Evitate le tendenze di ribellione
“Vi ho chiamati ma voi continuate a rifiutare, . . . e voi continuate a trascurare ogni mio consiglio, e non avete accettato il mio rimprovero”. — Prov. 1:24, 25.
1, 2. Quale fu la prima specie di peccato? Che cosa può provocarla, e come finisce?
LA RIBELLIONE fu il primo atto di peccato, nel cielo e sulla terra. Ne conseguì un giudizio avverso contro quelli che intrapresero la condotta di ribellione. Oggi, poiché il primo ribelle oppone l’ultima resistenza a Geova e ai Suoi leali servitori, adoperando modi svariati e subdoli, abbiamo tutti bisogno di esaminare scrupolosamente i pensieri, i moventi, la condotta e ogni forma di comportamento, per essere sempre in guardia
2 Vigilando attentamente sui nostri pensieri, dovremmo riconoscere che il giudizio o le conclusioni dell’uomo sono giusti solo quando concordano con quelli di Geova come sono esposti nella sua Parola. Quando vi è qualsiasi contrasto con questi, si manifesta una tendenza ad essere guidati dai pensieri delle creature. Questa è una forma di ribellione. All’inizio potrebbe essere soltanto leggiera, ma allorché viene continuamente aggravata dai cattivi pensieri e giudizi degli uomini, la ribellione potrà provocare la condizione descritta da Giacomo: “Ma ciascuno è provato essendo attirato e adescato dal proprio desiderio. Quindi il desiderio, quando è divenuto fertile, genera il peccato; a sua volta, il peccato, quando è stato compiuto, produce la morte”. — Giac. 1:14, 15.
3. Che cosa determina la condotta delle persone, e come potrà essere cambiata?
3 Quando osserviamo le azioni di quelli del vecchio mondo vediamo che i loro pensieri e la loro condotta sono modellati secondo il “dio di questo mondo”, l’originale ribelle che divenne Satana. Come le inclinazioni e le caratteristiche dei figli subiscono l’influenza dei genitori, così tutto il genere umano subisce l’influenza dei primi genitori ribelli e della loro condotta peccaminosa nel giardino dell’Eden, e il peccato di ribellione è oggi forte negli uomini. È dunque necessario che tutti si rivolgano al paterno provvedimento preso da Geova Dio per l’uomo, cioè a suo Figlio, Gesù Cristo. (Giov. 3:16) Non significa che le persone ricevano così letteralmente una nuova nascita, ma questa sottomissione al Figlio avviene rinnovando la mente e acquistando una “nuova personalità che mediante accurata conoscenza si va rinnovando secondo l’immagine di colui che la creò”. — Col. 3:10.
4, 5. (a) Su che cosa fu basato il perfetto esempio di Gesù? (b) Perché è così importante la completa sottomissione alla volontà del Padre?
4 Cristo Gesù seguì la condotta perfetta, essendo del tutto privo di qualsiasi inclinazione alla ribellione ed essendo quindi il modello perfetto. Egli non prese alcuna decisione da se stesso. “Io non posso fare una sola cosa di mia iniziativa; come odo, giudico, e il giudizio che rendo è giusto, perché cerco non la mia volontà ma la volontà di colui che mi ha mandato”. “Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato”. “Io faccio sempre le cose che gli piacciono”. Questo è uno splendido esempio di completa ed esclusiva devozione al Padre, di assoluta libertà dalle tendenze di ribellione. Questa è veramente un’impareggiabile dimostrazione di completa servitù. Come egli seguì esplicitamente il Padre, così invitò anche gli altri a seguirlo: “Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre e rimango nel suo amore”. Queste parole, certamente, furono dette a quelli che si erano separati dal mondo e si erano associati al Signore; come egli stesso attestò: “Essi non fanno parte del mondo come io non faccio parte del mondo”. — Giov. 5:30; 6:38; 8:29; 15:10; 17:16.
5 Dalle sue stesse parole è evidente che deve esistere la completa conformità con lui e con il Padre perché essi siano riconosciuti come figli. La digressione è quindi un’azione spiacevole che costituisce una ribellione contro ciò che è giusto. Perciò, le decisioni che controllano le azioni, le attività e i moventi devono essere ben guardate per evitare la ribellione.
6. Che cosa succede quando una creatura si prende delle libertà con la Parola di Geova?
6 Il Padre ha stabilito giuste istruzioni; e dal momento che sono perfette e imperative, né gli angeli né gli uomini possono prendersi alcuna libertà. Un’eminente creatura celeste seguì personalmente una condotta di tradimento e insubordinazione nel giardino dell’Eden e poi indusse altri a seguirla. Quelli di natura ribelle quasi sempre cercano d’indurre altri a formare una mentalità come la loro, e così cercano seguaci per la loro condotta di ribellione. La condotta del ribelle a questo riguardo provocò la sua espulsione. La disassociazione o scomunica sopraggiunse in seguito agli “angeli che non serbarono il loro posto originario” e che si appoggiarono sul proprio intendimento. Le prime due creature umane, Adamo ed Eva, furono esiliate dall’abitazione o dimora paradisiaca provveduta loro da Geova, a causa del loro egoistico e avido desiderio, scegliendo di ascoltare il Serpente e rigettando così la verace parola di Dio. Poiché Geova ‘non muta’, indubbiamente Adamo ed Eva furono ben consapevoli di questo consiglio di Geova: “Confida in Geova con tutto il tuo cuore e non ti appoggiare sul tuo intendimento. In tutte le tue vie riconoscilo, ed egli stesso appianerà i tuoi sentieri”, come fu più tardi riportato in Proverbi 3:5, 6. — Giuda 6.
