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  • Qualsiasi altra cosa facciate, predicate!

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  • Qualsiasi altra cosa facciate, predicate!
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1974
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1974
w74 1/9 pp. 533-539

Qualsiasi altra cosa facciate, predicate!

“Mentre andate, predicate”. — Matt. 10:7.

1. Perché è così essenziale fare la predicazione della buona notizia in questo tempo, e quale domanda sorge riguardo alla predicazione?

Quando guardiamo intorno a noi le afflitte condizioni del mondo, l’aumento della delinquenza, l’inquietudine fra i giovani, l’infelicità nelle famiglie, è penoso vedere che la maggioranza del genere umano ha bisogno di conoscere le buone cose che Geova scrisse nella sua Parola, la Bibbia. Comunque, ancora oggi echeggia la domanda posta oltre millenovecento anni fa: “Come, a loro volta, udranno senza qualcuno che predichi?” (Rom. 10:14) Leggendo nelle Sacre Scritture queste parole ispirate, di quale predicatore credete si tratti? Pensate si applichino agli ecclesiastici o ad altri che hanno speciale istruzione o capacità?

2. Quale eccellente esempio diedero i primi cristiani, e si limita la predicazione a una certa classe di persone?

2 Tutti i primi cristiani ritennero di dover personalmente rispondere a questa domanda, ed è per questo che ognuno di loro divenne un predicatore. Malgrado il fatto che alcuni di essi “erano uomini illetterati e comuni”, tutti sapevano qualcosa della “buona notizia” e avevano l’ardente desiderio di condividerla con qualcuno, con chiunque venivano a contatto. (Atti 4:13) The History of the Christian Religion and Church, During the Three First Centuries (New York; 1848, del dott. Augustus Neander, tradotto dal tedesco da Henry John Rose, pagina 41) disse quanto segue: “Celso, il primo scrittore contro il cristianesimo, ne fa oggetto di scherno, che operai, calzolai, agricoltori, gli uomini più ignoranti e rudi dovessero essere predicatori del Vangelo”. Nel cristianesimo primitivo, dunque, la predicazione non era limitata a una classe speciale, ma tutti i cristiani sentivano l’obbligo d’essere predicatori. Sarà interessante esaminare come oltre un milione ottocentomila persone di ogni ceto sociale, di ogni istruzione, con svariate capacità hanno intrapreso oggi la predicazione della buona notizia. — 1 Cor. 1:26-29.

COME SI DIVIENE PREDICATORI

3. Quali cambiamenti sono avvenuti nella vita delle persone a motivo dell’opera di predicazione?

3 Stiamo parlando qui di quei predicatori cristiani conosciuti oggi in tutto il mondo come testimoni di Geova. Prima di conoscere la ‘buona notizia del regno di Dio’, molti di essi si erano dati all’abuso di droga, all’ubriachezza e ad altri degradati modi di vivere. Altri erano impegnati in speculazioni commerciali ed erano pieni di tensione e d’ansietà per l’instabilità dell’economia e la ricerca di sicurezza finanziaria. Altri ancora conducevano una vita monotona, senza approdare a nulla e chiedendosi di continuo: “Che scopo c’è nella vita? La vita è tutta qui?” Tutto questo cambiò perché qualcuno ebbe abbastanza amore per il prossimo da predicargli la verità della parola di Dio. Un’esistenza inquieta e senza scopo acquistò un significato. Frustrazione e ansietà cedettero il posto alla speranza. Avendo questo nuovo senso di orientamento nella vita, sono ora entusiasti di vivere. — 1 Cor. 6:9-11.

4, 5. (a) Quale condizione del genere umano spinge i cristiani a condividere con altri la buona notizia? (b) Come l’amore di Dio influisce sul nostro obbligo di predicare?

