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  • Valore e bisogno della padronanza di sé

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  • Valore e bisogno della padronanza di sé
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1970
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  • ESEMPI DI PADRONANZA DI SÉ
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  • BISOGNO DI PADRONANZA DI SÉ NELLA RELAZIONE FRA I DUE SESSI
  • PADRONANZA DI SÉ IN ALTRI CAMPI
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1970
w70 15/1 pp. 41-48

Valore e bisogno della padronanza di sé

“Il frutto dello spirito è . . . padronanza di sé”. — Gal. 5:22, 23.

1, 2. (a) Come si può esprimere l’importanza della padronanza di sé? (b) Com’è mostrato questo da ciò che ne dice l’apostolo Paolo?

QUANTO è importante che i cristiani esercitino padronanza di sé? È così importante che il bisogno non sarà mai messo abbastanza in risalto. Infatti, potremmo appropriatamente parafrasare le parole dell’apostolo Paolo sull’amore, dicendo: ‘Se parlo le lingue degli uomini e degli angeli, se ho il dono di profetizzare e ho tutta la fede, e se do tutti i miei averi per nutrire altri, ma non ho padronanza di me stesso, non ne ho alcun profitto’. — 1 Cor. 13:1-3.

2 Sembra forse che questa sia un’esagerazione? Notate allora la testimonianza dell’apostolo Paolo. Di sicuro nessun seguace di Gesù Cristo manifestò più zelo e sopportò di più per amore della buona notizia che Paolo, come egli stesso attesta in II Corinti 11:22-33. Eppure, nonostante tale notevole passato di zelo e perseveranza, sì, e di fruttuoso ministero, che cosa dice Paolo del suo bisogno di padronanza di sé? “Tratto con durezza il mio corpo e lo conduco come uno schiavo, affinché, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia in qualche modo disapprovato”. Potrebbe esserci stata una tragedia più grande di quella di aver faticato così potentemente e di aver sopportato tanto perché tutto fosse poi vano? Tuttavia “in qualche modo” sarebbe stato vano se Paolo non avesse esercitato padronanza di sé! — 1 Cor. 9:27.

3, 4. (a) Com’è definita la padronanza di sé? (b) Come si può illustrare?

3 Davvero, la padronanza di sé è importantissima. E che cos’è la padronanza di sé? È definita come “restrizione esercitata sui propri impulsi, emozioni o desideri”; “l’atto, il potere o l’abitudine di tenere sotto controllo le proprie facoltà o energie, specialmente le inclinazioni e le emozioni”. Naturalmente, la medesima espressione implica che si eserciti in tempi di tentazione o pressione, quando c’è maggior pericolo di agire in maniera non saggia o egoistica.

4 “Il valore e il bisogno della Padronanza di sé si possono illustrare con un’automobile. Il suo motore può avere solo 35 o fino a 400 cavalli-vapore di potenza. Ma per quanto sia importante la produzione di energia di questo motore, è ugualmente importante che sia controllato, poiché di quale valore sarebbe un’automobile se non si potesse controllare la velocità o la direzione in cui viaggia? Sarebbe uno strumento di morte!

5. Che cosa fa sorgere il bisogno della padronanza di sé?

5 Il problema della padronanza di sé sorge perché noi siamo in grado di usare sia erratamente che giustamente, saggiamente e amorevolmente i vari doni e facoltà di cui Geova ci ha dotati, giacché non siamo legati dagli istinti come la creazione animale ma abbiamo il libero arbitrio essendo stati creati a immagine e a somiglianza di Dio. Come pure le forze della creazione inanimata, se non sono controllate, possono fare molto danno — guardate infatti uragani, trombe d’aria, maremoti e fulmini — così le facoltà mentali, emotive e fisiche di cui il nostro Creatore ci ha dotati; se non sono controllate, possono causare molto danno. — Prov. 25:28.

