Missionari del Regno, annunciatori delle migliori notizie
“‘Quando ascese in alto egli condusse prigioniera una moltitudine; diede doni negli uomini’. Egli ha dato alcuni come apostoli, alcuni come profeti, alcuni come missionari [evangelisti]”. — Efes. 4:8, 11, nota in calce.
A TUTTI piace ricevere buone notizie, perciò colui che porta buone notizie è accolto con gioia. Oggi tuttavia, in questo mondo confuso, ciò che è buona notizia per uno può non essere buona notizia per l’altro. Quindi la notizia che rallegri tutti coloro che amano la vita e il proprio prossimo indipendentemente da nazionalità, razza o lingua, non sarebbe una notizia meravigliosa, la migliore notizia? Certamente, e per quanto questo possa sembrare incredibile, una simile buona notizia viene oggi annunciata ovunque.
2 Coloro che l’hanno già ricevuta pensano che è troppo buona per tenerla per sé. Altruisticamente e gioiosamente la recano ad altri in tutta la terra, ad ogni tribù, nazione, razza, colore e lingua, perché è per tutti. I Greci in epoche precedenti all’èra cristiana li avrebbero chiamati “evangelisti”, o coloro che “evangelizzano”. Per esempio, nella versione greca dei Settanta, compiuta prima dell’èra cristiana, la parola “evangelizzare” ricorre due volte nel testo greco, nel seguente brano: “Sono presente, come una stagione di bellezza sui monti, come i piedi di chi predica liete notizie di pace, come chi predica buone notizie; poiché io proclamerò la tua salvezza, dicendo: O Sion, il tuo Dio regnerà”. (Esaias 52:6, 7, Bagster) Per valerci di questa buona notizia universale, la migliore notizia, desideriamo identificare questi evangelisti e la loro fonte di notizie.
3 Gli antichi Greci pagani diedero al loro principale dio Zeus (o Giove) il titolo di Evangélios, che significa “Datore di buone notizie”. (Orazioni [53.3] di Elio Aristide, del II secolo d.C.) Qualsiasi buona notizia Zeus avesse data ai Greci, questa perì con lui, perché Zeus non è più. Egli ha dimostrato di essere solo un falso dio pagano, non immortale. In questi giorni moderni, in cui si ricevono e si comunicano notizie internazionali, gli evangelisti delle migliori notizie non si rivolgono ad una falsa, inattendibile fonte di notizie come il falso dio Zeus Evangélios. Essi hanno una fonte di notizie eterna, le cui previsioni per il futuro si sono dimostrate esatte al cento per cento. È la fonte della “buona notizia eterna”, buona notizia che fu per la prima volta annunciata migliaia di anni fa e che pure continua oggi a rallegrare e ad infondere speranza in un’innumerevole moltitudine di persone.
4 Diciannove secoli fa uno scrittore di notizie, prevedendo profeticamente l’attuale tempo di giudizio delle nazioni, scrisse: “Vidi un altro angelo che volava nel mezzo del cielo, ed aveva una buona notizia eterna da dichiarare come lieta notizia a quelli che abitano sulla terra, e ad ogni nazione e tribù e lingua e popolo, dicendo ad alta voce: ‘Temete Dio e dategli gloria, poiché l’ora del suo giudizio è giunta, quindi adorate colui che ha fatto il cielo e la terra e il mare e le fonti delle acque’”. (Apoc. 14:6, 7) È molto ragionevole che l’Iddio che ha fatto tutte le buone cose che noi creature intelligenti godiamo, abbia anche prodotto buone notizie e sia così la fonte di buone notizie o notizie liete.
5 Nella visione profetica avuta dall’apostolo cristiano Giovanni, l’“angelo che volava nel mezzo del cielo” era un portatore di buone notizie o evangelista. La storia autentica narra che ci furono effettivamente angeli evangelisti. Come l’angelo che volava nel mezzo del cielo, tali angeli evangelisti ricevettero da qualche fonte le loro buone notizie. Da dove? Dall’unica fonte universale di notizie, da Dio il Creatore. Egli ha sostenuto tutta la sua creazione fino ad ora, perché è il vivente Dio, immortale. Per questa ragione può anche essere la fonte di buone notizie eterne, quindi delle notizie del massimo valore anche oggi. — Ger. 10:10-12.
