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  • w85 15/5 pp. 8-13
  • Coltiviamo l’amicizia migliore che ci sia nell’universo

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  • Coltiviamo l’amicizia migliore che ci sia nell’universo
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1985
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1985
w85 15/5 pp. 8-13

Coltiviamo l’amicizia migliore che ci sia nell’universo

“Ma tu, o Israele, sei il mio servitore, tu, o Giacobbe, che io ho scelto, il seme di Abraamo mio amico”. — ISAIA 41:8.

1. Cosa permette a un’amicizia sincera di non venir mai meno?

QUANT’È prezioso un vero amico! Ma come si fa a trovare un amico sincero? Cosa c’è alla base di un’amicizia durevole? Qualcosa che non viene mai meno, per cui neppure un vero amico viene meno. Che cos’è? Ebbene, è la qualità menzionata dall’apostolo Paolo, allorché disse: “L’amore non viene mai meno”! — I Corinti 13:8.

2. Quale particolare significato ha il verbo da cui deriva il termine greco tradotto “amico”?

2 Nelle Scritture Ebraiche il sostantivo tradotto “amore” deriva da un verbo che significa “amare”. (Deuteronomio 6:4, 5; confronta Matteo 22:37). E nella Settanta greca il verbo che traduce l’espressione “devi amare” del testo ebraico è agapàn. Comunque, sia in quell’antica versione che nelle Scritture Greche Cristiane, il termine tradotto “amico” non deriva da quel verbo, ma è il sostantivo greco phìlos, tratto da un verbo che significa “aver affetto per”. Perciò, secondo l’originale greco, nei confronti di un amico o tra amici si esprime amorevole affetto. In italiano, il termine “amico” deriva dal verbo latino amare.

3. A differenza dell’amore di Dio per il mondo dell’umanità, da quale tipo di amore i discepoli erano uniti a Gesù?

3 Il verbo greco da cui deriva “amico” esprime pertanto un sentimento più caloroso e profondo rispetto a quello dell’amore espresso dal verbo agapàn, che compare nel testo greco di Giovanni 3:16, dove vengono citate le parole di Gesù: “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, onde chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna”. Perciò, l’amore (gr. agàpe) di Geova Dio è sufficientemente ampio da abbracciare l’intero mondo dell’umanità, nonostante lo stato peccaminoso della razza umana. Ma ai suoi 11 apostoli fedeli l’unigenito Figlio di Dio disse che essi erano uniti a lui da un tipo di amore più caloroso e più profondo.

Un tipo di amicizia prezioso

4. Facendo che cosa i discepoli di Gesù sarebbero rimasti suoi “amici”, e come tali di quale intimità avrebbero goduto?

4 Gesù disse ai suoi apostoli che sarebbero rimasti suoi “amici” se avessero continuato a fare le cose che egli aveva loro comandato. Spiegando che ciò avrebbe incluso il privilegio di godere l’intimità derivante dalla fiducia reciproca, disse: “Non vi chiamo più schiavi, perché lo schiavo non sa quello che fa il suo padrone. Ma vi ho chiamati amici, perché tutte le cose che ho udite dal Padre mio ve le ho fatte conoscere”. (Giovanni 15:14, 15) Nel dire questo, Gesù riferì il termine phìlos a ciascuno di quegli apostoli.

5. Su cosa si fonda l’amicizia di cui si parla in Proverbi 18:24, e quanto è stabile questa relazione?

5 In Proverbi 18:24 il saggio ispirato dichiarò: “Esistono compagni disposti a spezzarsi l’un l’altro, ma esiste un amico che si tiene più stretto di un fratello”. Quest’amicizia non si basa su vincoli carnali; si fonda sull’apprezzamento per il reale merito del proprio amico. Sì, i parenti possono dividersi per vari motivi egoistici, ma un amico vero sarà irremovibile e si atterrà alla sua amicizia a prescindere dalle prove, dalle condizioni dolorose o difficili, o dalle circostanze penose che possono sorgere.

6. Quale grande amicizia ci viene rammentata, e in che modo Davide successivamente contraccambiò quest’amicizia?

6 A questo punto forse pensiamo a Gionatan, figlio del rigettato re Saul, e a Davide, scelto da Geova Dio e unto perché fosse re di Israele. La loro amicizia durò fino a quando Gionatan morì sul campo di battaglia. Udita la triste notizia, Davide pronunciò il lamento funebre riportato in II Samuele 1:17-27. Indicando quanto fosse stata affettuosa la sua relazione con Gionatan, Davide disse: “Sono angustiato per te, fratello mio Gionatan, tu mi eri molto piacevole. Il tuo amore mi era più meraviglioso dell’amore delle donne”. Un’amicizia del genere non poteva essere dimenticata o non contraccambiata. Fu a motivo d’essa che il re Davide mostrò misericordia a Mefiboset, il figlio sopravvissuto di Gionatan. — II Samuele 9:1-10.

