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  • Coraggiosa perseveranza nel servizio di Dio

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  • Coraggiosa perseveranza nel servizio di Dio
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1964
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  • PREDICATORI DEL REGNO DI DIO
  • CORAGGIOSA PERSEVERANZA NELL’OPERA
  • CORAGGIO MALGRADO LA DELUSIONE
  • ‘COMBATTENDO A FIANCO A FIANCO PER LA FEDE’
  • Siate forti e coraggiosi nella fede
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1962
  • Mantenete la giusta veduta della predicazione del Regno
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1970
  • Pazienza e perseveranza
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1961
  • “Seguitemi, e vi farò pescatori di uomini”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1980
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1964
w64 1/3 pp. 143-149

Coraggiosa perseveranza nel servizio di Dio

1, 2. Come possiamo trarre beneficio dal racconto della vita di uomini di fede che si trova nella Bibbia?

OLTRE a infonderci coraggio dandoci informazioni sulla grandezza di Dio e facendoci conoscere la sua volontà, v’è un altro modo in cui la Bibbia ci infonde il coraggio di compiere la volontà divina. In quale modo? Col racconto della vita di uomini di fede. Così, non solo le Scritture ci indicano le cose che Dio esige dai suoi servitori, ma ci danno esempi di vita vissuta del modo in cui uomini che temettero Dio ottennero il suo beneplacito. Possiamo sapere quello che fecero quando si trovarono in situazioni simili alle nostre, e come Geova li benedisse. In tal modo saremo rafforzati per agire coraggiosamente, non trattenendoci dal servire Dio.

2 L’apostolo Paolo si riferiva a questa fonte di incoraggiamento quando scrisse: “Poiché abbiamo un così gran nuvolo di testimoni che ci circondano, deponiamo anche noi ogni peso e il peccato che facilmente ci avvince e corriamo con perseveranza la corsa che ci è posta dinanzi, mentre guardiamo attentamente il principale Agente e Perfezionatore della nostra fede, Gesù”. (Ebr. 12:1, 2) Perciò, mentre leggiamo nella Bibbia il racconto della vita di questo gran nuvolo di testimoni dei tempi precristiani e anche di Gesù Cristo e dei primi cristiani, cerchiamo di trarre personalmente beneficio dal loro esempio ed essere stimolati per avanzare con coraggio nella corsa che ci è posta dinanzi.

3. Chi usa Geova come suoi servitori?

3 Molti, tuttavia, anziché intraprendere la corsa, quando vedono che si prospetta la responsabilità di servire Dio, si trattengono. Forse si sentono indegni; forse non si sentono qualificati; forse temono di non riuscire a vivere nel modo richiesto da Dio. Se siete in questa situazione, guardate coloro di cui Dio ha preservato il racconto nella Bibbia per vostra istruzione. Chi scelse Dio per servirlo? “Voi vedete la vostra chiamata, fratelli, che non furono chiamati molti saggi secondo la carne, non molti potenti, non molti di nobile nascita; ma Dio scelse le cose stolte del mondo, per svergognare gli uomini saggi; e Dio scelse le cose deboli del mondo, per svergognare le forti; e Dio scelse le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, le cose che non sono, per ridurre a nulla le cose che sono, onde nessuna carne si vanti dinanzi a Dio”. (1 Cor. 1:26-29) Dio non usa quelli che sono saggi ai loro propri occhi, ma quelli che si rivolgono a lui per avere una guida. Egli non favorisce quelli che hanno fiducia in sé, ma quelli che hanno fede in lui. Non è colui che fa meglio di tutti gli altri che ottiene la sua approvazione, ma colui che si interessa personalmente del progresso dei suoi fratelli cristiani. Coloro che servono Geova lo amano abbastanza per fare la sua volontà’. — Sal. 25:4, 5, 9, 12; Filip. 2:4.

