BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • w64 1/8 pp. 472-478
  • Avete fatto una dedicazione accettevole a Dio?

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Avete fatto una dedicazione accettevole a Dio?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1964
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • CORRETTAMENTE INFORMATI
  • DOMANDE AL DISCORSO SUL BATTESIMO
  • PREGHIERA PRIVATA
  • VIVIAMO IN ARMONIA CON LA DEDICAZIONE
  • UN MAGGIORE INTENDIMENTO È DA ASPETTARSI
  • Battesimo
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1959
  • Il battesimo è necessario per i cristiani
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1963
  • Perché essere battezzati?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1962
  • Il battesimo cristiano della società del nuovo mondo
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1955
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1964
w64 1/8 pp. 472-478

Avete fatto una dedicazione accettevole a Dio?

OGNI anno un grande numero di persone umili in tutto il mondo apprendono i meravigliosi propositi e le giuste esigenze di Dio. Comprendono la necessità di servire questo grande Dio, Geova, e quindi dedicano a lui la loro vita, simboleggiando tale dedicazione con il battesimo, o l’immersione in acqua. (Matt. 28:19, 20) In tal modo centinaia di migliaia di individui di ogni condizione sociale sono divenuti dedicati servitori di Geova Dio.

Comunque, nella mente di alcuni di questi dedicati servitori di Dio sorgono a volte dei dubbi circa la validità della loro dedicazione e del loro battesimo. Avendo ora un intendimento molto maggiore dei propositi di Dio, alcuni si chiedono se la dedicazione che fecero anni fa era appropriata o no. Essi domandano: Ho fatto una dedicazione accettevole a Dio? Come posso sapere se era valida? Quanto dovevo conoscere a quel tempo? Se non ricordo l’esatta occasione in cui mi presentai a Dio in preghiera e mi dedicai, devo essere ribattezzato?

Che dire se le domande ora rivolte ai candidati al battesimo non furono rivolte durante il mio battesimo anni fa? Significa questo che devo essere ribattezzato?

CORRETTAMENTE INFORMATI

Coloro che, col passare degli anni, si sono sottoposti al battesimo in acqua compiuto dai testimoni di Geova non hanno motivo di pensare che non comprendevano quello che facevano al tempo del loro battesimo in acqua, o che non erano informati di ciò che stavano per fare prima di essere effettivamente immersi nell’acqua.

La procedura della Società Torre di Guardia alle assemblee generali e nelle congregazioni locali è sempre stata quella di far pronunciare un discorso sul battesimo dinanzi a tutte le persone interessate prima del battesimo in acqua. Ogni oratore nominato dalla Società Torre di Guardia, o dalle congregazioni locali, dava nel suo sermone la spiegazione del battesimo e del suo significato in armonia con ciò che era stato pubblicato nei libri e nelle riviste della Società Torre di Guardia fino a quel tempo. Oltre a ciò, queste persone interessate potevano aver letto per proprio conto tali articoli prima del loro battesimo.

Il semplice fatto che l’individuo non ricorda chiaramente e distintamente i suoi precisi pensieri al tempo del battesimo in acqua molti anni fa non significa che non sapesse quello che significava il battesimo. Una lacuna nella propria memoria non prova nulla. Non significa che non sapesse quello che stava per fare simboleggiando la sua dedicazione.

I testimoni di Geova hanno sempre capito e spiegato chiaramente che cosa simboleggiava il battesimo in acqua, benché vi sia stato un cambiamento nella terminologia. In passato quella che noi ora chiamiamo “dedicazione” veniva chiamata “consacrazione”. Fu chiamata consacrazione, per esempio, nel libro di Charles Taze Russell intitolato “La nuova creazione”, nel quale è spiegato il significato del battesimo in acqua, con particolare riferimento a quelli che costituiscono il corpo simbolico di Cristo, che hanno la speranza della vita celeste. A suo tempo, tuttavia, ne La Torre di Guardia del 1 novembre 1952, furono stampati due articoli su questo soggetto. L’articolo principale era intitolato “Dedicazione a Dio e consacrazione”, e l’articolo secondario era intitolato “Dedicazione per la vita nel nuovo mondo”. Questi mostravano che ciò che era una volta chiamato “consacrazione” era definito più giustamente “dedicazione”. Da allora è stato usato il termine “dedicazione”.

