L’adorazione di Geova è la verità
“I veri adoratori adoreranno il Padre con spirito e verità, poiché veramente, . . . quelli che l’adorano devono adorarlo con spirito e verità”. — Giov. 4:23, 24.
1. Che cosa distingue la vera adorazione dalla falsa?
COS’È che deve elevare la vera adorazione molto al di sopra di ogni altra forma di adorazione? Non è forse la VERITÀ? Dev’essere edificata sul fondamento della realtà, conformarsi all’effettivo stato di cose, anziché basarsi sulle congetture o sull’immaginazione degli adoratori. Non sarebbe qualsiasi altra forma di adorazione una semplice contraffazione, che denigrerebbe Colui che è chiamato “Dio di verità”? — Sal. 31:5; Eso. 34:6.
2. Perché non si può adorare come si vuole?
2 Tra la verità e la conoscenza vi è la stessa relazione che tra la falsità e l’ignoranza. È ragionevole pensare che il Creatore della meravigliosa mente dell’uomo non esiga ‘verità e sanità di mente’ quando si tratta dell’adorazione? (Atti 26:25) Al contrario, quelli che praticano la vera adorazione devono poter essere in grado di dire ad altri adoratori ciò che disse Gesù: “Voi adorate ciò che non conoscete; noi adoriamo ciò che conosciamo”. (Giov. 4:22) Naturalmente, gli uomini, essendo limitati, non possono sapere tutto di un Dio infinito, ma quello che sanno non dev’essere errato, o, peggio, una menzogna. “Nessuna menzogna ha origine dalla verità”, dice l’apostolo Giovanni. (1 Giov. 2:21) Infatti, Gesù proseguì dicendo che perché l’adorazione sia accettevole a Dio è indispensabile ‘conoscere’ la verità: “I veri adoratori [“genuini adoratori”, versione di S. Garofalo] . . . devono adorarlo con spirito e verità”. Il cristianesimo del primo secolo fu chiamato perfino la “via della verità”. Anche oggi l’adorazione accettevole non dovrebbe esser degna d’essere chiamata “la verità”? Pensate che la vostra adorazione lo sia? — Giov. 4:23, 24; 2 Piet. 2:2; Gios. 24:14.
3. Come sappiamo che la verità si può trovare?
3 Quando Gesù disse tali parole sull’importanza della verità nell’adorazione, aggiunse che “il Padre cerca tali adoratori”. (NM) “Così sono gli adoratori che il Padre vuole”. (Giov. 4:23, La Bibbia Concordata) Se il Padre “vuole” o “cerca” quelli che desiderano adorarlo ‘con verità’, è ragionevole pensare che abbia provveduto i mezzi per conoscere la verità. Il modo in cui la fa conoscere attira alla vera adorazione solo le persone sincere che sono “tali”. Qual è questo modo?
IL MODO IN CUI “IL PADRE CERCA” I VERI ADORATORI
4. Qual è un modo per conoscere la verità?
4 Anzitutto, le meraviglie della creazione attestano certe verità, attirando chi è ragionevole al Creatore. (Sal. 111:7; Dan. 4:37) “Poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto . . . Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute”. “L’intelletto”, quel senso interiore di ciò che è vero, può vedere direttamente nella sapienza manifesta nella creazione la prova dell’esistenza e delle qualità di Dio. Ma anche così, dice la Bibbia, alcuni hanno “cambiato la verità di Dio in menzogna”, stabilendo forme di adorazione che non riconoscono la verità in merito alle “perfezioni invisibili” di Dio. — Rom. 1:19, 20, La Bibbia di Gerusalemme; 1:25, NM.
5, 6. Che cosa dimostrano le norme della creazione riguardo alla verità?
