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GuanciaAusiliario per capire la Bibbia
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con parole offensive sarebbe stato sbagliato ricambiare l’offesa. Questo è in armonia con le parole degli apostoli, che sottolineano ulteriormente questo principio. — Rom. 12:17-21; I Piet. 3:9.
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GuardiaAusiliario per capire la Bibbia
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Guardia
Nelle Scritture precristiane il termine tradotto “guardia” deriva, in molti casi, da termini ebraici che hanno il significato fondamentale di “osservare” e “custodire”. Cherubini furono posti da Geova a E del giardino di Eden per custodire (sorvegliare) la via dell’albero della vita. (Gen. 3:24) Gli operai che ricostruirono le mura di Gerusalemme sotto la direttiva di Neemia facevano anche la guardia di notte. (Nee. 4:22, 23) I re avevano delle guardie che correvano accanto al loro carro da guerra, come le avevano Absalom e Adonia quando cercarono di usurpare il trono di Israele. (II Sam. 15:1; I Re 1:5) Corrieri prestavano servizio sotto il re Roboamo come sentinelle alle porte del palazzo e facevano la guardia a preziosi scudi di rame. (I Re 14:27, 28) Il sommo sacerdote Ieoiada, nel tempio, si servì di corrieri, e anche di un corpo scelto di guardie originario della Caria, per proteggere il piccolo re Ioas e per mettere a morte Atalia. — II Re 11:4-21.
Il termine ebraico tabbàhh, tradotto “cuoco” in I Samuele 9:23, significava fondamentalmente “uccisore” o “macellaio” e assunse il significato di giustiziere; altrove è usato in riferimento alla guardia del corpo del faraone d’Egitto e del re Nabucodonosor di Babilonia. (Gen. 37:36; II Re 25:8, 11, 20; Dan. 2:14) Il termine ebraico mishmàʽath, che significa fondamentalmente “uditori” o “sudditi [ubbidienti]”, è usato per indicare la guardia del corpo di Davide (II Sam. 23:23; I Cron. 11:25) e la guardia del corpo di Saul, di cui Davide era stato capo. — I Sam. 22:14.
Nelle prigioni romane c’era la consuetudine di incatenare ciascun prigioniero a un soldato di guardia, o, per massima sicurezza, a due guardie. (Atti 12:4, 6) Tuttavia durante la sua prima detenzione a Roma l’apostolo Paolo fu esonerato per rispetto da tale forma di costrizione, e aveva solo un soldato di guardia che stava con lui nella casa che aveva preso in affitto. (Atti 28:16, 30) Durante la seconda detenzione può darsi che fosse incatenato a una guardia.
I capi sacerdoti e i farisei avevano le loro guardie, che Pilato permise fossero appostate presso la tomba di Cristo. Per impedire che la gente venisse a sapere che Gesù era risorto i capi sacerdoti corruppero le guardie perché mettessero in giro la menzogna che i seguaci di Gesù ne avevano sottratto il cadavere. — Matt. 27:62-66; 28:11-15.
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Guardia pretorianaAusiliario per capire la Bibbia
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Guardia pretoriana
Corpo speciale di soldati romani, istituito nel 13 a.E.V. da Augusto come guardia del corpo dell’imperatore. In origine comprendeva nove (in seguito dieci) coorti di 1.000 uomini ciascuna. Erano tutti volontari italiani, e ricevevano una paga doppia o tripla di quella dei legionari. Tiberio concentrò questi corpi scelti a Roma e fece costruire per loro una caserma fortificata (i Castra Praetoria) presso le mura a N della città, per poter reprimere qualsiasi insurrezione popolare. Anche se alcune coorti potevano essere inviate in paesi stranieri, tre rimanevano sempre di stanza a Roma, e una proprio accanto al palazzo dell’imperatore. Poiché i pretoriani erano praticamente le uniche truppe permanenti in Italia, finirono per costituire una potente forza politica, capace di appoggiare o rovesciare un imperatore. Col tempo la grandezza e la composizione della guardia pretoriana cambiarono, e vi furono ammessi anche uomini delle province. L’imperatore Costantino sciolse infine il corpo nel 312 E.V.