L’intendimento del significato simbolico del battesimo in acqua era stato accresciuto prima del 1952 per includere sia quelli della classe delle “altre pecore”, che hanno la speranza di vivere per sempre su una terra paradisiaca, che quelli dell’unto corpo di Cristo. Com’è detto a pagina 677 del libro intitolato “‘Babilonia la Grande è caduta!’ Il regno di Dio governa!”: “Comunque, dal 1934 in poi l’unto rimanente indicò chiaramente che ora queste ‘altre pecore’ dovevano fare una completa dedicazione di se stesse a Dio e simboleggiare questa dedicazione col battesimo in acqua e quindi divenire conservi testimoni di Geova del suo rimanente. — Vedere La Torre di Guardia e l’Araldo della Presenza di Cristo (inglese) del 15 agosto 1934, pagine 249, 250, paragrafi 31-34”. Così il battesimo in acqua fu esteso alla classe delle “altre pecore”. Anche il suo significato simbolico continuò ad essere correttamente compreso.

In tutte le sue pubblicazioni la Società Torre di Guardia continuò a prestare attenzione a non lasciare le persone interessate nell’ignoranza circa il fatto che il battesimo in acqua simboleggiava la consacrazione o, secondo l’attuale maggiore intendimento, la dedicazione. Nella breve relazione sull’assemblea generale tenuta a Washington, nel Distretto di Columbia, dal 31 maggio al 3 giugno 1935, l’edizione inglese della rivista La Torre di Guardia del 1º luglio 1935 diceva, a pagina 194: “Sono stati presenti circa ventimila interessati, tra cui un grande numero di Gionadab [quelli che hanno speranze terrene] che hanno simboleggiato la loro consacrazione con l’immersione in acqua”. L’anno dopo, o nel 1936, fu pubblicato il libro Ricchezza, ed esso diceva nella sua edizione inglese a pagina 144, sotto il sottotitolo “Battesimo”: “È necessario che colui che oggi professa di essere un Gionadab o una persona di buona volontà verso Dio sia battezzato o immerso nell’acqua? Questo è un appropriato e necessario atto di ubbidienza da parte di colui che si è consacrato . . . È la confessione esteriore che colui che è battezzato in acqua ha accettato di fare la volontà di Dio”.

Nel 1939 fu pubblicato il libro Salvezza, e alle pagine 263, 265 e 266 esso dice, sotto il sottotitolo “Battesimo”: “Il battesimo, ossia l’immersione in acqua, è il simbolo esteriore che attesta che si è rinunziato alla propria egoistica volontà per fare quella di Dio. . . . Il battesimo è dunque l’attestazione simbolica ed esteriore che si è convenuto di fare la volontà di Dio. . . . Il battesimo è necessario perché è un atto d’ubbidienza; e per piacere a Dio occorre essere ubbidienti”.

Nella relazione de La Torre di Guardia sull’assemblea dei testimoni di Geova tenuta a St. Louis, nel Missouri, nel 1941, l’edizione del 15 settembre 1941 dice a pagina 287: “Dalla Pentecoste del 33 d.C. non vi è stato mai un numero così grande di persone battezzate in una sola volta e in un solo luogo, come simbolo della loro consacrazione a Geova mediante Cristo Gesù per fare la volontà divina. Ci sono volute due ore per compiere questo atto di fede e di ubbidienza, tanto grande era il numero di coloro che si sono presentati”. Nel discorso sul battesimo rivolto a tutti questi candidati, l’oratore che parlò per l’occasione mise in risalto che il battesimo in acqua simboleggiava la consacrazione o, come la chiamiamo ora, la dedicazione. Furono immerse 3.903 persone.