7. Sebbene entrambi avessero commesso peccato quale fu la differenza fra il peccato di Eva e la violazione di Adamo?
7 La condotta di ribellione di Eva fu una conseguenza dell’inganno, come possiamo notare nel racconto di Genesi: “Di conseguenza la donna vide che il frutto dell’albero era buono a mangiarsi e che era piacevole agli occhi, sì, l’albero era desiderabile a vedersi. Perciò cominciò a prenderne il frutto e a mangiarlo. Poi ne diede anche a suo marito quando fu con lei e lui cominciò a mangiarne”. La condotta di ribellione di Adamo fu deliberata e senza rimorso, e provocò il giudizio avverso di Geova contro di lui e contro sua moglie. — Gen. 3:6, 17-19.
L’UOMO ABBANDONA GEOVA
8, 9. Quale errore di ribellione commisero gli Israeliti?
8 Sebbene avessero il racconto storico di ciò che ebbe luogo prima nel giardino dell’Eden e successivamente al tempo del Diluvio, come anche la manifestazione della potenza di Geova a loro favore allorché egli li liberò dalla mano oppressiva degli Egiziani, gli Israeliti intrapresero una condotta di insubordinazione, abbandonando il posto di favore che Geova aveva dato loro fra le nazioni. Oltre ad avere la scritta parola di Dio per dirigerli, essi ebbero la diretta testimonianza dei loro padri circa la mirabile manifestazione della potenza e dell’amore di Geova per loro. Geova fece anche di più per provvedere protezione al suo popolo quando diede agli Israeliti una legge mediante Mosè. Non solo egli diede loro i Dieci Comandamenti, scrivendoli direttamente col suo dito, ma furono date anche molte altre leggi su questioni minori per salvaguardare la loro condotta ed ogni loro azione.
9 Quando entrarono nel paese dato loro da Geova furono particolarmente avvertiti da lui riguardo alle pratiche idolatre degli abitanti pagani. Fu dato loro il comando di sterminare tutti i luoghi dell’adorazione di Baal affinché non ne fossero insidiati. La loro mancanza di eseguire quest’ordine fu una diretta disubbidienza. Allorché una scrupolosa osservanza della Parola di Geova fu trascurata, molti Israeliti rivolsero la loro attenzione a questa falsa adorazione che avrebbero dovuto distruggere, e quindi la loro ribellione li rese schiavi della falsa adorazione. In un’occasione fu necessario che Gioas sfidasse la potenza del falso dio Baal, dicendo agli Israeliti: “Sarete voi a fare una difesa legale per Baal per vedere se voi stessi potete salvarlo? Chiunque fa una difesa legale per lui dovrà essere messo a morte”. (Giud. 6:31) Sollevando questa sfida, Gioas dimostrò che alcuni seguivano questa pratica idolatra e cercavano di sostenere e difendere questa religione estranea, a dispetto del comando di Geova di distruggerne ogni traccia.
10. Quale fu la paragonabile posizione degli Israeliti agli occhi di Geova quando furono ubbidienti e quando furono ribelli?
10 Inoltre, gli Israeliti furono avvertiti di non erigere alcuna immagine scolpita di pietra o di legno nel loro paese e di non prostrarsi dinanzi ad essa, poiché ciò avrebbe significato praticare un’adorazione simile a quella delle nazioni pagane circonvicine. Notate com’è appropriata l’istruzione precisata nel ventiseesimo capitolo di Levitico: “Se continuate a camminare nei miei statuti e ad osservare i miei comandamenti e li mettete veramente in pratica, io vi darò certamente i vostri rovesci di pioggia al loro tempo dovuto e la terra darà veramente i suoi prodotti e l’albero della campagna darà i suoi frutti. E la vostra trebbiatura giungerà certamente fino alla vostra vendemmia”. (Lev. 26:3-5) In questo stesso capitolo egli prosegue dimostrando come provvederà a ogni loro bisogno e perfino li aiuterà e li sosterrà man mano che rimuoveranno gli stranieri dal paese. Ma un avvertimento riguardo alla punizione che li avrebbe colpiti per mancanza di ubbidienza è indicato nei versetti da 14 fino a 16 di Levitico 26: “Se non mi darete ascolto né osserverete tutti questi comandamenti, e se rigetterete i miei statuti . . . da violare il mio patto, io a mia volta vi farò il seguente e nella punizione porterò certamente su di voi improvviso terrore”. Questo linguaggio fu molto chiaro; eppure troviamo che gli Israeliti disprezzarono questi decreti. Questa fu una condotta di ribellione. Avrà potuto cominciare effettivamente in modo esiguo ma, il persistere in essa condusse alla completa disubbidienza e provocò il disfavore di Geova. Da ciò dobbiamo imparare a ubbidire, non a ribellarci.
11. (a) Quale punizione veniva inflitta ai violatori? (b) Quale dovere gravava su quelli che erano in carica?
