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  • Fuori delle tombe alla “risurrezione di vita”
    La Torre di Guardia 1965 | 15 giugno
    • Fuori delle tombe alla “risurrezione di vita”

      1. Quale vita hanno cominciato pur essendo ancora sulla terra quelli che divengono giudici associati con Cristo, e come?

      NEGLI scorsi diciannove secoli le persone che Dio ha scelto per divenire giudici associati con suo Figlio nel regno celeste hanno udito la voce del Figlio di Dio e, poiché hanno dato ascolto a ciò che la sua voce diceva loro di fare, hanno cominciato una vita spirituale pur essendo ancora su questa terra. Sono stati giustificati dalla condizione condannata del mondo dell’umanità, morto nei suoi falli e peccati e nel suo spirito odioso. Dio li ha liberati dalla condanna della morte mediante la morte di sacrificio che suo Figlio subì per tutti i credenti. — Rom. 5:1; 8:1-4.

      2. A che cosa si riferì Gesù in Giovanni 5:26 con l’espressione “ha in sé la vita”?

      2 Gesù Cristo si riferì alla parte che egli aveva avuta in relazione all’atto di Dio di portare i credenti dalla morte alla vita quando disse successivamente: “Poiché come il Padre ha in sé la vita, così ha concesso anche al Figlio d’avere in sé la vita”. Dal modo in cui Gesù ragionò in questo suo discorso egli non si riferì a ciò che alcuni chiamano “vita innata” nel suo Padre celeste o in sé, oppure ‘auto-esistenza’ secondo An American Translation (Una Traduzione Americana). (Giov. 5:26) Conformemente al suo argomento Gesù si riferì al potere di impartire la vita. Quindi la New English Bible (Nuova Bibbia Inglese) (del 1961) rende in questo modo le parole di Gesù: “Poiché come il Padre ha in sé potere vivificante, così l’ha il Figlio, mediante il dono di Dio”. La traduzione cattolica romana di monsignor Ronald A. Knox esprime la stessa idea dicendo: “Come il Padre ha in sé il dono della vita, così ha concesso al Figlio che anch’egli abbia in sé il dono della vita”. La Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane del 1950 presenta lo stesso pensiero: “Poiché proprio come il Padre ha in sé il dono della vita, così ha concesso al Figlio di avere anche in sé il dono della vita”.

      3. Perché Dio poteva concedere e concesse effettivamente al Figlio di avere “in sé la vita”?

      3 Come, quando e perché il Padre celeste concesse a suo Figlio Gesù Cristo di avere in sé il potere di dare la vita? Poiché Geova Dio è la “fonte della vita”, egli poteva concedere a suo Figlio di avere in sé il potere di dare la vita. (Sal. 36:9) Egli fece questo perché la famiglia umana moriva a causa del peccato commesso dal suo primo padre umano, Adamo. — Rom. 5:12.

      4, 5. (a) Mediante suo Figlio, come provvide Dio per impartire la vita al genere umano? (b) A chi dunque applica Ebrei 10:5-10 le parole del Salmo 40:6-8, e come?

      4 Si poteva impartire la vita eterna alla condannata morente razza del genere umano solo per mezzo di un sacrificio umano. Per provvedere questo sacrificio umano che annullasse il peccato dell’umanità e la liberasse dalla condanna a morte Geova Dio, il Padre celeste, mandò suo Figlio, trasferendo la sua vita dal cielo sulla terra. Egli fece nascere miracolosamente suo Figlio come bambino Gesù a Betleem di Giudea. Gesù crebbe fino a divenire un uomo perfetto all’età di trent’anni, l’equivalente del perfetto uomo Adamo in Eden. È vero che egli aveva ora la perfetta vita umana libera dalla condanna, ma egli doveva rendere questa sua vita umana disponibile all’umanità sacrificandola nel servizio del suo Padre celeste. Perciò all’età di trent’anni Gesù si presentò per questo servizio di sacrificio, per servire come sacerdote di Dio. In Ebrei 10:5-10 l’ispirato scrittore applica a Gesù le parole del Salmo 40:6-8 e dice:

      5 “Perciò quando egli viene nel mondo dice: ‘“Non hai voluto né sacrificio né offerta, ma mi hai preparato un corpo. Non hai approvato interi olocausti né offerta per il peccato”. Quindi ho detto: “Ecco, io vengo (nel rotolo del libro è scritto di me) per fare, o Dio, la tua volontà”’. Dopo aver detto prima: ‘Non hai voluto e non hai approvato né sacrifici né offerte né interi olocausti né offerta per il peccato’ — sacrifici che sono offerti secondo la Legge — quindi effettivamente dice: ‘Ecco, io vengo per fare la tua volontà’. Egli sopprime ciò che è primo per stabilire ciò che è secondo. Mediante la quale ‘volontà’ noi siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo una volta per sempre”.

      6. In armonia con ciò, che cosa fece Gesù per se stesso, e che cosa gli diede quindi Dio in misura limitata?

      6 Per simboleggiare questa sua presentazione per lo speciale servizio di Dio anche fino alla morte, Gesù si fece battezzare in acqua da Giovanni Battista. (Matt. 3:13-17) Subito dopo che Gesù era stato battezzato in acqua Geova Dio battezzò il proprio Figlio ora dedicato con lo spirito santo dal cielo e lo dichiarò suo Figlio spirituale. Ivi a quel battesimo il Padre concesse al Figlio di avere in sé in misura limitata il potere di dare la vita. A motivo di questo fatto il Figlio poté guarire l’uomo che era malato da trentotto anni, destare anche Giudei dai morti, e riportare perfino in vita il suo caro amico Lazzaro che era sepolto da quattro giorni. Ma Gesù non aveva ancora il potere di dare la vita eterna ai membri della condannata famiglia umana. Perché no? Perché non aveva ancora sacrificato il suo perfetto corpo umano nella morte effettiva.

      7. (a) Quale potere esercitò Dio il terzo giorno dopo la morte di Gesù, e come? (b) Con che cosa ascese al cielo Gesù, e perché con ciò?

      7 Tuttavia, un Gesù Cristo morto non avrebbe potuto dare la vita alla morente umanità. Quindi, il Padre Geova Dio, che ha in sé il potere di dare la vita, destò suo Figlio dai morti il terzo giorno perché avesse la vita immortale nel cielo, nel reame spirituale. Quando Gesù ascese al cielo quaranta giorni dopo la sua risurrezione dai morti, egli non portò con sé in cielo il sacrificato corpo umano — cosa impossibile! — ma portò con sé il valore della sua perfetta vita umana sacrificata, per presentarla al Padre celeste a favore dell’umanità. L’Iddio Padre accettò la presentazione di questo sacrificio e rese Gesù Cristo suo Sommo Sacerdote a favore dell’uomo. — Ebr. 9:24-26.