5 Perfino la creazione stessa fornisce la prova che la verità è insita ed essenziale nel modo d’agire di Dio, ed è perciò essenziale nell’adorazione. Perché? Per il modo in cui rispecchia le Sue norme immutabili. Le creazioni di Dio per il modo in cui sono progettate, rivelano norme che manifestano una sostanziale coerenza nella struttura e nel funzionamento, pur consentendo sempre una meravigliosa varietà nel colore e nella forma. L’Encyclopædia Britannica dice di queste norme meravigliose:
“I risultati ottenuti dall’uomo [nella standardizzazione] . . . sono insignificanti in paragone con i modelli della natura. Le costellazioni, le orbite dei pianeti, le immutabili proprietà normali . . . dei materiali della natura, le orbite degli elettroni nell’atomo o la struttura delle cellule, sono alcuni esempi della sorprendente standardizzazione esistente nella natura”. — Ediz. del 1959, Vol. 21, pagg. 306, 307.
6 Tale standardizzazione rappresenta dunque l’effettivo stato di cose, la verità, per così dire, delle cose che Dio ha fatte. Qui non si tratta né di congettura né di immaginazione. Ciascuna creazione segue il modello prestabilito per essa, la sua verità. Queste norme sicure e fidate, rivelate nella creazione, portano “l’intelletto” a concludere senz’altro che vi sono anche norme di verità che dovrebbero regolare la condotta delle creature intelligenti e la loro relazione con il Creatore. Ma tali norme non sono insite nell’uomo per guidarlo nel modo pressoché automatico in cui le leggi naturali e l’istinto guidano le altre creazioni di Dio. Noi possiamo scegliere se accettare le norme di verità di Dio o respingerle.
7. Qual è un altro modo per trovare la verità?
7 Pertanto c’è un altro modo in cui Dio “cerca” i veri adoratori. Egli ha fatto mettere per iscritto nella Bibbia le sue norme di verità in quanto alla condotta e all’adorazione. Il salmista dice: “La sostanza della tua parola è verità”. (Sal. 119:160, 142, 151) Quello che essa dice attira il genere di persone che desiderano adorare ‘con verità’. La Bibbia fu ispirata “per insegnare la verità e confutare l’errore”. — Giov. 4:24; 2 Tim. 3:16, New English Bible; Giov. 17:17.
8, 9. (a) Basta pretendere di usare la Bibbia per avere la verità? (b) Qual è la prova che Geova “cerca” i veri adoratori?
8 Solo la Bibbia presenta l’adorazione dell’Iddio Geova come la verità. Perciò, quelli che pretendono di usare la Bibbia, ma non promuovono l’adorazione di Geova sono venuti meno al suo scopo e alla verità. (Ger. 10:10, 23-25) Benché molti si siano privati in questo modo della verità, è sempre un fatto significativo che il libro dov’è promossa l’adorazione di Geova è di gran lunga più accessibile di tutti gli altri scritti religiosi. (Confrontare Filippesi 1:15, 18). Esso supera di gran lunga qualsiasi altra pubblicazione della storia per numero di copie, lingue e paesi in cui si può trovare! Solo Geova poteva far questo! Egli prende l’iniziativa nel ‘cercare’ gli adoratori che apprezzano la verità.
9 Questo si capisce ancora più chiaramente se consideriamo che, in relazione all’adorazione di Geova, il dominio del Regno che ha promesso viene ora predicato “in tutta la terra abitata, in testimonianza”, in un modo che non ha precedenti. (Matt. 24:14) Quale altra forma di adorazione ha due milioni di testimoni che la fanno conoscere personalmente e direttamente ad altri, in più di 200 paesi e isole? Nessun’altra forma di adorazione ha tante attrattive di così immensa portata. A coloro che desiderano sinceramente adorare ‘con verità’ questo dovrebbe bastare per capire che in tutto questo c’è la mano di Geova. Tuttavia, vi sono molte altre cose che dimostrano la verità dell’adorazione di Geova.
