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  • w61 1/2 pp. 93-96
  • Non dimenticate il nome di Dio

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  • Non dimenticate il nome di Dio
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1961
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  • GESÙ USÒ IL NOME
  • PERDUTA L’ESATTA PRONUNCIA
  • DIMENTICATO IL NOME
  • Qual è il nome?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1967
  • A4 Il nome divino nelle Scritture Ebraiche
    Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
  • Il posto del nome di Dio nella vera adorazione
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1970
  • A4 Il nome divino nelle Scritture Ebraiche
    Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1961
w61 1/2 pp. 93-96

Non dimenticate il nome di Dio

Qual è il nome di Dio? Perché è essenziale onorare ora il suo nome?

CHE DIO abbia un nome non vi può esser dubbio. Egli non è un Dio senza nome. Benché il suo nome sia menzionato più di 6.800 volte nelle Scritture Ebraiche, è sorprendente come siano poche le persone che lo conoscono. La grande maggioranza del genere umano chiama il Creatore col suo titolo “Dio”, credendo che questo sia il suo nome. Il Caller di Corpus Christi dice: “Strettamente parlando, i cristiani non hanno nessun nome per il loro Creatore, poiché la parola ‘dio’, nel termine anglosassone, letteralmente designa qualsiasi essere o oggetto ritenuto soprannaturale, come: dèi pagani, il dio della guerra, ecc. Ma il nome Dio è generalmente accettato fra i cristiani come il nome della Divinità”.

Un altro fatto sorprendente è l’assenza del nome divino, non solo negli esistenti manoscritti greci delle Scritture Greche Cristiane, ma anche nelle numerose traduzioni della Bibbia antiche e moderne. Nello stesso tempo è impossibile leggere per un certo tempo la Bibbia senza comprendere che Dio ha un nome che dev’essere “santificato”, “lodato”, “esaltato”, “reso glorioso”, che il suo nome non dovrebbe essere preso in modo indegno. Perché vi è dunque tanta incomprensione riguardo al nome di Dio?

Dio stesso diede il suo nome al profeta Mosè, rivelandogliene la corretta pronuncia. Quando Mosè fu mandato da Dio a liberare i figli d’Israele dalla schiavitù d’Egitto, Mosè disse a Dio: “Supponiamo che io vada dai figli d’Israele e dica loro: ‘L’Iddio dei vostri padri mi ha mandato a voi’, ed essi mi dicano: ‘Qual è il suo nome?’ Che risponderò loro?” Dio disse a Mosè: “Questo devi dire ai figli d’Israele: ‘Geova, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abrahamo, il Dio d’Isacco e il Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi’. Questo è il mio nome per l’eternità, e questa è la mia rammemorazione di generazione in generazione”. (Eso. 3:13-15) Abbiamo dunque le parole del Creatore stesso secondo cui il suo nome è Geova.

È anche chiaro che i profeti di Dio conobbero il nome Geova, perché predicarono in tale nome. Essi furono testimoni di Geova, come dichiara Isaia 43:10-12. In Isaia 42:8, il Creatore dice: “Io sono Geova. Questo è il mio nome”. Che cosa potrebbe essere più chiaro di questo? Perché dunque vi è tanta ignoranza riguardo al nome di Geova?

Il dott. Carlyle Adams, nel Sunday Times-Union di Albany, in New York, dice: “Gli antichi — sia gli Ebrei che altri — attribuirono enorme importanza ai nomi. Una particolare persona aveva spesso sia il ‘primo’ che il ‘secondo’ nome. Il primo nome era spesso considerato segreto, perché rivelarlo significava cedere qualche cosa della propria identità personale o perfino della propria potenza personale. I nomi dei capi tribù erano tenuti segreti dai membri della tribù e usati solo quando era necessario per esercitare qualche potenza malefica sul nemico. I pagani facevano la stessa cosa con i nomi segreti degli dèi delle loro tribù. Quindi, nei giorni della persecuzione, il popolo giudeo usava con cautela nell’Impero Romano il Nome Sacro”.