      8. Che persona divenne Gesù nella risurrezione?

      8 Conformemente, l’apostolo Paolo, scrivendo in merito alla risurrezione dei cristiani morti e in merito alla specie di corpo con cui questi morti vengono alla vita, dice: “È seminato corpo fisico, è destato corpo spirituale. Se vi è un corpo fisico, ve n’è anche uno spirituale. Così è anche scritto: ‘Il primo uomo Adamo divenne anima vivente’. L’ultimo Adamo divenne spirito vivificante”. (1 Cor. 15:44, 45) L’apostolo Paolo chiama Gesù Cristo “l’ultimo Adamo” e dice che egli divenne “spirito vivificante” nella sua risurrezione.

      9. (a) Come che cosa poté ora agire il Figlio di Dio? (b) Perché fu necessario che divenisse il “Figlio dell’uomo”, e perché la morte della maggioranza del genere umano non gli è d’ostacolo?

      9 In questo modo Geova Dio, il Padre, concesse a suo Figlio Gesù Cristo di avere in sé potere vivificante. Questo permise al Figlio di agire da giudice, non solo dei viventi, ma anche dei morti che avrebbe potuto destare alla vita al tempo del suo regno celeste. Per questa ragione Gesù Cristo continuò l’argomento e aggiunse queste parole: “E gli ha dato autorità di giudicare, perché è Figlio dell’uomo”. (Giov. 5:27) Se il celeste Figlio di Dio non fosse divenuto “Figlio dell’uomo” per scopi di sacrificio, non avrebbe potuto avere questo privilegio di ottenere potere vivificante ed essere nominato Giudice dell’umanità, Giudice dei morti e dei vivi. Naturalmente, la maggior parte della razza umana sarebbe stata morta al tempo dell’istituzione del suo regno. Tuttavia, questo fatto non gli avrebbe impedito di giudicarla, poiché ora egli ha potere vivificante e può convocarla davanti a sé destandola dalle tombe.

      MERAVIGLIA ANCORA PIÙ GRANDE

      10. Di quale più grande meraviglia parlò Gesù in Giovanni 5:28-30 a quei Giudei che pensavano d’ucciderlo?

      10 Quando Gesù parlò del fatto che gli erano stati concessi potere vivificante e autorità di giudicare, senza dubbio fece meravigliare i Giudei che volevano ucciderlo. Ma se essi si meravigliarono di tali cose, doveva verificarsi qualcosa di ancora più meraviglioso. Essi non avevano udito il culmine della questione. Così Gesù proseguì dicendo: “Non vi meravigliate di questo, perché l’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe commemorativea udranno la sua voce e ne verranno fuori, quelli che hanno fatto cose buone alla risurrezione di vita, quelli che hanno praticato cose vili alla risurrezione di giudizio. Io non posso fare una sola cosa di mia propria iniziativa; come odo, giudico; e il giudizio che rendo è giusto, perché cerco non la mia volontà ma la volontà di colui che mi ha mandato”. — Giov. 5:28-30.

      11, 12. (a) Quanti verranno fuori, e verranno fuori tutti insieme in una sola volta? (b) Perché l’uso da parte di Gesù della parola “ora” non richiede che vengano fuori tutti in una volta?

      11 Si noti che in tal caso Gesù disse che “tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno la sua voce e ne verranno fuori” in ubbidienza a lui, il Giudice che ha potere vivificante. Questo richiede che siano tutti risuscitati, cioè tutti i morti, buoni e cattivi, che sono ricordati per essere destati. Ciò non significa, tuttavia, che siano tutti risuscitati o che debbano essere tutti risuscitati nello stesso tempo, lo stesso giorno. È vero che Gesù disse che l’“ora” viene in cui tutto ciò accadrà. Ma certamente in questo caso la parola “ora” non significa solo sessanta minuti o 3.600 secondi esatti.

      12 Certamente l’apostolo Giovanni, quando scrisse verso il 98 dell’Èra Cristiana, non intese dire la ventiquattresima parte di un giorno intero quando scrisse: “Fanciullini, è l’ultima ora, e, come avete udito che viene l’anticristo, così ora vi sono molti anticristi; da cui acquistiamo la conoscenza che è l’ultima ora”. (1 Giov. 2:18) Quindi l’uso di Gesù della parola “ora” significa qui un periodo di tempo sotto l’istituito regno di Dio, periodo di tempo che sarà difficile, per così dire, un’“ora” difficile.

      13. Dato che tutti vengono fuori delle tombe, che genere di risurrezione intende Gesù, e perché questo non significa che vengano fuori tutti in una volta?

      13 Quando Gesù disse che tutti i morti che sono nelle tombe commemorative udranno la sua voce giudiziaria e ne verranno fuori, intese dire che vi sarebbe stata una grande generale risurrezione che include tutti. Egli spiega, tuttavia, che le persone che parteciperanno a questa generale risurrezione avranno risultati diversi. Tuttavia, questa risurrezione che abbraccia tutti non significa anche che vengono fuori tutti nello stesso tempo, lo stesso giorno, lo stesso anno, com’è indicato altrove.

      14. Come indica l’apostolo Paolo in 1 Corinti 15:22, 23 che vi sarà un ordine nella risurrezione?

      14 L’apostolo Paolo, considerando la certezza della risurrezione, disse: “Poiché come in Adamo tutti muoiono, così anche nel Cristo tutti saranno resi viventi. Ma ciascuno nel proprio ordine: Cristo la primizia, poi quelli che appartengono al Cristo durante la sua presenza”. (1 Cor. 15:22, 23) Non tutti i cristiani spirituali che saranno giudici associati con Cristo Gesù nel suo regno saranno morti al tempo del suo arrivo. Alcuni dovranno finire successivamente la loro vita terrena in una morte di sacrificio, quando finiranno l’opera affidata loro da Dio sulla terra.