4 Sei uno di quelli che hanno ricevuto questo beneficio? Come ti senti? Anzitutto, provi senz’altro un senso d’obbligo, l’obbligo di aiutare qualcun altro nello stesso modo in cui tu fosti aiutato. Ma anziché provare solo un sentimento di scrupoloso, freddo dovere, non è stato toccato proprio il tuo cuore? Sì, vedi tante persone nelle stesse condizioni in cui prima ti trovavi, e provi verso di loro lo stesso sentimento che provò Gesù verso le persone del suo giorno: “Vedendo le folle egli ne ebbe pietà, perché erano mal ridotte e disperse come pecore senza pastore”. (Matt. 9:36) I cristiani testimoni di Geova sono spinti oggi da tale compassione a voler aiutare il genere umano. — 1 Giov. 3:16; 4:11.

5 Ancor più dell’amore per il prossimo, è l’amore verso Dio che spinge i veri cristiani a predicare ‘la buona notizia del regno di Dio’. Infatti, mediante suo Figlio egli ha dato loro questo comando. (Matt. 24:14; Atti 10:42) Tutti quelli che amano veramente Dio predicano. Non possiamo pagare un “predicatore” perché predichi in vece nostra più di quanto non possiamo pagare qualcuno perché conduca al nostro posto una vita virtuosa, pura, retta mentre noi disubbidiamo alle leggi morali di Dio. Ciascuno deve portare il proprio carico di responsabilità. Nulla può sostituire la nostra predicazione personale. È un’essenziale espressione dell’amore che nutriamo verso Dio. — 1 Giov. 5:3; Gal. 6:5.

6. Come dovremmo considerare il nostro privilegio di predicare, e con quale beneficio per noi stessi?

6 L’osservanza dei comandi di Dio inerenti alla predicazione, o a qualsiasi altra cosa, non è gravosa. Non è gravoso mangiare, bere, dormire e respirare, eppure l’ubbidienza a queste naturali leggi di Dio è essenziale, poiché ne dipende la nostra vita. Per il cristiano la predicazione è altrettanto essenziale. È qualche cosa che vogliamo fare, e quale piacere ci reca! Quale soddisfazione, contentezza e gioia abbiamo dopo un periodo di predicazione! Sapendo che siamo in grado di fare ciò che fece Cristo Gesù e ciò che Dio ha comandato di fare per il nostro giorno abbiamo un intimo senso di pace e contentezza senza uguale. E pensare che, anche a vostra insaputa, può essere stato piantato un seme che forse darà a qualcun altro la possibilità di conoscere la verità: che gioia reca questo! La fedele predicazione contribuisce anche a dare una coscienza pura, fattore di non piccolo valore per avere al presente felicità e pace mentale.

7. Che cosa può far trattenere dal predicare, eppure quale positiva veduta è necessaria?

7 Fra coloro che oggi partecipano attivamente all’opera di predicazione vi sono persone di istruzione limitata, con impedimenti fisici e altri problemi che alcuni potrebbero considerare ostacoli, ma non hanno lasciato che queste cose impedissero loro di ubbidire a Dio e di mostrare amore al prossimo. Una testimone di Geova vissuta per tutta la sua vita in una comunità rurale era così timida e vergognosa che non andava neppure a fare la spesa dal droghiere perché temeva d’incontrare gente. Era sulla cinquantina quando conobbe la verità della Bibbia. Ora va di casa in casa a dichiarare la buona notizia che ha conosciuta a persone che le sono totalmente estranee. Adesso è naturale per lei farlo. Se amiamo Dio e il prossimo, se dimentichiamo i nostri requisiti da un punto di vista umano e confidiamo proprio in Dio, possiamo divenire predicatori della buona notizia e avere successo nel ministero. — 2 Cor. 3:5; Filip. 4:13.