7. (a) Un’amicizia come quella tra Davide e Gionatan è forse scomparsa, in particolare durante l’attuale “termine del sistema di cose”? (b) Secondo quanto Gesù spiegò ai suoi apostoli, di quale manifestazione di intimità può godere chi ha questo genere di amicizia?

7 Questo prezioso tipo di amicizia non è scomparso dalla superficie della terra. Oggi, durante l’attuale “termine del sistema di cose” in cui ‘l’amore della maggioranza si è raffreddato’, la cordialità di un’amorevole amicizia come quella è profondamente sentita tra i dedicati e battezzati testimoni di Geova Dio, i quali in tutto il mondo rendono testimonianza al Regno, come predisse Gesù. (Matteo 24:3-14) Gli amici sono propensi a rivelare cose l’uno all’altro perché tra loro c’è fiducia. Ricordate che una sera conversando con gli 11 apostoli rimastigli leali, Gesù disse: “Vi ho chiamati amici, perché tutte le cose che ho udite dal Padre mio ve le ho fatte conoscere”. (Giovanni 15:14, 15) Sì, le cose spirituali della Parola di Dio che devono avverarsi o essere messe in pratica sarebbero state rivelate in primo luogo ai veri “amici” del Signore Gesù Cristo generati dallo spirito. Poi questi “amici” avrebbero avuto il privilegio e la responsabilità di rendere note queste cose fino a quel momento segrete a coloro che avrebbero voluto stringere una relazione amichevole con Geova Dio, la fonte di questi segreti.

8. A chi Geova accorda la sua intimità, e cosa disse Gesù del patto collegato con questa intimità?

8 Questa è la procedura seguita da Geova nei confronti dei suoi adoratori generati dallo spirito che sono stati introdotti nel suo nuovo patto tramite il Mediatore Gesù Cristo. Nell’istituire il Pasto Serale del Signore, Gesù disse: “Questo calice significa il nuovo patto in virtù del mio sangue, che sarà versato in vostro favore”. (Luca 22:20) Questo era in armonia col Salmo 25:14, il quale dice: “L’intimità con Geova appartiene a quelli che lo temono, anche il suo patto, per farlo conoscere loro”. Che conoscenza straordinaria viene data a coloro che stringono una relazione amichevole con Geova Dio e col suo Mediatore Gesù Cristo!

Di chi Geova diviene amico

9. È forse presuntuoso da parte nostra pensare che Geova estenda la sua amicizia a semplici creature umane, e quali versetti biblici possiamo citare per appurare la risposta?

9 Ma è realmente possibile avere come Amico l’Altissimo e Onnipotente Dio? Si è veramente umiliato a tal punto da diventare nostro Amico? Non è presuntuoso pensarlo. In una lettera scritta agli israeliti spirituali prima della distruzione di Gerusalemme del 70 E.V. Giacomo disse: “Si adempì la scrittura che dice: ‘Abraamo ripose fede in Geova e gli fu attribuito a giustizia’, ed egli fu chiamato ‘l’amico di Geova’”. (Giacomo 1:1; 2:23; Genesi 15:6; Galati 6:16) In una “scrittura” ebraica alla quale Giacomo faceva qui riferimento leggiamo questa invocazione fatta a Dio dal re Giosafat, allorché la sicurezza di Gerusalemme fu minacciata da un’invasione di vaste proporzioni: “Non cacciasti tu stesso, o Dio nostro, gli abitanti di questo paese d’innanzi al tuo popolo Israele e lo desti quindi al seme di Abraamo, che ti amava [“tuo amico”, CEI], a tempo indefinito?” (II Cronache 20:7) Qui possiamo notare che il basilare termine ebraico tradotto “amico” (CEI) si riferisce a ‘uno che ama’. Senza dubbio Abraamo amava Geova, il Dio che lo aveva fatto uscire da Ur dei Caldei per condurlo nella Terra Promessa. Poiché Abraamo lo amava, Geova poté divenire suo amico, o estendergli la propria amicizia.

10. Chi parla dell’amicizia in Isaia 41:8, e in base a quale suo atteggiamento verso di Lui Abraamo ebbe la stima di Geova Dio?