6 Significa dunque ciò che Dio il Creatore è un evangelista? Sì, il più grande degli evangelisti. Egli è il divino Evangelista; e in quanto è la Fonte originale di buone notizie, dirige un’organizzazione evangelica universale e manda evangelisti in missione per allietare il cuore degli uomini di buona volontà. La buona notizia che proviene da lui è “eterna”, in quanto, benché egli l’abbia data migliaia d’anni fa, all’inizio della storia umana, era profetica. Prediceva le buone cose che sarebbero avvenute in adempimento in questi ultimi giorni. Le notizie emanate da Dio sono state raccolte e scritte nel sacro Libro, la Bibbia.
7 Certo, ogni persona retta direbbe che la seguente è una buona notizia: “Io porrò inimicizia fra te e la donna e fra la tua progenie [o discendenza] e la progenie di lei. Questa ti ferirà la testa e tu le ferirai il calcagno”. (Gen. 3:15) Queste parole furono dette dall’originaria Fonte di buone notizie all’originaria fonte di propaganda menzognera. Vale a dire, furono dette da Geova Dio, Creatore dell’uomo e del paradiso, al Diavolo, che si era servito del serpente nel giardino di Eden per dire una diffamante menzogna alla nostra prima madre umana, Eva. La notizia emanata affermava che un giorno la fonte della “propaganda menzognera” sarebbe stata distrutta. Questo divulgatore di false notizie sarebbe stato calpestato e schiacciato, perché è come un serpente velenoso. Evidentemente la diabolica fonte di questa propaganda menzognera non è stata ancora eliminata, perché, più che mai prima nella storia dell’uomo, la terra è oggi piena di propaganda menzognera, di diffamazione e di ricatto. Eppure la buona notizia emanata da Dio in Eden non è stata soppressa. Al contrario, la Progenie della donna di Dio è stata mandata in missione per eliminare il falso gazzettino, l’originario Serpente, Satana il Diavolo. Presto tutti gli uomini di buona volontà viventi conosceranno la verità, senza alterazione o contraddizione, e questa verità li renderà liberi. (Giov. 8:32) Allora la verità non sarà più censurata per ragioni egoistiche.
8 Ed ecco un’altra importante buona notizia, emanata più di duemila anni dopo che Geova aveva emanato il suddetto evangelo o buona notizia nel giardino di Eden. L’apostolo cristiano Paolo fa il seguente commento su questa successiva notizia riferendosi al fedele patriarca Abrahamo. “Abrahamo ‘ebbe fede in Geova, e questo gli fu contato come giustizia’. Certamente voi sapete che coloro che aderiscono alla fede sono figli d’Abrahamo. Ora la Scrittura, prevedendo che Iddio avrebbe dichiarato giuste persone delle nazioni a causa della fede, preannunciò ad Abrahamo la buona notizia, cioè: ‘Per mezzo tuo saranno benedette tutte le nazioni’. Di conseguenza, quelli che aderiscono alla fede vengono benedetti insieme al fedele Abrahamo”. (Gal. 3:6-9) La benedizione di tutte le nazioni è buona notizia, evangelo.
9 È una benedizione che Dio dichiari giuste certe persone delle nazioni. Quindi è una buona notizia, perché dichiarando giuste o giustificando persone delle nazioni, viene posta la base perché possano avere vita eterna nella felicità. In quel caso particolare, il fatto che Dio dichiarasse giuste persone delle nazioni dipendeva dalla loro fede in Dio, fede nella promessa di Dio. È richiesto che gli uomini dimostrino tale fede oggi. Quindi è ora che devono essere dichiarati giusti per la loro fede, prima di essere effettivamente ristabiliti nella perfezione umana. Poiché si deve avere tale fede nell’evangelica promessa di Dio, possiamo apprezzare il valore di avere una verace fonte di notizie e di avere notizie registrate e divulgate fedelmente e senza alterazioni. Gli uomini hanno necessità di avere evangelisti fedeli, mandati in missione dal grande Evangelista, Geova Dio. Se riponiamo la nostra fiducia nella propaganda menzognera diverremo schiavi di bugiardi che ci trascineranno nell’iniquità e alla morte.
10 Considerate quale benedizione sia per le persone che hanno fede nella promessa di Dio l’esser dichiarate giuste. Nel giardino di Eden, con la sua falsa propaganda Satana il Diavolo diffamò Geova Dio, il Creatore. Il Diavolo disse ad Eva che Dio non avrebbe potuto punirla togliendole la vita che aveva e che Dio non era l’unico Giudice del bene e del male ma che l’uomo e la donna avrebbero potuto vivere secondo il proprio modo di giudicare il bene e il male. Il Diavolo disse mediante il serpente: “Voi non morrete certamente. Anzi Dio sa che nel giorno che ne mangerete i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, conoscendo il bene e il male”. (Gen. 3:4, 5) Eva cessò di credere o aver fede nella legge di Dio, ma credette alla menzognera propaganda del Diavolo. Per questa ragione si allontanò dalla retta via e si pose sulla via della morte, avendo trasgredito contro Dio.