Perciò, col passare degli anni, è stato continuamente e ripetutamente messo in risalto il fatto che il battesimo in acqua simboleggiava la propria decisione di dedicarsi da quel momento in poi e per sempre a Geova Dio mediante Gesù Cristo. Quindi, si può capire che si è cominciato molto presto a comprendere e a presentare chiaramente il significato della dedicazione e del battesimo in acqua a tutti quelli che volevano servire Dio dovutamente. Il cambiamento di terminologia da “consacrazione” a “dedicazione” non ha influito in nessun modo su ciò che si intendeva e capiva quale voto o promessa a Dio di fare la sua volontà.

DOMANDE AL DISCORSO SUL BATTESIMO

Può darsi che in passato, in occasione di alcuni battesimi, non fossero rivolte ai candidati al battesimo specifiche domande a cui potevano rispondere in modo udibile circa la loro fede, ubbidienza e dedicazione.a Tuttavia, il fatto che l’oratore del battesimo non fece queste domande, e quindi i candidati al battesimo non poterono rispondere in modo udibile e affermativo a queste domande, non annulla la validità del battesimo compiuto in tale occasione. L’elemento determinante nella cosa è che l’oratore spiegò correttamente il significato del battesimo in acqua alle persone interessate ed esse compresero la cosa, ragione per cui si recarono al luogo dell’immersione, si cambiarono d’abito e si presentarono per essere tuffate nell’acqua.

Non v’è ragione per cui oggi alcuni pensino che, poiché fanno fatica a ricordare ciò che accadde pochi o molti anni fa, non sapevano quello che facevano in occasione del loro battesimo. Tutte le loro azioni indicano che essi capivano e si sottoposero con intendimento al battesimo in acqua per simboleggiare la dedicazione fatta in modo decisivo a Geova Dio mediante la fede nel Signore Gesù Cristo.

Nell’edizione inglese de La Torre di Guardia del 1º ottobre 1942, alle pagine 300-302, fu pubblicato un articolo intitolato “Battesimo”, che si conclude con le seguenti dichiarazioni: “Prima di procedere col battesimo, è appropriato che rispondiate a queste domande in modo affermativo per dimostrare che fate questo passo col necessario intendimento scritturale e siete idonei per il battesimo come devoti servitori del Signore, pienamente responsabili dinanzi a Lui: (1) Credete in Geova Dio, il Padre, che ‘la salvezza appartiene a Geova’, e che Cristo Gesù è suo Figlio nel cui sangue sono lavati i vostri peccati e mediante il quale vi viene la salvezza da Dio? (2) Avete dunque confessato i vostri peccati a Dio e ne avete chiesto la purificazione mediante Cristo Gesù, e vi siete perciò allontanati dal peccato e dal mondo, e vi siete consacrati senza riserve a Dio per fare la sua volontà? Se la vostra risposta è Sì, essa prova che siete degni e idonei per il battesimo in acqua in ubbidienza alla volontà di Dio”.

Nella successiva edizione de La Torre di Guardia inglese, cioè in quella del 15 ottobre 1942, nella relazione sull’assemblea dei testimoni di Geova tenuta dal 18 al 20 settembre 1942 a Cleveland, nell’Ohio, è detto a pagina 319, riguardo alla domenica mattina del 20 settembre: “La giornata iniziò alle 8, col discorso sul ‘Battesimo’ e 459 persone si presentarono per l’immersione in acqua come simbolo della loro completa consacrazione al Signore; fu un piacere vedere tanti giovani che si ‘ricordavano del loro Creatore nei giorni della loro giovinezza’. Questi, subito dopo il battesimo, si unirono ai loro compagni nelle attività di campo”.

Le domande da rivolgere ai candidati al battesimo prima di ammetterli al battesimo in acqua furono ristampate in forma riveduta nell’edizione inglese de La Torre di Guardia del 1º febbraio 1945, alla conclusione dell’articolo principale sul soggetto “Battesimo — Perché?”, cioè a pagina 44, sotto il titolo “Domande”. Le domande ivi stampate sono in sostanza le stesse domande rivolte attualmente ai candidati al battesimo e alle quali essi devono rispondere in modo affermativo e udibile prima di essere ammessi all’immersione.

