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  • w69 15/12 pp. 755-760
  • Geova pasce la congregazione cristiana

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  • Geova pasce la congregazione cristiana
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1969
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1958
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1985
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1959
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1969
w69 15/12 pp. 755-760

Geova pasce la congregazione cristiana

1. Simile a chi fu Gesù e pertanto simili a chi sarebbero stati coloro che scelse come uomini qualificati?

GESÙ Cristo diede ai suoi seguaci un eccellente esempio di come dovrebbe essere un pastore nell’aver cura delle persone simili a pecore della terra. Una volta Gesù disse che quelli che avevano visto lui avevano visto il Padre, poiché Gesù aveva una rimarchevole somiglianza col Padre in tutto ciò che diceva e faceva. Non solo la primitiva congregazione del popolo del Signore ebbe uomini qualificati che veramente s’interessarono d’essa, ma alcuni di questi uomini avevano avuto l’incomparabile privilegio d’essere stati strettamente associati con Gesù nel suo ministero terreno.

2. Citate l’esempio che Gesù fece di un pastore interessato e amorevole.

2 Un’illustrazione che fece Gesù sul tipo di pastore che egli era, quale rappresentante del Padre suo, e di come dovevano essere i suoi seguaci, si trova in Matteo 18:12-14. Lì Gesù fece questa illustrazione: “Che ne pensate? Se un uomo ha cento pecore e una d’esse si smarrisce, non lascerà egli le novantanove sui monti per andare in cerca di quella smarrita? E se accade che la trovi, certamente vi dico, si rallegra più d’essa che delle novantanove che non si sono smarrite. Similmente non è desiderio del Padre mio che è nel cielo che uno di questi piccoli perisca”. Gesù mise vigorosamente in risalto il punto che il pastore ha veramente cura di ciascuna pecora, specialmente di quella che potrebbe smarrirsi dall’ovile ed essere in pericolo.

3, 4. (a) Come ammonì Pietro i pastori d’essere come Gesù e come il Padre suo, Geova? (b) Come tale cura da parte di questi pastori terreni avrebbe rafforzato la congregazione?

3 Uno dei dodici scelti dal Signore Gesù, e che divenne pastore del gregge di Dio, fu un uomo di nome Pietro. Nei suoi scritti ci è detto che Pietro era apostolo di Gesù Cristo e la sua prima lettera fu scritta ai “residenti temporanei dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadocia, in Asia e in Bitinia”. In questa lettera Pietro dice molte parole di incoraggiamento circa l’attività e la condotta dei cristiani. Al termine di questa lettera Pietro dice: “Perciò, agli anziani fra voi dò questa esortazione, poiché anch’io sono anziano come loro e testimone delle sofferenze del Cristo, e partecipe della gloria che si deve rivelare: Pascete il gregge di Dio affidato alla vostra cura, non per forza, ma volontariamente; né per amore di guadagno disonesto, ma premurosamente; né come signoreggiando su quelli che sono l’eredità di Dio, ma divenendo esempi del gregge. E quando sarà stato manifestato il capo pastore, riceverete l’inalterabile corona di gloria”. — 1 Piet. 5:1-4.

4 Queste parole di ammonizione di Pietro furono per gli anziani, gli “uomini capaci” della congregazione. Essi dovevano avere tenera cura della congregazione, perché apparteneva a Dio. Dovevano far questo non perché vi fossero obbligati, ma perché volevano servire volontariamente gli interessi del gregge di Dio. Non dovevano fare quest’opera per amore di guadagno disonesto, ma dovevano essere ansiosi di imitare il Signore Gesù, nonché Geova il Grande Pastore. Dovevano avere a cuore gli interessi dei fratelli, dando loro un’eccellente direttiva. Questo era un chiedere veramente molto da tali pastori. D’altra parte, non aveva Geova il Grande Pastore mostrato tali qualità, interessandosi di quelli che volevano amarlo e servirlo? Era per immeritata benignità di Geova che Pietro e gli altri apostoli, e ora questi anziani, venivano usati con l’incarico di pastori. Queste parole di consiglio giunsero a molti delle congregazioni primitive e dovettero veramente rafforzare tali congregazioni.