11 Per la ribellione contro gli accordi del patto da parte dell’uomo o della donna in Israele, veniva intrapresa immancabilmente un’azione disciplinare. Fu data l’istruzione a quelli che nella nazione ebbero posizioni responsabili di disporre che i violatori fossero rimossi e lapidati, perché erano degni di morte (disassociazione) per aver profanato la Parola di Dio. Infatti, se quelli ai quali era stata affidata la responsabilità di mantenere pure e libere dalla ribellione le attività della nazione avessero fallito, avrebbero ricevuto parimenti il giudizio avverso di Geova; poiché ciò avrebbe rivelato che facevano affidamento sulle loro proprie idee, e di conseguenza avrebbero mancato di soddisfare le esigenze di Dio. Essi ebbero la maggiore responsabilità. Ne abbiamo un’illustrazione in Deuteronomio 17:2-7: “Qualora si trovasse in mezzo a te in una delle tue città che Geova, il tuo Dio, ti dà un uomo o una donna che faccia ciò che è male agli occhi di Geova, il tuo Dio, da trasgredire il suo patto, e che vada e adori altri dèi e si prostri dinanzi ad essi o al sole o alla luna o a tutto l’esercito dei cieli, cosa che io non ho comandato, e ciò ti sia stato riferito e tu l’abbia udito e l’abbia investigato accuratamente ed, ecco! la cosa sia stata accertata come verità, questa cosa detestabile sia stata fatta in Israele! allora tu devi condurre quell’uomo o quella donna che avrà fatto questo male fuori dalle tue porte, sì, l’uomo o la donna, e tu devi lapidare costui con pietre e questi deve morire . . . e tu devi togliere ciò che è male dal tuo mezzo”. Era l’obbligo dei responsabili di far sì che fosse eliminata ogni specie di ribellione compiuta da quelli che avevano abbandonato Geova. Era chiaro che Geova detestava la ribellione ed esigeva che il suo popolo si mantenesse lontano dalla sua contaminazione.
12. In che modo alcune persone potrebbero ragionare sulle azioni cattive solo perché non sono osservate nella loro empia condotta?
12 La libera associazione con i popoli delle nazioni pagane contrassegnava il principio di allontanamento da Geova, il quale esigeva la completa separazione da tali nazioni. Infatti in seguito a questa associazione sopraggiunse la contaminazione, e ben presto molti della nazione d’Israele imitarono l’atteggiamento dei pagani. Quindi dissero: “Iddio non vede il nostro fine”. (Ger. 12:4, Di) Evidentemente essi pensarono che le loro pratiche nefande e la loro aperta ribellione non fossero osservate da Dio e credettero di restare impuniti; ma la visione di Dio non fu mai offuscata. Egli rese questo fatto chiaro dicendo: “Vergognatevi di ciò che raccogliete a motivo dell’ardente ira dell’Eterno!” (Ger. 12:13, VR) Veramente, quando furono smascherati, raccolsero spine. Buoni frutti non poterono possibilmente derivare dalla loro ribellione deliberata; solo spine. Le opere disgustose non producono una buona raccolta. Anche oggi le persone di tale mentalità diventano sconcertate quando l’ira di Dio si manifesta contro di loro mediante la sua organizzazione, ed esse sono espulse; o anche se le loro segrete e cattive azioni non sono scoperte dalla visibile organizzazione di Geova perché si possa prendere una giusta misura disciplinare, tuttavia Geova è consapevole di ciò e costoro diventano presto molto malati spiritualmente, perché non hanno più il favore di Geova, né le sue benedizioni né il suo spirito. Geova non tollera gli illegali. L’azione presa per un atteggiamento d’insubordinazione è anche oggi come nei giorni della nazione d’Israele, e un ribelle sarebbe allontanato dal favore di Geova per non aver aderito ai suoi rigorosi e giusti princìpi. I suoi veri servitori, d’altra parte, sono dedicati alla completa lealtà.
13, 14. (a) Che cosa deriva dal fidarsi del proprio giudizio? (b) Quali punizioni vengono inflitte da Geova?
13 Il peccato di abbandonare Geova è il peccato della ribellione e deriva dal fidarsi di se stessi o dei giudizi di un’altra creatura umana. Geremia ebbe qualche cosa da dire a questo riguardo: “Maledetto l’uomo che confida nell’uomo e fa della carne il suo braccio, e il cui cuore si ritrae dall’Eterno!” Abbandonando Geova, il servitore di Dio si troverebbe nella posizione descritta con queste parole: “Poiché il mio popolo ha commesso due mali: ha abbandonato me, la sorgente d’acqua viva, e s’è scavato delle cisterne, delle cisterne screpolate che non tengono l’acqua”. Quando non si assimilano le verità spirituali, si soffre la sete spirituale, e persistere in ciò condurrà infine alla morte. Successivamente, Dio chiese all’antico Israele: “Perché ti perdonerei io? I tuoi figliuoli m’hanno abbandonato, e giurano per degli dèi che non esistono. Io li ho satollati ed essi si danno all’adulterio, e s’affollano nelle case di prostituzione . . . l’anima mia non si vendicherebbe d’una simile nazione?” — Ger. 17:5; 2:13; 5:5-9, VR.
14 Coloro che diedero ascolto ad altra istruzione o ammonizione fuori di quella data da Geova vennero direttamente riprovati da lui. In Deuteronomio 28:20 è precisato: “Geova manderà su di te la maledizione, la confusione e il rimprovero in ogni impresa che cercherai di compiere finché tu sia annientato e perisca precipitosamente, a causa dell’empietà delle tue pratiche in quanto mi hai abbandonato”. Quale condizione del tutto desolata e calamitosa per quelli che mediante la loro condotta di ribellione abbandonarono la legge di Geova!
15. Descrivete l’atteggiamento ribelle manifestato da alcuni seguaci di Gesù.
15 Sebbene fossero presentate molte evidenze per dimostrare l’insidia di non osservare esplicitamente la Parola di Dio dopo aver fatto con lui un patto, la questione di abbandonarlo non terminò allora. Anche ai suoi giorni, poco prima di essere preso, Gesù riconobbe che alcuni suoi discepoli, messi alla prova, si sarebbero lamentati, ed egli affermò: “Fra voi ci sono alcuni che non credono”. Quando una persona non crede più nella Parola di Geova, significa che appoggiandosi sulla propria sapienza o sull’opinione di altre creature imperfette si è lasciata sviare da una condotta di sapienza. Questa è ribellione. In un caso simile Gesù chiese ai suoi discepoli: “Volete forse andarvene anche voi?” La risposta appropriata fu data da Pietro: “Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai detti di vita eterna, e noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio”. Coloro che continuarono a lamentarsi abbandonarono allora il Signore. Una continua condotta di lamento oggi offrirà a Geova motivo di abbandonare il lamentatore. — Giov. 6:64, 67-69.
