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  • Si “può” combattere la depressione

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  • Si “può” combattere la depressione
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
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  • CHE COSA POTETE FARE
  • OCCORRE FARE UNO SFORZO
  • BISOGNA ESSERE LONGANIMI VERSO CHI È DEPRESSO
  • Offrono il loro aiuto
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1984
  • “Parlate in maniera consolante alle anime depresse”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1982
  • Cosa si può fare per combattere la depressione
    Svegliatevi! 1982
  • Come aiutare chi è depresso a ritrovare la gioia
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1990
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
w77 15/9 pp. 547-550

Si può combattere la depressione

CAPITA a tutti di sentirsi depressi. Quando succede solo ogni tanto non c’è motivo di allarmarsi. Piuttosto, è il segnale che bisogna fare qualcosa di costruttivo per uscire dallo stato di depressione. Questi brevi periodi in cui possiamo sentirci molto “abbattuti” non sono normalmente la vera depressione. Avversità come la morte di una persona cara, la perdita dell’impiego, rovesci finanziari, incidenti, ecc., sono generalmente superate dalla maggioranza delle persone in un tempo relativamente breve. Ma per alcuni sono causa di vera depressione.

Un articolo sulla depressione uscito in Science World del 16 dicembre 1975 cita le parole del dott. Nathan S. Kline, professore di clinica psichiatrica alla Columbia University di New York, il quale avrebbe detto che il più comune sintomo di vera depressione non è la depressione stessa, ma l’anedonia (dal greco), che egli definisce “assenza di gioia e di piacere. L’incapacità di apprezzare le cose che rendono la vita veramente degna d’essere vissuta”.

L’articolo prosegue dicendo che un sintomo di depressione è la perdita di interesse per il mangiare, per cui si dimagrisce. Si ha difficoltà a dormire, e anche dopo una buona notte di riposo ci si sente ancora stanchi. L’uomo o la donna non riesce a concentrarsi e non è più capace di lavorare. D’altra parte, alcuni dormono troppo, passando la maggior parte del tempo a letto. Il sonno diventa per loro un modo per sottrarsi alla vita.

Per combattere la depressione, cercate anzitutto di analizzare le ragioni per cui vi sentite così ed esaminate i vostri sentimenti e motivi più reconditi. Vedete se la vostra situazione è proprio così brutta, se le circostanze giustificano i vostri sentimenti di depressione. E poiché la depressione può avere una causa fisica, controllate se avete qualche disturbo del metabolismo, basso livello di zucchero nel sangue, anemia, mononucleosi, diabete o qualche altra malattia che potrebbe farvi indebolire o scoraggiare. Scoprite fino a che punto la depressione dipende dalla vostra condizione mentale e cosa influisce su di voi, facendovi sentire “giù”. Forse scoprirete addirittura che il vostro è un tentativo di evadere o che provate nientemeno che un piacere morboso nel vostro stato di depressione, una specie di autocommiserazione.

CHE COSA POTETE FARE

Che cosa potete fare, specialmente se capite che il vostro stato di depressione non dipende dalla salute? Sebbene la psichiatria sia utile in certi casi, l’aiuto migliore e veramente duraturo si può ottenere dalla Bibbia e dalla congregazione cristiana. Perché? Perché Dio creò il corpo e la mente dell’uomo e sa come siamo fatti. Il salmista dice: “O Signore, tu mi scruti e mi conosci. Tu sai quando io mi seggo o mi alzo, tu penetri da lungi il mio pensiero. Tu vedi il mio cammino e le mie soste, tutte le mie vie ti sono note”. (Sal. 139:1-3, La Bibbia Concordata) I consigli di Dio sono perciò la migliore terapia per la mente.

La cosa di cui ha maggior bisogno chi è depresso è di pregare Geova Dio. Davide, che fu un servitore di Dio, fu più di una volta in un grave stato di depressione, certe volte a causa dei suoi errori, e altre perché i suoi nemici stavano per intrappolarlo con lo scopo di ucciderlo. In queste situazioni pregò sempre con fervore. In un’occasione espresse il suo abbattimento nell’implorazione che rivolse a Dio:

“Mostrami favore, o Geova, poiché lentamente svanisco. Sanami, o Geova, poiché le mie ossa sono state turbate. Sì, la mia propria anima s’è turbata assai; e tu, o Geova, fino a quando? Torna, o Geova, libera la mia anima; salvami per amore della tua amorevole benignità. Poiché nella morte non c’è menzione di te; nello Sceol chi ti loderà? Mi sono affaticato con i miei sospiri; per tutta la notte faccio nuotare il mio divano; con le mie lagrime faccio traboccare il mio proprio canapè”. — Sal. 6:2-6.

Dal racconto biblico sappiamo che Dio esaudì le preghiere di Davide e gli diede la forza di andare avanti e compiere opere meritorie. Anche se pensiamo che nessun uomo ci capisca, sappiamo che Dio ci capisce. Egli dice di sé: “Non c’è scrutare del suo intendimento. Egli dà all’affaticato potenza; e a chi è senza energia dinamica fa abbondare la piena possanza. . . . Quelli che sperano in Geova riacquisteranno potenza. Saliranno con ali come aquile. Correranno e non si affaticheranno; cammineranno e non si stancheranno”. — Isa. 40:28-31.