5. Chi disse Paolo che nominava i pastori nella congregazione, e che cosa disse che sarebbe accaduto col tempo?

5 L’apostolo Paolo, un altro apostolo scelto per pascere le congregazioni, usato specialmente per andare ai popoli non Giudei, ebbe in mente il bisogno della giusta veduta di questa attività pastorale. Parlando agli anziani della congregazione di Efeso, Paolo disse: “Prestate attenzione a voi stessi e a tutto il gregge, fra il quale lo spirito santo vi ha costituiti sorveglianti, per pascere la congregazione di Dio, che egli ha acquistata col sangue del suo proprio Figlio”. (Atti 20:28) Paolo, come Pietro, comprese il bisogno della giusta opera pastorale da parte degli anziani. E gli apostoli sapevano che quando non sarebbero stati lì a impartire alla congregazione l’eccellente direttiva di pastori sarebbero sorte difficoltà fra il popolo, come anche Israele si era allontanato dalla pura adorazione. Infatti, fu Paolo a dire: “So che dopo la mia partenza entreranno fra voi oppressivi lupi e non tratteranno il gregge con tenerezza, e che fra voi stessi sorgeranno uomini che diranno cose storte per trarsi dietro i discepoli”. — Atti 20:29, 30.

6. Come “oppressivi lupi” entrarono fra il gregge di Dio, e con quali risultati?

6 Poco dopo la morte degli apostoli, l’ultimo dei quali morì verso l’anno 100 E.V., questi “oppressivi lupi” cominciarono a entrare fra il gregge e smisero di seguire le eccellenti istruzioni per i pastori date dagli apostoli e dagli altri anziani nella congregazione del primo secolo. Dopo non molti anni la congregazione di Dio venne a trovarsi sotto l’oppressivo dominio di falsi pastori, e grandi tenebre scesero sulla congregazione cristiana. Il libro History of the Christian Church, di Henry C. Sheldon (copyright 1894, pagina 239), dice questo riguardo alla chiesa primitiva: “Mentre la Chiesa ebbe i suoi speciali dignitari dall’inizio, dapprima questi non furono molto distinti dal corpo dei credenti in genere. Il sacerdozio nel senso più enfatico non era congeniale al pensiero delle prime generazioni di cristiani. . . . ‘La distinzione’, dice Ritschl, ‘fra i membri attivi e passivi della congregazione — in altre parole, la concezione cattolica del sacerdozio — è estranea ai primi due secoli’”. Lo sviluppo dell’episcopato, o governo della chiesa da parte di una gerarchia di vescovi, fu graduale, ma recò con sé “oppressivi lupi” di fra il gregge di Dio che sorsero e dichiararono cose storte per trarsi dietro i discepoli, come anche l’apostolo Paolo aveva avvertito mediante lo spirito santo che sarebbe accaduto. La storia mostra che quando l’apostata cristianesimo entrò nelle grazie del governo politico divenne sempre più parte di questo malvagio sistema e si allontanò sempre più dagli insegnamenti di Gesù Cristo.

7. Quale consiglio del pastore eccellente, Gesù, non ascoltarono quelli che ora erano falsi pastori, e quale fu il risultato per la congregazione cristiana?

7 Fu il Signore Gesù a dire in preghiera al suo Padre celeste che i suoi seguaci non erano parte del mondo proprio come egli non era parte del mondo e che il suo regno non era parte di questo mondo. (Giov. 17:16; 18:36) Ma nel quarto secolo l’unione fra chiesa e stato mostra che l’avvertimento degli apostoli si era avverato. Coloro che erano stati lasciati come pastori del gregge si volsero al mondo e ne divennero parte. Scrivendo riguardo a questa unione, la summenzionata pubblicazione continua: “Chiesa e Stato sentirono l’unificante legame dei comuni interessi. L’imperatore capì che una certa influenza e intromissione negli affari dello Stato si poteva profittevolmente concedere alla Chiesa. La Chiesa sentì che un alleato così utile come l’imperatore doveva ricevere considerevoli prerogative nel suo dominio, affinché potesse più perfettamente promuovere i suoi interessi. La misura in cui poteva appropriatamente concedersi l’interferenza imperiale non fu dichiarata né capita; ma in un’epoca di dispotico dominio la concessione al principe temporale di interferire affatto, con funzione sovrana, gli avrebbe naturalmente permesso di divenire in breve tempo un potentissimo fattore nelle cose della Chiesa”. — Pagina 379, 380.

8. Fino a che punto Costantino l’imperatore romano si espresse a favore dell’apostata congregazione cristiana?

8 Sotto Costantino questa unione fra chiesa e Stato fu davvero un vantaggio per Costantino e indebolì i veri princìpi cristiani espressi da Gesù per i suoi seguaci. Fu Costantino a riferire d’aver detto a un gruppo di vescovi: “Voi siete vescovi la cui giurisdizione è in seno alla Chiesa; io pure sono vescovo, ordinato da Dio per sorvegliare qualunque cosa sia esterna alla Chiesa”. Ci è detto: “Egli [Costantino] pubblicò decreti per confermare le decisioni di vescovi su questioni di dottrina e adorazione, proscrisse ecclesiastici che si rifiutavano di approvare il regolare credo, ordinò il ristabilimento di persone scomunicate malgrado l’opposizione episcopale, e proibì le assemblee di varie fazioni eretiche e scismatiche”. — History of the Christian Church, Sheldon, pagine 380, 381.

