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  • Domande dai lettori
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1973
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1973
w73 1/2 pp. 95-96

Domande dai lettori

● In vista di ciò che è scritto in Deuteronomio 22:5, è corretto che una donna porti i pantaloni? — U.S.A.

Deuteronomio 22:5 dice: “Non si dovrebbe mettere addosso alla donna l’abbigliamento d’un uomo robusto, né l’uomo robusto dovrebbe indossare il mantello d’una donna; poiché chiunque fa queste cose è qualche cosa di detestabile a Geova tuo Dio”. Questa scrittura non parla della foggia degli indumenti. La proibizione è relativa agli indumenti specificamente destinati al sesso opposto.

La distinzione dei sessi è di origine divina e la legge espressa in Deuteronomio 22:5 serviva a preservare tale distinzione. Trattandosi di aspetto e abbigliamento, di solito l’uomo vuole sembrare un uomo e la donna vuol sembrare una donna. Che un Israelita agisse contrariamente a questo profondo senso interiore di ciò che è appropriato l’avrebbe condotto all’omosessualità. Così la legge di Deuteronomio 22:5 è anche contro questo peccato.

Al tempo in cui fu data la legge, sia gli uomini che le donne indossavano lunghe vesti. Ma c’era una definita differenza fra gli indumenti degli uomini e quelli delle donne. In modo simile, in alcune parti della terra oggi sia uomini che donne indossano i pantaloni. Ma la moda dei pantaloni da donna differisce da quella per gli uomini. Conformemente, il principio insegnato in Deuteronomio 22:5 non proibirebbe alla donna di indossare pantaloni o calzoni.

Per giunta, i cristiani non sono sotto la legge mosaica (Rom. 6:14) Insistere sull’applicazione della lettera di questa legge significherebbe perciò andare contro l’insegnamento cristiano. Se una donna indossasse dunque un paio di pantaloni usati dal marito per fare un lavoro intorno alla casa o nel podere, non andrebbe contro l’evidente scopo della legge, cioè quello di prevenire la confusione dell’identità sessuale e gli abusi sessuali.

Il fatto che i cristiani non siano sotto la legge mosaica ma sian guidati dai suoi princìpi richiede che essi usino discernimento ed esercitino la loro coscienza. La donna cristiana capisce che la correttezza ch’ella indossi pantaloni o calzoni dipende da fattori diversi dal suo gusto personale. Non vorrà essere causa d’inciampo per altri o non vorrà recare biasimo sulla congregazione cristiana. Gli indumenti che possono non esser considerati con sfavore se indossati nell’intimità della propria casa o nel lavoro possono dar luogo a obiezione quando sono indossati nelle adunanze cristiane e quando si proclama pubblicamente la Parola di Dio o si svolge altra attività pubblica. Anche le attitudini possono differire da una zona all’altra. Il consiglio della Bibbia è che le donne “si adornino con veste convenevole, con modestia e sanità di mente, . . . come si conviene a donne che professano di riverire Dio, cioè per mezzo di opere buone”. — 1 Tim. 2:9, 10.a

[Nota in calce]

a Per ulteriori particolari sul soggetto degli abiti appropriati, si veda La Torre di Guardia del 15 settembre 1972, pagg. 574-576.

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