8. Quale qualità ci vuole per predicare, e perché?

8 Naturalmente, ci vuole vera fede per parlare con baldanza della verità della Parola di Dio, perché, sebbene sia una buona notizia, a molti non è gradita. Questo messaggio richiede spesso drastici cambiamenti nel proprio modo di vivere, e molti non vogliono cambiare il loro tradizionale modo di vivere. Forse si fanno beffe del messaggio o sono indifferenti. Senza fede potremmo smettere di parlare. Tuttavia, i veri cristiani sono spronati dalla stessa fede che spronò l’apostolo Paolo, il quale scrisse: “Ora siccome abbiamo lo stesso spirito di fede, secondo ciò che è scritto: ‘Ho esercitato fede, perciò ho parlato’, noi pure esercitiamo fede e perciò parliamo”. (2 Cor. 4:13) I veri cristiani devono stare attenti a non trascurare mai le molte possibilità che hanno di mantenere forte la fede, comprendendo che l’indebolimento della fede farà loro diminuire le attività di predicazione.

9. Che importanza ha il cuore nel servire dovutamente Geova?

9 Abbiamo visto, dunque, che l’istruzione secolare e l’abilità naturale non sono requisiti preliminari per divenire predicatori; piuttosto, si deve avere amore verso Dio, amore verso il prossimo, e vera fede basata sull’accurata conoscenza della Parola di Dio. Ma ora sorgono le domande: “A chi predichiamo, quando, dove e come?” La chiave per rispondere a queste domande è indicata dall’apostolo Paolo, che scrisse una lettera ad alcuni predicatori cristiani di Roma. Egli disse loro: “Siete divenuti ubbidienti di cuore”. (Rom. 6:17) Sì, il cuore è il nocciolo della questione. Per tale motivo Paolo non dovette dar loro tante istruzioni specifiche su quando, dove e come dovevano predicare. Similmente oggi, se solo faremo ciò che il cuore ci spinge a fare, cominceremo a parlare a qualcuno delle cose che impariamo dalla Bibbia, e saremo così divenuti predicatori della buona notizia.

RAGGIUNGERE TUTTI

10. Quale efficace e migliore metodo usarono i primi cristiani per raggiungere le persone?

10 Come predicatori della buona notizia, dovremmo avere il desiderio di raggiungere tutti quelli che vogliono udire. Ai giorni degli apostoli tutti i cristiani, giovani e vecchi, ricchi e poveri, contadini e cittadini, predicavano la buona notizia. Qualsiasi cosa quei seguaci delle orme di Cristo sapessero di Gesù, del suo ministero, della sua morte e risurrezione, ne parlavano ad altri. Infatti, si valevano di ogni opportunità che avevano per portare questo messaggio della vita eterna alle persone che li circondavano. Predicavano nei campi, nelle città, nei luoghi di mercato, nelle case e ovunque trovavano un orecchio disposto ad ascoltare. Non si nascondevano in qualche monastero, né aspettavano per predicare qualche ora stabilita di un certo giorno, come fanno gli ecclesiastici nei tempi moderni. I primi cristiani erano spinti dal cuore a proclamare la buona notizia in ogni condizione. Dell’apostolo Paolo è detto: “Quindi ragionava nella sinagoga con i Giudei e con le altre persone che adoravano Dio e ogni giorno nel luogo di mercato con quelli che vi si trovavano”. (Atti 17:17) Similmente oggi, l’amore per le persone ci aiuterà a essere desti per cogliere le molte opportunità che abbiamo di parlare alle persone. — Mar. 1:39; 6:56; Luca 8:1; 13:26; Giov. 18:20.

11. Quale metodo di predicare alle persone ha reso i testimoni di Geova famosi in tutto il mondo?

11 I cristiani testimoni di Geova fanno buon uso del metodo di predicare di casa in casa. In gruppo o come singoli, in qualsiasi giorno della settimana e quasi a ogni ora del giorno, i testimoni di Geova partecipano a questa fase del loro ministero. Quando in una casa le persone sono assenti prendono nota con cura dell’indirizzo per cercare ulteriormente di trovare ogni padrone di casa. Dove qualcuno mostra interesse per la Bibbia, si fanno visite ulteriori e, se possibile, si stabilisce un programma di studio biblico a domicilio.