9. Che cosa accadde ora all’organizzazione del popolo simile a gregge di Dio, e quanto doveva durare?

9 Non passò molto tempo prima che ogni specie di persone volessero divenire “cristiane” a motivo del favore mostrato loro dallo stato politico. Queste persone non avevano intenzione di condurre una vita in armonia con l’esempio dato da Cristo Gesù, ma si interessavano solo del guadagno personale. I falsi pastori che si infiltrarono nella congregazione avevano veramente detto cose storte, sviando molti che volevano seguire il pastore eccellente, Gesù Cristo, ed essere sotto la vigile cura del Grande Pastore, Geova Dio. Questo doveva durare per molti secoli. Infatti, solo nell’ultima parte del diciannovesimo secolo, in mezzo a grande confusione religiosa, Geova avrebbe di nuovo avuto una fedele organizzazione di pastori fra il genere umano per guidare e dirigere gli sforzi del suo popolo nel tempo della fine di questo malvagio sistema di cose. Per mezzo dell’apostolo Paolo, Geova diede informazioni ispirate che fanno parte delle Sacre Scritture, così che nel tempo della fine l’uomo sapesse che la giusta adorazione sarebbe stata ristabilita sotto la vigile cura degli amorevoli pastori terreni che imitano Geova e il suo pastore eccellente Gesù Cristo. — Efes. 1:8-10.

10. Come Ezechiele 34:2-6 descrive i falsi pastori, e che cosa accadde alle pecore del Grande Pastore?

10 Dopo letteralmente centinaia di anni di attività dei falsi pastori, che tosarono le pecore e rovinarono il gregge, Geova ha di nuovo fedeli pastori per aver cura di quelli del genere umano che vogliono venire sotto la sua amorevole cura. I pastori della cristianità possono ben essere paragonati ai falsi pastori dell’antico Israele, e la parola di Geova dichiarata per bocca di Ezechiele si applica ugualmente a loro: “Guai ai pastori d’Israele, che pascono se stessi! Non dovrebbero i pastori pascere il gregge? Mangiate il grasso, e vi vestite di lana. Scannate l’animale grasso. Non pascete lo stesso gregge. Non avete rafforzato le malate, e non avete sanato l’inferma, e non avete fasciato la rotta, e non avete ricondotto la dispersa, e non avete cercato di trovare la perduta, ma le avete tenute sottoposte con asprezza, perfino con tirannia. Ed esse gradualmente si disperdevano perché non c’era pastore, così che divennero pasto per ogni bestia selvaggia del campo, e continuarono a disperdersi. Le mie pecore si sviavano su tutti i monti e su ogni alto colle; e le mie pecore si dispersero su tutta la superficie della terra, senza che alcuno facesse ricerca e senza che alcuno cercasse di trovarle”. — Ezec. 34:2-6.

11, 12. Ma che cosa avrebbe infine fatto Geova per le sue pecore?

11 Quindi Geova, dicendo quello che avrebbe fatto, continua per mezzo di Ezechiele: “E per certo susciterò su di loro [le sue pecore] un pastore, ed egli le dovrà pascere, pure il mio servitore Davide. Egli stesso le pascerà, ed egli stesso diverrà il loro pastore. E io stesso, Geova, diverrò per certo loro Dio, e il mio servitore Davide un capotribù in mezzo a loro. Io stesso, Geova, ho parlato”. (Ezec. 34:23-25) Il più grande Davide di Geova, suo Figlio, Cristo Gesù, è davvero divenuto in questi giorni un pastore eccellente per le pecore di Geova, e con lui lavorano strettamente dei sottopastori, uomini fedeli, uomini capaci, che temono Dio e odiano il profitto ingiusto. In questo ventesimo secolo Geova ha nuovamente suscitato pastori per aver cura del suo popolo.

12 Coloro che Geova ha scelti per mezzo di Cristo Gesù si sono dimostrati uomini capaci. Poiché Geova ha scelto tale specie di uomini, ancora una volta fa radunare insieme le sue pecore nel suo ovile, ed esse, a loro volta, aiutano molti altri a camminare sulla via che conduce alla vita.