L’apostolo Paolo consiglia: “Siate costanti nella preghiera, rimanendovi svegli con rendimento di grazie”. (Col. 4:2) Ma forse vi sentite sopraffatti e vi sembra che il cerchio si chiuda attorno a voi. In tal caso, rammentate Giona che affondava nel mare, con le alghe avvinghiate attorno alla testa. La sua ‘anima veniva meno’. Ma pregò. In seguito, provò grande ira e abbattimento a causa del suo atteggiamento errato. Egli pensò che morire era meglio che vivere. Nondimeno, pregò. Fu liberato in entrambi i casi. — Giona 2:5-7; 4:1-8.

Ma forse siete così depressi che non vi sentite di pregare Dio. Può darsi pensiate di non esser degni di accostarvi a Dio. In questa situazione possiamo trarre conforto da ciò che scrisse l’apostolo Giovanni:

“Da questo conosceremo che abbiamo origine dalla verità e assicureremo i nostri cuori dinanzi a lui circa qualsiasi cosa di cui il nostro cuore ci condanni, perché Dio è maggiore del nostro cuore e conosce ogni cosa. Diletti, se il nostro cuore non ci condanna, abbiamo libertà di parola verso Dio; e qualsiasi cosa chiediamo la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo le cose che sono piacevoli agli occhi suoi. In realtà, questo è il suo comandamento, che abbiamo fede nel nome del suo Figlio Gesù Cristo e che ci amiamo gli uni gli altri, come egli ci diede comandamento”. — 1 Giov. 3:19-23.

Come dice qui Giovanni, quando sembra che il nostro cuore ci condanni, quando ci sentiamo incapaci o indegni di pregare Dio, Dio non si sente così verso di noi. Dio può vedere e capire lo stato di cupa tristezza in cui ci troviamo. Sa che non vogliamo sentirci così. Se ci rendiamo conto di questo fatto, vinceremo i nostri dubbi o timori e ci accosteremo a Dio, confidandogli le nostre afflizioni. Egli ci ascolterà e comprenderà, e agirà per ridare equilibrio alla nostra mente. — 1 Giov. 4:17, 18; 1 Piet. 3:12.

Tuttavia, se proprio non riuscite a pregare, potete ricevere aiuto rivolgendovi agli anziani della congregazione cristiana. Giacomo, fratellastro di Gesù, ci dice: “Vi è qualcuno malato fra voi [in senso spirituale]? Chiami gli anziani della congregazione presso di sé, e preghino su di lui, spalmandolo d’olio nel nome di Geova. E la preghiera della fede farà star bene l’indisposto e Geova lo desterà. E se egli ha commesso dei peccati, gli sarà perdonato”. — Giac. 5:14, 15.

Oltre a pregare, potete leggere quotidianamente la Parola di Dio e meditare su di essa per ottenere i benefici e l’equilibrio che derivano dalla sua sapienza e dal conforto che essa dà. Se non vi sentite di leggere, fate leggere qualcuno per voi. La considerazione di ciò che vien letto sarà di grande aiuto per sollevarvi il morale. — Gios. 1:8; Sal. 63:6, 7; 77:12.

OCCORRE FARE UNO SFORZO

Un’altra cosa necessaria per uscire da uno stato di depressione è la volontà. Anche con l’aiuto e le preghiere di altri, voi dovete fare uno sforzo in armonia con la fede. Predicendo che in futuro Pietro lo avrebbe rinnegato e che poi si sarebbe trovato in uno stato di profonda depressione, Gesù disse a Pietro: “Io ho fatto supplicazione per te affinché la tua fede non venga meno; e tu, una volta tornato, rafforza i tuoi fratelli”. (Luca 22:32; confronta Luca 22:54-62). Pietro doveva interessarsi anche dei suoi fratelli cristiani che, dopo la morte di Gesù, avrebbero avuto bisogno di incoraggiamento e aiuto, e doveva avere il desiderio di aiutarli. Una cosa che è di massimo aiuto per vincere la depressione è quella di interessarsi degli altri. Pensate a quelli che vi stanno vicino, considerate i loro bisogni e quale responsabilità avete verso di loro. Fino a un certo punto la vostra depressione fa soffrire anche loro. Considerate come saranno felici quando vi riprenderete dal vostro stato di abbattimento.

Non dovete mai pensare che il vostro caso sia diverso da quello di chiunque altro e che il vostro peso, di qualunque natura, sia superiore a ciò che potete sopportare. Non pensate che sia impossibile affrontare la situazione con la speranza di un felice esito. L’apostolo Paolo descrisse una situazione che lo deprimeva profondamente. “Nel distretto dell’Asia”, dice, “fummo sotto una pressione estrema, oltre la nostra forza, tanto che eravamo incerti perfino della nostra vita. Infatti, sentivamo in noi stessi d’aver ricevuto la sentenza di morte. Questo avveniva affinché confidassimo non in noi stessi, ma nell’Iddio che desta i morti”. (2 Cor. 1:8, 9) Paolo assicurò ai cristiani di Corinto, che pure soffrivano, che non era impossibile superare la loro tribolazione: “Nessuna tentazione vi ha colti eccetto ciò che è comune agli uomini. Ma Dio è fedele, ed egli non lascerà che siate tentati oltre ciò che potete sopportare, e con la tentazione farà anche la via d’uscita onde la possiate sopportare”. (1 Cor. 10:13) Non c’è nessuna situazione da cui Dio non possa tirarci fuori se esprimiamo fede.