      15. Come indica Paolo in 1 Tessalonicesi 4:16, 17 una differenza nel tempo della risurrezione?

      15 Perciò essi non saranno tutti risuscitati simultaneamente al tempo dell’arrivo di Gesù, ma, in 1 Tessalonicesi 4:16, 17, l’apostolo Paolo dice: “Il Signore stesso scenderà dal cielo con una chiamata di comando, con voce di arcangelo e con tromba di Dio, e quelli che sono morti unitamente a Cristo sorgeranno per primi. In seguito noi viventi che sopravvivremo, saremo rapiti insieme con loro nelle nubi per incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre col Signore”. Le parole “primi” e “in seguito” denotano una differenza nel tempo della risurrezione.

      16, 17. In Rivelazione 20:4-6, che cosa dice Giovanni di quelli che diverranno giudici associati con Gesù Cristo nel cielo?

      16 Riguardo a quelli che sederanno su troni celesti per agire da giudici associati col Giudice superiore Gesù Cristo, l’apostolo Giovanni ebbe a dire quanto segue in Rivelazione 20:4-6:

      17 “E vidi dei troni, e vi eran quelli che sedettero su di essi, e fu data loro la potenza di giudicare. Sì, vidi le anime di quelli che furono giustiziati con la scure per la testimonianza che avevan resa a Gesù e per aver parlato intorno a Dio, e quelli che non avevano adorato né la bestia selvaggia né la sua immagine e che non avevano ricevuto il marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Ed essi tornarono in vita e regnarono col Cristo per mille anni. (Il resto dei morti non tornò in vita finché i mille anni non furono finiti). Questa è la prima risurrezione. Felice e santo è chiunque prende parte alla prima risurrezione; su questi non ha autorità la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo, e regneranno con lui per mille anni”.

      18. A quale risurrezione prendono parte, e perché è considerata tale?

      18 Quelli che siedono sui troni celesti e ai quali è data la “potenza di giudicare” prendono parte a ciò che l’apostolo Giovanni chiama “la prima risurrezione”. La parola “prima” distingue la loro risurrezione da quella del resto dell’umanità. Essa è la prima, non solo per questione di importanza, ma anche per questione di tempo.

      19. (a) Come si riferisce Paolo in Filippesi 3:11 al tempo della risurrezione? (b) Chi sarà incluso tra i partecipanti alla prima risurrezione?

      19 L’apostolo Paolo aveva in mente la questione del tempo quando scrisse in merito ai suoi sforzi che, come egli dice, “in qualche modo possa conseguire la risurrezione dai morti che ha luogo più presto”. (Filip. 3:11) Tra quelli che prendono parte alla “prima risurrezione” e si siedono su quei troni per giudicare sono inclusi i dodici fedeli apostoli di Gesù, come egli stesso promise. (Matt. 19:27, 28) L’apostolo Paolo disse che essa avrebbe incluso anche i suoi fedeli fratelli cristiani santificati. (1 Cor. 1:1, 2; 6:2) Tutti insieme, essi saranno 144.000, che l’apostolo Giovanni vide in visione suggellati sulla fronte col sigillo del vivente Iddio e stanno in piedi sul celeste monte Sion col sacrificato Agnello di Dio, Gesù Cristo. — Riv. 7:4-8; 14:1-3.

      “IL RESTO DEI MORTI”

      20, 21. (a) A quale risurrezione prende parte “il resto dei morti”? (b) Come descrive l’apostolo Giovanni la loro risurrezione e il loro giudizio?

      20 La risurrezione dei 144.000 che partecipano alla prima risurrezione, che si siedono su troni con la “potenza di giudicare”, lascia da considerare “il resto dei morti”. Poiché questi non partecipano alla prima risurrezione, devono partecipare ad una seconda o posteriore risurrezione. Nella stessa visione l’apostolo Giovanni vide la risurrezione del “resto dei morti” e la descrisse in questo modo:

      21 “E vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra. Dalla sua presenza fuggirono la terra e il cielo, e non fu trovato luogo per loro. E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono, e dei rotoli furono aperti. Ma fu aperto un altro rotolo; è il rotolo della vita. E i morti furono giudicati dalle cose scritte nei rotoli secondo le loro opere. E il mare diede i morti ch’erano in esso, e la morte e l’Ades diedero i morti che erano in essi, e furon giudicati individualmente secondo le loro opere. E la morte e l’Ades furono scagliati nel lago di fuoco. Questo significa la seconda morte, il lago di fuoco. Inoltre, chiunque non fu trovato scritto nel libro della vita fu scagliato nel lago di fuoco”. (Riv. 20:11-15) Il “lago che brucia con fuoco e zolfo” è menzionato di nuovo in Rivelazione 21:8, ma ivi in relazione ai cristiani che dovevano divenir parte dei 144.000 ma che vengono meno perché non vincono questo mondo a causa di codardia, mancanza di fede e perché si volgono alla malvagità.

      22. Perché la terra e il cielo che fuggono non sono letterali?

      22 La terra e il cielo che fuggono da colui che è seduto sul grande trono bianco di giudizio sono, naturalmente, simbolici, e non la terra e il cielo letterali. Altrimenti, dove starebbero le persone risuscitate dinanzi al trono di giudizio? Oppure, come potrebbero venir fuori delle tombe commemorative che sono sulla terra letterale, o venir fuori dell’Ades, che è la comune tomba del morto genere umano nella terra letterale, o venir fuori del mare dove molti sono annegati? Così la terra e il cielo che fuggirono sono simbolici.

      23. Quando o in che modo fuggirà la terra simbolica, e quindi il cielo simbolico?

      23 La terra simbolica fugge quando è distrutta Babilonia la Grande e immediatamente dopo ciò la simbolica bestia selvaggia e il “falso profeta” e i re della terra e i loro eserciti sono distrutti nella guerra di Har-Maghedon, come descrive Rivelazione 16:13-16; 17:15-18; 19:19-21. Il cielo simbolico fugge quando Satana il Diavolo e i suoi demoni sono incatenati e chiusi nell’abisso per i mille anni del regno di Cristo sopra la terra, come descrive Rivelazione 20:1-3. In tal modo queste malvage potenze terrene e celesti non saranno presenti per ostacolare il giudizio dei morti della terra durante i mille anni del regno di Cristo.

      24. (a) Perché è irragionevole pensare che questo giorno di giudizio sia solo di ventiquattro ore? (b) Come calcoliamo la durata di tale giorno di giudizio?