“LA VERITÀ” SI BASA SULLA STORIA, NON SULL’INVENZIONE
10. Qual è un segno caratteristico della verità?
10 L’apostolo Pietro illustrò il sorprendente contrasto esistente fra l’adorazione di Geova e altre forme di adorazione quando narrò come era riuscito a convincere altri della verità in merito a Gesù: “No, non seguendo false storie inventate artificiosamente”, o, come dice La Bibbia Concordata, con “miti abilmente escogitati”; al contrario, “essendo divenuti testimoni oculari della sua magnificenza”. Questo è un segno caratteristico della vera adorazione. Di regola essa è sostenuta da fatti e avvenimenti storici, osservati da testimoni. Altre forme di adorazione sono tipicamente piene di favole ingegnose o di semplici miti inventati da uomini. — 2 Piet. 1:16.
11, 12. (a) Quale relazione c’è fra la Bibbia e la storia? (b) Che cosa rende così sicura la storia biblica?
11 La Bibbia è unica fra gli scritti religiosi per la sua eccezionale accuratezza e per la sua onestà nel narrare la storia. Perciò molti fatti e avvenimenti in essa menzionati sono confermati dalla storia secolare, benché non abbiano bisogno di tale conferma. In effetti, la Bibbia è collegata ai fatti e alla storia e questi sono i fili che si intrecciano nella trama del suo messaggio, il messaggio di un Dio che interviene nella storia. Ogni volta che la narrazione biblica tratta soggetti culturali, usanze, titoli di funzionari, questioni legali e anche scientifiche, essa è storicamente accurata in ogni dettaglio, e non è possibile contraddirla con successo.
12 Gli scrittori biblici si curarono di fornire genealogie particolareggiate, nomi esatti di popoli e luoghi, età, date e somme specifiche, e questo sta a indicare che non è un ‘mito abilmente escogitato’. Informazioni specifiche di questo genere avrebbero potuto essere apertamente contestate dai contemporanei se non fossero state accurate. Se avessero escogitato miti, gli scrittori avrebbero evitato d’essere specifici; questa è una caratteristica della mitologia e di altri scritti religiosi. Una conclusione ragionevole è che gli scrittori della Bibbia dovettero scrivere quello che videro o che sapevano essere la verità. L’archeologo G. Ernst Wright fu spinto dalle sue scoperte a riferire: “È emozionante e piacevole scoprire che la Bibbia non è un semplice testamento di fede, ma un testamento che prese forma in relazione a persone realmente esistite e ad avvenimenti realmente accaduti”.
13. Il fatto che la Bibbia fu scritta da uomini la sminuisce forse? Perché?
13 La Bibbia fu scritta effettivamente da semplici uomini che furono testimoni di quegli avvenimenti e vi parteciparono; ma questo non sminuisce in alcun modo il fatto che è la parola di verità di Geova. Anzi, questo in realtà avvalora la verità della Bibbia come parola di Dio. Vi leggiamo di Davide, Geremia, Paolo e Giobbe. Vediamo come fecero sbagli ed ebbero prove e difficoltà, e come la vita vi è descritta con un tocco personale quale è in realtà, con i suoi timori, le sue delusioni, i suoi dolori e le sue gioie. Così ci convinciamo più che mai che queste persone vissero veramente ed ebbero le esperienze che narrano. Non sono il tipo di persone che avrebbero inventato i racconti storici da essi narrati, né avrebbero inventato i rapporti che ebbero effettivamente con Dio. Al contrario, siamo irresistibilmente spinti a concludere, come quelli di Tessalonica, che si deve considerare il messaggio biblico “non come la parola degli uomini, ma, quale veracemente è, come la parola di Dio”. — 1 Tess. 2:13.