12. Quali ulteriori buoni risultati si possono spesso ottenere essendo desti agli studi biblici?

12 Quando conduciamo studi biblici nelle case delle persone interessate, cogliamo l’occasione di invitare altri familiari a parteciparvi. Forse c’è un visitatore nella casa, così anziché rimandare lo studio a quando il visitatore se ne sarà andato, lo invitiamo ad assistere allo studio. In molti casi i visitatori si aspettano di essere invitati o si interessano di quello che si fa, per cui accettano l’invito.

13. (a) Quale vantaggio abbiamo dando testimonianza a conoscenti e parenti? (b) Perché è importante avere tatto per presentare loro con efficacia la buona notizia?

13 I testimoni di Geova sanno che se tengono sempre letteratura biblica a portata di mano, e se sono desti e prendono l’iniziativa con baldanza ma con tatto, hanno molte altre occasioni di condividere la buona notizia. Forse abbiamo conoscenti e parenti che vediamo ogni tanto, e spesso ascolteranno più prontamente noi che un estraneo. Naturalmente, in tali situazioni c’è l’onnipresente pericolo di essere troppo impulsivi e di cercar di dir loro troppe cose in una volta. Anche se li conosciamo bene, non è saggio essere troppo confidenziali così da chiudere la loro mente al messaggio. Dobbiamo usare verso di loro lo stesso tatto e considerazione che usiamo verso gli estranei che incontriamo facendo visite di casa in casa. Per cominciare, possiamo menzionare in breve gli aspetti positivi della buona notizia. Se l’iniziale reazione è fredda, non c’è bisogno che ci isoliamo da loro, ma, piuttosto, ci sforziamo di mantenere aperte le linee di comunicazione per poter dare in futuro ulteriore testimonianza. Molti hanno conosciuto la buona notizia grazie all’amorevole sollecitudine di amici e parenti.

14. Possiamo coscienziosamente predicare nel nostro luogo di lavoro? Spiegate.

14 Nel luogo di lavoro si presentano spesso occasioni in cui si può annunciare il messaggio del Regno. Per esempio, all’ora del pranzo il testimone cristiano può dedicare un po’ di tempo a leggere la Bibbia. Potrebbe prendere l’iniziativa di intavolare una conversazione con un compagno di lavoro e menzionare un’interessante scrittura, come Salmo 37:10, 11, dove dice che fra breve i malvagi saranno eliminati e i mansueti vivranno in pace sulla terra. Domande come: “Pensi che vedrai mai quel giorno?” o: “Vorresti tu e la tua famiglia vivere a quel tempo?” possono facilmente indirizzare la conversazione verso la speranza del Regno. Certo, non dobbiamo fare questa predicazione quando dovremmo essere impegnati nel lavoro secolare, ma dobbiamo renderci conto che il nostro esempio di buoni lavoratori è molto importante.

15, 16. (a) Come possiamo predicare durante i viaggi? (b) Quali occasioni abbiamo di predicare in casa nostra?

15 Altre occasioni per condividere la buona notizia si hanno durante i viaggi. Direttori di alberghi e motel, inservienti ai distributori di benzina e personale dei ristoranti hanno tutti bisogno di ciò che voi avete: la buona notizia. Durante il viaggio per andare a un congresso cristiano è facile spiegare lo scopo del viaggio e forse lasciare copie delle riviste Torre di Guardia e Svegliatevi! o, possibilmente, un libro come La Verità che conduce alla Vita Eterna. Durante i viaggi sui pubblici mezzi di trasporto si può leggere qualche pubblicazione cristiana. Di frequente la persona seduta accanto a voi mostrerà un po’ d’interesse. O potete offrire a chi vi siede accanto qualche cosa da leggere durante il viaggio. Molti hanno conosciuto in questo modo la buona notizia. Naturalmente, ci vuole un po’ di iniziativa e preparazione anticipata per sfruttare queste occasioni di predicare e divulgare la letteratura cristiana. — Giov. 4:6, 7, 13, 14.

