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  • Chi può essere contento?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1981
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1981
w81 1/9 pp. 3-4

Chi può essere contento?

MOLTI sognano di poter andare a vivere in una tranquilla e sperduta isola tropicale, convinti che questo appagherebbe finalmente i loro desideri e li renderebbe veramente felici. Pensano che così potrebbero vivere in tutta tranquillità, crogiolandosi al sole, mangiando a sazietà e non avendo la minima preoccupazione.

James A. Michener e A. Grove Day, nel libro Rascals in Paradise (Birboni in paradiso), raccontano un fatto ipoteticamente accaduto nel Pacifico. In breve è la storia di un certo australiano che negli anni trenta si convince che sta per scoppiare un grande conflitto. Per non essere coinvolto nella catastrofe, comincia a cercare sistematicamente un luogo in cui rifugiarsi.

“Infine”, si narra, “con un ineccepibile procedimento logico, decise che l’unico rifugio sicuro dalla follia del mondo doveva trovarsi in qualche isola tropicale. . . . studiò il Pacifico, cercando di individuare un’isola che avesse tutte le caratteristiche necessarie: lontananza, sicurezza, buone prospettive di vita . . . verso la fine dell’estate del 1939, una settimana prima che i tedeschi invadessero la Polonia, il previdente australiano si rifugiò nel luogo prescelto nel Pacifico meridionale. Era un’isola quasi sconosciuta, Guadalcanal”. Vi trovò sicurezza e appagamento?

Tutt’altro, perché nel 1942 e nel 1943 anche la sperduta isola di Guadalcanal divenne teatro di aspri combattimenti. Per gran parte della seconda guerra mondiale fu tutt’altro che uno spensierato paradiso tropicale.

La guerra è finita da decenni. Ma che dire di oggi? Cosa si presenta agli occhi dell’osservatore obiettivo?

Scioperi, marce di protesta, ragazzi che scappano di casa o abbandonano la scuola, uso illegale di droghe, famiglie divise e divorzi, tutte cose ormai comuni. Perché? Qual è il comune denominatore della maggioranza di questi problemi? L’insoddisfazione!

Si pensi anche alle attuali minacce per la pace, alla possibilità di un olocausto nucleare. Chi può essere contento in una situazione simile?

Oggi, come durante la seconda guerra mondiale, non c’è nessuna lontana e tranquilla isola tropicale in cui ci si possa rifugiare. I voli aerei, i mezzi di comunicazione di massa — e anche l’inquinamento atmosferico — rendono impossibile trovare un posto che garantisca sicurezza e tranquillità assolute. Significa questo che ogni uomo, donna e ragazzo sia condannato a essere infelice e scontento? Niente affatto, come vedremo considerando la domanda: “Siete contenti della vita che fate?”

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