11 Dopo aver mangiato, Eva persuase il marito Adamo a mangiare del frutto proibito. Adamo sapeva come avrebbe dovuto comportarsi, ma per amore di Eva non volle smascherare e denunciare la propaganda menzognera del Serpente e si lasciò ricattare prendendo posizione a favore del diffamatore. Si unì al diffamatore e dimostrò di non aver fede nella capacità di Dio di risolvere questa crisi. Per mancanza di fede e d’ubbidienza perse la sua rettitudine e si pose in trasgressione. Dopo che Dio chiamò in giudizio Adamo ed Eva e annunciò la prima buona notizia (Genesi 3:15), egli dichiarò colpevoli Eva e Adamo. Perciò li condannò a morte, alla perdita della vita, a tornare alla polvere da cui Adamo era stato tratto. Da Adamo e mediante Eva noi tutti abbiamo ereditato l’iniquità e quindi una condizione di condanna, di soggezione alla morte. Commentando questo, l’apostolo Paolo osserva: “Per mezzo di un sol uomo il peccato entrò nel mondo e per mezzo del peccato la morte, e così la morte si estese a tutti gli uomini perché essi ebbero tutti peccato . . . la morte signoreggiò come regina da Adamo”. — Rom. 5:12-14.
IL DIVINO EVANGELISTA
12 Il patriarca Abrahamo fu il ventunesimo nella linea dei discendenti del peccatore Adamo. (Luca 3:34-38) Naturalmente quindi egli ereditò l’iniquità da Adamo. Ma fu anche messo al corrente della notizia annunciata da Dio in Eden concernente la Progenie della donna di Dio, che avrebbe schiacciato la testa del Serpente. Abrahamo accettò e credette all’evangelica notizia annunciata. Tuttavia, quando Dio offrì di porlo in relazione con la Progenie promessa, la fede di Abrahamo nell’Onnipotente Dio fu messa alla prova. Di nuovo in veste di grande Evangelista, Geova Dio gli disse: “Io farò di te una grande nazione [dandoti una progenie o discendenza], ti benedirò e renderò grande il tuo nome; e sii una benedizione. Ed io benedirò quelli che ti benediranno, e maledirò chi ti augura il male, e tutte le famiglie della terra certamente si benediranno per mezzo tuo”. (Gen. 12:1-3) Tale promessa richiedeva fede.
13 Commentando la buona notizia Paolo disse che con questa promessa Geova Dio, l’Autore delle Sacre Scritture, “preannunciò ad Abrahamo la buona notizia”. Dio agì quindi come Evangelista o Datore di buone notizie, notizie liete, a tutte le famiglie e nazioni. Prima di tutto, questa buona notizia significava che ora, prima che la Progenie della donna di Dio schiacci la testa del serpente, Dio avrebbe fatto per altri ciò che aveva fatto ad Abrahamo. Che cosa? Avrebbe dichiarato giuste persone di tutte le nazioni non discendenti da Abrahamo, per la loro fede in Dio. Questa sarebbe stata una benedizione per loro, perché avrebbe posto la base perché ottengano la vita eterna nel giusto mondo di Dio.
14 Abrahamo aveva dimorato per qualche tempo nella Terra Promessa di Canaan quando Geova Dio gli disse di guardare le innumerevoli stelle, e aggiunse: “Così diventerà la tua progenie [discendenza]”. Credette Abrahamo a questa buona notizia? La Narrazione sacra risponde: “Ed egli ripose fede in Geova, che gli contò questo come giustizia”. (Gen. 15:3-6) Così ancor prima di essere circonciso nella carne, Abrahamo fu dichiarato giusto. Per la fede in Dio dimostrata dalle sue giuste opere, egli fu benedetto, dichiarato giusto. Per questa fede il patriarca Abrahamo, morto da 3.802 anni, fra breve risorgerà dai morti alla vita sulla terra sotto il regno di Dio. (Giac. 2:21-23; Rom. 4:9-14) Così Geova Dio ricompensa coloro che credono in lui, il grande Evangelista, e dimostrano la loro fede agendo in armonia con la buona notizia preannunciata ad Abrahamo.