4. Fate esempi di quali persone hanno servito Geova e hanno avuto la sua approvazione.

4 Mosè era un uomo di questo genere. Benché avesse un impedimento di parola e ottant’anni di età quando fu chiamato in servizio, egli accettò. (Eso. 4:10-12; 7:7) Gedeone, benché fosse ‘il più piccolo nella casa di suo padre’, fu pronto a servire, e Geova lo sostenne. (Giud. 6:15, 16, VR) Amos era solo mandriano e raccoglitore di fichi di sicomoro, ma divenne profeta di Dio. (Amos 7:14, 15) Poi vi furono Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni, pescatori della Galilea. Essi erano uomini “illetterati e comuni”, ma Gesù li scelse come suoi apostoli. (Matt. 4:18-22; Atti 4:13) Alcuni, come Paolo, avevano molta istruzione. Ma altri avevano un brutto passato, avendo commesso delitti e condotto vita dissoluta. Ma quando si dedicarono a Dio per servirlo, sia che fossero stati saggi secondo il mondo o empi, abbandonarono queste cose e cominciarono una nuova vita al servizio di Dio. — Filip. 3:4-8; 1 Cor. 6:9-11.

5. Quali pensieri dovrebbero aiutarci ad avere la giusta veduta della partecipazione al servizio di Geova?

5 Ciò che conta non è quello che eravate prima di venire a conoscenza della volontà divina, ma quello che siete ora. Avete salda fede in Geova Dio e nella sua Parola? Lo amate con tutto il cuore? Desiderate vivere nel suo giusto nuovo mondo? (Ebr. 11:6; Mar. 12:29, 30; 2 Piet. 3:13, 14) Quindi non c’è ragione di trattenersi. Non vi astenete dal servire Dio perché da un punto di vista umano, pensate di poter venir meno. Piuttosto, considerate perché Geova si serve di noi, creature umane, con tutte le nostre debolezze. “Noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra”, scrisse l’apostolo Paolo, “affinché la potenza oltre ciò che è normale sia di Dio e non da noi”. (2 Cor. 4:7) Coraggiosamente, dunque, con fiducia in Dio, seguite l’esempio del Perfezionatore della nostra fede, Gesù, essendo battezzati per simboleggiare la vostra dedicazione a Geova Dio, e prendere parte all’opera di predicazione che Dio ha dato da compiere ai suoi servitori.

PREDICATORI DEL REGNO DI DIO

6. Per quale attività addestrò Gesù tutti quelli che divennero suoi seguaci?

6 Questo obbligo grava su chiunque accetta l’immeritata benignità di Dio. Come ci è fatto capire questo vigorosamente mentre studiamo i racconti della vita di Cristo nei Vangeli! “Venite dietro a me, e vi farò pescatori di uomini”, invitò Gesù. “Sii mio seguace”, egli disse. “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete su di voi il mio giogo e divenite miei discepoli”. E che cosa avrebbero fatto questi suoi seguaci? Avrebbero partecipato all’opera che Gesù compiva, predicando e “dicendo: ‘Pentitevi, poiché il regno dei cieli si è avvicinato’”. (Matt. 4:19; 9:9; 11:28, 29; 4:17) Essendo suoi discepoli, impararono da lui e ben presto divennero abbastanza esperti nel ministero da poter andare da soli. Dapprima mandò i dodici con queste istruzioni: “Mentre andate, predicate, dicendo: ‘Il regno dei cieli si è avvicinato’”. (Matt. 10:5-7) In seguito ne nominò altri settanta e li mandò con un incarico simile. — Luca 10:1-11.

7. (a) Nella vita di Gesù quanto era importante la predicazione? (b) Come considerarono dunque i discepoli questa opera?

7 Gesù era così impegnato in questa opera di predicazione che in seguito disse al governatore Pilato che la ragione per cui era nato, lo scopo per cui era venuto nel mondo, era quello di “rendere testimonianza alla verità”. (Giov. 18:37) Comprensibilmente, i suoi discepoli avevano lo stesso sentimento di urgenza al riguardo, tanto che, quando alcune autorità comandarono loro di smettere la predicazione, essi risposero: “Se è giusto dinanzi a Dio ascoltare voi anziché Dio, giudicatelo voi stessi. Ma in quanto a noi, non possiamo smettere di parlare delle cose che abbiamo viste e udite”. (Atti 4:19, 20) Essi sapevano bene che Gesù, poco tempo prima di lasciarli, aveva detto: “Andate dunque e fate discepoli delle persone di tutte le nazioni”. E le ultime parole che disse loro prima di ascendere al cielo furono: “Mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea e la Samaria e fino alla più distante parte della terra”. (Matt. 28:19, 20; Atti 1:8) Era inequivocabilmente chiaro per loro che essere seguaci di Gesù vuol dire essere predicatori.