16. Precisate quale ulteriore ribellione si sarebbe verificata nella chiesa solo poco tempo dopo.
16 Quindi l’apostolo Paolo avvertì che un grande allontanamento avrebbe avuto luogo più tardi, allorché dichiarò: “Io so che dopo la mia partenza penetreranno fra voi oppressivi lupi che non tratteranno il gregge con tenerezza, e fra voi stessi sorgeranno uomini che diranno cose storte per tirarsi dietro i discepoli”. Questo dimostra che molti si sarebbero fidati del proprio discernimento e si sarebbero ribellati e avrebbero indotto ancora un maggior numero di uomini a fare la stessa cosa. Inoltre, Gesù avvertì che negli ‘ultimi giorni’, in cui oggi ci troviamo, vi sarebbe stato anche un allontanamento simile, particolarmente al tempo della sua invisibile seconda presenza. Egli illustrò questo parlando di una classe di ‘vergini stolte’ che avrebbero avuto un’inadeguata provvista di olio nelle loro lampade per i tempi oscuri che sarebbero prevalsi. Furono consigliate di confidare nella Parola di Geova e di considerarla come la forza direttiva della loro vita, ma le loro lampade furono inadeguatamente fornite e quindi non ebbero la luce spirituale per essere guidate. Questo derivò dal fatto che si fidarono del proprio giudizio riguardo alle cose spirituali, e perciò molte furono respinte. — Atti 20:29, 30; Matt. 25:1-13.
17. Contro quale specie di errore il Cristiano deve oggi star in guardia?
17 Siamo dunque desti e vigilanti onde non cadiamo nell’insidia di trarre le proprie conclusioni e seguire una condotta di ribellione. Per salvaguardarci da tale condotta illegale, pagine su pagine della Bibbia riportano informazioni per la guida di quelli che desiderano la giustizia e vogliono seguire una condotta fedele. Geova non tollera che il giudizio dell’uomo influisca sulla sua organizzazione terrestre ma esige la completa sottomissione dell’uomo al giudizio divino. Rendergli esclusiva devozione è l’obbligo di quelli che hanno liberamente offerto il loro servizio e la loro dedicazione della vita a lui. — Gios. 24:19, 20.
RIBELLIONE NELLA CRISTIANITÀ
18. (a) In che modo la cosiddetta Cristianità si è ribellata ai regolamenti e princìpi di Geova? (b) Quali contrastanti dottrine sono state da essa insegnate recando disonore a Geova?
18 Le divisioni religiose della Cristianità si sono ribellate rifiutando di accettare il dominio di Geova mediante il suo ufficiale esecutivo, Cristo Gesù, in questo tempo. Non solo hanno rigettato le prove presentate da quelli che sostengono il governo di Dio mediante suo Figlio, ma perseguitano i veri servitori di Dio. Mentre la Parola di Dio afferma che il Cristiano dev’essere separato dal mondo, la Cristianità si associa ad esso e ne fa parte integrale ed è alleata con gli elementi politici e commerciali del mondo. (Giac. 4:4; 2 Cor. 6:17) Dio esige che i Cristiani si astengano dagli spargimenti di sangue; eppure la Cristianità partecipa liberamente a questo peccato mediante una coalizione con nazioni belligeranti. La Cristianità si è ribellata contro i giusti princìpi di Geova al punto di tollerare l’adulterio entro il suo reame. Essa lo approva con il suo rifiuto di espellere quelli che commettono adulterio ed altre trasgressioni. (1 Cor. 6:9, 10) Essa si è ribellata alla supremazia di Geova Dio sostenendo e promuovendo la dottrina della trinità, secondo la quale si asserisce che Geova e Gesù siano coeguali e coesistenti. (Giov. 14:28; Apoc. 3:14) La ribellione è manifesta nella sua negazione della verità biblica secondo la quale l’anima muore, e nella sua accettazione della falsa dottrina pagana dell’innata immortalità dell’anima. (Ezech. 18:4, VR; Eccl. 9:5, 10; 1 Cor. 15:53) Essa fa parte del mondo come ne fecero parte gli Israeliti che adoravano Baal, ed è simile agli scribi e Farisei dei giorni di Gesù. — Matt. 23:9, 13, 15.
19. Quale discernimento deve esercitare il Cristiano?
19 Come è evidente dunque che il vero Cristiano deve mantenersi completamente separato dalle influenze politiche, ecclesiastiche, commerciali e materialistiche di questo sistema di cose. Un ritorno a tale condotta com’è ora seguita dal mondo significherebbe certamente fare affidamento sulle proprie conclusioni mentali e costituirebbe un allontanamento dai sani consigli della Parola di Dio. Vi è una sola guida sicura che dirigerà rettamente la nostra condotta, e cioè la Parola di Geova, la Sacra Bibbia.