Tuttavia, il fatto che tali domande a cui si doveva rispondere in modo udibile furono omesse in passato nei discorsi sul battesimo non significa che le informazioni presentate non informarono accuratamente gli interessati in merito a ciò che essi stavano facendo. Le pubblicazioni della Società Torre di Guardia avevano reso chiara la cosa da molto tempo e i rappresentanti della Società che pronunciavano i discorsi sul battesimo comprendevano pienamente di che cosa si trattava e lo rendevano chiaro agli ascoltatori.

PREGHIERA PRIVATA

Molti dicono di non ricordare di aver detto una preghiera specifica e privata al momento della loro dedicazione e si chiedono se tale mancanza renda invalido il loro battesimo.

Si deve capire che non tutte le preghiere dette a Geova Dio devono essere dette in ginocchio nell’intimità della propria camera, in casa. Si può dire silenziosamente una preghiera a Geova col cuore, senza che gli estranei se ne accorgano, anche mentre si cammina per la via o mentre si è in piedi alla presenza di qualcuno, come nel caso di Neemia, che era coppiere del re e pregava mentre era in piedi alla sua presenza. (Neem. 2:3-5) Conseguentemente, il fatto che non si ricordi il momento preciso in cui si prese la decisione di essere da quel momento in poi e per sempre di Geova Dio e se essa fu presa con una preghiera specifica e privata, non vuol dire che non si facesse una diretta dedicazione di sé all’Altissimo Dio prima di essere immerso nell’acqua.

Certamente, prima di essere immersa nell’acqua in simbolo della dedicazione la persona doveva aver preso la decisione di sottoporsi a tale immersione. La ragione stessa di prendere tale decisione sarebbe stato l’intendimento di ciò che simboleggiava l’immersione in acqua e degli obblighi sotto i quali ci si sarebbe trovati avendo preso la decisione di essere immersi. Nessun individuo prende parte ciecamente a un’immersione in acqua dei testimoni di Geova solo perché si trova in mezzo alla folla dei candidati, ed è trascinato per l’entusiasmo con la folla nell’acqua e nelle mani del battezzatore.

Anche mentre si cambia d’abito e si prepara ad entrare nell’acqua per essere immerso, l’individuo mostra a se stesso e a tutti gli osservatori di aver preso la decisione di dedicarsi da quel momento in poi e per sempre a Geova Dio mediante Gesù Cristo. Tale decisione è una cosa solenne ed è presa evidentemente in modo devoto, coi propri pensieri rivolti a Dio che può leggere il cuore. Perciò, sia che l’individuo prendesse la decisione della dedicazione molto tempo prima dell’effettivo battesimo in acqua, o durante o dopo il discorso sul battesimo, resta il fatto indiscutibile che l’individuo dedicò se stesso di cuore alla presenza dell’Altissimo Dio, e questa è la cosa di primaria importanza.

Il giorno di Pentecoste, quando l’apostolo Pietro disse ai Giudei, che erano compunti nel cuore a motivo delle parole che aveva predicate loro, quello che dovevano fare, essi seguirono il suo consiglio, si pentirono, e furono battezzati lo stesso giorno. (Atti 2:37-41) Ebbero poco tempo prima dell’effettivo battesimo in acqua per prendere la decisione di seguire le orme del Signore Gesù. Essi non presero questa decisione pregando in ginocchio nell’intimità delle loro case, situate in diverse parti dell’Impero Romano e anche fuori di esso. Presero la loro decisione prima del battesimo in acqua a cui Pietro li incoraggiò a sottoporsi. Evidentemente presero tale decisione mentre erano in piedi alla presenza degli apostoli, sui quali era stato sparso quel giorno lo spirito santo.