14. Chi è il principale difensore della vera adorazione? Come lo sappiamo?
14 Una delle più eloquenti testimonianze a favore dell’adorazione di Geova è quella di Gesù Cristo. È un fatto indiscusso che visse e che i suoi insegnamenti produssero un effetto profondo e duraturo sui suoi primi discepoli. Questa realtà storica ha lasciato un’impronta sulla maggior parte dei calendari d’oggi: la comparsa di Gesù sulla terra segna la svolta decisiva nella storia. Egli stesso, durante la sua esistenza preumana, vide dal cielo i primi avvenimenti narrati nel racconto storico della Bibbia. Sapeva che non erano un mito. Perciò in molte occasioni citò quegli avvenimenti per chiarire il suo stesso insegnamento: ad esempio sulla questione del divorzio e della futura fine del sistema di cose. (Matt. 19:4; Gen. 1:27; Matt. 24:3, 37-39; Gen. 6 e 7) Gesù fu il massimo sostenitore dell’adorazione di Geova, e una parte principale della ‘testimonianza che rese alla verità’ fu quella di far conoscere il Suo nome e ciò che significava. — Giov. 17:4, 6, 26; 18:37.
FALSA ADORAZIONE E MITOLOGIA
15. Come si scoprono i miti?
15 Anche l’adorazione che professa di basarsi sulla Bibbia è spesso caratterizzata dai propri “miti abilmente escogitati” anziché dall’accuratezza storica. Di coloro che si professano cristiani, fu profetizzato: “[Storneranno] l’udito dalla verità per volgerlo ai miti”. (2 Tim. 4:4, Ga) Un dizionario definisce la parola “mitico” in questo modo: “1: che si basa su o è descritto in un mito specialmente in contrasto con la storia reale: IMMAGINARIO 2a: contraffatto, inventato o immaginato in modo arbitrario o contrario ai fatti”. (Il carattere corsivo è nostro).
16, 17. Fate esempi di miti nel cattolicesimo e nel protestantesimo.
16 La cristianità si ‘è volta ai miti’ per sostenere ad esempio l’adorazione di Maria e dei santi. Un esempio tipico è dato dall’opuscoletto scritto da un gesuita e intitolato “Quando Maria era sulla terra”, che pure reca l’imprimatur di un arcivescovo. L’introduzione ammette: “Gli episodi narrati nelle seguenti pagine non hanno la pretesa d’essere storici. Forse non sono mai accaduti”. Del cattolico “san” Patrizio, il dott. Joseph F. Kelly dell’università John Carrol dice: “I racconti relativi a Patrizio possono non avere tutti un fondamento storico, ma questo non significa che siano privi di valore”. La maggioranza delle persone assetate di verità alle quali vengono propinati questi ‘miti escogitati’ non ha neppure udito tutti i racconti veraci contenuti nella Bibbia. Com’è possibile che la mitologia dia loro un fondamento per adorare ‘con verità’?
17 In quanto a ‘volgersi ai miti’ il protestantesimo non è certo meno colpevole. Qualsiasi enciclopedia esauriente fornirà l’ampia prova che quanto esso insegna su Trinità, inferno di fuoco, anima, Natale, croce, Pasqua e altre credenze è imbevuto di miti. Per amore della verità, la Bibbia dice di ‘separarvi’ e di ‘cessar di toccare la cosa impura’. — 2 Cor. 6:14-17.
18. È il giudaismo esente dai miti? Perché date questa risposta?
18 Perfino gli Ebrei, con il loro retaggio biblico, ‘si allontanarono dalla verità’ e inventarono le proprie “favole giudaiche” con cui composero il Talmud. (Tito 1:14) In The Book of Jewish Knowledge l’esperto ebreo Nathan Ausubel scrive che il Talmud contiene “un vasto assortimento di inutili ingenuità, tabù, superstizioni, credenze demoniche, miti”, e così via. Come per giustificare tali miti, Ausubel sostiene che le cose “che guastano il Talmud si possono trovare anche negli scritti religiosi e filosofici dei Greci e dei Romani, dei Padri della Chiesa e degli scolastici cristiani del medioevo”. Ma invece di giustificare i miti del giudaismo, non condanna il suo argomento anche tutti gli altri per avere “cambiato la verità di Dio in menzogna”? — Rom. 1:25.
19, 20. (a) Quale mito influisce sulla maggioranza dei falsi adoratori? (b) Date la prova dell’esistenza di miti in altre grandi religioni.