EVITATE LE TENDENZE MATERIALISTICHE
20. Quali esempi abbiamo per dimostrare il giusto scopo del Cristiano?
20 Lo scopo del Cristiano dev’essere puro ed egli deve avere di mira una sola cosa. Non deve guardare né a destra né a sinistra; ecco il modello stabilito da Cristo Gesù, che disse: “Dio mio, io prendo piacere a far la tua volontà”. Non ebbe effetto su di lui alcun’altra condotta postagli dinanzi, come per esempio la tentazione materialistica escogitata dal grande ribelle, Satana, per dargli tutti i regni del mondo. Paolo ebbe la stessa attitudine d’acciaio quando dichiarò che nulla poteva deviarlo dalla sua inflessibile condotta di completa sottomissione a Geova. (Filip. 3:7-14) Nessun altro interesse poteva conquistare l’apostolo Paolo e ciò comprendeva se stesso, e le cose materiali per rendere la sua vita più facile.
21. In che modo il sermone sul monte avvertì i Cristiani contro l’errata considerazione per le cose importanti della vita?
21 Questo consiglio contro il materialismo è ben confermato dal sermone sul monte, quando Gesù ammonì: “Smettete d’essere ansiosi per le vostre anime in quanto a ciò che mangerete o a ciò che berrete, o per il vostro corpo in quanto a ciò che indosserete. Non vale l’anima [o la vita] più del cibo e il corpo più del vestito?” (Matt. 6:25, nota in calce) Gesù sapeva che alcune persone sarebbero state molto preoccupate per le cose di questa vita; infatti, sarebbero state così preoccupate che avrebbero permesso a queste cose materiali e all’amore per esse di impedir loro d’intraprendere il ministero del Regno. Se il nostro modo di pensare è diretto e continuamente fisso sui desideri carnali, vuol dire che facciamo affidamento su noi stessi e sul giudizio personale. Geova Dio è consapevole delle necessità materiali del suo popolo e dispone affinché siano provvedute. Mediante le nostre azioni noi manifestiamo se effettivamente crediamo a ciò o no. I nostri desideri potrebbero eccedere di molto le nostre necessità, e potrebbero indurre molti ad essere sopraffatti o a divenire esageratamente ansiosi per i loro desideri. Un ammonimento contro ciò è espresso da Gesù con queste parole: “Quindi non siate mai ansiosi e non dite: ‘Che cosa mangeremo?’ o, ‘Che cosa berremo?’ o, ‘Che cosa indosseremo?’” (Matt. 6:31) Queste sono le ansietà che le persone di questo vecchio mondo provano a causa del loro insaziabile desiderio di comode case, automobili lussuose, ambiente bellissimo e molte comodità della vita. “Poiché tutte queste son le cose che le nazioni ansiosamente perseguono”. Queste non sono le cose necessarie per svolgere il ministero con successo. Il fidato consiglio esposto nella Parola di Dio è: “Continuate quindi a cercare prima il regno e la sua giustizia, e tutte queste altre cose vi saranno aggiunte. Perciò, non siate mai ansiosi per il giorno seguente, perché il giorno seguente avrà le sue proprie ansietà”. — Matt. 6:32-34.
22. Quali benefici pervengono alla persona che edifica sul figurativo masso di roccia?
22 Il Cristiano che modella completamente la sua vita secondo la Parola di Geova sarà simile all’uomo prudente che edificò la sua casa sul masso di roccia. Quindi le tempeste, le inondazioni e i venti potrebbero imperversare contro di essa, ma non sarebbero in grado di smuoverla dalle sue salde fondamenta. Invece, quando l’individuo si appoggia sul proprio intendimento e abbandona i saggi consigli di Geova al riguardo, rivolge i suoi pensieri e la sua attenzione a seguire una pratica comune alle nazioni, cioè quella di accumulare grandi ricchezze, allora comincia deliberatamente a trasferirsi dalla sua casa dalle solide fondamenta ad una casa edificata sulla sabbia del materialismo. La sua condotta è quella della ribellione contro una migliore conoscenza, poiché egli è stato dovutamente consigliato sulla stoltezza di tale condotta. Il debole fondamento è il suo giudizio personale di cercare prima le ricchezze delle nazioni e mettere gli interessi del Regno al secondo posto. — Matt. 7:24-27.
23. Quali ambizioni sono una trappola per molti?
23 Coloro che sono cristiani diventano a volte così assorti nei loro progetti e nel loro attaccamento ai valori materiali che perdono di vista la cosa più importante, cioè, la fedeltà al loro voto di dedicazione a Dio, e così consumano la loro energia nel guadagnare ricchezze. Questa stolta condotta fu predetta da Salomone: “Ho visto un’altra cosa futile sotto il sole: un uomo che è solo, senza parenti, senza figlio o fratello, eppure si affatica per fare denaro; egli non può saziarsi di ciò che guadagna, ed egli . . . si affanna e si priva della gioia. Anche questo è vano, un triste affare”. Costui, alla ricerca del denaro e dei piaceri di questo mondo, presto si ribella alla gioia del servizio di Dio e l’abbandona. L’apostolo Paolo consigliò: “Da’ ordini a quelli che sono ricchi nel presente sistema di cose di non essere arroganti, e di riporre la loro speranza, non su ricchezze incerte, ma in Dio”. Se l’uomo ripone la sua fiducia nelle ricchezze materiali, significa che egli confida in queste per aver la salvezza. Il denaro è un potere e una difesa, ma non conduce il suo cercatore alla vita eterna. Piuttosto, ciò che è un gran guadagno è la devozione con animo contento. Il fedele Mosè consigliò: “L’argento e l’oro potranno aumentare e tutto ciò che è tuo potrà aumentare; e il tuo cuore potrà veramente innalzarsi e tu potrai veramente dimenticare Geova . . . che ti cibò con la manna”. Quindi è meglio confidare nel forte braccio di Geova piuttosto che nel debole sostegno provveduto dalle ricchezze; oppure nella forza dei prìncipi. — Eccl. 4:7, 8, Moffatt; 1 Tim. 6:17; Deut. 8:13, 14, 16; Sal. 118:9; 146:3.
