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Che potere ha la buona notizia?La Torre di Guardia 1980 | 15 marzo
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così fate, col passar del tempo sarà evidente che vi conformate sempre più all’esempio e all’insegnamento del Signore Gesù Cristo.
Se apprezzate profondamente l’amore che vi è stato mostrato, vi sforzerete personalmente di evitare il peccato. Sarebbe proprio incoerente affermare di avere fede nel potere purificatore del sangue di Cristo e poi seguire deliberatamente una condotta peccaminosa! Lo si potrebbe paragonare al caso di una persona che, dopo aver ringraziato qualcuno di averle lavato i vestiti, andasse di propria volontà a voltolarsi nella più vicina pozzanghera. (Confronta II Pietro 2:22). Nessuna persona riconoscente lo farebbe mai. In maniera simile, nessuno che continui a esercitare vera fede in ciò che Dio ha fatto tramite Cristo può divenire uno che pratica il peccato. — I Giov. 3:4-6.
Inoltre, la fede nel provvedimento divino per la vita eterna ci spinge a parlare. Ecco perché oggi “in tutta la terra abitata” i testimoni di Geova vanno a trovare le persone a casa per portare loro il messaggio del Regno. (Matt. 24:14) Senz’altro ognuno di noi vuole che anche i propri parenti, conoscenti, sì, tutte le persone con cui veniamo in contatto, conoscano la “buona notizia” e agiscano di conseguenza. Solo accettando la “buona notizia” possono sfuggire all’ira divina che sarà espressa contro l’umanità empia, e solo in questo modo potranno vedere il giorno in cui il regno di Dio nelle mani di Cristo trasformerà questa terra in un luogo esente da dolore, malattie e morte. — II Piet. 3:13; Riv. 21:4, 5.
Il fatto che siano passati più di 1.900 anni non ha attenuato il potere della “buona notizia”. Spinge ancora migliaia di persone a piegarsi all’influenza dello spirito di Dio e a produrne i frutti, principalmente l’amore. Mossi da tale spirito, i veri cristiani non possono smettere di parlare ad altri del più grande messaggio oggi esistente. Può dirsi questo di voi? Sì, se avete vera fede nella “buona notizia”.
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Paolo era un fautore della violenza?La Torre di Guardia 1980 | 15 marzo
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Paolo era un fautore della violenza?
Secondo il “Saarbrückener Zeitung”, giornale della Repubblica Federale di Germania, l’84enne ecclesiastico “Padre” Bertoni, testimone al processo contro i terroristi corsi, avrebbe dichiarato: “Sono per la violenza dettata dalla necessità”. Cercando di sostenere il suo atteggiamento favorevole al terrorismo, l’ecclesiastico ha detto riguardo all’apostolo Paolo: “Paolo disse: ‘Senza spargimento di sangue non c’è remissione’”. Ma il procuratore distrettuale ha ribattuto: “Sentire che Paolo dava consigli sul terrorismo mi lascia esterrefatto”.
Il sangue di cui parlava Paolo era il sangue di Gesù e non aveva nulla a che fare con il sostenere la violenza. (Ebr. 9:22) Inoltre, Paolo non poteva essere un fautore della violenza, perché dichiarò: “Son puro del sangue di tutti gli uomini”. (Atti 20:26) Fu anche uno scrupoloso seguace di Gesù, che aveva detto a Pietro: “Riponi la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada periranno di spada”. (Matt. 26:52) Paolo consigliò: “Non rendete a nessuno male per male. . . . Siate pacifici con tutti gli uomini. Non vi vendicate, diletti, ma fate posto all’ira; poiché è scritto: ‘La vendetta è mia; io ricompenserò, dice Geova’”. (Rom. 12:17-19) Perciò Paolo rimase strettamente neutrale per quanto riguardava i conflitti politici del suo tempo. — Giov. 17:16; Giac. 1:27.
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