      24 Si ricordi che l’apostolo Paolo indica che vi deve essere un certo ordine e grado nella risurrezione dei morti. Quindi non dobbiamo concludere che i morti terreni siano destati dall’Ades e dal mare tutti nello stesso tempo o tutti in un solo giorno di ventiquattro ore. Non è necessario che il giudizio abbia luogo in modo così affrettato. Dato che vi sono tante creature umane morte, decine di miliardi, come potrebbero essere giudicate tutte dovutamente in un solo giorno di ventiquattro ore, anche dai 144.000 giudici associati insieme al loro Giudice superiore, Gesù Cristo? Poiché i 144.000 giudici associati vivono e regnano con Cristo per mille anni, il giorno del giudizio dei morti umani sarà lungo mille anni. Questo darà abbastanza tempo per mettere alla prova ogni risuscitato e per stabilire se il suo nome deve essere scritto o no nel rotolo della vita. Non dice forse 2 Pietro 3:8: “Non sfugga alla vostra attenzione questo solo fatto, diletti, che un giorno è presso Geova come mille anni, e mille anni come un giorno”? Sì. Perciò ragioniamo secondo le Scritture.

      25, 26. (a) In che modo Ebrei 11:35 fa pensare che vi siano ordine e grado riguardo alla terrena risurrezione umana? (b) A chi era riservata, e come sono stati chiamati per molto tempo?

      25 Si noti ora qualcosa che fa pensare che vi siano un certo ordine e grado riguardo alla terrena risurrezione umana. In Ebrei 11:1 fino a 12:1 lo scrittore fa un breve racconto relativo a un “così gran nuvolo di testimoni”, che vissero prima che Gesù Cristo morisse e fosse risuscitato e che furono a quel tempo testimoni di Geova. (Isa. 43:10-12; 44:8) Nel trentacinquesimo versetto del capitolo undici di Ebrei lo scrittore dice chiaramente che essi erano tutti degni di una risurrezione migliore. Il versetto dice: “Delle donne ricevettero i loro morti mediante risurrezione; ma altri uomini furono torturati perché non accettarono la liberazione mediante qualche riscatto, onde ottenessero una risurrezione migliore”.

      26 Questa “risurrezione migliore” era evidentemente riservata a tutto questo “gran nuvolo di testimoni”, ragione per cui alcuni furono perfino disposti a farsi torturare fino alla morte onde ottenerla. Dopo averci parlato delle loro avversità e sofferenze, Ebrei 11:38 dice di questi antichi testimoni: “Il mondo non era degno di loro”. Conseguentemente, per molto tempo gli studiosi cristiani della Bibbia li definirono “antichi eletti”.b

      27. (a) Come indica Ebrei 11:39, 40 una differenza nelle risurrezioni, e qual è la differenza? (b) In che modo la risurrezione degli antichi testimoni è “migliore”?

      27 A indicare che vi sarebbe stata una differenza tra la risurrezione di quell’antico “nuvolo di testimoni” e la risurrezione dei 144.000 cristiani che divengono giudici associati con Cristo nei cieli, Ebrei 11:39, 40 dice quanto segue in merito a questi antichi testimoni: “Eppure tutti questi, benché ricevessero testimonianza mediante la loro fede, non ottennero l’adempimento della promessa, poiché Dio previde per noi qualche cosa di migliore, onde non fossero resi perfetti senza di noi”. Sì, Dio previde qualcosa di meglio per i fedeli seguaci di Cristo, qualcosa di meglio di ciò che ottiene l’antico “nuvolo di testimoni” quando essi sono risuscitati. Il “nuvolo di testimoni” non prende parte alla prima risurrezione, che è una risurrezione celeste e spirituale. Essi hanno una risurrezione terrena. Tuttavia la loro risurrezione è migliore di quella ottenuta da coloro che gli antichi profeti destarono dai morti, le persone a cui si riferiscono le parole: “Delle donne ricevettero i loro morti mediante risurrezione”. La loro risurrezione avverrà sotto il regno di Dio con Cristo come Re. Quindi essi non dovranno morire di nuovo se rimarranno fedeli.

      28. Agli antenati di chi si riferisce il Salmo 45:16, e che ne sarà di loro?

      28 Il Salmo 45 si riferisce ad alcuni antichi testimoni precristiani che sono meritevoli di tale “risurrezione migliore”. Il Salmo 45 parla profeticamente del Re messianico, Gesù Cristo, e del suo matrimonio con la classe della sposa, i 144.000 suoi coeredi nel regno celeste. Quindi, rivolgendosi al Re Gesù Cristo, il Salmo 45:16 (VR) dice profeticamente: “I tuoi figlioli prenderanno il posto de’ tuoi padri; tu li costituirai prìncipi per tutta la terra”. Tra gli antenati di Gesù Cristo uomo vi sono Abraamo, Isacco e Giacobbe e il Re Davide, che furono uomini fedeli, fedeli testimoni di Geova.

      29, 30. (a) Che si può dire circa il fatto che la nomina dei prìncipi in tutta la terra sia o no limitata agli antenati di Cristo? (b) Che cosa indica la loro nomina quali prìncipi circa la venuta delle persone nella risurrezione?

      29 Onde nominare i suoi fedeli antenati come “prìncipi per tutta la terra” sotto il suo regno celeste, Gesù Cristo dovrà risuscitarli dalle tombe commemorative. Affinché le altre persone sulla terra ricevano il beneficio del governo principesco dei fedeli antenati di Cristo durante il suo regno millenario, tali antenati devono essere risuscitati al principio del suo regno, anche se morirono migliaia di anni fa. Se il regnante Re Gesù Cristo limitasse la nomina di prìncipi in tutta la terra soltanto ai suoi devoti antenati, non vi sarebbero molti prìncipi come questi su tutta la terra. Altri uomini antichi compresi nel “così gran nuvolo di testimoni” furono ugualmente fedeli. Così è solo ragionevole che tali fedeli testimoni siano similmente considerati degni di essere nominati prìncipi in varie parti della terra.

      30 La loro nomina con incarichi di prìncipi indica che essi saranno risuscitati prima degli altri sudditi terreni del regno di Dio. Questo fa pensare che nella risurrezione terrena si rispetterà un certo ordine e grado. Perciò, l’Ades e il mare non daranno i morti terreni tutti in una volta, senza che si disponga in anticipo di aver cura dei morti che ritornano.c

      “RISURREZIONE DI VITA”

      31. (a) Che cosa si sono chiesti alcuni commentatori della Bibbia in merito a Giovanni 5:28, 29? (b) Come divise Gesù Cristo quelli che hanno una risurrezione?