10 Comunque, in Isaia 41:8 è Geova stesso a parlare e a rivolgere queste parole incoraggianti ai discendenti di Abraamo, intesi come nazione: “Ma tu, o Israele, sei il mio servitore, tu, o Giacobbe, che io ho scelto, il seme di Abraamo mio amico”. L’Altissimo Dio onorò quest’amicizia con Abraamo permettendogli di divenire l’illustre antenato di Gesù Cristo, Salvatore di tutta l’umanità, compreso lo stesso Abraamo. Questo discendente di Abraamo era più di un amico di Geova Dio, dato che si tratta del diletto Figlio di Dio. — Giovanni 3:16.

11. Perché l’amicizia con Geova sarà messa alla prova?

11 Da quanto precede, cosa possiamo concludere? Che creature umane che risiedono sullo “sgabello” di Geova hanno la possibilità di divenire suoi amici. (Isaia 66:1) Naturalmente, la nostra preziosa amicizia con Lui sarà messa alla prova in questo vecchio mondo, poiché Satana il Diavolo, “l’iddio di questo sistema di cose”, tenterà di infrangerla. — II Corinti 4:4.

12. Come Giobbe del paese di Uz, cosa dovremmo essere decisi a fare relativamente alla nostra amicizia con l’Altissimo?

12 Prendete il caso di quell’eccezionale uomo dell’antichità di nome Giobbe, sul conto del quale il discepolo cristiano Giacomo disse: “Ecco, noi dichiariamo felici quelli che hanno perseverato. Voi avete udito della perseveranza di Giobbe e avete visto il risultato che Geova diede, che Geova è molto tenero in affetto e misericordioso”. (Giacomo 5:11) Giobbe non è un personaggio mitico, ma un personaggio realmente vissuto nel paese di Uz. Il Diavolo mise in dubbio la tenacia dell’amicizia di Giobbe nei confronti di Dio, e Geova permise che Satana sottoponesse Giobbe a una prova molto dura. Colpendo Giobbe con terribili calamità, Satana tentò di fargli rinnegare Geova. Giobbe si rifiutò di sostenere il Diavolo rinnegando Dio, cosa che per lui avrebbe significato morire per essersi schierato dalla parte di Satana nella contesa della sovranità universale. Al contrario Giobbe dimostrò che Satana è uno spregevole bugiardo. Gesù, quando era sulla terra, dimostrò la stessa cosa. Ma che dire di noi oggi? Coloro che fanno tesoro della loro amicizia con Geova sono decisi a difenderlo in questa controversia di portata universale. E lo faranno finché, prima del Regno millenario di Gesù Cristo, Satana e i suoi demoni non verranno infine inabissati e ridotti al silenzio. — Rivelazione 20:1-4.

13. Cosa si può paragonare all’amicizia con Geova Dio e col suo unigenito Figlio, e quale linea d’azione dobbiamo seguire per non essere definiti simbolicamente “adultere”?

13 Non esiste amicizia che possa paragonarsi a quella con l’Altissimo Dio, Geova. Subito dopo viene quella con l’unigenito Figlio di Dio. Questa relazione di amicizia con loro ci farà vivere in eterno in un’immensa felicità. Giustamente essi richiedono da parte nostra fedeltà assoluta. Non possiamo essere buoni amici di questo vecchio mondo condannato e allo stesso tempo coltivare la loro amicizia. Non vogliamo essere definiti adultere, secondo le categoriche parole di Giacomo 4:4: “Adultere, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia con Dio? Chi perciò vuol essere amico del mondo si costituisce nemico di Dio”. Quelle parole erano indirizzate agli israeliti spirituali del primo secolo E.V., ma valgono anche per i testimoni di Geova che vivono nel mondo, o sistema di cose, del nostro secolo.

Evitate l’amicizia che finirà

14. Per quel che riguarda l’amicizia, in che modo i testimoni di Geova si risparmiano l’esperienza predetta in Zaccaria 13:4-6?