16 Ogni tanto verranno a casa vostra venditori ambulanti. Potreste fare una domanda come: “La scambia mai qualcuno per un testimone di Geova?” Questo può essere uno spunto per iniziare una conversazione che si può sfruttare per predicare la buona notizia. Ad altri visitatori si può similmente dare l’occasione di conoscere la verità. Possiamo chiedere: “Pensa che vedremo mai la pace?” o: “Perché pensa che ci sia tanta delinquenza?”

17. Studenti, perché le vostre opportunità di predicare a scuola sono così insolite?

17 A scuola i giovani hanno un’eccellente occasione per divulgare la buona notizia in mezzo a un uditorio quasi costretto ad ascoltare. Essi hanno un campo relativamente intatto, e in cui si trovano spesso menti aperte. Sia che abbiate come oggetto di studio il futuro, il passato o il presente, la Bibbia ha qualche cosa da dire che, di tanto in tanto, si può mettere in relazione con le considerazioni in aula e le conversazioni private. La letteratura della Società Torre di Guardia tratta un’ampia varietà di soggetti, e se siete desti, potete per mezzo di essa presentare la buona notizia sia agli insegnanti che ai compagni di classe.

18. Come possono partecipare all’opera di predicazione quelli che sono fisicamente impediti, e chi fa riuscire i nostri sforzi?

18 Ai malati o a quelli fisicamente impediti la predicazione della buona notizia può presentare una maggiore sfida; ciò nondimeno, essi hanno lo stesso privilegio di predicare dei loro conservi cristiani. Molti di essi scrivono lettere, si servono del telefono, e non perdono mai un’occasione di parlare delle promesse di Dio a un visitatore. Mentre si è all’ospedale, si può presentare con tatto la buona notizia ad altri pazienti, alle infermiere, e ai medici. I Testimoni che hanno queste limitazioni possono non vedere sempre gli immediati risultati, eppure la loro opera di ‘piantare e innaffiare’ contribuisce alla predicazione nello stesso modo in cui vi contribuisce quella dei loro fratelli cristiani. Gli uni e gli altri devono attendere che Dio faccia crescere. E sappiate sempre che, indipendentemente da chi ascolta, facciamo quello che Dio ci dice di fare. Siamo fedeli. — 1 Cor. 3:6, 7.

PREDICAZIONE MEDIANTE L’ESEMPIO

19, 20. (a) È possibile lodare Geova senza dire una parola? Perché date questa risposta? (b) Come possiamo lodare Geova con la nostra condotta nel nostro quartiere?

19 Le persone possono imparare molto da noi riguardo alla buona notizia anche senza che diciamo mai una parola. Salmo 19:1-3 mostra come questo può avvenire. I versetti uno e due dicono: “I cieli dichiarano la gloria di Dio; e la distesa annuncia l’opera delle sue mani. Un giorno sgorga detti ad altro giorno, e una notte mostra conoscenza ad altra notte”. È come dire che i cieli parlino letteralmente di Dio, ma il versetto tre dichiara: “Non ci son detti, e non ci sono parole; non si ode voce da parte loro”.

20 La muta testimonianza dei cieli dice tanto della maestà del nostro Creatore, e, similmente, il nostro buon esempio nella comunità può contribuire molto all’opera di predicazione. Non bisogna trascurare questo aspetto della divulgazione della buona notizia. I nostri vicini possono non avere le nostre stesse credenze, ma sono nostri simili e meritano la debita considerazione. Una parola gentile o un amabile sorriso è molto efficace. In tempo di bisogno possiamo anche essere in grado di dar loro un po’ di assistenza, come anche nel suo giorno Gesù mostrò compassione umana a chi era nel bisogno. La nostra sincera premura nel loro momento di bisogno può indurli a notare che c’è sulla terra un popolo che segue il consiglio di Gesù: “Tutte le cose dunque che volete che gli uomini vi facciano, anche voi dovete similmente farle loro”. (Matt. 7:12) Oltre alla nostra benignità umana, possono notare che la nostra casa è specialmente linda e pulita. Forse osservano che come famiglia facciamo le cose insieme, e siamo sempre così felici. Nel nostro luogo di lavoro l’applicazione dei princìpi biblici ci fa distinguere come onesti, infaticabili lavoratori. Mentre viviamo la nostra vita quotidiana predichiamo in silenzio alle persone della nostra comunità. Or quando uno dei nostri fratelli cristiani o noi facciamo visite alle case della zona recando il messaggio della speranza cristiana, l’accoglienza che riceviamo rispecchierà in una certa misura l’esempio che è stato dato. Che cosa avete fatto di recente per un vicino così che sia indotto ad ascoltare il prossimo testimone di Geova che va alla sua porta? — Gal. 6:10; Mar. 10:13-16.

