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FilippesiGuida alle ricerche per i Testimoni di Geova — Edizione 2019
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Filippesi — Approfondimenti al capitolo 4Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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Non siate in ansia Il testo originale potrebbe anche essere tradotto “smettete di essere in ansia” o “smettete di preoccuparvi”. Il verbo qui usato (merimnào) può descrivere uno stato di agitazione o preoccupazione eccessiva che prende il sopravvento nella mente di una persona e la distrae al punto di farle perdere la gioia. Anche Gesù fece più volte una raccomandazione simile a quella di questo versetto. (Vedi approfondimenti a Mt 6:25; Lu 12:22.) Nelle sue circostanze Paolo aveva motivi più che validi per essere ansioso. Mentre scriveva questa lettera, ad esempio, era agli arresti durante la sua prima detenzione a Roma (Flp 1:7, 13, 14); poteva inoltre avere preoccupazioni di carattere economico (Flp 4:12) o essere in ansia per il benessere dei fratelli (2Co 11:28 e approfondimento). Ma ai compagni di fede alle prese con una qualunque di queste circostanze fa la seguente esortazione: “Le vostre richieste siano rese note a Dio”. (Vedi anche Sl 55:2, 22; 1Pt 5:7.)
in ogni cosa Qualunque cosa influisca sulla vita di un cristiano in quanto servitore di Dio o sul suo rapporto con Lui può giustamente essere oggetto di preghiera. Fintanto che sono in armonia con la volontà di Dio, le preghiere possono abbracciare praticamente ogni aspetto della vita. Il cristiano può sentirsi libero di parlare a Geova dei suoi più intimi sentimenti, bisogni, timori e affanni (Mt 6:9-13; Gv 14:13 e approfondimento, 14; 16:23, 24; 1Pt 5:7; 1Gv 5:14).
preghiere e suppliche accompagnate da ringraziamenti Il sostantivo “preghiera” usato qui è un termine generico con cui si intende il parlare con devozione a Dio. Il sostantivo “supplica” è più specifico; si tratta di una parola molto forte che dà l’idea di un’implorazione, spesso accompagnata da intense emozioni e anche lacrime (Eb 5:7). Un’opera di consultazione ne parla come di un “grido d’aiuto che nasce da uno stato di bisogno”. Aggiungendo poi “accompagnate da ringraziamenti”, Paolo dimostra che è sempre giusto esprimere gratitudine a Dio. Anche in momenti di grave difficoltà ci sono motivi per essere grati, e Paolo lo sapeva per esperienza personale (At 16:22-25; Ef 5:19, 20). L’apostolo menziona anche le richieste. Questa categoria, come dice la parola stessa, si concentra sulle cose che si chiedono in preghiera. Le richieste del cristiano, come spiega Paolo, possono abbracciare un’ampia gamma di necessità. (Vedi l’approfondimento in ogni cosa in questo versetto.)
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