      31 Gesù parlò dell’uscire dalle tombe commemorative come di una sola operazione generale. Tuttavia, egli spiega che tale risurrezione di tutti avrà diversi risultati per persone diverse. In Giovanni 5:28, 29 egli dice: “Tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno la sua voce e ne verranno fuori, quelli che hanno fatto cose buone alla risurrezione di vita, quelli che hanno praticato cose vili alla risurrezione di giudizio”. Quindi alcuni commentatori della Bibbia si sono chiesti se questo significasse due risurrezioni secondo questi due aspetti, delle due classi qui indicate.d Tuttavia, in questo caso Gesù Cristo non parla della risurrezione suddividendola quindi secondo la “prima risurrezione” e la risurrezione di tutto “il resto dei morti”. Egli divide l’umanità solo in quanto al risultato per i risuscitati.

      32. Chi è incluso fra gli operatori di bene che ottengono la “risurrezione di vita”?

      32 In Giovanni 5:29 troviamo l’unico luogo nella Bibbia dove ricorre l’espressione “risurrezione di vita”. Gesù disse che la ricevono quelli “che hanno fatto cose buone”. Chi è incluso fra tali operatori di cose buone? La Bibbia risponde: TUTTI i risuscitati che ottengono la vita eterna nel futuro giusto nuovo ordine di cose di Dio sotto il suo Messia, indipendentemente dal fatto che la vita sia la vita immortale nel cielo come coeredi e giudici associati di Gesù Cristo o la vita nella perfezione umana sulla terra sotto il regno di Dio retto dal suo Messia.e Si ottiene tale vita mediante Gesù Cristo.

      33, 34. (a) L’espressione “risurrezione di vita” significa forse che si ottenga istantaneamente la perfezione della vita? (b) Che cosa si può dire, dunque, della risurrezione di Cristo e dei suoi 144.000 coeredi e del rimanente di questi?

      33 La “risurrezione di vita” non significa in se stessa che si sia risvegliati dalla morte per ottenere istantaneamente la perfezione della vita in cielo come creature spirituali o sulla terra come creature umane. Nel caso dei 144.000 cristiani che si mostrano degni di divenire giudici, re e sacerdoti associati con Gesù Cristo nel cielo, la loro risurrezione significherà veramente che diverranno istantaneamente perfetti come immortali, incorruttibili figli spirituali di Dio. Quando il loro Capo Gesù Cristo fu risuscitato, egli fu istantaneamente reso perfetto come principale Figlio spirituale di Dio. La risurrezione dei suoi 144.000 coeredi sarà simile alla sua. (Rom. 6:5) Quando l’apostolo Paolo parla della risurrezione si riferisce ai fedeli cristiani che sopravvivono sulla terra fino all’arrivo del loro Signore e che non devono dormire nella morte quando finiscono la loro carriera terrena, dormendo fino al suo ritorno. In 1 Corinti 15:49-54 Paolo scrive:

      34 “E come abbiamo portato l’immagine di quello fatto di polvere [il primo uomo Adamo], porteremo anche l’immagine del celeste [Gesù Cristo]. Comunque, dico questo, fratelli, che carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio, né la corruzione eredita l’incorruzione. Ecco, vi dico un sacro segreto: non tutti ci addormenteremo nella morte, ma tutti saremo mutati, in un momento, in un batter d’occhio, durante l’ultima tromba. Poiché la tromba suonerà, e i morti saranno destati incorruttibili, e noi saremo mutati. Poiché questo che è corruttibile deve rivestire l’incorruzione, e questo che è mortale deve rivestire l’immortalità. Ma quando questo che è corruttibile avrà rivestito l’incorruzione e questo che è mortale avrà rivestito l’immortalità, allora sarà adempiuta la parola che è scritta: ‘La morte è inghiottita per sempre’”.

      35. Subiscono i 144.000 un giudizio prima di essere risuscitati all’istantanea perfezione, e che cosa indica 2 Corinti 5:10?

      35 Poiché i 144.000 sono risuscitati all’istantanea perfezione della vita spirituale celeste, significa questo che prima essi non sono giudicati? No! In 2 Corinti 5:10 l’apostolo Paolo scrive alla congregazione dei fedeli seguaci di Cristo: “Poiché dobbiamo tutti esser resi manifesti dinanzi al tribunale del Cristo, affinché ciascuno riceva il suo giudizio per le cose fatte mediante il corpo, secondo le cose che ha praticate, sia una cosa buona che una vile”. Perciò ora i coeredi di Cristo sono in giudizio.

      36. Conformemente, quale avvertimento dà 1 Pietro 4:17, 18 ai 144.000?

      36 In merito a questo li avverte l’apostolo Pietro, in 1 Pietro 4:17, 18, dicendo: “Poiché è il tempo fissato perché il giudizio cominci dalla casa di Dio. Ora se comincia prima da noi, quale sarà la fine di quelli che non sono ubbidienti alla buona notizia di Dio? ‘E se il giusto è salvato con difficoltà, dove si mostreranno l’empio e il peccatore?’”

      37. Quando e dove si deve dimostrare che i 144.000 sono quelli “che hanno fatto cose buone”?

      37 Perciò, prima che muoiano e ricevano la “risurrezione di vita” il Giudice deve dimostrare il fatto che essi sono di “quelli che hanno fatto cose buone”. Poiché nella risurrezione questi 144.000 coeredi ricevono istantaneamente la vita perfetta come creature spirituali nel cielo, si deve dimostrare che sono operatori di bene in questa èra, nella carne. Ciò deve aver luogo prima che siano istantaneamente rivestiti di immortalità e incorruttibilità nel cielo.

      GLI ALTRI OPERATORI DI BENE

      38. Riguardo ai risuscitati con l’opportunità della vita eterna sulla terra, che cosa deciderà se saranno scritti o rimarranno scritti nel “rotolo della vita”?

      38 Che dire di coloro che hanno una risurrezione terrena con la speranza della vita perfetta in un paradiso terrestre sotto il regno di Dio? Questi non hanno bisogno di subire o non subiscono un’istantanea trasformazione ottenendo la perfezione umana quando sono risvegliati dalla morte nelle tombe commemorative. Le opere determineranno se saranno scritti nel rotolo della vita o se vi rimarranno scritti, ma tali opere non sono state ancora tutte compiute. Quali saranno le loro opere sulla terra durante il regno millenario di Cristo? Oltre a ciò, tutti costoro hanno dinanzi la finale prova quando Satana e i suoi demoni saranno sciolti dall’abisso alla fine dei mille anni. (Riv. 20:7-10) In quel tempo futuro sarà stabilito in modo decisivo se essi sono “quelli che hanno fatto cose buone” se si manterranno fedeli in questa prova.

