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Giovanni — Approfondimenti al capitolo 1Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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la Legge [...] l’immeritata bontà e la verità Nelle Scritture Greche Cristiane, la Legge data tramite Mosè è spesso messa in contrasto con l’“immeritata bontà” (Ro 3:21-24; 5:20, 21; 6:14; Gal 2:21; 5:4; Eb 10:28, 29). La Legge mosaica doveva servire da “tutore per condurci a Cristo” e conteneva ombre, o quadri profetici, che si erano adempiute in lui (Gal 3:23-25; Col 2:16, 17; Eb 10:1). Tra le altre cose, la Legge aveva dato agli uomini “la piena consapevolezza del peccato” (Ro 3:20). Da questo derivava anche la consapevolezza che “il salario del peccato è la morte” e che “ogni trasgressione e disubbidienza è stata punita secondo giustizia” (Ro 6:23; Eb 2:2). Qui Giovanni intende mettere in contrasto “la Legge” con “l’immeritata bontà e la verità” che sono venute per mezzo di Gesù Cristo. Gesù rese concrete le cose prefigurate dalla Legge, inclusi i sacrifici per il perdono e l’espiazione (Le 4:20, 26). Inoltre rivelò che Dio avrebbe concesso a esseri umani peccatori la Sua “immeritata bontà” (o “generoso dono”, com’è a volte tradotto il termine greco chàris) dando suo Figlio come sacrificio di espiazione (Col 1:14; 1Gv 4:10, nt.; vedi approfondimento a Ro 6:23 e Glossario, “immeritata bontà”). Gesù rivelò una nuova “verità”: questo sacrificio avrebbe liberato gli esseri umani dal peccato e dalla morte (Gv 8:32; vedi approfondimento a Gv 1:14).
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