Così il proprio atteggiamento fisico, o la località al tempo in cui fu presa la decisione della dedicazione, o il fatto che essa fosse presa con una specifica preghiera che ben si ricorda, non determina la validità della dedicazione fatta in tal modo. La cosa essenziale è che si deve comprendere che la dedicazione dev’essere fatta all’Altissimo Dio mediante suo Figlio, Gesù Cristo, il nostro Salvatore.

VIVIAMO IN ARMONIA CON LA DEDICAZIONE

Quando si dedica a Geova Dio, l’individuo fa il solenne voto, o la promessa, di fare la volontà di Dio per sempre. Al battesimo, perciò, egli simboleggia tale voto o promessa di continuare a progredire nella via cristiana. La responsabilità di continuare a seguire la via della vita grava su ognuno che dedica la propria vita a Dio. Tale persona deve vivere in armonia con la sua dedicazione facendo ciò che Dio ha indicato nella sua Parola. “Offri a Dio il sacrificio di lode e sciogli all’Altissimo i tuoi voti”. — Sal. 50:14, Na.

Comunque, il fatto che la persona non vive in armonia con la sua dedicazione non significa che la sua dedicazione fosse invalida. Ciò significa semplicemente che non vive in armonia con tale dedicazione! Ciò indica soltanto che non adempie il suo voto, la sua promessa, e non che non facesse in primo luogo una corretta dedicazione e battesimo. Quanto questo sia serio lo si può comprendere dalla Parola di Dio: “Quand’hai fatto un voto a Dio, non indugiare ad adempierlo; poich’egli non si compiace degli stolti; adempi il voto che hai fatto”. — Eccl. 5:4, VR.

Perciò, se l’individuo si è allontanato fino a un certo punto dalla fede, o ha anche commesso un grave peccato dopo il battesimo, non si può prendere questo come indicazione che il suo battesimo fosse invalido e quindi che debba essere ribattezzato. Con tutta probabilità non erano la sua dedicazione e il suo battesimo ad essere in difetto. La difficoltà sta nel fatto che non ha vissuto in armonia con la sua promessa di fare la volontà di Dio.

Se oggi alcuni praticano il male, o hanno praticato il male qualche tempo dopo la dedicazione, non devono pensare automaticamente di ribattezzarsi per porre rimedio alla situazione. Il modo di mettere le cose a posto con Geova è di confessare il malfatto a Geova in preghiera e anche al comitato giudiziario della congregazione, che considererà la cosa in preghiera e secondo le Scritture. (1 Giov. 1:9; Giac. 5:16) Qualsiasi correzione impartita sarà nell’interesse di colui che ha confessato il suo cattivo operato e anche dell’intera congregazione.

Comunque, la cosa cambia se la persona commetteva un serio peccato al tempo della sua “dedicazione” e del battesimo e anche dopo. Se la persona peccava abitualmente, praticando in quel tempo un peccato grave, benché smettesse qualche tempo dopo il battesimo e progredisse nel servizio di Geova, essa era in una condizione impura dinanzi a Dio al tempo del battesimo. Tale battesimo, poiché non fece seguito a una vera dedicazione, sarebbe invalido. Se tale persona ha ora abbandonato tale pratica del peccato, si è pentita ed ha fatto una sincera dedicazione di sé a Geova Dio, dev’essere ribattezzata.

Perciò, se colui che vuole divenire cristiano battezzato conduce una vita che, se fosse già dedicato, gli provocherebbe l’espulsione o disassociazione dalla congregazione cristiana, egli non è pronto per il battesimo. Deve purificare la sua vita in armonia con le giuste esigenze di Dio prima di presentarsi all’Altissimo per la dedicazione e il battesimo. — 1 Cor. 6:9-11.

UN MAGGIORE INTENDIMENTO È DA ASPETTARSI

Da quanto è stato detto si può capire che la società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova ha sempre badato bene di far capire ai candidati al battesimo che essi erano immersi nell’acqua solo perché in precedenza, sia poco che molto tempo prima, avevano deciso di appartenere a Geova Dio e si erano conformemente dedicati a Dio deliberatamente e con intendimento mediante la fede in Gesù Cristo.