DANNO RECATO DALLA MANCANZA DI PADRONANZA DI SÉ

6. Quali sono alcuni dannosi risultati della mancanza di padronanza di sé?

6 “Ovunque guardiamo, intorno a noi o nelle pagine della storia, vediamo i dannosi risultati della mancanza di esercitare padronanza di sé da parte di uomini, donne e particolarmente giovani. I sorprendenti, assassinii multipli riferiti da giornali, radio e TV sono casi di persone che hanno mancato di padroneggiare il forte impulso di esprimere odio o frustrazione mediante l’assassinio. La mancanza di esercitare padronanza di sé è la causa delle diffuse malattie veneree, delle molte nascite illegittime, per non parlare della diffusa infelicità coniugale, che dà luogo a separazione, abbandono e divorzio. Si dice che durante la prima guerra mondiale furono resi inabili più soldati a causa delle malattie veneree che per le pallottole nemiche, e una recente relazione sull’attuale guerra del Vietnam affermò che più del 25 per cento dei soldati avevano preso l’infezione allo stesso modo. E che cos’è l’ubriachezza se non la mancanza di esercitare la padronanza della propria brama di bevande alcoliche? Quanto spesso la mancanza di padronanza di sé dà luogo a incidenti automobilistici come quando il guidatore si irrita o lascia distogliere la sua attenzione? Più volte, le ricerche mediche hanno stabilito che gli incidenti sono causati dal comportamento imprudente di “personalità dominate dall’impulso”, le quali mancano di padronanza di sé.

7, 8. (a) Quali esempi diedero Eva e Caino di mancanza di padronanza di sé? (b) Quali altri esempi di mancanza di padronanza di sé sono narrati nelle Scritture?

7 Molti sono gli esempi ammonitori che la Bibbia dà del danno risultante dalla mancanza d’esercitare padronanza di sé. Si può dire che Eva fu tra i primi. Ella “vide che il frutto dell’albero era buono come cibo e che era qualche cosa che metteva voglia agli occhi, sì, l’albero era desiderabile a guardarsi”; e così, invece di esercitare padronanza di sé, cedette alla tentazione e prese del frutto. (Gen. 2:16, 17; 3:2-6) Caino fu avvertito di non farsi dominare dalla sua ira ma di padroneggiarla; ma mancò di esercitare padronanza di sé e uccise dunque suo fratello, perse la speranza della vita eterna e divenne il primo di una lunga discendenza di assassini umani, tutto per mancanza di padronanza di sé. — Gen. 4:5-7; 1 Giov. 3:12.

8 L’ubbidienza al comando imposto a Lot e alla sua famiglia di non guardare indietro mentre fuggivano dalla città condannata di Sodoma ancora richiese quindi padronanza di sé. La moglie di Lot mancò di esercitarla, a propria distruzione. Gesù la indicò come esempio ammonitore ai suoi seguaci. (Gen. 19:17, 26; Luca 17:32) Sul suo letto di morte Giacobbe proferì un severo rimprovero al suo figlio primogenito Ruben, perché aveva mancato d’esercitare padronanza di sé in quanto Ruben si era lasciato apparentemente tentare da una concubina di suo Padre. “Con avventata licenza simile ad [alluvioni di] acque”, contaminò il talamo di suo padre. (Gen. 49:3, 4) Il re Saul perse il regno d’Israele per la sua impaziente mancanza di padronanza di sé, non essendo stato in grado d’attendere fino alla venuta del profeta Samuele onde offrisse un sacrificio in un tempo d’emergenza nazionale. (1 Sam. 13:8-14) E ci sono stati nella vita d’alcuni dei più fedeli servitori di Geova avvenimenti nei quali mancarono d’esercitare padronanza di sé, con loro grande e durevole rammarico! Come tutti questi esempi ammonitori ci sottolineano il bisogno di esercitare padronanza di noi stessi! — Gen. 9:20, 21; Num. 20:7-13; 2 Sam. 11:1–12:15.

ESEMPI DI PADRONANZA DI SÉ

9, 10. Chi ci ha dato il massimo esempio di padronanza di sé, e in quali modi ce l’ha mostrata?

9 D’altra parte, per rafforzare la nostra risoluzione di esercitare padronanza di noi stessi la Parola di Dio ci dà molti eccellenti esempi, il principale dei quali è quello dello stesso Geova Dio. Geova Dio esercita padronanza di sé? Sì, egli stesso ci dice proprio questo: “Sono stato zitto per lungo tempo. Continuavo a tacere. Esercitavo padronanza di me stesso”. (Isa. 42:14) L’infedele Israele meritò d’esser punito subito, ma Geova si trattenne. Molti, ignorando gli attributi e i propositi di Geova, si lamentano perché permette la malvagità e la sofferenza; non comprendendo che il permetterle — per ragioni sagge e amorevoli — rappresenta da parte sua grande padronanza di sé. In che modo?