24. (a) È da considerarsi un peccato il solo possesso delle ricchezze? (b) Dimostrate come l’amore del denaro può costituire ribellione.
24 Coloro che possiedono le ricchezze sanno che ciò che è male non è il loro possesso, bensì l’amore delle ricchezze o l’attribuire ad esse la propria salvezza. In quanto a quelli che non possiedono ricchezze ma che le desiderano, la loro costante bramosia e ricerca di esse conduce a cattivi risultati; perché questo significa usare tempo ed energia dedicati al servizio di Geova per ottenerle, ed è una condotta che potrà solo recare delusione a chi le desidera, dato che il loro potere di sostenimento è anche di breve durata. Quindi quanto è del tutto stolto abbandonare le ricchezze del servizio di Geova per questa poca sicurezza passeggera. “Davvero l’uomo passa come un’ombra. E senza ragione si preoccupa: ammassa tesori, e non sa per chi l’abbia messi da parte”. (Sal. 38:7, Ti) È fantastico come l’amore del denaro invada la mente dell’uomo e divenga un tumore maligno. Sopprime subito l’amore per Dio e diventa un desiderio insaziabile. Ma non reca alcun durevole piacere neppure a colui che arricchisce, come dimostra Ecclesiaste 5:9-11 (Ti): “L’avaro non sarà mai sazio di danaro, e chi ama le ricchezze non ne caverà alcun frutto. Anche questo è vanità. Dove son molte ricchezze, vi sono anche molti a mangiarle, e che utile ne ha il padrone, oltre a quello di starle a guardare coi propri occhi? . . . la sazietà non lascia dormire il ricco”. L’inganno delle cose materiali è anche mostrato in Proverbi 11:4 (Ti): “A nulla gioveranno le ricchezze nel giorno dell’ira, ma la giustizia libererà dalla morte”. Spesso quando un uomo comincia ad ottener successo negli affari o nel materialismo, potrà dire: ‘Ebbene, mi dedicherò a quest’attività solo per poco tempo ancora e poi avrò abbastanza per sostenermi e così potrò intraprendere il ministero a pieno tempo’. In seguito egli ottiene altro successo e gli stessi pensieri si ripetono nella sua mente. Si dovrebbe prestare la massima attenzione per non essere sopraffatti, come illustrò Gesù nel caso del ricco che pure ottenne il successo. Dopo un po’ di tempo egli dichiarò: ‘Non ho dove mettere il mio raccolto’. Invece di trovare contentezza in ciò che possedeva, egli disse: “Farò questo: Demolirò i miei magazzini e ne edificherò di più grandi, e ivi raccoglierò tutto il mio grano e tutte le mie buone cose, e dirò all’anima mia: ‘Anima, tu hai molte buone cose accumulate per molti anni; prenditi riposo, mangia, bevi, divertiti’”. Questo è il modo naturale di ragionare quando si confida nel proprio discernimento. Ma notate le conseguenze disastrose che potrebbero sopraggiungere secondo la risposta data all’uomo che ragiona in questo modo: “Dio gli disse: ‘Insensato, questa notte ti chiederanno la tua anima. . . .’ Così sarà dell’uomo che accumula tesori per se stesso ma non è ricco verso Dio”. Anche l’apostolo Paolo si espresse riguardo all’inganno di confidare nei propri pensieri e di seguire la condotta adottata dal mondo, dicendo: ‘Non continuate più a camminare come camminano le nazioni nella vanità delle loro menti, mentre sono mentalmente nelle tenebre, e alienati dalla vita che appartiene a Dio, a causa dell’ignoranza che è in loro, a causa dell’insensibilità dei loro cuori’. Le persone del mondo sono di certo mentalmente nelle tenebre e sono quindi alienate da Geova. Pertanto seguire il modello stabilito dal mondo è una “condotta inutile”, e sarebbe una condotta di ribellione contro le sagge istruzioni di Geova. I Cristiani devono evitare tale condotta e non devono essere ingannati dai pensieri e dagli esempi degli altri. — Luca 12:16-21; Efes. 4:17, 18.
LE MORMORAZIONI
25, 26. (a) Come manifestarono gli Israeliti uno spirito ribelle? (b) Come avvertì Paolo contro il mormorare? Quale specie di malcontento si dovrebbe evitare oggi, e perché?
25 Gli Israeliti ebbero molte benedizioni durante il loro esodo dall’Egitto alla Terra Promessa, e molti miracoli furono fatti per loro; eppure mormorarono contro Geova. Non passò molto tempo prima che questo atteggiamento facesse loro perdere di vista i benefici che avevano ricevuti dall’amorevole mano di Geova. Perdettero fiducia in Geova e poi cominciarono ad appoggiarsi sul loro intendimento e, di conseguenza, mormorarono contro di Lui perché non avevano sufficienti beni di questo mondo. Sebbene fossero ben cibati chiesero altro e miglior cibo; chiesero carne, e nel loro brontolare dichiararono che sarebbe stato meglio se fossero rimasti schiavi in Egitto. Da parte loro questo fu un atteggiamento di ribellione chiara e tonda contro Geova. Ciò potrebbe servire come buon esempio oggi per i Cristiani, affinché non cadano nella classe dei ribelli, mormorando contro Geova o anche contro la sua organizzazione in questo tempo. Paolo ammonì riguardo a ciò che sarebbe accaduto ai mormoratori, e consigliò specificamente i Cristiani di evitare questo, dicendo: “Né siate mormoratori, come alcuni di loro mormorarono, soltanto per perire per mezzo del distruttore”. (1 Cor. 10:10) Ciò fu dato come un esempio affinché i Cristiani oggi viventi evitassero tale tragica condotta. Se non stiamo attenti e in guardia contro questo atteggiamento, presto ci troveremo scontenti per il modo in cui Geova dirige la sua organizzazione, come egli assegna ai suoi vari servitori gli incarichi di responsabilità dove vuol che servano.