      39, 40 (a) Che cosa dovrà imparare quel “così gran nuvolo di testimoni”, che include anche Giovanni Battista? (b) Che cosa dovrà dimostrare d’essere quel “nuvolo di testimoni”, e di quale provvedimento per i peccati potranno valersi?

      39 Prendete per esempio quel “così gran nuvolo di testimoni” dei tempi antichi, che comprende Abraamo, Isacco e Giacobbe, Mosè, il re Davide, Giovanni Battista. Noi ci aspettiamo che essi siano resi “prìncipi per tutta la terra”. Essi avranno molto da imparare, specialmente riguardo al Messia Gesù e alla parte che egli ha nel proposito e nelle disposizioni di Dio. Essi dovranno acquistare intendimento di ciò e dovranno essere messi alla prova riguardo a tali informazioni che riceveranno dopo la loro risurrezione. Giovanni Battista fu decapitato circa due anni prima che Gesù Cristo morisse, fosse risuscitato e ritornasse in cielo. Così Giovanni ha molto da imparare e su cui essere messo alla prova dopo che sarà risuscitato alla vita sulla terra. Anche mentre era nella sua cella in prigione Giovanni Battista mandò a chiedere a Gesù se egli era il completo adempimento del Messia o se ne doveva venire ancora uno diverso per completare le cose.

      40 Conseguentemente, sino alla fine del regno millenario di Cristo i membri di quel “così gran nuvolo di testimoni”, che ricevono una “risurrezione migliore”, dovranno dimostrare di essere operatori di cose buone. Nei tempi antichi essi ebbero il beneficio soltanto dei sacrifici animali che non potevano togliere effettivamente i peccati umani; ma dopo che saranno risuscitati sulla terra potranno valersi del sacrificio di riscatto di Gesù e dei suoi servizi come Sommo Sacerdote di Dio per i peccatori umani. La loro vita eterna dipende da ciò.

      41. (a) Di quale classe fa parte la “grande folla” di Rivelazione 7:9-17? (b) Qual è la loro speranza di sopravvivenza, e otterranno istantaneamente la perfezione umana?

      41 In Rivelazione 7:9-17 è descritta una “grande folla”. Questa è una classe terrena di persone. Esse non costituiscono una classe generata dallo spirito di Dio. Quindi non sono una classe avente un destino celeste. Fanno parte delle “altre pecore” che l’eccellente Pastore Gesù Cristo conduce nel suo unico ovile di persone salvate, secondo ciò che egli disse in Giovanni 10:16. Tutte le “altre pecore” dovranno vivere nella “nuova terra” sotto il celeste regno di Dio. Ma molti dell’odierna “grande folla” si aspettano di sopravvivere alla guerra di Har-Maghedon con cui ha fine questo sistema di cose, proprio come i figli e le nuore di Noè sopravvissero con Noè e sua moglie nell’arca. Così essi sperano di continuare a vivere nel nuovo sistema di cose dopo Har-Maghedon senza morire. Essi non saranno trasformati istantaneamente in perfette creature umane subito dopo la guerra di Har-Maghedon. Come classe non otterranno la perfezione umana che alla fine del regno millenario di Cristo con l’aiuto del suo regno.

      42. Quando otterranno la perfezione umana quelli della “grande folla” che muoiono prima della guerra di Har-Maghedon e quando dimostreranno d’essere quelli “che hanno fatto cose buone”?

      42 Molti di questa “grande folla” sono già morti fedeli nel servizio di Dio. Altri moriranno ancora prima della guerra di Har-Maghedon. Così essi dovranno udire la voce del glorificato Figlio dell’uomo e uscire dalle tombe commemorative nella risurrezione. Essi non saranno destati istantaneamente alla perfezione umana più di quanto i terreni superstiti della guerra di Har-Maghedon ottengano in un istante la perfezione umana subito dopo la fine di Har-Maghedon. Come questi terreni superstiti di Har-Maghedon, coloro che escono dalle tombe commemorative non otterranno la perfezione umana che alla fine del regno millenario di Cristo. E allora essi dovranno affrontare lo scioglimento di Satana e dei suoi demoni, per dimostrare se continueranno a fare cose buone. Solo quelli “che hanno fatto cose buone” malgrado il breve scioglimento di Satana otterranno la vita eterna sulla terra.

      43. Chi è compreso fra i morti menzionati in Rivelazione 20:11-13?

      43 Per quanto riguarda i morti dell’umanità in generale, Rivelazione 20:11-13 dice che sia l’Ades che il mare daranno i morti che sono in essi. Questi morti comprenderanno i fedeli profeti e testimoni da Abele fino a Giovanni Battista, e anche quelli dell’attuale “grande folla” che muoiono prima di Har-Maghedon, e tutti gli altri, come disse Gesù, che saranno allora “nelle tombe commemorative”.

      44. Quale domanda sarà fatta allora riguardo ad essi, e secondo che cosa saranno giudicati?

      44 Quindi sorge la domanda: chi farà sì che il suo nome sia scritto o rimanga scritto nel “rotolo della vita”? Evidentemente coloro che saranno infine giudicati come “quelli che hanno fatto cose buone”. Per essere infine dichiarati tali, essi devono mettere la loro vita in armonia coi “rotoli” simbolici dell’istruzione divina che saranno aperti durante il regno millenario di Cristo. Essi avranno bisogno di questi rotoli aperti come guida per le loro opere durante il regno di Cristo, perché coloro che sono in piedi davanti al “grande trono bianco” saranno giudicati “secondo le loro opere”. — Riv. 20:12.

      45. (a) Quando sarà dichiarato giudiziariamente che essi sono quelli “che hanno fatto cose buone”? (b) Che cosa accadrà a quelli che non sono trovati scritti nel libro della vita?

      45 Quando giungerà per loro la prova decisiva con lo scioglimento di Satana e dei suoi demoni per breve tempo alla fine del regno millenario di Cristo, essi dovranno superare fedelmente questa prova. Non appena avranno superato questa finale decisiva prova sarà immutabilmente dichiarato in via giudiziaria che essi sono coloro che “hanno fatto cose buone”. I loro nomi saranno ‘trovati scritti nel libro della vita’. Sì, alcuni saranno trovati scritti nel libro della vita, poiché ciò che accadrà a quelli che non sono trovati scritti in esso è detto in Rivelazione 20:15. Coloro che non vi sono scritti moriranno della “seconda morte”. In questo modo sarà alfine stabilito chi, tra coloro che uscirono dalle tombe commemorative, uscì per una “risurrezione di vita”.