IL FIGLIO DI DIO, MISSIONARIO EVANGELISTA
15 Può colpirci come un’idea nuova, mentre è una cosa vecchia che il grande Evangelista, Geova Dio, abbia usato santi angeli del cielo come evangelisti o portatori di buone notizie. Prima di mandare il suo Figlio unigenito su questa terra, Dio provvide un precursore per suo Figlio. Tale precursore fu Giovanni Battista, figlio dell’anziano sacerdote levita Zaccaria. In quel caso Dio si servì dell’angelo Gabriele come evangelista, portatore di buone notizie. Nell’anno 3 (a.C.) Gabriele apparve al sacerdote Zaccaria, che era senza figli, nel santo del tempio di Geova a Gerusalemme, e gli disse che avrebbe avuto un figlio dall’anziana moglie Elisabetta e che avrebbe dovuto chiamarlo Giovanni. Per confermare il proprio incarico evangelico, Gabriele disse al dubbioso Zaccaria: “Io sono Gabriele, che sto alla presenza di Dio, e fui mandato per parlarti e recarti la buona notizia di queste cose”. — Luca 1:8-19.
16 A Gabriele fu affidata una buona notizia ancora più importante quando, circa sei mesi dopo, apparve a Maria, vergine ebrea della tribù di Giuda. Egli rallegrò il cuore di lei dicendole che era stata scelta per divenire madre del Figlio di Dio. (Luca 1:26-38, 46-56) Nove mesi dopo un angelo venne scelto come evangelista per annunciare che la nascita umana del promesso Figlio di Dio era avvenuta a Betlemme.
17 Di questo angelico portatore di buone notizie da parte del grande Evangelista leggiamo: “In quello stesso paese c’erano anche dei pastori che vivevano all’aperto e di notte facevano la guardia ai loro greggi. E improvvisamente l’angelo di Geova comparve presso di loro e la gloria di Geova rifulse loro intorno, ed essi ebbero molta paura. Ma l’angelo disse loro: ‘Non abbiate paura, poiché, ecco, vi dichiaro la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà, perché oggi, nella città di Davide, vi è nato un Salvatore, che è Cristo il Signore. E questo è per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia’”. Quale buona notizia! Infatti la Narrazione continua dicendo: “E improvvisamente vi fu con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: ‘Gloria a Dio nelle altezze di sopra, e pace sulla terra fra gli uomini di buona volontà [uomini che egli approva]’”. — Luca 2:8-14, nota in calce.
18 Tuttavia la nascita di questo Figlio di Dio non sarebbe stata una notizia specialmente buona se egli non avesse dovuto recare beneficio a tutti i popoli, tanto da recare loro grande gioia. Come falegname nell’umile villaggio di Nazaret, Gesù, il Figlio di Dio, non aveva recato alcuna gioia speciale a tutti i popoli, neanche alla famiglia della sua madre terrena, Maria. Ma le cose mutarono per Gesù dopo che il suo precursore, Giovanni, divenne un evangelista, un predicatore di buone notizie. “In quei giorni Giovanni Battista venne predicando nel deserto della Giudea, dicendo: ‘Pentitevi, poiché il regno dei cieli si è avvicinato’”. (Matt. 3:1, 2) La Parola di Dio chiama la predicazione del regno di Dio evangelizzare o recare la buona notizia. Quindi il cronista Luca disse dell’evangelista Giovanni Battista: “Perciò egli diede anche molte altre esortazioni e continuò ad annunciare la buona notizia al popolo”. — Luca 3:18, NM; Ri.
19 Giovanni Battista dichiarò: “Colui che verrà dopo di me è più forte di me”. “Dopo di me viene uno che è avanti di me, perché era prima di me”. (Matt. 3:11; Giov. 1:30, Ti) Perciò Giovanni dapprima ricusò di battezzare Gesù e Gesù dovette assicurare Giovanni che era giusto che lo facesse. A dimostrazione di ciò, Gesù fu unto dallo spirito di Dio dal cielo. Dopo che Gesù fu uscito dalle acque battesimali del Giordano, “egli vide lo spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco, vi fu una voce dai cieli che disse: ‘Questo è il mio Figlio, il diletto, che io ho approvato’”. (Matt. 3:13-17) L’unto Gesù non poteva essere più forte di Giovanni Battista e allo stesso tempo essere da meno di Giovanni come evangelista. Quindi Gesù divenne un evangelista, incaricato e mandato da Geova Dio che l’aveva unto.
