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Colossesi — Approfondimenti al capitolo 3Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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Continuate a sopportarvi gli uni gli altri Qui Paolo esorta i cristiani di Colosse a essere pazienti, a tollerare i difetti o le caratteristiche irritanti degli altri. In 1Co 4:12 lo stesso verbo greco è reso “sopportiamo con pazienza”. Tutti i cristiani sono imperfetti e commettono errori (Gc 3:2), perciò bisogna essere ragionevoli in merito a cosa aspettarsi dagli altri (Flp 4:5).
anche se qualcuno ha motivo di lamentarsi di un altro Paolo riconosce che alcuni cristiani di Colosse possono aver dato agli altri fratelli un valido “motivo di lamentarsi”. Forse in qualche occasione non hanno manifestato le qualità cristiane oppure hanno fatto o detto qualcosa per cui qualcuno si è sentito ferito (vero o presunto che fosse il torto). Anche in queste situazioni i cristiani cercano di imitare Geova e perdonano senza riserve (Mt 5:23, 24; 18:21-35; Ef 4:32; 1Pt 4:8).
Proprio come Geova vi ha perdonato senza riserve La Bibbia spesso menziona che Geova Dio perdona i peccati degli esseri umani (Nu 14:19, 20; 2Sa 12:13; Sl 130:4; Da 9:9). Dice anche che è “pronto a perdonare” (Ne 9:17; Sl 86:5) e che “perdonerà generosamente” (Isa 55:7). Il verbo greco qui tradotto “perdonare senza riserve” non è quello solitamente reso “perdonare”, come nel caso di Mt 6:12, 14 o Ro 4:7 (vedi approfondimento). Si tratta invece di un verbo che ha la stessa radice del termine greco chàris, spesso tradotto “immeritata bontà” o “favore”. Se è usato con il senso di perdonare, questo verbo trasmette l’idea di un gesto fatto spontaneamente, generosamente, come quando si fa un regalo a qualcuno. Paolo ricorre allo stesso verbo in Col 2:13, dove dice che “Dio [...] ci ha benevolmente perdonato tutte le nostre colpe” (Ef 4:32; per maggiori informazioni sull’uso del nome divino qui, vedi App. C3 introduzione; Col 3:13).
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