8. Scrivendo ai Corinti, che cosa disse l’apostolo Paolo riguardo alla responsabilità del cristiano come predicatore?

8 L’apostolo Paolo sentiva così forte l’obbligo che grava su tutti i seguaci delle orme di Gesù Cristo che scrisse ai suoi conservi cristiani di Corinto: “Se, ora, io dichiaro la buona notizia, non è per me ragione di vanto, poiché necessità me n’è imposta. Realmente, guai a me se non dichiarassi la buona notizia! Se io compio questo volontariamente, ho una ricompensa; ma se lo faccio contro la mia volontà, mi è affidata ciò nonostante una gestione”. (1 Cor. 9:16, 17) Ognuno di noi dovrebbe sentire lo stesso peso di responsabilità. In questo caso dovremmo fare quello che l’apostolo Paolo incoraggiò i cristiani di Corinto a fare: “Divenite miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo”. (1 Cor. 11:1) Se teniamo lo sguardo attentamente rivolto a Gesù, e sui suoi fedeli imitatori, sentiremo la stessa urgenza di predicare la buona notizia che essi sentirono.

CORAGGIOSA PERSEVERANZA NELL’OPERA

9. Che importanza ha la perseveranza nel ministero?

9 Gesù continuò la sua opera finché poté dire al Padre suo: “Io ti ho glorificato sulla terra, avendo finito l’opera che mi hai data da fare”. (Giov. 17:4) E questa dovrebbe essere la determinazione di tutti i suoi seguaci. La perseveranza è necessaria. Non basta aver avuto fede, o aver partecipato all’opera di predicazione. “Avete bisogno di perseveranza, affinché, dopo aver fatto la volontà di Dio, riceviate l’adempimento della promessa”. (Ebr. 10:36) Come sarebbe insensato perdere di vista la verità e tornare nelle vie del vecchio mondo, come la scrofa che torna a voltolarsi nel fango! “Non smettiamo dunque di fare ciò che è eccellente, poiché a suo tempo mieteremo se non ci stanchiamo”. — Gal. 6:9.

10. Come dovrebbe sentirsi il ministro cristiano quando le persone nel suo territorio non vogliono ascoltare la buona notizia?

10 È vero che non tutti accetteranno la predicazione della buona notizia. In molte località il predicatore della buona notizia può andare di casa in casa per ore senza riuscire a fare che una brevissima presentazione del messaggio. Forse le persone non accettano la letteratura biblica che offre loro, ed egli può essere incline a scoraggiarsi. Ma se ha preparato coscienziosamente la sua presentazione e fa uno sforzo sincero per stimolare l’interesse di queste persone nella Parola di Dio, ha forse qualche ragione per pensare che il suo ministero è infruttuoso? No. “Il discepolo non è al di sopra del suo maestro, né lo schiavo al di sopra del suo signore”. (Matt. 10:24) Non tutti ascoltarono Gesù. La gente della sua città natale non gli credette. Quando fece un viaggio nel paese dei Gadareni, non ricevette una buona accoglienza dalla popolazione, ma “lo pregarono sentitamente di andar via dai loro distretti”. A Gerusalemme fu accusato di essere indemoniato. (Matt. 8:34; Luca 4:16, 28, 29; Giov. 8:52) Altri servitori di Dio ricevettero un’accoglienza simile.