20 Per attestare che aveva cambiato professione, da falegname ad evangelista, Gesù ritornò a Nazaret e s’alzò per leggere nella sinagoga locale. La profezia di Isaia (61:1, 2) aveva predetto la sua venuta come portatore di buone notizie, e in tale occasione quel libro profetico venne dato a Gesù. “Ed egli aprì il rotolo e trovò il luogo dov’era scritto: ‘Lo spirito di Geova è sopra me, perché egli mi ha unto per dichiarare la buona notizia ai poveri, mi ha mandato a predicare liberazione ai prigionieri e ricupero della vista ai ciechi, a rimettere in libertà gli oppressi, a predicare l’anno accettevole di Geova’. Con questo richiuse il rotolo, lo rese all’inserviente e sedette; e gli occhi di tutti nella sinagoga erano intensamente fissi su di lui. Poi cominciò a dir loro: ‘Oggi questa scrittura che avete appena udita è adempiuta’”. — Luca 4:14-22.
21 A dimostrazione del fatto che la buona notizia non è ben accolta da tutti, i Nazareni si adirarono per ciò che Gesù aveva predicato, lo scacciarono dalla città e tentarono persino di ucciderlo. (Luca 4:22-30) Ma Gesù si attenne al proprio incarico di evangelista e se ne andò altrove, a cercare quelli che apprezzavano la buona notizia proveniente da Dio. La Narrazione ci dice: “In appresso, egli andava attorno di città in città, di borgata in borgata, predicando ed evangelizzando il Regno di Dio; ed erano con lui i Dodici”. (Luca 8:1, Nuovo Testamento tradotto da A. Revel; Mar. 1:14, 15) Gesù era un evangelista del regno di Dio. Inoltre istruì e addestrò i dodici apostoli ad essere evangelisti di questo regno, e li mandò come missionari con queste istruzioni: “Mentre andate, predicate, dicendo: ‘Il regno dei cieli si è avvicinato’”. — Matt. 10:1-7.
MISSIONARI EVANGELISTI
22 Gesù morì innocente per aver predicato la buona notizia di Dio ossia per essere stato un fedele evangelista. I nemici della buona notizia del regno di Dio l’uccisero, dopo averlo accusato di voler farsi re in opposizione al Cesare di Roma. (Giov. 19:12-16) Ma l’Iddio Onnipotente risuscitò Gesù dai morti nel terzo giorno, e quaranta giorni dopo lo fece tornare in cielo perché sedesse alla destra di Dio. Di là Gesù avrebbe continuato la sua opera d’evangelista, dirigendo i suoi evangelisti sulla terra, dove i suoi dodici apostoli presero la direttiva dell’opera di annunciare il Regno. I religiosi nemici della buona notizia continuarono l’aspra, violenta opposizione; ma degli apostoli di Gesù leggiamo: “Ogni giorno nel tempio e di casa in casa continuavano senza sosta a insegnare e a dichiarare la buona notizia intorno a Cristo Gesù”. — Atti 5:42.
23 Gli apostoli non erano i soli evangelisti della congregazione cristiana. Tutti i dedicati, battezzati membri della congregazione che avevano ricevuto la buona notizia avevano la responsabilità di trasmetterla ad altri, di divulgare la buona notizia divenendo così evangelisti. Questo fu evidente quando chiunque avrebbe pensato che un divulgatore di notizie avrebbe smesso di divulgare le notizie che lo mettevano nei guai, cioè in tempo di persecuzione religiosa.
24 Questo avvenne dopo che gli Ebrei ebbero lapidato Stefano, uno dei sette incaricati che servivano come speciali assistenti degli apostoli nella congregazione di Gerusalemme. Di quest’opera evangelica sotto crudele persecuzione è scritto: “Saulo [di Tarso] era consenziente all’uccisione di lui. E vi fu in quel tempo una gran persecuzione contro la chiesa [congregazione] che era in Gerusalemme. Tutti furono dispersi per le contrade della Giudea e della Samaria, salvo gli apostoli. E degli uomini timorati seppellirono Stefano e fecero gran cordoglio di lui. . . . Coloro dunque che erano stati dispersi se ne andarono di luogo in luogo, annunziando la Parola. E Filippo, disceso nella città di Samaria, vi predicò il Cristo. Ma quand’ebbero creduto a Filippo che annunziava loro la buona novella relativa al regno di Dio e al nome di Gesù Cristo, furon battezzati, uomini e donne”. (Atti 8:1, 2, 4, 5, 12, VR) In quel caso non furono gli apostoli rimasti a Gerusalemme, ma i discepoli dispersi che compirono l’opera di evangelisti. Tutti ebbero l’onore e la gioia di essere evangelisti.