Dopo ch’erano state scritte le Scritture Ebraiche, i superstiziosi Giudei consideravano il nome Geova troppo santo perfino per pronunciarlo. Essi evitavano di pronunciarlo nel timore di violare il Terzo Comandamento. (Eso. 20:7) Prima il popolo comune, che si sentiva indegno di menzionare il nome, smise di pronunciarlo. I sacerdoti continuarono, comunque, a usarlo nel servizio del tempio. Il nome divino era dichiarato dieci volte nel giorno dell’espiazione e nelle preghiere che si facevano nel tempio dopo i sacrifici quotidiani. Col passar del tempo anche questi pochi casi furono eliminati e il popolo e i sacerdoti smisero di pronunciare il nome completamente.

GESÙ USÒ IL NOME

Vi sono ampie ragioni per credere che Gesù e i suoi discepoli usarono il nome di Dio nel loro ministero. Nelle Scritture Ebraiche, che Gesù conobbe e usò, il nome di Dio era rappresentato dalle quattro consonanti יהוה (JHVH), chiamate tetragramma. Recenti scoperte di un rotolo papiraceo della versione greca dei Settanta (LXX) contenente la seconda metà del libro di Deuteronomio mostrano il tetragramma in caratteri aramaici. Questa scoperta prova che ai giorni di Gesù le copie dei Settanta contenevano effettivamente il nome divino dove ricorreva nell’originale ebraico. Quando Gesù lesse dunque il rotolo del profeta Isaia, come dice il racconto di Luca, avrebbe egli evitato di pronunciare il nome di Dio per timore di profanarlo o per qualche superstizione o tradizione? Difficilmente possiamo immaginare che facesse questo. Matteo dice: “Egli insegnava loro come una persona che aveva autorità, e non come i loro scribi”. — Matt. 7:29.

Poiché Gesù non aveva paura e non era superstizioso, né provava molto riguardo per la tradizione umana, molto probabilmente pronunciò il nome divino dinanzi a tutti. Pregando il Padre suo Geova, Gesù disse: “Io ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dati dal mondo. . . . ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere”. Il Talmud ebraico indirettamente ammette che Gesù usò il nome divino quando asserisce che compisse i suoi miracoli pronunciando il nome divino. — Giov. 17:6, 26; Matt. 15:1-9.

Non abbiamo nessuna ragione di dubitare che nel loro insegnamento e nella loro predicazione i discepoli di Gesù seguirono strettamente il suo esempio, il che significa che usarono essi pure il nome di Dio. Quando scrissero i loro libri che ora formano le Scritture Greche Cristiane, fecero centinaia di citazioni delle ispirate Scritture Ebraiche, e molte di queste citazioni comprendono il nome divino. In qualità di fedeli scrittori, essi sarebbero stati obbligati a includere il tetragramma nei loro scritti ogni qualvolta citavano il racconto ebraico. Quando queste lettere erano lette alle congregazioni cristiane, il lettore pronunciava indubbiamente il nome divino.

PERDUTA L’ESATTA PRONUNCIA

Dopo la morte degli apostoli, i professanti cristiani smisero di pronunciare il nome. I copisti perfino tolsero il nome divino in forma di tetragramma dal testo. Essi non capivano o non apprezzavano il nome divino o provavano avversione per esso. Lo storico Giuseppe Flavio dichiarò che la religione gli proibiva di farne conoscere la pronuncia. Le persone superstiziose credevano che chi pronunciava il nome divino con le sue lettere non avrebbe avuto parte nel mondo avvenire. Filo chiama il nome “ineffabile”, dicendo che lo dovevano pronunciare solo quelli che avevano gli orecchi e la lingua purificati dalla sapienza per udirlo e pronunciarlo in un luogo santo. Coloro che usavano il nome inopportunamente erano, egli dice, condannati a morte. Perciò quelli che erano incaricati di leggere le Scritture stavano attenti a non pronunciare il nome divino. Ogni volta che giungevano al tetragramma, JHVH, gli sostituivano di proposito le parole ebraiche Adonai, che significa Signore, ed Elohím, che significa Dio. Per ricordare loro di fare questa sostituzione, si ponevano sotto le consonanti del tetragramma i punti vocalici di Adonai.