Anche se pensate che nessuno capisca la vostra situazione, se vi sentite abbandonati da tutti, traete conforto dalle parole di Davide: “Nel caso che il mio proprio padre e la mia propria madre mi lasciassero, pure Geova stesso mi accoglierebbe”. (Sal. 27:10) Naturalmente, i fratelli della congregazione cristiana non vi abbandoneranno. Sì, a volte vi sembrerà che i loro consigli non siano quello di cui avete bisogno, che essi non comprendano come vi sentite. Nel tentativo di spronarvi a fare qualcosa per aiutare voi stessi, possono apparire troppo decisi. Ma ricordate che cercano di aiutarvi e che essendo depressi avete la tendenza a offendervi più facilmente. Ascoltate quello che dicono, apprezzate il loro interesse e fate quello che potete per seguirne i suggerimenti.

Inoltre, fate ogni sforzo per associarvi ai conservi cristiani. Essi hanno lo spirito di Dio e possono incitarvi all’amore e alle opere eccellenti. Dove c’è lo spirito di Geova, c’è libertà, libertà dalla schiavitù alla depressione. (Ebr. 10:24; 2 Cor. 3:17) Evitate di isolarvi. (Prov. 18:1) Invitate i vostri amici a venire a trovarvi. Frequentate le adunanze cristiane. — Ebr. 10:25.

Poiché la depressione è uno stato in cui viene a mancare la gioia, chi è depresso deve sforzarsi di provare gioia nelle buone cose e nelle buone esperienze che ha. Riflettete sulle cose per cui dovreste essere grati e gioiosi; allontanate i pensieri negativi e morbosi. (Filip. 4:8) Questo vi aiuterà a evitare le malattie che la depressione può causare o, se siete depressi a causa di una malattia, tale sano modo di pensare può alleviare la vostra sofferenza. Può darsi vi sia d’aiuto trascorrere qualche giorno o qualche settimana in un altro ambiente, in un posto piacevole dove non vi vengano di continuo in mente le cose che hanno relazione con il vostro problema. Negli ambienti medici si ammette che “un cuore che è gioioso fa bene come un rimedio, ma lo spirito che è abbattuto rende secche le ossa”. È pure vero che “il cuore gioioso ha un buon effetto sul viso, ma a causa della pena del cuore vi è lo spirito abbattuto”. — Prov. 17:22; 15:13.

BISOGNA ESSERE LONGANIMI VERSO CHI È DEPRESSO

Parenti e amici devono riconoscere che la persona depressa fa fatica ad aiutare se stessa. È pure importante essere pazienti, non pensando che chi è depresso stia facendo i capricci o voglia irritare gli altri. Parlate sempre con benignità e amore. A volte, però, è necessario essere fermi per convincere chi è depresso che deve sforzarsi.

I componenti della congregazione cristiana dovrebbero fare tutto quello che possono per confortare e aiutare la persona abbattuta. Usate buon senso per stabilire quando e quante volte farle visita, ma non vi scoraggiate se i vostri sforzi non portano frutto immediatamente. Non vi date per vinti, pensando che sia impossibile aiutare quella persona. Nella primitiva congregazione cristiana vi erano alcuni depressi, e l’apostolo Paolo fu spinto a scrivere: “Vi esortiamo, fratelli: Ammonite i disordinati, parlate in maniera consolante alle anime depresse, sostenete i deboli, siate longanimi verso tutti”, e “raddrizzate le mani cadenti e le ginocchia indebolite”. — 1 Tess. 5:14; Ebr. 12:12.

Tutti, nel proprio cuore, vogliono essere felici. Se riconosciamo questo fatto, saremo comprensivi verso chi è infelice, rendendoci conto che quella persona incontra sul proprio cammino un ostacolo per lei del tutto reale. Desiderando aiutarla, ci sforzeremo di scoprire, se possibile, qual è l’ostacolo, e faremo ciò che possiamo perché ritrovi la felicità. D’altra parte, chi è infelice e depresso deve sforzarsi di raggiungere una condizione mentale felice, accettando l’aiuto con lo spirito con cui è offerto e lottando per riprendersi, prima mediante la preghiera e poi facendo quello che si rende necessario.

[Testo in evidenza a pagina 549]

“Non dovete mai pensate che il vostro caso sia diverso da quello di chiunque altro e che il vostro peso, di qualunque natura, sia superiore a ciò che potete sopportare”.

[Testo in evidenza a pagina 550]

“Non c’è nessuna situazione da cui Dio non possa tirarci fuori se esprimiamo fede”.

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