25 Tutti coloro che divengono seguaci dedicati e battezzati del capo Evangelista, Gesù Cristo, lo imitano e diventano evangelisti, ed è corretto parlar di loro come tali. Pure nella congregazione del primo secolo vi erano alcuni espressamente scelti e designati come tali. Quegli uomini che si distinguevano per il titolo di “evangelisti” erano doni del Signore Gesù Cristo dopo che fu risuscitato dai morti ed ascese al cielo, alla destra del grande Evangelista, Geova Dio. Questi doni viventi sotto forma di uomini erano stati predetti molto tempo prima, nel Salmo 68:18, con queste parole: “Tu sei asceso in alto; hai fatto prigionieri; hai preso doni in forma di uomini, sì, anche gli ostinati, per dimorare fra loro, o Jah Dio”.
26 Commentando tale buona notizia, Paolo spiegò questa profezia dicendo alla congregazione cristiana o al “corpo del Cristo”: “Ora a ciascuno di noi è stata data immeritata benignità secondo come il Cristo ha misurato il gratuito dono. Perciò egli dice: ‘Quando ascese in alto egli condusse prigioniera una moltitudine; diede doni negli uomini’. Ora l’espressione ‘ascese’, che cosa significa se non che anche discese nelle regioni più basse, cioè sulla terra? Colui che è disceso è anche asceso molto al disopra di tutti i cieli affinché potesse dar compimento a tutte le cose. Ed egli diede alcuni [doni] come apostoli, alcuni come profeti, alcuni come missionari [o evangelisti], alcuni come pastori e insegnanti, in vista dell’ammaestramento dei santi per l’opera di ministero, per l’edificazione del corpo del Cristo”. — Efes. 4:7-12, nota in calce.
27 Notiamo qui che gli evangelisti o missionari, che Dio diede mediante il glorificato Gesù Cristo, vengono dopo gli apostoli e i profeti, ma prima dei pastori e degli insegnanti. Perché questi uomini che erano dati come doni alla congregazione erano distinti dal resto della congregazione che compiva opera evangelica divulgando la buona notizia? Doveva dipendere dal fatto che svolsero opera evangelica in modo preminente o in misura maggiore, in un territorio più vasto o in territorio speciale. Evidentemente erano mandati con la particolare missione di proclamare la buona notizia. Per questa ragione si poteva parlare di loro come di missionari della buona notizia.
28 A dimostrazione che essi erano una classe speciale, un particolare dono di Dio mediante il suo Cristo asceso al cielo, il suddetto Filippo era chiamato evangelista. Parlando dell’ultima visita di Paolo a Gerusalemme, il suo compagno di viaggio Luca disse: “E partiti l’indomani, giungemmo a Cesarea; ed entrati in casa di Filippo l’evangelista [o missionario], ch’era uno dei sette, dimorammo con lui. Or egli aveva quattro figliuole non maritate, le quali profetizzavano”. — Atti 21:8, 9, VR.
29 Questo Filippo non era un apostolo come Paolo, né lo era il giovane Timoteo a cui Paolo scrisse: “Fa’ opera missionaria, compi interamente il tuo ministero”. (2 Tim. 4:5) Per questa ragione, quando Filippo dovette allontanarsi da Gerusalemme a causa della persecuzione e scese alla città di Samaria, egli poté solo battezzare in acqua i credenti Samaritani circoncisi, ma non poté impartire ai battezzati i doni dello spirito mediante l’imposizione delle mani. Questo non significa che essi non fossero stati generati dallo spirito di Dio per divenire suoi figli spirituali con la speranza di far parte del regno celeste. Significa soltanto che non ricevettero i doni miracolosi dello spirito per profetare, compiere miracoli, parlare in lingue straniere o interpretarle. Perché quei Samaritani ricevessero i doni miracolosi dello spirito, Filippo dovette avvertire gli apostoli che erano rimasti a Gerusalemme; Pietro e Giovanni furono mandati a Samaria e imposero le mani sui battezzati, dedicati Samaritani. Allora questi ricevettero lo spirito santo. Così si vide e si dimostrò che “mediante l’imposizione delle mani degli apostoli veniva dato lo spirito”. (Atti 8:12-18) Pure, in qualità di evangelista, Filippo era stato usato in modo speciale da Dio mediante Cristo per portare la buona notizia del regno di Dio ai Samaritani circoncisi.
30 Filippo non fu un profeta cristiano, non ebbe il dono dello spirito di predire avvenimenti d’interesse ed importanza per i suoi conservi cristiani. Le sue quattro figlie vergini, tuttavia, erano profetesse ispirate dallo spirito di Dio. Non che Filippo fosse inferiore a queste donne nell’organizzazione della congregazione. Esse fecero alcune profezie, col capo velato, come Paolo dice che facevano le donne dedicate ispirate dallo spirito di Dio nella congregazione. Tuttavia, come il loro padre Filippo, tanto meno queste diedero informazioni profetiche all’apostolo Paolo. (1 Cor. 11:4, 5) Fu invece un certo profeta Agabo che venne da Cesarea e predisse a Paolo ciò che gli sarebbe accaduto a Gerusalemme. (Atti 21:10, 11) Agabo fu uno dei viventi “doni in forma di uomini” in quanto fu un profeta ispirato.