10 Geova Dio ha illimitati poteri al suo comando. Li può usare in qualsiasi modo e in qualsiasi tempo lo ritenga opportuno. Ma egli esercita i suoi poteri solo in modi giusti, saggi e amorevoli. È longanime, lento all’ira, come ci dice anche la sua Parola, e che cos’è la lentezza all’ira se non l’esercizio della padronanza della sua giusta indignazione? (Sal. 103:8; 145:8; Ger. 15:15; Gioe. 2:13; Giona 4:2; Naum 1:3) Attese 120 anni prima di distruggere la malvagia generazione del giorno di Noè, e attese per secoli prima d’eseguire infine i giudizi sull’infedele Israele nel 607 a.E.V. (Gen. 6:3; 2 Cron. 36:15, 16) Satana e i suoi demoni, nonché i loro strumenti e gonzi umani, oltraggiano di continuo la giustizia di Geova, disprezzano la sua autorità, lo affrontano con bestemmie, calunnie e ribellione. Egli ha sentimenti, come pure dice la Bibbia. Non risente notevolmente queste cose? Per certo le risente! Tuttavia le ha sopportate per millenni; ha esercitato padronanza di sé a causa della sua sapienza e del suo amore.

11. In quali modi Gesù ci diede un eccellente esempio di padronanza di sé?

11 E senza dubbio Gesù Cristo, il Figlio di Dio, diede il massimo esempio di umano esercizio di padronanza di sé. In tutto il suo ministero terreno non perse mai il controllo delle sue facoltà, delle sue capacità o delle sue emozioni, non parlò né agì mai in maniera aspra o sconsiderata. “Quando era oltraggiato, non rese oltraggio. Quando soffriva, non minacciò”. (1 Piet. 2:23) Questo richiese padronanza di sé! Così leggiamo in Matteo 27:13, 14: “Quindi Pilato gli disse: ‘Non odi quante cose testimoniano contro di te?’ Ed egli non gli rispose, no, nemmeno una parola, per cui il governatore si meravigliava moltissimo”. Questo era molto insolito. Ma il profeta di Geova aveva predetto che, quando sarebbe stato portato al processo, ‘non avrebbe aperto bocca’, e così Gesù si padroneggiò, non dicendo parola malgrado tutte le false accuse mosse contro di lui. Veramente, Gesù ci diede un meraviglioso, sì, un perfetto esempio di padronanza da cercar di imitare, e specialmente quando siamo sotto pressione, come quando siamo dinanzi ai governanti! — Isa. 53:7.

12-14. Quale esempio di padronanza di sé diedero Giuseppe? Gedeone? il re Saul? Daniele e i suoi tre compagni?

12 Ci incoraggiano a cercar di imitare Gesù Cristo pure gli eccellenti esempi di padronanza che diedero imperfetti, fragili servitori di Geova simili a noi, come la Parola di Dio ripetutamente ci mostra. Quale eccellente esempio di padronanza di sé diede Giuseppe quando fu importunato dalla moglie di Potifar! (Gen. 39:7-20) Un altro eccellente esempio di padronanza di sé fu dato nei tempi antichi dal giudice Gedeone. Dopo avere riportato la vittoria sui Madianiti, si trovò dinanzi agli invidiosi uomini di Efraim che cercavano di attaccar lite con lui muovendogli false accuse. Gedeone, nell’ebbrezza della vittoria, avrebbe facilmente potuto perdere l’equilibrio dicendo loro quello che meritavano, il che avrebbe potuto dar luogo a un sanguinoso combattimento fra Israeliti. Ma no, egli esercitò padronanza di sé e con tatto fece loro un complimento, facendoli andar via in pace. Egli si fece dettare le parole dalla ragione, non dall’emozione. — Giud. 8:1-3.

13 Il re Saul, benché in seguito perdesse il regno perché fu privo di padronanza di sé, com’è già stato notato, da principio mostrò in effetti questa eccellente qualità. Quando era stato appena fatto re alcuni “uomini buoni a nulla” lo disprezzarono, beffeggiandolo: “Come ci salverà questi?” e non gli portarono un dono riconoscendo che era stato fatto re su di loro dallo stesso Geova Dio. Saul si sarebbe potuto risentire, rimproverarli, andare su tutte le furie o perfino agire contro di loro, ma no, non ne volle fare una questione bensì esercitò padronanza di sé: “Egli rimase come uno divenuto senza parola”. Com’è saggio rimanere in silenzio quando si è provocati! — 1 Sam. 10:27.