14 Poiché non divengono amici di questo vecchio mondo corrotto e violento, i testimoni di Geova sono diffamati, maltrattati e perseguitati. Accadde la stessa cosa al più grande testimone di Geova che sia mai vissuto sulla terra, Gesù Cristo, ed essi non sono migliori di lui. (Rivelazione 1:5; 3:14) Grazie al fatto che continuano onestamente a conformare il loro modo di pensare alla Parola del loro migliore Amico, Geova Dio, è loro evitata l’esperienza descritta profeticamente in Zaccaria 13:4-6: “Deve accadere in quel giorno che i profeti proveranno vergogna, ciascuno della sua visione quando egli profetizzerà; e non indosseranno la veste ufficiale di pelo allo scopo di ingannare. Ed egli per certo dirà: ‘Io non sono profeta. Sono un uomo che coltivo il suolo, perché uno stesso uomo terreno mi ha acquistato sin dalla mia giovinezza’. E gli si deve dire: ‘Che sono queste ferite sulla tua persona fra le tue mani?’ E dovrà dire: ‘Quelle con le quali fui colpito nella casa di chi mi amava intensamente [“dei miei amici”, CEI]’”.

15. Perché gli ecclesiastici della cristianità hanno indossato in pubblico vesti particolari, e con chi hanno stretto amicizie di comodo?

15 Sono ormai secoli che gli ecclesiastici della cristianità indossano ‘vesti ufficiali’ allo scopo di richiamare l’attenzione sulla loro professione religiosa e di glorificare se stessi, distinguendosi dai componenti delle loro congregazioni che chiamano “laici”. Gli ecclesiastici fanno questo malgrado non ci sia la minima prova per dimostrare che Gesù Cristo, i suoi apostoli e gli evangelizzatori che inviò abbiano mai indossato vesti religiose ufficiali per richiamare l’attenzione sul loro stato e per esaltarlo. Ora siamo molto avanti nel “termine del sistema di cose” iniziato nell’anno 1914 alla fine dei “fissati tempi delle nazioni”, o “tempi dei Gentili”. (Matteo 24:3; Luca 21:24; Nardoni) Per molto tempo gli ecclesiastici hanno cercato di mostrarsi gli amici migliori dei componenti commerciali, militari e politici di questo mondo. Hanno fatto questo per il proprio egoistico tornaconto e senza farsi scrupoli. Ma queste amicizie egoistiche sono destinate a durare poco!

16. (a) Secondo la profezia biblica, tra breve cosa faranno infine alla classe clericale i loro “amici” mondani? (b) Malgrado la diversa posizione sociale, a quale esperienza finale gli ecclesiastici non sfuggiranno?

16 Tanto gli ecclesiastici quanto i laici si trovano in un’èra altamente scientifica. Di questi tempi le relazioni mondane vengono sottoposte a pressioni estreme. Gli ecclesiastici, per quanto sostengano di essere dalla parte del Dio del cielo, non sono riusciti a far sì che Egli proteggesse le organizzazioni commerciali, militari e politiche, e non forniscono conforto di fronte a una situazione mondiale che va peggiorando. Ben presto ai loro “amici” mondani verrà fatto capire che gli ecclesiastici sono indegni, sì, che sono un peso per loro, e che mentono quando profetizzano tempi migliori dal punto di vista materiale escludendo il Regno di Geova retto da Cristo. In realtà quegli “amici” saranno infine indotti a dare pieno sfogo alla loro mancanza di fiducia, alla loro irritazione, sì, al loro odio. Distruggeranno in modo violento gli ecclesiastici, o come minimo li sconsacreranno privandoli delle vesti ufficiali della loro professione e li ridurranno a una condizione di non religiosi laici, come spiega Zaccaria 13:4-6. Ma questa diversa posizione sociale non impedirà che vengano distrutti assieme a Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione, secondo quanto predetto in Rivelazione capitoli 17 e 18. Gli ecclesiastici saranno abbandonati all’improvviso dai loro “amici” mondani.

17. Quale amicizia merita di essere coltivata, e per quanto tempo?

17 Tenuto conto di questo, quant’è importante evitare le amicizie egoistiche di tipo sbagliato! Ma quanto dovremmo tenere cara l’amicizia migliore che ci sia nell’universo! Merita di essere coltivata per sempre.

Cosa ne pensate?

◻ Solo facendo che cosa i discepoli di Geova possono rimanere suoi amici?

◻ Come sappiamo che degli uomini possono ottenere l’amicizia di Geova, e a chi egli accorda la sua intimità?

◻ Perché l’amicizia con Dio sarà messa alla prova?

◻ Per quel che riguarda l’amicizia, in che modo i testimoni di Geova si risparmiano l’esperienza predetta in Zaccaria 13:4-6?

[Immagine a pagina 9]

Fra Davide e Gionatan c’era un’amicizia profonda e molto cara. Potete avere la stessa esperienza

[Immagine a pagina 11]

Abraamo fu “amico di Geova”. E voi?

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