L’individuo perciò non dovrebbe dubitare nella sua mente di aver avuto il corretto intendimento della cosa quando fu immerso. Con tutta probabilità, se si presentò tra i candidati al battesimo aveva sufficiente conoscenza per sapere quello che faceva, il che significherebbe che la sua dedicazione e il suo battesimo erano validi.

Col passare del tempo ci si aspetta che i cristiani aumentino la propria conoscenza e il proprio intendimento dei propositi e delle esigenze di Dio. È quindi naturale che al tempo del battesimo in acqua non si avessero la conoscenza e l’intendimento che si sarebbero acquistati dopo anni di progresso verso la maturità cristiana. Anche il Signore Gesù, dopo il battesimo nel fiume Giordano e dopo aver ricevuto lo spirito santo dal cielo, andò nel deserto della Giudea e vi trascorse quaranta giorni per accrescere il suo intendimento di ciò che richiedeva veramente da lui la dedicazione a Dio, simboleggiata dal battesimo in acqua. Ma il fatto che alla fine dei quaranta giorni comprendeva meglio la questione della dedicazione non significa che non avesse fatto una valida dedicazione di se stesso a Geova Dio. Quando lasciò la bottega di falegname a Nazaret e si recò da Giovanni Battista al fiume Giordano per simboleggiare la sua dedicazione, Gesù ne conosceva la ragione. Ma anch’egli col passare del tempo accrebbe la propria conoscenza e il proprio intendimento.

Dobbiamo essere grati del maggiore progresso e intendimento che Dio provvede mediante il suo spirito, la sua Parola e la sua organizzazione. Questo ci aiuta ad adempiere fedelmente la nostra dedicazione. Ma solo perché al tempo del battesimo eravamo relativamente poveri in intendimento e apprezzamento circa il significato della dedicazione, ora che abbiamo un più completo e più accurato intendimento della dedicazione e del battesimo non dobbiamo pensare che sia necessario essere ribattezzati. Con equilibrio mentale, dovremmo ricordare tutte le informazioni stampate e in forma verbale che per molti decenni hanno presentato chiaramente la cosa e non dovremmo permettere che la nostra debole memoria produca in noi un turbamento mentale e del cuore. Col passare del tempo dovremmo apprezzare sempre più la seria responsabilità che abbiamo assunto dedicando la nostra vita a Dio. Dobbiamo in tutti i modi rinnovare sinceramente e premurosamente la nostra determinazione di vivere in armonia con tale dedicazione all’Altissimo Dio Geova, e in tal modo imitare il suo fedele Figlio, Gesù Cristo. — 1 Piet. 2:21.

[Nota in calce]

a Quando riceveva i candidati all’immersione in acqua, Charles Taze Russell, primo presidente della Watch Tower Bible and Tract Society (1884-1916), rivolgeva loro le seguenti domande:

“(1) Ti sei pentito del peccato nella misura di cui sei capace, e confidi nel merito del sacrificio di Cristo per il perdono dei tuoi peccati e la base della tua giustificazione?

“(2) Hai fatto una piena consacrazione di te stesso con tutte le facoltà che possiedi: talento, denaro, tempo, influenza, tutto al Signore, per essere usato fedelmente al Suo servizio, anche fino alla morte?”

Quando i candidati avevano risposto affermativamente, egli diceva: “In base a queste confessioni, ti riconosciamo come membro della Casa della Fede, e ti diamo come tale la destra dell’associazione, non nel nome di nessuna setta né partito né credo, ma nel nome del Redentore, il nostro glorificato Signore, e dei Suoi fedeli seguaci”. — Vedere La Torre di Guardia e l’Araldo della Presenza di Cristo (inglese) del 15 maggio 1913, pagina 159, colonna 2, sotto il titolo “Chiare domande non settarie”.

Altri oratori che parlavano sul battesimo seguivano questo modello coi candidati all’immersione in acqua.

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi