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  • Siete contenti della vita che fate?

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  • Siete contenti della vita che fate?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1981
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  • UN ESEMPIO DA SEGUIRE
  • ESEMPI AMMONITORI DI INSODDISFAZIONE
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1981
w81 1/9 pp. 4-7

Siete contenti della vita che fate?

“SE DAL cielo venissero mandati due angeli, uno a governare un impero e l’altro a spazzare una strada, non proverebbero nessun desiderio di scambiarsi i compiti”. Così disse l’ecclesiastico inglese John Newton circa due secoli fa. Ecco un modo per esprimere ciò che significa essere contenti della propria vita.

Ma cosa vuol dire essere contenti? Vuol dire provare un senso di profonda e durevole soddisfazione per quanto riguarda la propria situazione. Esteriormente si manifesta con l’assenza di critiche e lamentele. Un dizionario descrive così l’aggettivo “contento”: “Che ha l’animo soddisfatto”. Che dire di voi? Vorreste svolgere un lavoro diverso, avere una casa diversa o un coniuge diverso? Riscontrate che i vostri desideri si fanno sempre più inquieti, rischiando di farvi perdere l’equilibrio?

Accontentarsi non vuol dire rinunciare a qualsiasi tentativo di migliorare la propria situazione. Non significa che si debba soffocare lo spirito d’iniziativa o vivere alla giornata. Ma vuol dire che non si deve desiderare a tal punto qualcosa da diventare infelici e lamentatori.

UN ESEMPIO DA SEGUIRE

Considerate l’esempio dell’apostolo cristiano Paolo. In possesso della cittadinanza romana, e probabilmente di facoltosa famiglia ebrea, studiò legge alla scuola del dotto Gamaliele, guadagnandosi il rispetto dei farisei suoi compagni. Ma cosa accadde? Fu chiamato da Geova Dio tramite Suo Figlio per diventare un predicatore della “buona notizia”. Per mantenersi e non divenire un peso per gli altri cristiani, Paolo lavorò con le proprie mani. Questo gli consentì di spostarsi liberamente da una città all’altra ovunque lo portasse la sua attività missionaria. A causa della sua opera di evangelizzazione dovette subire molta persecuzione, incluse percosse, frustate e tentativi di lapidazione. Era un uomo contento?

Nella sua Lettera ai Filippesi, Paolo scrisse: “In realtà pure considero ogni cosa esser perdita a motivo dell’eccellente valore della conoscenza di Cristo Gesù mio Signore. A motivo di lui ho accettato la perdita di tutte le cose e le considero come tanti rifiuti, affinché guadagni Cristo. Ho imparato, in qualsiasi circostanza mi trovi, ad essere autosufficiente [“contento”, Versione Riveduta (VR)]”. (Filip. 3:8; 4:11) Sì, l’apostolo Paolo era veramente contento del suo fedele servizio a Dio.

ESEMPI AMMONITORI DI INSODDISFAZIONE

Altri invece divennero scontenti, con tragiche conseguenze. La prima donna, Eva, aveva un marito perfetto, una dimora ideale in un giardino paradisiaco, una grande e abbondante varietà di cibo, l’amorevole cura del suo Dio e Padre celeste, e la prospettiva di vivere per sempre. Eppure quando il Tentatore le disse che Dio la privava di ciò che giustamente le spettava, Eva gli credette e divenne scontenta. Scelse di vivere in modo indipendente e di stabilire le proprie norme del bene e del male. Questa scelta non le recò altro che sofferenze e la morte. Avrebbe fatto meglio a essere contenta di ciò che aveva e a essere sottomessa al marito e, soprattutto, a Dio!

Secoli dopo, mentre Geova Dio guidava il suo popolo nel deserto, vi furono ripetute manifestazioni di malcontento. In un’occasione 254 capi del popolo d’Israele, insoddisfatti della loro sorte, si ribellarono apertamente a Mosè e ad Aaronne. In tono di sfida dissero: ‘Perché vi dovreste innalzare al di sopra della congregazione di Geova?’ Rispondendo, Mosè mise in evidenza la causa della loro insoddisfazione. Leggiamo infatti: “È così poca cosa per voi . . . compiere il servizio del tabernacolo di Geova . . .? Dovete voi cercare dunque anche d’assicurarvi il sacerdozio?” (Num. 16:1-10) Il risultato? La maggioranza perì distrutta dal fuoco e gli altri furono inghiottiti dalla terra.

Circostanze diverse resero scontento Dema, un collaboratore dell’apostolo Paolo. Egli era con l’apostolo la prima volta che questi fu imprigionato a Roma. Ma durante il secondo imprigionamento di Paolo ‘Dema lo abbandonò per amore del presente sistema di cose’. (II Tim. 4:10) Smise di essere veramente contento.

SIETE CONTENTI?

Che dire di voi? Se sei un capofamiglia, ti senti insoddisfatto? Certo ci sono molte cose che possono turbare un cristiano: disonestà nelle alte sfere, ingiusto trattamento dei poveri e dei bisognosi, favoritismi, per non menzionare la monotonia di vari tipi di lavoro. Come si può essere contenti in tali condizioni? È bene ricordare che non si è gli unici. Fedeli servitori di Dio dell’antichità dovettero affrontare gli stessi problemi, e nella Bibbia è stato scritto per nostro incoraggiamento il modo in cui riuscirono a superarli.

Prendiamo il caso del levita Asaf, noto cantore e musicista dell’epoca. Egli scrisse: “Ebbi invidia di quelli che si vantavano, quando vedevo la medesima pace dei malvagi. Non sono nemmeno nell’affanno dell’uomo mortale, e non sono piagati come altri uomini”. Così cominciò a dire a se stesso: “Sicuramente è invano che ho mondato il mio cuore e che mi lavo le mani nella stessa innocenza”. — Sal. 73:3, 5, 13.

In effetti Asaf si chiedeva: ‘A che scopo cercare di fare ciò che è giusto? Altri fanno il male e la passano liscia. Perché non lo faccio anch’io?’ Poi capì che questo modo di ragionare era sbagliato. Mentre si trovava nel santuario con altri adoratori di Geova, si rese conto che la prosperità dei malvagi è di breve durata. — Sal. 73:15-19.

Quantunque possiamo essere addolorati dalla malvagità che ci circonda, possiamo trarre conforto dal fatto che ci sarà un giorno di giudizio. (Atti 17:31) In questo sistema di cose ci sono molte situazioni che non si possono cambiare. “Ciò che è fatto curvo non si può fare diritto, e ciò che manca non si può proprio contare”, dice la Bibbia. (Eccl. 1:15) Perciò quando non possiamo cambiare le cose con mezzi leciti, facciamo bene a confidare in Geova Dio perché agisca a tempo debito. In questo modo conserviamo la nostra serenità.

Che dire della tua famiglia? Ne sei contento? Familiari amorevoli possono senz’altro essere fonte di soddisfazione. Dopo una giornata di duro lavoro, che sollievo per il capofamiglia ritrovarsi con la moglie e i figli nella pacifica atmosfera domestica! Molto appropriatamente un proverbio biblico dice: “È meglio un piatto di verdura dove c’è amore che un toro ingrassato insieme all’odio”. — Prov. 15:17.

Un grande aiuto per essere contenti è costituito anche dalla famiglia spirituale dei propri conservi testimoni di Geova. Che piacere frequentare persone oneste, rette e amorevoli! Riscontrate che quando assistete alle adunanze dei testimoni di Geova vi dimenticate dei problemi che tendono a scoraggiarvi?

‘E la vita che faccio io?’ può chiedere la donna di casa. Bisogna fare un continuo sforzo per mantenere vera contentezza in un periodo in cui non si fa che parlare della “liberazione della donna”. Le donne che guidano questo movimento sono veramente contente? Come possono esserlo se non tengono conto del fatto che Dio ha assegnato alla moglie un ruolo di aiuto e complemento, non di capo o competitrice? (Gen. 2:18) La moglie può fare molto per contribuire alla felicità dell’intera famiglia. In questi giorni di inflazione galoppante, può ridurre le spese facendo gli acquisti in modo assennato. (Prov. 31:14) Con le parole e con l’esempio la moglie cristiana può edificare spiritualmente i figli, aiutandoli a capire cosa significa vivere come discepoli di Gesù Cristo.

È assolvendo il compito affidatole da Dio che la donna cristiana prova la felicità della moglie capace descritta nel libro di Proverbi, dove si legge: “Una moglie capace chi la può trovare? Il suo valore è molto maggiore di quello dei coralli. In lei ha confidato il cuore del suo proprietario. . . . Ella lo ha compensato col bene . . . tutti i giorni della vita di lei. . . . Ella vigila su ciò che avviene nella sua casa . . . I suoi figli si sono levati e l’han dichiarata felice; il suo proprietario si leva, e la loda. . . . La donna che teme Geova è quella che si procura lode”. — Prov. 31:10-30.

E voi giovani? Siete contenti della vostra vita? Oggi i giovani incontrano seri problemi. Immoralità, imbrogli e abuso di droghe hanno raggiunto livelli spaventosi. Ma queste cose non devono farvi perdere l’equilibrio o l’orientamento e indurvi ad abbandonare la scuola. Lasciando la scuola prima del tempo potreste dovervi accontentare di un lavoro mal retribuito e forse in un ambiente peggiore di quello scolastico. Cercate quindi di fare del vostro meglio a scuola, scegliendo il tipo di addestramento che vi permetterà di trovare un buon lavoro che non esaurisca le vostre energie. I servitori di Dio fanno bene a imparare quei tipi di lavoro che consentono loro di dedicare molto tempo ed energie per aiutare altri spiritualmente. Possono così provare la felicità molto più grande che deriva dal dare. — Atti 20:35.

Se sei un adoratore di Geova Dio, cerca di fare progresso come cristiano mentre vai ancora a scuola. Cogli le opportunità per proclamare la “buona notizia” a scuola e insieme ad altri componenti della congregazione. Pensa a come puoi ampliare la tua partecipazione alla proclamazione pubblica della “buona notizia” durante le vacanze scolastiche. Se puoi fare il pioniere ausiliario, ne sarai davvero contento. Non trascurare la lettura della Bibbia e delle pubblicazioni in grado di aiutarti a comprenderla meglio. Una buona preparazione anticipata ti permetterà di prendere parte attiva alle adunanze di congregazione.

Nella tua congregazione ci sono malati, handicappati o persone d’età avanzata? Puoi aiutarli facendo loro la spesa, lavori di riparazione o pulizie domestiche? C’è qualcuno che ci vede poco? Potresti dedicare un po’ di tempo ogni settimana a leggere qualcosa per quella persona? Essere discepoli di Gesù Cristo significa servire gli altri come fece lui. Se impari a renderti utile nella giovinezza, avrai soddisfazioni e benedizioni in abbondanza.

C’è qualche nuovo segreto per essere veramente contenti? No, non c’è nulla di nuovo. Più di 1.900 anni fa l’apostolo Paolo diede un consiglio tuttora valido: “Davvero, è un mezzo di grande guadagno questa santa devozione con autosufficienza [“animo contento”, VR]. Poiché non abbiamo portato nulla nel mondo, e non ne possiamo portare fuori nulla. Quindi, avendo nutrimento e di che coprirci, di queste cose saremo contenti”. — I Tim. 6:6-8.

Soffermatevi quindi a meditare sulla vostra vita. È vero che forse potrebbe essere migliore. Ma potrebbe anche essere peggiore. Cercate di essere contenti di ciò che avete e non tormentatevi per quello che non avete. Siate felici facendo tutto il possibile per aiutare spiritualmente altri e per incoraggiarli. Fatelo, e anche voi, come molti altri, sarete contenti della vostra vita.

[Immagine a pagina 5]

‘E la vita che faccio io?’ può chiedere la donna di casa

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