “Rappresentava una scena del Monte Calvario con tre croci e il Santo Sepolcro. Un’aiuola di azalee fu piantata vicino alla tomba e vi erano narcisi, tulipani, margherite azzurre, gigli e bocche di leone. La tomba fu costruita con pezzi di rocce provenienti da molti paesi”. Circa 6.000 persone contemplarono questa scena nelle cinque funzioni pasquali celebrate nella chiesa.

Alla Città della Radio un pubblico di circa 6.500 persone assistette ad una “drammatica rappresentazione del sorgere del sole di Pasqua”, il palcoscenico simulava l’interno d’una cattedrale gotica con finestre dai vetri blu e rossi, con l’altare fiancheggiato da gigli pasquali e vigilato da figure angeliche. Analoghe funzioni del sole che sorge furono celebrate in altri teatri dell’intera città, e a Paramus, New Jersey, quasi 9.000 persone assistettero alla funzione pasquale del sorgere del sole.

Gli spettacoli non erano limitati ai luoghi di culto. La polizia calcolò che 1.250.000 persone assistettero alla parata di Pasqua nella Quinta Strada, dove non soltanto ragguardevoli figure della società sfilarono nei loro abiti più fini ed accurati, dove si esposero i cercatori di notorietà, e gli agenti pubblicitari di mode e negozi d’abbigliamento fecero spiccare le loro merci con sfilate di modelli che posarono come adoratori della Pasqua. Un vecchio signore dai capelli bianchi vestito da Beniamino Franklin in costume del diciottesimo secolo coi calzoni fino ai ginocchi e le scarpe allacciate si presentò da una chiesa all’altra.

Una “donna mise un cappello rotondo a larghe tese sul quale era posta una croce, la tavola e le sedie per l’ultima Cena, galline, un uccello vivo in gabbia e altri ninnoli”; costei, però, fu ammonita di continuare a camminare finché non fosse uscita dall’area della parata di Pasqua. Un’altra portava un grande cappello contenente file su file di rose rosse sormontate da un coniglio in camicia, galline e una bandiera americana. Si vedeva anche un certo numero di creazioni della moda, che richiamavano alla memoria il fantastico cappellaccio dei portatori del Sud Africa. Malgrado tutto questo, ci viene solennemente dichiarato che questa fu la Pasqua più dignitosa che sia mai stata celebrata in questi ultimi anni!

Si ritiene che uno s’impegna in una forma di culto allo scopo di compiacere o calmare una deità. Coloro i quali si professano Cristiani per la stessa ragione fanno i loro servizi religiosi per ottenere il favore dell’Iddio della Bibbia. Perché acquistiamo il suo favore egli ci dice che la nostra adorazione dev’esser fondata sulla verità, dev’essere sincera e non contaminata dal mondo — Giov. 4:24; Ebr. 4:13; Giac. 1:27.

Ma hanno forse lo scopo di ottenere l’approvazione di Geova Dio gli spettacoli rappresentati nelle chiese e gli abiti sfarzosi esibiti nella Quinta Strada? O hanno invece lo scopo di attirare gli sfaccendati curiosi, ottenere l’approvazione degli uomini e mietere una larga raccolta di quattrini per la cassaforte della chiesa? E che diremo sulla sincerità di tali frequentatori della chiesa che si limitano a recarsi in chiesa una o due volte all’anno, quando è messo in scena uno spettacolo? Non sono essi quelli che si accostano a Dio con le labbra mentre i loro cuori sono assai lontani da lui? Non hanno essi una forma di devota dedizione dimostrandosi falsi alla sua potenza? — Matt. 15:8; 2 Tim. 3:5.

Ma, tutto questo non sorprende per il fatto che “non esiste nessuna prescrizione dell’osservanza della festa pasquale nel Nuovo Testamento o negli scritti dei Padri apostolici”. (Encyclopaedia Britannica) Fu al Concilio di Nicea, nell’anno 325, che fu istituita per la prima volta la Pasqua come una festa, da osservarsi la prima domenica in seguito alla luna piena che si verifica dopo il 21 marzo.

La Pasqua e tutto quanto vi è connesso è di origine pagana, non cristiana. In inglese il termine “Pasqua” è tratto dal nome della dea di primavera, Ostara, una derivazione da Ishtar o Astarte. Tanto le uova quanto i conigli sono simboli pagani della fecondità, mentre l’usanza di portare nuovi cappelli di Pasqua era osservata dai pagani per assicurare la fortuna in amore.

Anche le migliaia di sermoni pasquali son pieni di paganesimo. Viene sottolineato il tema dell’immortalità e molto è detto sul rifiorire della vita in primavera quale emblema dell’immortalità umana. Così gli ecclesiastici confondono la dottrina scritturale della risurrezione dai morti con la dottrina platonica e pitagorica dell’immortalità dell’anima umana, come se fossero una sola e stessa cosa. Lungi dall’essere la medesima cosa esse non sono neanche compatibili, poiché non vi può essere risurrezione a meno che non vi sia stata morte, cessazione della vita; e se la dottrina dell’immortalità fosse vera la morte non esisterebbe.

Come potrebbe Cristo Gesù essere stato immortale quando disse chiaramente a Giovanni che egli era il Vivente, era stato morto, ma ora viveva per tutta l’eternità? (Apoc. 1:5, 18; 2:8) E si noti anche l’argomento di Paolo sulla risurrezione in 1 Corinzi, capitolo 15. Se non c’è risurrezione, Cristo non è risuscitato, ma è ancora morto e i Cristiani sono senza speranza. La speranza della risurrezione e il dogma dell’immortalità non si possono conciliare.

La Pasqua non trova posto nella vera adorazione di Geova Dio. Essa è basata sulla falsa dottrina e serve come pretesto religioso per una vana esibizione. E giudicando dalle folle, il popolo che pretende d’essere suo “ha piacere che sia così”. — Ger. 5:31.

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