14 Fra altri che si possono menzionare sono Daniele e i suoi tre giovani amici. Quando furono portati prigionieri a Babilonia vennero offerti loro eccellenti alimenti e bevande per ordine dell’imperatore. Ma benché i Babilonesi banchettassero con tale vitto, Daniele e i suoi tre amici esercitarono padronanza di sé, rifiutandosi di mangiare tali vivande perché erano impure secondo la legge di Mosè. Per avere così esercitato padronanza di sé Geova li benedisse grandemente, risultando essi più saggi di tutti gli altri saggi del re. E senza dubbio, questo esercizio della padronanza di sé li aiutò a rafforzarsi così che quando vennero prove più gravi, tutt’e quattro poterono sopportarle, mantenendo l’integrità. — Dan. 1:8-20; 3:16-30; 6:4-28.

BISOGNO DI PADRONANZA DI SÉ NEL MANGIARE E NEL BERE

15-17. (a) Quale fatto relativo ai cristiani li obbliga ad esercitare padronanza di sé? (b) La padronanza di sé nel mangiare e nel bere è indicata da quali fatti, ragioni e scritture?

15 Che i cristiani debbano mantenere la padronanza di sé è indicato da sempre più impellenti e forti ragioni, una delle quali è la loro custodia. A motivo della loro dedicazione verso Geova Dio sono custodi non solo di privilegi e abilità ma anche del loro tempo, dei loro mezzi e della loro forza. Per assolvere la loro custodia dovutamente ci vuole padronanza di sé, come nel mangiare e nel bere. È ovvio che gli ubriaconi e i ghiotti, che non hanno padronanza di sé, sciupano non solo il loro denaro ma anche il loro tempo e la loro forza. (Prov. 23:20, 21) Ma sarebbe un errore concludere che finché evitiamo quegli estremi esercitiamo adeguata padronanza di noi stessi nel mangiare e nel bere. Potremmo non esercitarla. Si può non essere ubriachi, ma aver bevuto troppo se si diviene loquaci o sonnolenti. Similmente si può non mangiare fino al punto d’esser ghiotti eppure aver mangiato troppo se si diviene pigri o assonnati. Può dipendere dall’occasione.

16 La padronanza nel mangiare e nel bere è implicita nel consiglio: “Sia che mangiate o che beviate o che facciate qualsiasi altra cosa, fate ogni cosa alla gloria di Dio”. (1 Cor. 10:31) Il cristiano non vive per mangiare, come se i piaceri della tavola fossero le cose migliori della vita! Non lo sono! I cristiani dovrebbero essere disposti a trascurare la tavola per amore della buona notizia. Il cibo semplice e disadorno preso con moderazione è meglio per il corpo. È anche economico. I cristiani non devono sminuire questo, poiché le modeste abitudini nel mangiare possono significare la differenza fra rimanere nel servizio continuo e non essere in grado di continuarlo. Saggiamente viene dato il consiglio: “Quando ti metti a sedere per mangiare con un governante, osserva attentamente ciò che ti sta dinanzi e mettiti un coltello alla gola se sei un uomo dedito all’appetito”. — Prov. 23:1, 2, RS.

17 I cristiani dovrebbero esser disposti ad esercitare padronanza di sé a tavola per amore degli interessi e delle benedizioni del Regno. Quanto beneficio possiamo ricavare da una conferenza biblica se siamo assonnati per aver mangiato prima un pasto pesante? Non vogliamo essere fra quelli il cui “dio è il loro ventre”, o che sono schiavi “del loro proprio ventre”, non è vero? Come sono appropriate le parole di Gesù: “Prestate attenzione a voi stessi onde i vostri cuori non siano aggravati dalla crapula nel mangiare e nel bere e dalle ansietà della vita, e quel giorno non venga all’improvviso su di voi come un laccio”. L’esercizio della padronanza di sé nel mangiare e nel bere fa parte della santa devozione, che è utile per ogni cosa, sia nella vita presente — alcune autorità di medicina danno la colpa alla nostra nutrizione eccessiva per quasi tutte le moderne malattie degenerative — che nella vita avvenire. — Filip. 3:19; Rom. 16:18; Luca 21:34, 35; 1 Tim. 4:8.

18. Quali sono due modi in cui la padronanza nel mangiare e nel bere ci aiuta ad esercitare il controllo delle nostre emozioni?