19 Un altro mito che influisce su centinaia di milioni di persone, nella cristianità e fuori di essa, è la pretesa che le immagini siano un ausilio nella vera adorazione. Cattolici, buddisti, indù e altri usano complessivamente nell’adorazione centinaia di milioni di immagini scolpite, spesso costosissime. Tuttavia la Bibbia dice: “Le sue statuette non sono che menzogna, prive di soffio vitale”. Agli occhi di Dio sono utili nell’adorazione? “Sono vanità, opere ridicole”. (Ger. 10:14, 15, versione cattolica di L. Moraldi) Ricordate che secondo la definizione del dizionario, un mito è una cosa immaginaria, una vanità per così dire. Quindi, dal momento che nella Bibbia le immagini sono definite “vanità”, rientrano nella stessa categoria dei ‘miti escogitati’. Pertanto Dio le considera ironicamente “opere ridicole”.
20 Non è un segreto che leggenda e mito sono fortemente radicati nella maggior parte delle altre “grandi” religioni del mondo. Infatti, sotto ciascuna d’esse, nell’Encyclopædia Britannica del 1974 ricorre il sottotitolo principale “Mitologia” o “Mito e leggenda”. Per esempio, sotto “Induismo” si legge che “Non c’è nessun aspetto della vita indù che non abbia relazione con la mitologia”. Sulla filosofia connessa ad esso, il buddismo, si legge: “Il mito ha giocato un ruolo essenziale e determinante nella storia del buddismo”. E parlando dell’Islam, in merito alle prime leggende su Maometto e sulla sua famiglia questa autorità osserva che non “sono coerenti con la realtà storica”, e che sebbene l’Islam ripudi ufficialmente tale mitologia, “fra le masse persistono ancora leggende popolari sul Profeta e sui santi”.
21. (a) In che modo la verità della Bibbia è superiore alle storie degli uomini? (b) Perché gli uomini evitano la verità?
21 In paragone con la veduta storica e oculare del genere umano offerta dalla Bibbia e con l’opera del Creatore, tutte le invenzioni mitiche degli uomini sono fragili e superficiali, non è vero? Rivelano quello che sono: tentativi di evitar d’affrontare la verità intorno a Dio e la responsabilità dell’uomo verso di lui. (Giov. 8:46, 47) D’altra parte, lo schietto racconto biblico, indicante che Dio è il Supremo Progettista di una creazione ordinata, rende chiara la responsabilità che abbiamo verso di Lui. (Gen. 1:1-28; 2:15-17) I veri adoratori traggono giustamente profonda soddisfazione dal sapere che la loro adorazione è saldamente fondata su questa verità. Infatti, il salmista esclamò: “Poiché tutti gli dèi dei popoli sono dèi senza valore; ma in quanto a Geova, ha fatto i medesimi cieli. . . . Ascrivete a Geova la gloria che appartiene al suo nome”. — Sal. 96:5, 8.
I FALSI DÈI DEGRADANO GLI UOMINI
22. (a) Descrivete la principale caratteristica degli dèi inventati. (b) Che effetto hanno sui loro adoratori?
22 Un aspetto significativo degli dèi inventati dagli uomini è che sono sorprendentemente simili agli uomini che li hanno inventati. Osservando questo fatto, nel suo libro The Mind Possessed lo psicologo William Sargent scrive che l’uomo ha creato dèi a sua immagine, “riflettendo le sue varie immaginazioni, aspirazioni e timori”. L’apostolo Paolo va oltre e dice che hanno “mutato la gloria dell’incorruttibile Dio in qualche cosa di simile all’immagine dell’uomo corruttibile” e di altre creature. (Rom. 1:23) Pertanto gli dèi mitici rispecchiano spesse volte le debolezze e le depravate qualità dell’uomo, sicura prova che sono frutto dell’“ingegno dell’uomo”. (Atti 17:29) Per esempio, si credeva che vari dèi e dee d’Egitto soffrissero di dolori intestinali e mal di testa; erano sanguinari e fra loro c’erano ubriaconi e masturbatori. E il libro Jews, Gods and History rileva che “gli dèi greci diedero un esempio di sfrenata libidine e perversione che finì per indebolire la fibra morale di quel popolo”. Quelli che adorano tali dèi ne sviluppano le degradate caratteristiche. — Rom. 1:18, 25-32.