31 Eppure anche Filippo essendo designato come evangelista fu un dono di Cristo asceso al cielo. Egli era stato assistente degli apostoli a Gerusalemme ma anche inviato in una speciale missione evangelica dall’angelo di Geova Dio. Dopo che Filippo ebbe compiuto un buon lavoro a Samaria, “un angelo del Signore parlò a Filippo, e gli disse: ‘Lèvati, e va’ in direzione del mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza’”. Lungo la strada Filippo fu diretto dallo spirito di Dio ad andare incontro al carro di un fedele proselito del giudaismo che s’avvicinava, un eunuco etiope, tesoriere della regina Candace dell’Etiopia. Salito sul carro Filippo lo evangelizzò mentre studiava la profezia di Isaia. “Filippo cominciò a parlare, e cominciando da quella Scrittura, gli annunziò la buona novella di Gesù”. Alla richiesta dell’eunuco credente, Filippo lo battezzò in acqua.
32 L’eunuco non ricevette i doni miracolosi dello spirito, ma non era necessario che un apostolo si trovasse sul posto perché quest’eunuco fosse generato dallo spirito di Dio per diventare coerede di Cristo nel regno dei cieli. In Etiopia indubbiamente l’eunuco battezzato compì l’opera evangelica che è obbligatoria per ogni cristiano dedicato e battezzato; ma Filippo continuò i suoi viaggi come missionario ed evangelista. “Quanto a Filippo, si trovò in Azoto; e di là, evangelizzando tutte le città per le quali passava, arrivò a Cesarea”. (Atti 8:26-40, Ri) Egli svolse opera missionaria come in seguito fu detto di fare a Timoteo. — 2 Tim. 4:5.
BUONA NOTIZIA NEL “TEMPO DELLA FINE”
33 Oggi viviamo al tempo di una speciale opera evangelica. È l’opera predetta da Gesù nella profezia riguardante la fine di questo mondo o sistema di cose: “Questa buona notizia [o evangelo, VR] del regno sarà predicata in tutta la terra abitata a scopo di testimonianza a tutte le nazioni, e allora verrà la fine compiuta”. (Matt. 24:14) Questa profezia sarà forse adempiuta da angeli evangelisti, dall’angelo di Geova, Gabriele, dall’angelo che annunciò la nascita umana di Gesù ai pastori o dalla schiera di angeli che disse: “Gloria a Dio nelle altezze di sopra, e pace sulla terra fra gli uomini di buona volontà”? No, non vi è alcuna prova di apparizioni angeliche dopo il 1914 d.C., allorché “il principio dei dolori d’afflizione” s’abbatté sulle nazioni. Da chi è stata dunque adempiuta, sin dalla fine della prima guerra mondiale, la profezia di Gesù relativa alla maggiore opera evangelica mai compiuta finora nella storia umana? È adempiuta dai testimoni di Geova. Essi compiono una mondiale predicazione della buona notizia dello stabilito regno di Dio in 175 o più Paesi ed isole, sotto la direzione di ottantacinque Filiali della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati di Pennsylvania, loro servitore o agente legale ed amministrativo.
34 Oggi non abbiamo “doni in forma di uomini” come furono i dodici apostoli di Cristo, gli ispirati profeti cristiani o gli evangelisti collaboratori degli apostoli come Filippo e Timoteo. Nondimeno abbiamo oggi missionari evangelisti. Com’è possibile?
35 Nell’anno 1943 i testimoni di Geova aprirono nello stato di New York una scuola per l’addestramento di missionari che si chiama Scuola Biblica Torre di Guardia di Galaad; dal nome del principale edificio della scuola, Galaad, che significa “mucchio della testimonianza”. A partire dal 1º febbraio 1943 ha finora diplomato due gruppi di missionari evangelisti ogni anno. Nella scorsa estate del 1958 Galaad tenne la più grande cerimonia di conferimento dei diplomi della sua storia. Questo avvenne quando si diplomarono 103 ministri studenti della trentunesima classe, nel pomeriggio della domenica 27 luglio 1958, allo Yankee Stadium della città di New York. Gli studenti di questa trentunesima classe provenivano da sessantaquattro Paesi e isole, e vennero assegnati con incarichi di servizio evangelico in cinquantadue nazioni. Alla presenza di 180.291 delegati all’Assemblea Internazionale della Volontà Divina dei Testimoni di Geova, che gremivano lo Yankee Stadium e i vicini Polo Grounds, diversi oratori si rivolsero agli studenti prima del conferimento dei diplomi. In armonia con la considerazione già fatta a proposito di missionari o evangelisti inviati con una speciale assegnazione di servizio, uno degli oratori pronunciò il seguente discorso.