DOVE GUARDARE ORA

13. Perché molti hanno perso la fiducia in qualsiasi apostata movimento religioso, ma che cosa ci è chiesto di fare?

13 Ora potete chiedere: Dove si dovrebbe guardare per trovare tali fedeli pastori terreni, e in mezzo a quale organizzazione di persone si troveranno coloro che veramente s’interessano di curare i bisogni spirituali delle pecore del Signore? Riconoscendo il modo in cui le organizzazioni religiose della cristianità hanno girato le spalle alla Parola di Dio e hanno annacquato i comandamenti e gli insegnamenti di Dio, molti si sono disgustati della religione apostata, e ritengono non sia impiegata da Dio per aiutare il popolo. Conoscendo le responsabilità che gravano su coloro che vogliono essere pastori, e quelli che vogliono essere pecore, vi invitiamo a investigare l’organizzazione dei testimoni di Geova per vedere ciò che essa fa allo scopo di aiutare le persone a venire sotto l’amorevole cura del grande Pastore, Geova Dio.

14. Com’è organizzata la Società Torre di Guardia, e quali esigenze devono soddisfare oggi i pastori?

14 Eretta in ente nel 1884, la Società Torre di Guardia ha per oltre ottant’anni compiuto un’opera pastorale. Questa Società è oggi organizzata in maniera teocratica con Geova il Grande Pastore, che opera per mezzo del suo pastore eccellente e per mezzo dello spirito santo facendo nomine di uomini qualificati su questa terra affinché agiscano da pastori del gregge di Dio. Quelli nominati come pastori del gregge devono essere, come lo furono quelli scelti ai giorni di Mosè, uomini capaci, che temano Dio, fidati e che non cerchino il profitto ingiusto. Devono soddisfare le esigenze esposte dallo spirito santo per mezzo dell’apostolo Paolo nella sua lettera a Timoteo. Tali esigenze sono: “Se un uomo aspira all’incarico di sorvegliante, desidera un’opera eccellente. Il sorvegliante dovrebbe perciò essere irreprensibile, marito di una sola moglie, di abitudini moderate, sano di mente, ordinato, ospitale, qualificato per insegnare, non ebbro schiamazzatore, non percotitore, ma ragionevole, non bellicoso, non amante del denaro, uomo che diriga la propria casa in maniera eccellente, avendo i figli in sottomissione con ogni serietà”. — 1 Tim. 3:1-4.

15. In che modo gli odierni pastori o sorveglianti non sono diversi dal resto delle pecore nella congregazione?

15 I pastori fanno parte della congregazione e non ne sono separati. Questo significa che questi pastori partecipano a tutta l’attività della congregazione e prendono la direttiva per il beneficio delle pecore, così che abbiano un eccellente esempio da seguire. Chi è pastore delle pecore di Dio deve mostrare con la sua condotta e con il suo amore per Geova e per le pecore che s’interessa di coloro che Geova ama e guida, cioè il suo popolo simile a pecore. Paolo mostra che il pastore deve dare la direttiva nella giusta condotta. Quelli a cui è affidata l’opera di pascere il gregge del Signore non dicono semplicemente agli altri ciò che devono fare, ma prendono la direttiva nel fare la stessa opera, compresa la predicazione della buona notizia del regno di Dio, come fece il pastore eccellente Gesù Cristo, allorché fu sulla terra. Non c’è distinzione fra clero e laici, ma tutti insieme sono fratelli e servitori di Geova e gli uni degli altri. La nomina di tutti i sorveglianti, o pastori, nella congregazione si conforma alla norma d’istruzione data dallo spirito santo ed esposta nella Parola di Dio.

16. (a) Chi devono oggi imitare i pastori? (b) Ricordando la tenera cura di Dio per l’Israele dei tempi antichi, che cosa cercherà di fare oggi il sorvegliante o pastore?

16 Come sorvegliante, o pastore del popolo simile a pecore di Dio, ha grande responsabilità nella congregazione e ha il compito di sorvegliare il benessere di quelli associati alla congregazione. Deve ricordare che trattando con coloro che sono simili a pecore non può essere aspro od oppressivo. Piuttosto, deve imitare le qualità che Gesù mostrò e che ne fecero un così rimarchevole rappresentante del Padre suo, Geova. Il sorvegliante che ricorda il tenero modo in cui il Signore Geova trattò col popolo d’Israele per molte centinaia d’anni, nonostante la loro ostinata condotta e la loro mancanza d’osservare i Suoi comandamenti, riconoscerà che deve essere longanime e paziente trattando con quelli che appartengono al Signore. Mentre il sorvegliante vorrà che la congregazione di persone simili a pecore operi con efficienza, e farà ogni sforzo per accertarsi che ogni cosa nella congregazione sia fatta nel modo giusto, non sacrificherà mai l’amore, la comprensione e la compassione per l’efficienza. Nella congregazione il sorvegliante riscontrerà che deve dedicare tempo a visitare quelli che sono malati fisicamente e spiritualmente. Vuole essere edificante e soccorrevole con loro. Deve rendersi conto che, mentre qualche cosa può non essere un problema per lui, può benissimo essere un problema per qualcun altro. Non tutti vedono tutte le cose nella stessa maniera. Perciò, il sorvegliante dev’essere comprensivo, sapendo che ciascun servitore di Geova è una persona diversa e si deve trattare spesse volte in maniera diversa perché reagisca in maniera corretta e amorevole.

