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  • Domande dai lettori
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1985
w85 15/3 p. 31

Domande dai lettori

◼ Una volta che una persona diviene testimone di Geova, viene sempre ritenuta tale?

No, i testimoni di Geova non sono come quelle religioni che sostengono che ‘chi ne è membro lo rimane fino alla morte’. Alcuni, una piccola percentuale, decidono di dissociarsi dalla congregazione cristiana o vengono espulsi perché trasgressori impenitenti.

In una occasione molti discepoli abbandonarono Gesù e “non camminavano più con lui”. (Giovanni 6:66) La Bibbia inoltre spiega che se un cristiano pratica un grave peccato senza pentirsi, la congregazione deve ‘rimuovere l’uomo malvagio’ dal suo interno e ‘cessare di mischiarsi in sua compagnia’. — I Corinti 5:9-13.

Oggi, pertanto, se un cristiano cade in una condotta peccaminosa, un comitato di anziani spiritualmente qualificati si incontra con lui. Desiderano vedere se si è pentito e se può essere ristabilito. (Galati 6:1) In caso negativo, gli anziani ubbidiscono all’ingiunzione biblica di disassociare il peccatore affinché la congregazione sia ‘libera da fermento’. — I Corinti 5:7.

Oppure, come detto in Giovanni 6:66, a volte un Testimone può decidere di propria iniziativa di abbandonare la via della verità. Può far conoscere la propria decisione anche dopo che il comitato ha iniziato a esaminare la sua trasgressione. Può comunicare al comitato per iscritto, o dicendolo alla presenza di testimoni, la sua intenzione di dissociarsi dalla congregazione e non essere più riconosciuto come Testimone. A quel punto non sarà più necessario che gli anziani continuino la loro indagine. Gli anziani, comunque, faranno un breve annuncio per informare la congregazione del fatto che si è dissociato, in modo che la congregazione sappia che è ‘uscito da noi’. (I Giovanni 2:19) I fratelli si atterranno quindi all’ingiunzione ispirata ‘di non ricevere una persona del genere in casa propria e di non rivolgerle un saluto, per non partecipare alle sue opere malvage’. — II Giovanni 10, 11.

Perciò nessuno è obbligato a continuare a far parte della congregazione. La stragrande maggioranza dei testimoni di Geova, però, la pensa come gli apostoli, i quali rimasero leali a Gesù, ricevendo da lui aiuto spirituale e godendo la calorosa compagnia della congregazione di Dio. — Luca 22:28.

◼ Se era veramente mansueto e modesto, come mai Mosè scrisse, in Numeri 12:3, di essere “di gran lunga il più mansueto di tutti gli uomini”?

Anche se forse non sarà stato facile farlo, Mosè poté scrivere quell’accurata descrizione per ispirazione divina.

Una delle cose che mostrano che la Bibbia è ispirata da Dio è la sincerità di coloro che l’hanno scritta. Mosè e gli altri che Geova impiegò per comporre le parti delle Scritture scrissero con la massima sincerità.

Mosè, per esempio, riportò casi di sbagli e peccati commessi dal suo popolo, compresi quelli di suo fratello e di sua sorella. (Esodo 16:2, 3; 17:2, 3; 32:1-6; Levitico 10:1, 2) Mosè non risparmiò nemmeno se stesso; con franchezza riferì i propri errori, anche quelli che gli procurarono la riprensione da parte di Dio. (Numeri 20:9-12; Deuteronomio 1:37) Perciò Mosè fu coerente riportando un fatto che Geova evidentemente voleva fosse incluso: che lo stesso Mosè era insolitamente mansueto. Il contesto in cui è inserito lo conferma. Quando Miriam e Aaronne sfidarono la sua autorità, invece di indignarsi Mosè lasciò che fosse Geova a correggere la situazione.

Mosè prefigurò il Messia. (Deuteronomio 18:15-19) Ragion per cui, nel richiamare l’attenzione sulla mansuetudine di Mosè, Geova Dio stava dando assicurazione che anche il Messia avrebbe avuto questa desiderabile qualità. Come leggiamo nei Vangeli, non ci sentiamo forse attratti dalla mansuetudine di Gesù e non ci dà essa motivo di confidare in lui? — II Corinti 10:1; Ebrei 4:15, 16.

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