RISULTATI DELLA VOSTRA PREDICAZIONE

21. Quale positiva prova possiamo citare per mostrare che Geova benedice la predicazione del suo popolo?

21 Possiamo leggere l’Annuario dei Testimoni di Geova e notare che decine di migliaia di persone rispondono annualmente all’opera di predicazione, e forse ci chiediamo: “Perché non vediamo una crescita più rapida nella nostra congregazione?” Ma se esaminate i fatti, che cosa riscontrate? Verificate come stavano le cose cinque, dieci o vent’anni fa. Non ci sono ora nella vostra zona più congregazioni, più predicatori della buona notizia che non allora? Adesso non visitate più spesso le persone nel ministero? Dobbiamo esercitare pazienza come l’agricoltore. Forse non notiamo la crescita di giorno in giorno, ma essa ha luogo. Siamo benedetti come organizzazione, e al popolo di Geova è accaduto come profetizzò Isaia: “Il piccolo stesso diverrà mille, e l’esiguo una nazione potente. Io stesso, Geova, l’affretterò al suo proprio tempo”. — Isa. 60:22; Giac. 5:7, 8.

22. Spiegate perché non dobbiamo scoraggiarci se dopo aver predicato non possiamo additare direttamente una ‘lettera di raccomandazione’?

22 Ma che dire di noi come singoli individui? Il fatto che non possiamo additare qualcuno nella congregazione e dire che siamo stati personalmente impiegati per aiutare quella persona a incamminarsi nella via della verità vuol forse dire che Dio non benedice il nostro ministero? No! In realtà, quanti di noi possono indicare qualcuno e dire che lo hanno portato nella via della verità? In effetti sono necessari gli sforzi di tutti i fratelli per coltivare il campo mediante la loro fedele predicazione e con il buon esempio dato nella comunità, e, infine, è Geova che dà l’aumento. Chi sa quante persone potete aver aiutato a conoscere la buona notizia? Forse è stato il vostro buon esempio, la vostra visita alla loro porta o la lettera che avete scritta a destare inizialmente il loro interesse. Qualcun altro può avere effettivamente condotto lo studio biblico per accrescere in loro l’interesse e la conoscenza, ma voi avete una parte in quella ‘lettera di raccomandazione’. In realtà, tutto il popolo di Dio può additare le centinaia di migliaia di coloro che in anni recenti sono divenuti cristiani battezzati come prova che i testimoni di Geova sono adeguatamente qualificati per essere ministri. — 1 Cor. 3:7; 2 Cor. 3:1-6.

23. Perché i testimoni di Geova danno all’opera di predicazione la massima precedenza nella loro vita, e qual è il segreto del successo della loro predicazione?

23 Abbiamo visto che il comando di Dio è che tutti i cristiani predichino, indipendentemente da età, sesso o istruzione. Si è pure notato che il nostro successo di predicatori dipende dall’intensità del nostro amore verso Dio, dalla qualità della nostra fede, e dalla profondità del nostro amore per il prossimo. Abbiamo pure osservato che ci sono molte occasioni di predicare e che non ci si dovrebbe scoraggiare se pare che i risultati non siano immediati. La nostra perseveranza e il nostro fedele esempio nella comunità porteranno frutto. I risultati della predicazione compiuta negli anni passati dai testimoni di Geova sono stati un incoraggiamento per loro e un onore per il nome di Geova. Qualsiasi cosa facciate, dunque, per predicare la buona notizia, continuate l’eccellente opera.

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