17. Spiegate com’è stata oggi distribuita la responsabilità delle pecore del Signore?

17 A causa dei seri problemi che effettivamente sorgono nella vita e che richiedono l’attenzione di maturi uomini anziani, per mezzo dello spirito santo l’organizzazione si è resa conto del bisogno di distribuire nella congregazione il carico di responsabilità. Come anche Mosè ebbe bisogno di aiuto, così nei tempi moderni quelli che servono gli interessi dei loro conservi cristiani hanno bisogno di assistenza. Mentre c’è dunque un corpo direttivo di cristiani ai quali è affidata la sorveglianza dell’opera, da soli essi non potrebbero occuparsi di tutti i problemi che sorgono nella vita del popolo del Grande Pastore in tutta la terra. Perciò, mediante lo spirito santo alcuni sono nominati come sovrintendenti, o pastori, in paesi e isole d’ogni parte della terra. In tempi moderni ci riferiamo a tali pastori come servitori di filiale. Nei paesi son fatte nomine di anziani per occupare altri incarichi, come servitori di distretto e di circoscrizione. Essi hanno certe responsabilità da adempiere verso gruppi o congregazioni del popolo di Dio in una particolare area. Altri ancora sono nominati come pastori o sorveglianti di congregazione di forse 10 o 100 o 150 persone, e, a loro volta, alcuni sono nominati come assistenti di questi pastori di congregazione per aiutarli a soddisfare i bisogni delle persone che sono nelle congregazioni. Tutto questo si fa allo scopo di aiutare le pecore appartenenti al pastore eccellente Gesù Cristo e al Padre suo, Geova Dio.

18. (a) Come mostrano gli odierni pastori nelle congregazioni di dipendere da Geova per ricevere aiuto? (b) Che cosa mostrano d’essere i fedeli pastori, secondo Isaia 32:1, 2?

18 Tutti questi anziani che servono gli interessi delle pecore del Signore cercano la guida del Grande Pastore e di suo Figlio nel considerare i problemi che sorgono. Questi pastori considerano attentamente tutti i problemi di natura seria che sorgono nelle congregazioni e investigano la Parola di Dio per avere guida e aiuto, al fine di prendere giuste decisioni. Sono pastori del popolo di Dio e perciò devono avere profonda conoscenza della Parola di Dio. Devono essere in grado di maneggiare correttamente e degnamente tale Parola. (2 Tim. 2:15) Coloro che servono come pastori devono essere il tipo di uomini pronti a udire, lenti a parlare e lenti all’ira. (Giac. 1:19) Dovrebbero essere come quelli di cui parlò Isaia: “Ecco, un re regnerà per la stessa giustizia; e rispetto ai principi, governeranno come principi per lo stesso diritto. E ciascuno deve mostrar d’essere come un luogo per celare dal vento e un nascondiglio dal temporale, come corsi d’acqua in un paese senz’acqua, come l’ombra di una gran rupe in una terra esausta”. (Isa. 32:1, 2) Tali uomini sono essi stessi molto rispettati e caramente amati da coloro che sono associati con loro nelle congregazioni.

19. Come possiamo ora avere fiducia che Geova il Grande Pastore ha cura di noi?

19 Fu il Signore Gesù a dire: “Conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me”, e quindi i pastori delle pecore di Dio, che a loro volta sono pecore di Cristo, devono conoscere quelli che sono nella congregazione ed essere conosciuti da loro. In tal modo conosceremo che anche oggi è Geova, Dio dell’universo, ad aver cura di noi e a pascerci per mezzo di fedeli sottopastori nel tempo del termine del presente sistema di cose malvagio.

[Immagine a pagina 760]

L’amorevole sorvegliante del popolo di Dio trova il tempo d’aiutare quelli che hanno problemi; non sacrifica mai l’amore, la comprensione e la compassione per l’efficienza

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