26 Le mormorazioni da parte di chi afferma di essere un fedele e dedicato servitore potrebbero significare il principio di un atteggiamento ribelle e provocare infine una riprensione sulla persona che continua a seguire questa forma di ribellione. Geova provò dispiacere per lo spirito ribelle del suo popolo nei tempi passati, ed egli fece conoscere i suoi pensieri al riguardo affinché coloro che avrebbero persistito in tale condotta oggi fossero resi ben consapevoli che avrebbero ricevuto la sua disapprovazione. Una campagna di mormorazione contro Geova o qualsiasi parte della sua organizzazione non sarebbe stata tollerata. Quelli che hanno la sorveglianza nelle congregazioni sarebbero stati costretti a prendere misure contro coloro che seminano discordia mediante le loro mormorazioni e la loro condotta di ribellione.
27. Quale atteggiamento ribelle è trattato in Giacomo 3:14-17?
27 Con una condotta di ribellione vi è di solito uno spirito di rivalità e di gelosia. Questo spirito di competizione e invidia è contrario allo spirito di amore che prevale nell’organizzazione di Geova; e seguendo tale condotta l’individuo renderebbe suo fratello un nemico. In Giacomo 3:14-17 vengono dati consigli a questo riguardo: “Ma se avete nei vostri cuori amara gelosia e spirito di contesa, non vi vantate e non mentite contro la verità. Questa non è la sapienza che scende dall’alto, ma è terrena, animalesca, demonica. Poiché dove sono gelosia e spirito di contesa, ivi sono disordine ed ogni cosa malvagia”. Quindi, notate la differenza: “La sapienza dall’alto è prima di tutto casta, poi pacifica, ragionevole, pronta ad ubbidire, piena di misericordia e buoni frutti, non facente parziali distinzioni, senza ipocrisia”. La gelosia e la rivalità sono indicazioni di malattia spirituale e possono, come le altre forme di ribellione, condurre alla perdita della vita.
PRESUNZIONE E OSTINATEZZA
28. Di che cosa sono un’evidenza la presunzione e l’ostinatezza?
28 La presunzione e l’ostinatezza non sono qualità cristiane e non sono tollerate nell’organizzazione di Geova. I veri servitori di Geova si comportano in completa armonia con la sua Parola divina. Essi sono esortati a perseverare in questa via e a sforzarsi continuamente di migliorare nella matura condotta che si addice al Cristiano. Quando una persona manifesta ostinatezza e presunzione, è evidente che la Parola di Dio non è sufficientemente nei suoi pensieri. Geova diede vigorosi consigli al riguardo in 2 Re 17:14, 15: “Essi non diedero ascolto ma continuarono a indurare la loro cervice come la cervice dei loro padri che non avevano esercitato fede . . . essi continuarono a rigettare i suoi regolamenti e il suo patto . . . anche in imitazione delle nazioni che erano tutt’intorno a loro”. In Geremia 7:24 (VR): “Ma essi non ascoltarono, non prestarono orecchio, ma camminarono seguendo i consigli e la caparbietà del loro cuore malvagio, e invece di andare avanti si sono vòlti indietro”.
29. Che cosa fa effettivamente la persona che rigetta i consigli di Dio?
29 Quando un uomo rifiuta i consigli di Dio o si allontana dalla riprensione, proveniente dalla Parola di Geova o dalla sua organizzazione, egli rigetta il consiglio dell’Onnipotente Dio. “Volgetevi al mio rimprovero. . . . ma voi continuate a rifiutare, . . . e voi continuate a trascurare ogni mio consiglio, e non avete accettato il mio rimprovero”. — Prov. 1:23-25.
30. Quale punizione Geova inflisse ai figli caparbi?
30 I fanciulli frequentemente manifestano ostinatezza. È responsabilità dei genitori di guidare dovutamente il fanciullo a questo riguardo per impedire che questa tendenza cresca e divenga parte della natura del fanciullo mentre egli si sviluppa. Se la dovuta disciplina e guida non è applicata allorché la tendenza comincia a manifestarsi, il fanciullo potrà facilmente incorrere nella disapprovazione di Geova più tardi nella vita. Quando i genitori non sono capaci di risolvere il problema potranno chiedere l’aiuto di un fratello maturo o dei membri del comitato della congregazione. La Parola di Geova considera la questione in Deuteronomio 21:18-21 (VR): “Quando un uomo avrà un figliuolo caparbio e ribelle che non ubbidisce alla voce né di suo padre né di sua madre, e benché l’abbian castigato non dà loro retta, suo padre e sua madre lo prenderanno e lo meneranno dagli anziani della sua città, alla porta del luogo dove abita, e diranno agli anziani della sua città: ‘Questo nostro figliuolo è caparbio e ribelle; non vuol ubbidire alla nostra voce, è un ghiotto e un ubriacone’; e tutti gli uomini della sua città lo lapideranno, sì che muoia; così toglierai via di mezzo a te il male, e tutto Israele lo saprà e temerà”. Certamente, oggi il giovane servitore di Geova dovrà tener presente che subirà il disfavore del suo Dio, Geova, perseguendo una condotta di ostinatezza e presunzione. Queste qualità sono evidenti soltanto nel mondo appartenente a Satana; e il figlio di Geova, giovane o vecchio, che manifesti tali qualità e persista in esse finirà per essere allontanato dalla casta e pura organizzazione di Geova.