L’ebraico, come altre lingue semitiche, non ha lettere vocaliche, ma anche ai primi tempi si usavano segni vocalici. Queste vocali, secondo Adams, “sono indicate mediante punti o piccoli simboli, di solito macchiette, che somigliano a piccoli punti. Pertanto, quando gli studiosi dell’inizio dell’Èra Moderna cominciarono a tradurre la Bibbia in [italiano] idearono ciò che alcune volte furono errate interpretazioni delle vocali”. La forma del nome Geova si ebbe quando i primi traduttori presero le vocali di Adonai e le inserirono fra le consonanti JHVH, e cambiarono quindi una vocale originale per facilitare la pronuncia. Recenti scoperte mostrano questa forma del nome che secondo il Pugio Fidei di Raymond Martini risale al 1270 d.C. La forma del nome Geova è dunque stata usata per molto tempo.

Comunque, è quasi certo che il nome di Dio fosse originalmente pronunciato “Yahweh”. The Encyclopaedia Britannica dice: “È ora generalmente ammesso che Jahwe (Yahwe) sia la vera pronuncia”. The Universal Jewish Encyclopedia dichiara: “Yahveh è la più probabile traslitterazione dell’antico nome ebraico di Dio”. Il traduttore biblico J. B. Rotherham disse: “Sembra che la vera pronuncia sia Yahwe”. The Catholic Encyclopedia dichiara: “Geova, il nome proprio di Dio nel Vecchio Testamento. . . . Inserendo le vocali di Jabe [pronuncia samaritana] nell’originale testo consonantico greco, otteniamo la forma Jahveh (Yahweh), che è stata generalmente accettata dagli studiosi moderni come la vera pronuncia del nome divino”. Il Comitato di Traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo dichiarò: “Mentre siamo inclini a considerare la pronuncia ‘Yahweh’ come la più corretta, abbiamo ritenuto la forma ‘Jehovah’ perché è conosciuta dal popolo sin dal 14º secolo. Inoltre, essa preserva ugualmente, con le altre forme, le quattro lettere del tetragramma JHVH”.

DIMENTICATO IL NOME

La prima versione inglese delle intere Scritture Ebraiche tradotte direttamente dal testo ebraico è quella della popolare Versione del Re Giacomo, stampata nel 1611. Il nome di Geova vi compare solo quattro volte. Per questa ragione il nome Geova è stato oscurato per molti secoli. Recentemente i traduttori della Versione Standard Riveduta hanno eliminato il nome completamente dal suo testo inglese.

Sin dal quarto secolo il dio trino della concezione trinitaria della divinità ha guadagnato terreno. Il clero della cristianità chiama “dio” e “signore” questa mitica o falsa divinità. Geova è disprezzato come il dio delle tribù ebraiche. Il suo nome è riprovato e vilipeso. Gli uomini fanno il loro meglio per dimenticarlo. Ma Geova, fedele alla sua promessa di Atti 15:14, ha sulla terra un popolo che oggi porta il suo nome, cioè i testimoni di Geova, che sono dedicati allo stesso scopo di far conoscere il nome e il proposito di Geova in tutta la terra. Ed egli medesimo lo rivendicherà nella “guerra del gran giorno di Dio l’Onnipotente”, quando distruggerà tutti quelli che rifiutano di onorare il suo nome. La stessa Parola di Geova ci assicura che il suo nome non sarà dimenticato, poiché egli dice: “La terra sarà certamente piena della conoscenza di Geova come le acque coprono lo stesso mare”. Allora nessuno dirà: “Conosci Geova!” poiché “essi mi conosceranno tutti, dal più piccolo al più grande”, promette Geova. — Isa. 11:9; Ger. 31:34; Eso. 9:16.

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