23. (a) Fate un contrasto fra Geova e i suoi adoratori e gli dèi inventati e i loro adoratori. (b) Illustrate l’effetto della verità sugli adoratori di Geova.
23 L’adorazione di Geova è in netto contrasto. Egli non è raffigurato in alcun modo come debole o immorale. È perfetto ed eterno e in tutte le sue opere esercita queste qualità: amore basato sul principio, sapienza, potenza e giustizia. Pertanto i suoi fedeli adoratori sono elevati, mai degradati. Anche quando furono circondati dalla degradante influenza di altri dèi adorati da tutti i loro contemporanei, i veri adoratori non cedettero. Ad esempio, mentre si apprestava a diventare una nazione, Israele fu circondato per la maggior parte del tempo da degradati miti pagani. Ma questo non influì mai sulle alte norme dei loro sacri scritti e dell’adorazione di Geova Dio. Un’autorità dice: “È impossibile spiegare come mai la storia d’Israele, che ebbe più o meno gli stessi inizi . . . dei Moabiti, avesse tali risultati totalmente diversi!” Ma gli “inizi” furono gli stessi? No! L’adorazione d’Israele ebbe un inizio diverso. Non fu inventata dagli uomini. Fu una religione divinamente rivelata. Fu la verità! — Neem. 9:13.
24. In che modo la cristianità ha modellato il proprio dio?
24 D’altra parte, molti si presentano oggi come adoratori dell’Iddio della Bibbia, ma sono come gli apostati Giudei di tempi posteriori, poiché la loro adorazione ‘non è in verità’. (Isa. 48:1) Gli ecclesiastici hanno creato un loro Dio, a loro immagine. La loro dottrina pagana della Trinità rappresenta Dio come un “mistero”. A motivo delle loro “storie inventate artificiosamente”, in pratica, Egli appare agli adoratori come un Dio debole e incerto, privo di veri princìpi, che permette loro di abbandonarsi a ogni sorta di condotta immorale. (Giuda 4) Lo presentano come un dio della guerra agli ordini degli uomini politici e degli ecclesiastici. Durante le guerre, il loro dio combatte per qualsiasi capo politico il clero serva. È forse strano che i suoi adoratori siano divenuti come il loro dio? — 2 Tess. 2:10-12; 1 Giov. 4:5, 6.
25, 26. (a) Quali sono i motivi dei veri adoratori? (b) In che senso Dio crea quelli che portano il suo nome?
25 Ma i veri adoratori conoscono la verità intorno al loro Dio Geova e seguono nella loro vita le sue norme immutabili. Lo conoscono perché studiando la sua Parola, la Bibbia, hanno appreso la verità intorno a lui. (Sal. 86:11) Questa influenza nobilitante li spinge a sforzarsi di imitare il loro perfetto Fattore, anziché qualche dio debole e corrotto inventato dall’uomo. Nei limiti delle loro possibilità, imparano a conformarsi alle sue qualità calorose, amorevoli e caste, proprie della verità. — Matt. 5:44-48; Efes. 5:1.
26 In questo modo, si può dire che Dio ha formato o creato quelli che lo adorano. Essi sono modellati dall’esempio e dallo spirito di Geova. Perciò in Isaia 43:7 e 10 Geova dice: “Chiunque è chiamato mediante il mio nome e che io ho creato per la mia propria gloria, che ho formato, sì, che ho fatto . . . Voi siete i miei testimoni”. (Confrontare Giacomo 1:18). L’esistenza e il modo di vivere stessi dei veri adoratori ‘chiamati mediante il suo nome’ sono una testimonianza alla verità relativa al vero Dio. Così, si può dire correttamente che l’adorazione di Geova è la verità!