11. Come fu ricevuto il messaggio, quando Samuele e Noè predicarono?

11 Samuele fu profeta di Dio in Israele, e il popolo che servì era stato separato da Dio come Suo speciale possesso, ma nemmeno esso ascoltò. Samuele non rimase indifferente alla situazione. Quando il popolo ignorò i suoi buoni consigli e chiese un re, evidentemente egli pensò di avere fallito, ma Geova lo corresse dicendo: “Essi hanno rigettato non te, ma me, perch’io non regni su di loro”. (1 Sam. 8:7, VR) L’incarico di predicare di Noè fu ancora più difficile. Gli uomini si erano talmente allontanati da ciò che è giusto che le Scritture dicono che “ogni pensiero concepito dal cuore non era rivolto ad altro che al male, sempre. E Jahve si pentì di avere fatto l’uomo sulla terra e si irritò nel suo cuore”. (Gen. 6:5, 6, Ga) Non erano disposti a dare ascolto all’avvertimento di Noè. Dopo che egli aveva predicato per quaranta, cinquant’anni, nessuno aveva accettato, tranne la sua famiglia. Solo egli e sua moglie, i suoi tre figli e le loro mogli, entrarono nell’arca. Gli altri “non si avvidero di niente”. (Matt. 24:39) Era egli venuto meno come predicatore? Niente affatto! Anzi, ci è raccomandato come “predicatore di giustizia” che Dio preservò quando distrusse quel mondo empio. Egli mostrò perseveranza. — 2 Piet. 2:5.

12. In quali circostanze predicò Mosè, e perché continuò a predicare?

12 Ricordate anche Mosè e il territorio in cui ricevette l’incarico di predicare. Geova mandò più volte Mosè da Faraone a dichiarare i Suoi giudizi. Queste ripetute visite alla corte reale non erano fatte certamente perché Faraone avesse mostrato buona volontà; non erano motivate da qualche segno indicante che Faraone avrebbe preso parte all’adorazione di Geova. Anzi, erano fatte malgrado l’opposizione, ma in ubbidienza a Geova, per far conoscere i Suoi giudizi e dichiarare il Suo nome. “Quando io stenderò la mano contro l’Egitto e farò uscire di mezzo a loro i figli di Israele, gli Egiziani sapranno che io sono Jahve”, dichiarò Geova. (Eso. 7:5, Ga) Ci voleva coraggio per predicare in circostanze come queste.

13. Quali esperienze ebbe Geremia nel ministero, e come possiamo trarne beneficio?

13 Anche Geremia ebbe difficoltà nel ministero. Dio non gli disse: ‘Geremia, ho un buon territorio dove potrai lavorare’. No, ma gli disse: ‘Quando predicherai agli abitanti di Gerusalemme, essi ti faranno guerra’. Accadde proprio così. Quando Geremia li avvertiva che Geova avrebbe portato la distruzione sulla nazione per la sua apostasia, essi ridevano e lo schernivano e si burlavano di lui. In un’occasione, mentre predicava vicino al tempio, uno degli uomini responsabili si irritò per ciò che egli diceva, lo schiaffeggiò e lo fece mettere nei ceppi. Varie volte i governanti lo fecero gettare in prigione. Ad un certo punto Geremia era così scoraggiato per questo che disse: ‘Non parlerò più di Dio’, ma si vinse. (Ger. 1:19; 20:1, 2, 9) Eppure dopo ventitré anni egli disse che la gente nel territorio non era ancora molto favorevole. “Sono ventitré anni . . . e io ho parlato a voi premurosamente e incessantemente, ma voi non avete ascoltato”. (Ger. 25:3, Ga) Malgrado tutto ciò, dopo quarant’anni Geremia era ancora al lavoro, predicando coraggiosamente. Egli lo continuò fino a quando Geova mandò le cose riguardo alle quali aveva mandato a predicare Geremia. Questi coraggiosi esempi ci stimolano a correre “con perseveranza la corsa che ci è posta dinanzi”.

CORAGGIO MALGRADO LA DELUSIONE

14. Quale deludente esperienza si ha spesso quando rivisitiamo persone che la prima volta erano disposte ad ascoltare la buona notizia, e perché?

14 Tra quelli ai quali parlate di Dio e del suo regno ne incontrerete alcuni che ascolteranno, ma anche molti di essi vi deluderanno, ed è bene saperlo. Incontrerete persone che vi ascolteranno la prima volta che vi vedono, ma non mostreranno nessun interesse quando tornerete. Gesù paragonò questa situazione al seme caduto lungo la via, che era stato portato via dagli uccelli prima che potesse mettere radici. In questi casi il Diavolo ha usato quelli che manifestano uno spirito simile al suo per presentare sotto falsa luce la Parola di Dio e quindi distruggere l’interesse che vi era. Non vi scoraggiate. — Matt. 13:3, 4, 19.

15. Perché altri che per un po’ di tempo manifestano grande gioia per ciò che imparano smettono in seguito di studiare coi testimoni di Geova?

15 Altri faranno più che ascoltare quando li visitate; riceveranno la parola con gioia, e per questo sarete felici di aver parlato loro. Possono anche accogliervi bene quando tornate alcune volte. Eppure alcuni di essi sono come piante che germogliano in fretta in terreno poco profondo; le loro radici non sono profonde. Quando parenti e colleghi si burlano di loro, questo è più di quello che possono sopportare. Forse sanno che le cose udite dalla Bibbia sono la verità, e si scusano un po’ quando vi dicono che pensano sia meglio smettere di studiare la Bibbia con voi. Ma, dominati dalla paura dell’uomo e non avendo abbastanza amore verso Dio per essere spinti a ubbidire ai suoi comandamenti, si allontanano. — Mar. 4:5, 6, 16, 17.

16. Che cos’altro esclude la parola dalla vita delle persone?

16 Un altro gruppo di persone, come il seme che cade tra le spine, lascerà crescere la parola, ma esse sono talmente aggravate da altre cose, problemi che sono per loro causa di ansietà e che pensano richiedano la loro principale attenzione, come lunghe ore di lavoro secolare, intrattenere gli ospiti e cercare divertimenti, che proprio non hanno tempo. Sono cordiali; diranno che vorrebbero potersi sedere e ascoltare, ma pensano di non poter trovare il tempo. — Luca 8:7, 14.

17. Come dovremmo agire quando abbiamo queste esperienze?

17 Permetterete che queste esperienze vi facciano perdere d’animo e vi scoraggino? Essendovi preparati, evitatelo. Piuttosto, attenetevi alla verità e ‘portate frutto con perseveranza’, mostrate che nel vostro caso la Parola di Dio è stata ricevuta in un cuore eccellente e buono. Continuando con zelo il ministero, mostrate di non essere di quelli che perdono la forza davanti alla persecuzione o che abbandonano la prospettiva del nuovo mondo di Dio per il guadagno materiale di questo mondo. Mostrate di avere il coraggio di continuare a fare la volontà di Dio. — Luca 8:8, 15; 2 Tim. 4:10, 11.

18. Che cosa dobbiamo fare quando altri in cui si ha fiducia ci abbandonano?

18 Colui che ha una veduta equilibrata di queste cose sarà rafforzato per affrontare altri problemi. Egli non lascerà che i problemi personali lo facciano perdere d’animo. È vero che a volte i propri colleghi, anche gli stessi che sono nella congregazione cristiana, fanno cose che possono deludere. Essi cercano di fare il bene, ma non sono perfetti; nessuno di noi lo è. Che cosa dobbiamo fare quando gli altri ci abbandonano? Considerate l’esempio datoci da Cristo Gesù, il principale Agente della nostra fede.

19, 20. A questo riguardo, quale esperienza ebbe Gesù, e quale esempio diede da cui possiamo trarre beneficio?

19 L’ultima notte della sua vita di uomo andò nell’orto di Getsemani coi suoi discepoli a pregare. Dopo non molto una turba di persone con spade e bastoni vi entrarono e lo arrestarono. I discepoli rimasero abbastanza a lungo da vedere ciò che succedeva, ma poi, come ci dice il racconto, “tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono”. (Matt. 26:56) Più tardi, quella notte, nel cortile del sommo sacerdote, una servitrice, vedendo Pietro, disse che egli doveva essere un seguace di Gesù. Ma Pietro replicò: “Io non lo conosco, donna”. Questo accadde tre volte, e tutto nel cortile dove Gesù lo vide dopo che il gallo aveva cantato. (Luca 22:55-61) Ma Gesù non vacillò. Non permise che le manchevolezze dei suoi compagni lo facessero vacillare nella sua fedeltà a Dio. Ricorse al Padre suo e confidò in lui.