Nei Vangeli e negli Atti ricorre il termine di derivazione latina praitòrion per indicare un palazzo o residenza ufficiale. La tenda di un comandante dell’esercito si chiamava praetorium e quindi col tempo il termine venne applicato alla residenza del governatore di una provincia. Pertanto Pilato interrogò Gesù nel praetorium o “palazzo del governatore”. (Giov. 18:28, 33; 19:9) Durante la prima detenzione a Roma, fu permesso a Paolo “di stare per suo conto col soldato che gli faceva la guardia”. (Atti 28:16) Così i ‘legami della sua prigionia’ in relazione a Cristo sarebbero divenuti di dominio pubblico fra i soldati della guardia pretoriana, e tanto più se la sua guardia veniva cambiata ogni giorno. Di conseguenza secondo molti traduttori il termine praitòrion di Filippesi 1:13 indica la guardia pretoriana e non qualche edificio o ente giudiziario. — NM; VR; vedi anche PIB, nota in calce.
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GuarigioneAusiliario per capire la Bibbia
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Guarigione
L’atto di ridare salute all’ammalato; il risanamento di una frattura o ferita; la cura di varie malattie e imperfezioni; il ritorno a una condizione di generale benessere. Nella Bibbia diversi termini ebraici e greci descrivono una guarigione sia in senso letterale che figurativo. A volte la guarigione era graduale, altre volte istantanea.
Fra le benedizioni che Geova ha dato a tutto il genere umano c’è il potere di rigenerarsi dell’organismo, la capacità del corpo di guarire in caso di ferite o di malattie. Un medico può raccomandare certi rimedi per accelerare la guarigione, ma in realtà è il potere di ricupero di cui Dio ha dotato il corpo che la rende possibile. Perciò il salmista Davide riconobbe che, pur essendo imperfetto dalla nascita, il suo Creatore poteva sostenerlo durante una malattia e guarirlo da ogni infermità. (Sal. 51:5; 41:1-3; 103:2-4) Geova ridiede la salute fisica al sofferente Giobbe. (Giob. 42:10) Si parla di guarigione da malattie come la lebbra e da ferite ricevute in combattimento. — Eso. 15:26; Lev. 14:3, 4; II Re 8:29; 9:15.
Di Geova è scritto che ferisce e sana, e questo sia letteralmente che figurativamente. Quindi per Lui c’è un tempo per ferire e un tempo per sanare. (Deut. 32:39; confronta Ecclesiaste 3:1, 3). Per esempio l’infedele Ieoram re di Giuda fu punito da Geova mediante un disturbo intestinale per il quale non ci fu guarigione. (II Cron. 21:16, 18, 19) Mosè riconobbe che era stato Geova a far ammalare di lebbra Miriam; perciò supplicò l’Unico che poteva guarirla: “O Dio, ti prego! Sanala, ti prego!” (Num. 12:10, 13) In quanto ad avere figli, Geova sanò il re Abimelec, la moglie e le sue schiave, una volta passata la crisi riguardante Sara e il seme della promessa. — Gen. 20:17, 18.
Nella Bibbia assumono particolare significato le fratture spirituali più di quelle fisiche, e di conseguenza anche la guarigione spirituale. Viene richiamata l’attenzione sulla responsabilità dei capi dell’Israele naturale al riguardo. Ai giorni di Geremia, “dal profeta fino al sacerdote, ciascuno [agiva] falsamente”, e allo stesso tempo pretendeva di guarire la frattura del popolo di Dio. (Ger. 6:13, 14; 8:11) In questo erano proprio come i confortatori di Giobbe, “medici di nessun valore”. — Giob. 13:4.
GUARIGIONI COMPIUTE DA GESÙ E DAI DISCEPOLI
Gesù Cristo riconosceva che ‘insegnare e predicare la buona notizia del regno’ era la cosa più importante
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