-
Ecclesiaste e Cantico dei CanticiLa Torre di Guardia 1957 | 1° agosto
-
-
cantici è il vero amore coniugale. Gli argomenti che svolge sono argomenti sacri. La composizione è squisitamente poetica, con tutta la bellezza naturalmente franca e casta del simbolismo biblico.
L’allegoria di questo cantico è confermata in tutte le Scritture e in particolare da Cristo Gesù, lo Sposo, benché questo libro non sia citato direttamente nelle Scritture Greche Cristiane. Tuttavia, la sua predizione figurativa viene riconosciuta nei seguenti testi: Matteo 9:15; 2 Cor. 11:2; Apocalisse 19:7-9; 21:2, 9. La canonicità di questo libro viene messa in dubbio da alcuni che asseriscono che il nome di Dio non vi è menzionato. La menzione del nome di Dio non è la regola per determinare la canonicità. L’assenza del nome di Geova non elimina il libro così come la semplice presenza del suo nome non lo renderebbe canonico. La stessa infondata obiezione è suscitata per il libro di Ester.
Ad ogni modo, risulta che il nome di Geova invece compare nel Cantico dei Cantici. Il capitolo 8, versetto 6, secondo l’American Standard Version dice: “Mettimi come un sigillo sul tuo cuore, come un sigillo sul tuo braccio: perché l’amore è forte come la morte; la gelosia è crudele come lo Sceol; le sue vampe son vampe di fuoco, una vera fiamma di Geova”. Rotherham dice: “La vampa di Jah!” La nota in calce di Rotherham su questo dice: “Cioè, le fiamme d’amore accese nel cuore umano emanano da Geova. Ma la preoccupazione dei Soferim [Giudei] di non descrivere Geova come la sorgente dell’amore umano, e in ispecie di non esibirla in paragone con l’Ades, ha spinto gli [editori] occidentali del testo a togliere il nome di Dio dall’unico luogo dove il Nome Divino ricorre in questo libro”. Inoltre, l’adempimento di quanto è di valore profetico nel Cantico dei Cantici, per quel che se ne può comprendere, conferma l’autenticità del libro.
-
-
Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1957 | 1° agosto
-
-
Domande dai lettori
◆ Isaia 41:6 dice: “S’aiutano a vicenda; ognuno dice al suo fratello: ‘Coraggio!’” Chi adempie oggi questa profezia? Si può usarla come esempio per incoraggiarsi l’un l’altro nel dare oggi testimonianza al regno di Geova mediante Cristo? — F. F., Stati Uniti.
Considerato fuori del suo contesto, questo versetto biblico può sembrare ai Cristiani una buona scrittura da applicare a se stessi per aiutarsi a vicenda e incoraggiarsi a cooperare con entusiasmo nel ministero del Regno. Ma in tutta la sua storia la Società Torre di Guardia, nei libri, opuscoli e riviste non ha mai applicato così Isaia 41:6; infatti non ha mai trattato questo versetto in dettaglio. Perché no? Perché non si applica ai testimoni di Geova.
Nel primo versetto Geova dice agli abitanti delle isole di stare in silenzio davanti a lui e ai popoli di venire in giudizio con lui. Il versetto 5 di Isaia 41 dice che le isole vedono e hanno paura di quello che Geova sta per fare ed esse si riuniscono per opporsi a colui che Geova suscita dall’oriente per eseguire il suo giudizio. Allora cominciano ad aiutarsi a vicenda e ognuno dice al suo fratello di aver coraggio. Che essi s’aiutino e si incoraggino a vicenda in opposizione a Geova è evidente dal versetto seguente (7): “Il fabbro incoraggia l’orafo; il battiloro incoraggia colui che batte l’incudine, e dice della saldatura: ‘È buona!’ e fissa l’idolo con dei chiodi, perché non si smova”. Che cosa “non si smova”? L’idolo, per il quale il falegname ha fatto una cornice di legno. Egli incoraggia l’orafo a laminarlo interamente. Lo scultore si
-