      [Note in calce]

      a La parola greca tradotta qui “tombe commemorative” è la parola mneméion al plurale, e non táphos. Su questo fatto il libro intitolato “Word Pictures in the New Testament” (Volume 5), del dott. A. T. Robertson, dice a pagina 87 riguardo a Giovanni 5:28:

      “Nelle tombe (en tois mnemeiois). Taphos (tomba) presenta la nozione di sepoltura (thapto, seppellire), e come in Matteo 23:27. mnemeion (da mnaomai, mimnesko, ricordare) è commemorativo (sepolcro come monumento)”.

      b Vedere il libro inglese Governo, pubblicato nel 1928, pagine 274, 276. E il libro Riconciliazione, pubblicato in inglese nel 1928, pagine 285, 286.

      c Giovanni 5:25, 28-30 è commentato nel Critical and Exegetical Hand-book to the Gospel of John. A pagina 186, paragrafo 1, esso fa questo commento sulla parola “tutti” di Giovanni 5:28:

      “Qui è come se dicesse che tutti saranno destati nello stesso tempo, come nel versetto 25 di Giovanni 5 che tutti i morti spiritualmente saranno risuscitati simultaneamente”.

      d A pagina 88, Word Pictures in the New Testament, Volume 5, di A. T. Robertson (edizione del 1932), dice: “Vi sono due risurrezioni in quanto al risultato, una per la vita, una per il giudizio”. Quindi solo due in quanto al risultato.

      The International Standard Bible Encyclopedia, Volume 4 (edizione del 1955), considera “Risurrezione” e a pagina 2564a si riferisce a Giovanni 6:39, 40, 44, 54; 11:25 e Giovanni 5:28, 29 e dice: “Non si può stabilire se questi due versetti sottintendano due risurrezioni o mettano in risalto solo l’estrema differenza di condizioni dell’unica [risurrezione]”.

      e Per molti anni studiosi biblici cristiani hanno pensato che la “risurrezione di vita” comprendesse (1) la chiesa o congregazione dei 144.000 coeredi di Cristo, e (2) un innumerevole “grande gruppo” di cristiani spirituali non compresi nei 144.000 ma che servono sotto di loro nel cielo, e (3) i cosiddetti “antichi eletti”, quelli di cui parla Ebrei 11:1 fino a 12:1. Per esempio, vedere il libro inglese La nuova creazione, pubblicato nel 1904, pagina 709, paragrafo 2; pagina 707, paragrafo 1, e la nota in calce.

  • Fuori delle tombe alla “risurrezione di giudizio”
    La Torre di Guardia 1965 | 15 giugno
    • Fuori delle tombe alla “risurrezione di giudizio”

      1. Chi sono coloro che Giovanni 5:29 chiama “quelli che hanno praticato cose vili”?

      CHI sono coloro che Gesù, in Giovanni 5:29, chiamò “quelli che hanno praticato cose vili” e che vengono fuori delle tombe commemorative “alla risurrezione di giudizio”? Evidentemente sono tutti coloro che non hanno dimostrato che la loro risurrezione sia la “risurrezione di vita”.

      2, 3. (a) In Giovanni 5:29, offre la parola “giudizio” due possibilità per quelli che sono giudicati? (b) A chi è rivolto il giudizio, e alla luce di altre scritture che cosa indicherebbe ciò riguardo al genere di giudizio che ricevono?

      2 Nell’espressione di Gesù “risurrezione di giudizio”, la parola “giudizio” significa forse l’opportunità che il giudice della corte decida a favore della persona processata? No! In questo caso “giudizio” non significa un processo giudiziario con due possibilità, quella che il giudice dichiari non colpevole la persona e la liberi o che il giudice la condanni e le infligga la punizione.a “Giudizio” significa l’atto di giudicare, il processo intellettuale o mentale di formulare un’opinione considerando i fatti del caso, la decisione giudiziaria di un caso in tribunale.b Dev’essere favorevole o sfavorevole. Qual è il “giudizio” in Giovanni 5:29?

      3 Il fatto stesso che in Giovanni 5:29 il giudizio è rivolto a “quelli che hanno praticato cose vili” indica che è un giudizio sfavorevole, un giudizio di condanna. Riguardo a coloro che ora fanno una pratica del compiere cose vili, Gesù disse: “Chi pratica cose vili odia la luce e non viene alla luce, onde le sue opere non siano riprovate. Ma chi fa ciò che è vero viene alla luce, onde le sue opere siano rese manifeste, poiché sono state compiute in armonia con Dio”. (Giov. 3:20, 21) Ammonendoci contro la gelosia e la contenzione Giacomo 3:14-16 prosegue dicendo: “Questa non è la sapienza che scende dall’alto, ma è terrena, animale, demonica. Poiché dove sono gelosia e contenzione, ivi sono disordine e ogni cosa vile”. — Vedere Tito 2:8.

      4. Che specie di giudizio è menzionato in Giuda 4, 14, 15 e Atti 7:7?

      4 In alcuni versetti biblici le parole “giudice” e “giudizio” hanno la forza del condannare, della condanna. Per esempio, in Giuda 4, 14, 15, dove si legge: “Si sono insinuati certi uomini da tempo assegnati dalle Scritture a questo giudizio, uomini empi, che mutano l’immeritata benignità del nostro Dio in un scusa per condotta dissoluta e si mostrano falsi al nostro solo Proprietario e Signore, Gesù Cristo”. “Ecco, Geova è venuto con le sue sante miriadi, per eseguir giudizio [krisis] contro tutti, e per convincere tutti gli empi”. Atti 7:7 dice riguardo all’Egitto: “‘E io giudicherò quella nazione della quale [gli Israeliti] saranno schiavi’, disse Dio, ‘e dopo queste cose usciranno e mi renderanno sacro servizio in questo luogo’”.

      5. Quando si considerano le nomine, da quale giudizio si dovrebbe proteggere l’uomo convertito di recente?

      5 L’apostolo Paolo istruì a nominare “non un uomo convertito di recente, per timore che si gonfi d’orgoglio e cada nel giudizio [krima] emesso contro il Diavolo”. — 1 Tim. 3:6.