PRETESA LIBERTÀ
31. Perché molti si ribellano al codice di giustizia di Geova?
31 Molte persone fuori dell’organizzazione di Geova praticano oggi ciò che esse chiamano la “completa libertà” di pensiero e di azione. Seguono una filosofia che permette loro di soddisfare ogni capriccio. Poiché non vogliono sottomettersi in qualsiasi modo, rifiutano di accettare la pura Parola di Dio come guida, e continuano nella loro condotta di cosiddetta libertà. Questa è una condotta ribelle, che renderà quelli che la seguono degni soltanto della distruzione nella battaglia di Armaghedon. Molte di queste persone adottano tale attitudine perché vedono il contrasto fra l’errore della religione professante e la filosofia dei capi religiosi e si ritengono altrettanto capaci di scegliere e stabilire il proprio codice morale.
32. Perché è popolare la filosofia dei “liberi pensatori”, e perché è ingannevole? Che cosa accadrà a coloro che sono vinti da questa filosofia?
32 Questa specie di filosofia permette quindi all’individuo di fare ciò che egli desidera e quando lo desidera, senza alcun impedimento ai suoi desideri. Le sue regole e la sua moralità possono essere conformi alla sua convenienza. Poiché questa pratica di seguire le proprie teorie è così popolare nel mondo, coloro che non sono soggetti alle giuste e lodevoli esigenze morali di Dio si trovano presto imbrogliati e trascinati in una bassa e corrotta condotta, perfino associandosi ad altri con simili idee per partecipare alla loro sensualità e infima prostituzione. Senza la pura Parola di Dio e la sua organizzazione per guidarli, anche i Cristiani potrebbero divenire vittime di tali falsi ragionamenti e cadere nella trappola che ha già accalappiato il mondo dei “liberi pensatori”.
33. Al contrario, di che cosa sono consapevoli i Cristiani? Come vigilano su se stessi?
33 Geova non ha abbandonato il suo popolo permettendogli di essere intrappolato e ingannato. Il mondo dei liberi pensatori potrà permettersi di essere trascinato nella condotta immorale che deriva da questa specie di mentalità. Ma i servitori di Geova sono ben consapevoli del fatto che gli adulteri e i fornicatori non possono entrare nel Regno, e tengono sempre presente questo consiglio, che è una forza direttiva nella loro vita, che li conserva completamente irreprensibili e puri per il servizio di Geova. Essi sono ben consapevoli delle potenti forze del corpo umano, le quali, allorché non sono dovutamente controllate, possono provocare una condotta depravata. I giovani di sesso maschile e femminile nell’organizzazione di Geova stanno dunque all’erta per mantenersi puri e lontani dalla condotta immorale, per non divenire depravati mediante la loro egoistica concupiscenza. Non assoggettare le loro emozioni significa esercitare la propria volontà, ossia la volontà della carne, piuttosto che la volontà di Geova, e ciò significherebbe una diretta ribellione ai saggi consigli di Geova. Geova non permette tali pratiche nella sua organizzazione solo perché la circostante Cristianità le tollera.
34. (a) Quale dovrebbe essere l’atteggiamento dei genitori i cui figli hanno commesso atti immorali? (b) Come i genitori potrebbero essere partecipi di un’azione empia?
34 Quando i genitori vengono a conoscenza di qualche manchevolezza dei loro figli a questo riguardo, qualora questi siano caduti vittime di una relazione immorale con un’altra persona del sesso opposto, sono riluttanti ad avvisare i responsabili della congregazione che hanno l’obbligo di mantenere l’organizzazione incontaminata da tali pratiche. Agendo in tal modo i genitori sono partecipi di una condotta illegale poiché la persona implicata è di loro carne e sangue. Questa stretta relazione non dovrebbe avere alcuna influenza sulla giustizia, e tali persone dovrebbero essere denunciate ai responsabili della congregazione, anche se è una persona così intima come il proprio figlio o qualcun altro della congregazione cristiana. Se qualcuno nella congregazione è consapevole di una situazione simile e non la denuncia, vi partecipa direttamente, e quindi anch’egli prende parte alla condotta di ribellione. Non c’è posto per l’empietà nella pura organizzazione di Geova, e un fedele servitore non può tollerarla, tacendola e rifiutando di denunciarla a quelli che hanno l’autorità di prendere delle misure al riguardo. Se l’individuo viene meno a questo dovere cristiano vuol dire che egli confida nel proprio discernimento e nella propria volontà, e questa è una condotta che produce la ribellione contro la pura organizzazione di Geova.
35. Come dimostra grande immaturità il dedicato Cristiano che si unisce in matrimonio con una persona non dedicata?
35 Il Cristiano dedicato riconosce che deve rimanere completamente separato dal mondo. Questo significa tenersi separati dal mondo anche nel problema di scegliere un marito o una moglie. Come Geova non permetteva agli Israeliti di stringere relazioni matrimoniali con le donne pagane di quel tempo, così oggi i Cristiani vanno direttamente contro il consiglio di Geova quando scelgono un coniuge non dedicato al servizio di Geova. Il giogo di tale legame diverrebbe pesante e insopportabile perché non avrebbe la benedizione di Geova. (2 Cor. 6:14) Se alcuni procedono direttamente contro il comando e consiglio di Geova a questo riguardo, non dimostrano forse di fare affidamento sul proprio giudizio e sulla propria volontà, e una tendenza ad essere ribelli? Colui che commette quest’azione rivelerebbe grande immaturità e tale condotta non lo renderebbe idoneo a rappresentare la pura organizzazione di Geova con l’incarico di sorvegliante nella congregazione.