[Domande per lo studio]
1. Qual è oggi la migliore notizia?
2. Che cosa ne fanno coloro che hanno ricevuta questa notizia, e come verrebbero chiamati secondo gli antichi Greci?
3. Quale nome diedero a Zeus come fonte di notizie i Greci pagani, ma quale durata ha la buona notizia degli evangelisti d’oggi, e perché?
4. Da chi Giovanni vide portare la buona notizia eterna, ed è ragionevole che Dio sia la fonte delle buone notizie?
5. Che cosa recava l’angelo che volava nel mezzo del cielo, e data la sua origine, perché la buona notizia può essere eterna?
6. Perché si può dire che Dio è un evangelista, e in che senso la buona notizia è eterna?
7. Quale buona notizia fu emanata in Eden, e perché tutti gli uomini di buona volontà saranno fra breve resi liberi dalla verità incensurata?
8. Quale buona notizia fu in seguito data ad Abrahamo, e come la commentò Paolo?
9. Perché il fatto che alcuni sono dichiarati giusti per la loro fede è una benedizione, e perché quindi è di vitale importanza che le notizie siano registrate e divulgate fedelmente?
10. Che cosa disse nell’Eden il propagandista di menzogne, e che cosa perse Eva non avendo creduto alla legge di Dio?
11. In che modo Adamo dimostrò di non aver fede in Dio, e quale è stato per tutti noi il risultato di ciò?
12. Da quale promessa la fede di Abrahamo fu specialmente messa alla prova?
13. Nel fare questa promessa, in quale veste agì Dio, e in che modo le nazioni sarebbero state benedette da lui?
14. A causa della sua fede, quale benedizione ricevette Abrahamo, e che cosa riceverà fra breve?
15. Chi oltre agli uomini Dio ha usato come evangelisti, e come confermò Gabriele questo fatto?
16. In che circostanza Gabriele diede una notizia ancora più importante?
17. Come rivelò quest’angelo il suo incarico di evangelista?
18. In che modo soltanto la nascita di Gesù avrebbe dimostrato di essere una buona notizia, e che cosa divenne il suo precursore?
19. Perché Giovanni ricusò di battezzare Gesù, e dopo la sua unzione che cosa divenne Gesù?
20. Come Gesù attestò ai suoi concittadini di aver cambiato professione per divenire evangelista?
21. A dispetto dei Nazareni, che cosa dimostrò di essere Gesù, e per quale incarico addestrò egli i suoi discepoli?
22. Perché i suoi nemici fecero mettere a morte Gesù, e come e mediante chi poté egli continuare la sua opera di evangelista?
23. Gli apostoli furono forse gli unici evangelisti, e quando si ebbe una chiara risposta a questa domanda?
24. A prova di ciò, che cosa dice la Narrazione dei perseguitati?
25. Chi erano i cristiani designati come “evangelisti”, e come fu predetto il dono di questi uomini?
26. Con quali parole Paolo spiega questa profezia?
27. Perché questi uomini giustamente erano detti “evangelisti”, e perché si poteva parlare di loro anche come di “missionari”?
28. In che modo, nel caso di Filippo, è dichiarato che quegli evangelisti erano una classe speciale?
29. Come si vide e si dimostrò che Filippo non era un apostolo dell’Agnello, eppure in che modo servì come evangelista?
30. Come, in occasione della visita di Paolo, fu dimostrato che Filippo non era un “dono” in qualità di profeta?
31. Dopo la sua opera in Samaria, come fu dimostrato che Filippo era un “dono” in qualità di “evangelista” designato?
32. Quale opera svolse l’eunuco in Etiopia, ma quale missione doveva continuare a svolgere Filippo?
33. Come venne predetta da Gesù la speciale opera evangelica di oggi, e da chi è adempiuta la sua profezia?
34, 35. (a) Quali “doni in forma di uomini” non abbiamo oggi, eppure come mai abbiamo evangelisti missionari? (b) Quando fu tenuta la più grande cerimonia di conferimento di diplomi a studenti missionari, e in quali circostanze?