18 Inoltre, la padronanza a tavola ci aiuta ad esercitare padronanza riguardo alle nostre emozioni, e questo in due modi. Primo, in quanto l’esercizio della padronanza di noi stessi sotto un aspetto ci aiuta ad esercitare padronanza di noi stessi sotto altri aspetti. Così un preminente ministro cristiano a cui piacevano molto le noccioline americane disse che le portava in tasca ma non le mangiava, allo scopo di acquistare padronanza di sé. Padroneggiando il suo desiderio di mangiare noccioline americane era aiutato ad esercitare la padronanza di sé in altre cose. E secondo, più le abitudini di mangiare di un uomo sono contenute meno frequentemente sarà preso da qualche forte passione sessuale, altro campo in cui esercitare padronanza di sé. Come è stato bene osservato, ‘più l’uomo robusto è bramoso, più è incline al male’.

BISOGNO DI PADRONANZA DI SÉ NELLA RELAZIONE FRA I DUE SESSI

19. (a) Che cosa si può dire che rappresenti la sfida più grande per la padronanza di sé, come si comprende da quali fatti? (b) Perché accade questo, eppure come si vede che questa è un’espressione dell’amore di Geova?

19 Il bisogno di esercitare padronanza di sé nella propria relazione con persone di sesso opposto è, se non altro, ancora più grande e nello stesso tempo più difficile dell’esercizio della continenza nel mangiare e nel bere, con implicite e assai più gravi conseguenze. Si può dire che rappresenti la sfida più grande di tutte. Ogni anno letteralmente migliaia di dedicati cristiani sono disassociati in tutto il mondo perché la loro condotta verso quelli del sesso opposto non si addice al cristiano. E la ragione è facilmente comprensibile quando pensiamo a ciò che vi è implicato. Geova Dio non solo comandò alla prima coppia umana d’esser fecondi e di moltiplicare, ma nello stesso tempo pose in ciascuno dei due sessi un’attrazione così forte che non ci sarebbe mai stato alcun pericolo che la razza umana commettesse suicidio mancando di esercitare il suo potere procreativo a causa del peso che accompagnava la vita familiare. Questo fu nello stesso tempo un’altra evidenza dell’amore di Geova Dio, poiché rese l’attrazione fra i due sessi estremamente piacevole. Egli rese così possibile a chiunque, indipendentemente dalle umili circostanze in cui potesse trovarsi, di godere una delle massime benedizioni della vita, poiché non dipende né dal genio né dalla grande dovizia. — Gen. 1:26-28; 2:18-24.

20, 21. (a) Perché Geova Dio ha dato leggi che regolano il dono del sesso? (b) Che cosa dice la Parola di Dio di quelli che violano le sue leggi a questo riguardo?

20 Ma con questo dono il Creatore saggiamente, giustamente, sì, e logicamente, impose restrizioni, non in maniera arbitraria, ma per lo stesso beneficio dell’uomo e in particolare per il beneficio della donna, il vaso più debole, e per il beneficio della progenie risultante da questa benedizione; per la cui ragione proibì la fornicazione e l’adulterio. Proprio come il bisogno umano di mangiare e bere non dà all’uomo il diritto di rubare né di dedicarsi alla crapula nel mangiare e nel bere, così il potere dell’espressione sessuale non deve esercitarsi in nessun modo che fa piacere all’uomo senza riguardo per le leggi di Dio o per le conseguenze che ne derivano a sé o agli altri. Si richiede dunque che esercitiamo padronanza riguardo a come esprimiamo questo istinto con pensieri, parole e azioni. Per questo la Parola di Dio consiglia ai mariti: “Bevi l’acqua della tua propria cisterna, e ciò che sgorga in mezzo al tuo proprio pozzo”. — Prov. 5:15-23.

21 Sì, la sensazione che si prova quando si stimola e si soddisfa l’istinto dell’accoppiamento è estremamente piacevole, e il decaduto cuore umano ha perciò la forte inclinazione ad abbandonarvisi. Ma a meno che non si eserciti nei limiti del matrimonio questo è stigmatizzato nelle Scritture come “opere della carne . . . fornicazione, impurità, condotta dissoluta”, cose che escludono dalle benedizioni del regno di Dio, come pure leggiamo: “La fornicazione e l’impurità d’ogni sorta o l’avidità non siano neppure menzionate fra voi, come conviene a persone sante . . . Poiché . . . nessun fornicatore o persona impura o persona avida — che significa essere idolatra — ha alcuna eredità nel regno del Cristo e di Dio”. — Gal. 5:19-21; Efes. 5:3, 5.

22. Quale consiglio scritturale viene dato agli uomini e alle donne riguardo all’attenta condotta fra i sessi, con quali implicazioni?