20 Poi il terzo giorno, quando fu destato dai morti, Gesù avrebbe avuto l’opportunità di fare i conti, se lo avesse voluto, con quelli che lo avevano abbandonato, ma che cosa fece? Non li rimproverò per quello che avevano fatto. Non disse: ‘Dopo quello che avete fatto l’altra notte, non mi parlate mai più. È tutto finito!’ Né li trattò con freddezza rifiutandosi di parlar loro. Al contrario, studiò e pregò con loro e li aiutò a divenire forti affinché non vacillassero di nuovo, ma mostrassero di essere coraggiosi servitori di Dio. Si preoccupò più della loro fedeltà che dei suoi sentimenti. Che meraviglioso esempio abbiamo da seguire! — Luca 24:44-50.

‘COMBATTENDO A FIANCO A FIANCO PER LA FEDE’

21. Quale atteggiamento dobbiamo avere circa l’associazione alla congregazione del popolo di Geova?

21 Nessuno di quelli che vogliono essere fedeli nel servizio di Dio può permettere che sentimenti feriti, occupazioni materialistiche o persecuzione lo separino dalla congregazione del popolo di Geova. Ogni vero cristiano ha bisogno di questa edificante associazione spirituale. Alle regolari adunanze di congregazione si diviene preparati per servire Dio. Ivi la propria fede è rafforzata per poter coraggiosamente perseverare nel fare la volontà divina. Oggi i servitori di Dio dovrebbero avere di queste adunanze la stessa veduta che avevano i primi cristiani, i quali erano disposti non solo a prendersi dei disturbi, ma ad affrontare il pericolo per radunarsi coi loro conservi credenti. Anche quando la persecuzione era intensa contro di loro, poiché il re Erode aveva ucciso Giacomo e teneva Pietro in prigione, gli altri non si infiacchirono nella partecipazione alle adunanze per paura. Benché esercitassero la debita cautela, radunandosi a porte chiuse, ciò nonostante si radunavano insieme per pregare e rafforzarsi gli uni gli altri. Sapevano che avevano bisogno di queste adunanze per rimanere spiritualmente vivi e avere il coraggio di continuare a rendere testimonianza, come aveva detto loro Gesù. (Atti 12:1-5, 12-17) Oggi vi è la stessa grande necessità. Ogni vero cristiano deve apprezzare il privilegio di radunarsi con altri per ricevere istruzione in merito alla Parola di Dio come fecero i fratelli di Troas, che, quando Paolo fece loro una breve visita, rimasero ad ascoltare ciò che veniva detto anche se Paolo parlò per tutta la notte e l’adunanza non ebbe termine che all’alba. (Atti 20:7-11) Quando avete l’opportunità di radunarvi con la congregazione del popolo di Geova, valetevene pienamente. Siate stimolati in questo dall’esempio di Davide, uno del gran nuvolo di testimoni di Geova precristiani, che disse: “Esultai quando mi dissero: ‘Ci avviamo alla casa di Jahve!’” — Sal. 122:1, Ga.

22. Con quali mezzi ci aiuta Geova ad essere coraggiosi, e quale dev’essere la nostra determinazione?

22 Che meraviglioso incoraggiamento a fare la Sua volontà vi è per tutti coloro che amano Dio! Mediante il racconto scritturale della vita dei suoi fedeli servitori, Geova ha provveduto a tutti quelli che amano la giustizia un meraviglioso incitamento per valersi dell’opportunità di essere predicatori del regno di Dio, additando ad altri ‘i nuovi cieli e la nuova terra nei quali dimorerà la giustizia’. (2 Piet. 3:13) Mediante il provvedimento di radunarsi insieme e predicare insieme ad altri conservi testimoni, egli li aiuta a divenire forti e a rimanere fermi nella fede. Mediante la sua Parola li esorta a perseverare nel ministero, ad esercitarsi vigorosamente nel suo servizio, ‘riscattando il tempo opportuno perché i giorni sono malvagi’. (Efes. 5:15-17) Offre loro il privilegio di avvicinarglisi in preghiera, e col suo spirito li sostiene. Se vi valete regolarmente di questi provvedimenti divini, avete ogni ragione di essere coraggiosi; potrete stare “fermi in un solo spirito, combattendo a fianco a fianco con una sola anima per la fede della buona notizia, e non essendo per nulla spaventati dai vostri oppositori. Questa stessa cosa è prova di distruzione per loro, ma di salvezza per voi; e questa indicazione è da Dio”. — Filip. 1:27, 28.

[Immagine a pagina 146]

Geova mandò più volte Mosè da Faraone

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