22 In particolare gli uomini cristiani dovrebbero stare attenti a esercitare padronanza di sé nel parlare e nell’agire, in modo da non suscitare impurità nel sesso opposto, giacché sembra che l’uomo decaduto abbia la tendenza a dilettarsi della seduzione. Le donne cristiane, d’altra parte, devono stare attente ad ‘adornarsi con veste convenevoli, con modestia e sanità di mente’. Proprio come la mascolinità fa piacere alle donne, così la femminilità reca piacere agli uomini, ma a meno che non sia accompagnato dalla modestia è un piacere impuro. Difficilmente può dirsi che le minigonne siano modeste. Le parole di Gesù riportate in Matteo 5:28 si possono applicare alle donne. In che modo? In quanto le donne cristiane hanno l’obbligo di non vestire in maniera provocante, per non tentare gli uomini a continuare a guardarle e così provare l’orgoglioso piacere di notare come possono influire sulle emozioni degli uomini. E quando gli uomini violano questa scrittura non solo divengono essi stessi colpevoli ma possono ben stimolare la donna a divenire ella pure colpevole. È chiaro che sia gli uomini che le donne devono fare la loro parte nella congregazione cristiana, onde le donne anziane siano trattate “come madri, le giovani come sorelle con ogni castità”. — 1 Tim. 2:9; 5:1, 2.

PADRONANZA DI SÉ IN ALTRI CAMPI

23, 24. In quali altri campi i cristiani devono stare attenti a esercitare padronanza di sé, e per quali ragioni?

23 Il Creatore non pose negli animali inferiori l’obbligo d’esercitare padronanza di sé. Semplicemente seguendo i loro istinti stanno bene, vivono il loro fissato periodo di vita e servono allo scopo che Dio ebbe per loro. Ma per l’uomo è diverso. Geova Dio dotò l’uomo della ragione e della coscienza e della volontà, che, comunque, sono state menomate dalla caduta. L’uomo imperfetto deve perciò disciplinarsi di continuo per non andare agli eccessi in qualsiasi cosa che gli fa piacere. Così non c’è niente di male nella ricreazione in sé, nello sport, nei passatempi e simili, SE son tenuti sotto controllo, nel loro proprio posto; SE si esercita moderazione nel goderli. Ma se si trova difficile esser moderati nel godimento di tali cose buone, si tratti di un passatempo o di guardare la TV, è meglio farne interamente a meno che esserne presi al laccio. — Mar. 9:43-48.

24 La stessa cosa può dirsi della propria quotidiana occupazione secolare. Può essere abbastanza interessante o stimolante, o può essere molto rimunerativa a causa del guadagno che si ricava o di altri benefici. Questi fattori possono ben indurre a divenire lavoratore costretto, senza padronanza di sé. Tali uomini divengono spesso vittime di alta pressione sanguigna e subiscono attacchi cardiaci. Ci sono poi molti che non riescono ad esercitare padronanza nell’acquisto di cose materiali. Facilmente influenzati dai discorsi adulatori dei venditori, fanno acquisti poco saggi e divengono così obbligati verso i creditori.

25. Che cosa è stato portato alla nostra attenzione da quanto precede relativamente al valore e al bisogno della padronanza di sé?

25 Veramente il valore e il bisogno della padronanza di sé non saranno mai messi abbastanza in risalto. A meno che non la esercitiamo, tutte le nostre fatiche cristiane possono “in qualche modo” risultare vane. La mancanza di padronanza di sé avviò la razza umana nella strada del peccato e della morte e ha causato la caduta di molti servitori di Geova, recando loro afflizione. Ma è possibile esercitarla, come molti fedeli personaggi biblici han mostrato. In particolare, quando si tratta di piaceri, delle cose che ci piacciono in sé, come il mangiare e il bere, la relazione sessuale e la ricreazione, abbiamo bisogno di padroneggiarci se ci vogliamo comportare in modo saggio, amorevole e giusto.

[Immagine a pagina 42]

Il nostro bisogno di padronanza può essere illustrato con l’automobile: Non solo essa deve avere forza motrice ma se ne devono controllare la direzione e la velocità

[Immagine a pagina 43]

Il Diluvio fu realmente un esempio dell’esercizio di padronanza di sé da parte di Dio: Egli attese 120 anni prima di distruggere quella generazione malvagia

[Immagine a pagina 44]

Daniele e i suoi tre amici mostrarono padronanza di sé rifiutandosi di mangiare i cibi prelibati del re. Geova li benedisse per la loro padronanza di sé

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