      6. Secondo Rivelazione 18:8, 20 e 19:2, quale giudizio si applica a Babilonia la Grande?

      6 L’impero mondiale della falsa religione simboleggiato da Babilonia la Grande non avrà risurrezione dalla sua imminente distruzione. Perciò, secondo la Versione Riveduta della Bibbia, Rivelazione 18:8, 20 e 19:2 dice: “Sarà consumata dal fuoco; poiché potente è il Signore Iddio che l’ha giudicata”. “Rallègrati d’essa, o cielo, e voi santi, ed apostoli e profeti, rallegratevi poiché Dio, giudicandola, vi ha reso giustizia”. “Perché veraci e giusti sono i suoi giudici; poiché Egli ha giudicata la gran meretrice che corrompeva la terra con la sua fornicazione e ha vendicato il sangue de’ suoi servitori, ridomandandolo dalla mano di lei”.

      7. Quale giudizio è indicato in Geremia 51:9, Salmo 9:19, Gioele 3:12 e Abdia 21?

      7 In ebraico la parola mishpát è usata nel senso di “causa o motivo di condanna”. Geremia 51:9 (Ri) dice di Babilonia: “Il suo giudizio ha raggiunto il cielo”. In Salmo 9:19 e Gioele 3:12 leggiamo che le nazioni sono giudicate sfavorevolmente. Abdia 21 (Ri) dice riguardo all’empia nazione di Esaù o Edom: “I liberatori saliranno al monte Sion per giudicare il monte di Esaù; e il regno sarà del Signore”.

      8. Quale giudizio menzionano Giovanni 7:51 e Matteo 23:33?

      8 Il governante giudaico Nicodemo difese Gesù Cristo con le parole: “La nostra legge non giudica un uomo se prima non ha udito da lui e non ha conosciuto ciò che fa, non è così?” (Giov. 7:51) In Matteo 23:33 Gesù dice agli scribi e ai Farisei giudei: “Serpenti, progenie di vipere, come sfuggirete al giudizio della Geenna?” Se questo giudizio è qualcosa a cui sfuggire, come potrebbe questo giudizio (krisis) significare un’opportunità di sfuggire alla Geenna o alla distruzione senza fine? Non significa questo!

      CONTRASTI, OPPOSTI

      9, 10. (a) In Giovanni 5:29, che cosa fa Gesù fra le cose ivi menzionate? (b) Che cosa mette in contrasto in Giovanni 3:17-19?

      9 Tenete anche a mente che in Giovanni 5:29 Gesù Cristo fa dei contrasti. Egli mette in contrasto “quelli che hanno fatto cose buone” e “quelli che hanno praticato cose vili”. In modo corrispondente, egli mette in contrasto la “risurrezione di vita” e la “risurrezione di giudizio”.

      10 In altri luoghi Gesù fa lo stesso contrasto tra la salvezza (o vita) e il giudizio. Per esempio, dopo aver parlato del grande amore di Dio per il mondo del genere umano Gesù disse: “Dio ha mandato il suo Figlio nel mondo non per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi esercita fede in lui non sarà giudicato. Chi non esercita fede è già stato giudicato, perché non ha esercitato fede nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. Ora questa è la base per il giudizio [o, questo è il krisis], che la luce è venuta nel mondo ma gli uomini hanno amato le tenebre piuttosto che la luce, perché le loro opere eran malvage”. (Giov. 3:17-19) In questi versetti tutti i casi circa il giudicare e il giudizio sono in senso di condanna. Sono messi tutti in contrasto con la salvezza della vita eterna. — Vedere Giovanni 12:47; Matteo 25:46.

      11, 12. (a) In Giovanni 5:24, che cosa mette in contrasto? (b) In Giovanni 5:28, 29, quali due opposti risultati indica Gesù per quelli che escono dalle tombe commemorative?

      11 In Giovanni 5:24, solo pochi versetti prima di menzionare la risurrezione dei morti, Gesù fa lo stesso contrasto tra la vita e il giudizio, dicendo: “Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato ha vita eterna, e non viene in giudizio ma è passato dalla morte alla vita”. Quindi in Giovanni 5:28, 29 Gesù indica i due distinti e opposti risultati della risurrezione generale o uscita dalle tombe commemorative.

      12 Essi sono (1) “vita” e (2) “giudizio”, cioè un giudizio di condanna, una condanna, una “condannazione” nel linguaggio ora antiquato della versione di Giovanni Diodati; è inflitta la punizione con la perdita completa della vita in qualsiasi luogo.

      13. (a) Quale interpretazione della parola “giudizio” non sarebbe permessa da un vero contrasto fra “vita” e “giudizio”? (b) Che cosa significa dunque in questo caso la parola “giudizio”?

      13 Gesù non mette in contrasto (1) la “vita” e (2) il “giudizio” il cui risultato sia incerto, la vita se il risuscitato smette di praticare cose vili o la morte se non smette tale pratica. Questo non sarebbe un vero contrasto, poiché in tal caso la vita eterna sarebbe possibile sia mediante la “risurrezione di giudizio” che mediante la “risurrezione di vita”. E poiché Gesù disse che “tutti” sarebbero venuti fuori, e che tutti sarebbero venuti fuori a una “risurrezione”, a una “risurrezione” di vita o di giudizio, essa si ridurrebbe dunque alla salvezza universale di “tutti quelli che sono nelle tombe commemorative” i quali odono la voce di Gesù e vengono fuori. Contrariamente a ciò, in questo caso “giudizio” significa, non un giudizio divisibile, ma un solo giudizio con una sola condanna che infligge a coloro che praticano cose vili la perdita di tutta la vita.

      14. (a) Poiché la parola “giudizio” viene usata solo in relazione a “quelli che hanno praticato cose vili”, significa questo che coloro che ottengono la vita non superano una prova? (b) Dato che i 144.000 ricevono l’istantanea perfezione nel cielo, quand’è il loro periodo di giudizio?

      14 Conformemente, Giovanni 5:28, 29 indica due classi generali distinte l’una dall’altra mediante il risultato della loro condotta dopo che sono risuscitati. In Giovanni 5:29 Gesù usa la parola greca krisis solo in relazione a quelli che fanno cose vili, ma questo non significa che quelli che ottengono la “risurrezione di vita” non superino una prova prima di ricevere effettivamente la vita eterna.c Nel caso dei 144.000 che divengono giudici associati con Gesù Cristo nel cielo, essi ricevono istantaneamente la perfetta, immortale vita spirituale con Cristo. Ma essi sono stati nella prova sulla terra, poiché, come dice 1 Pietro 4:17, “è il tempo fissato perché il giudizio cominci dalla casa di Dio. Ora se comincia prima da noi, quale sarà la fine di quelli che non sono ubbidienti alla buona notizia di Dio?” Conseguentemente, quando muoiono fedeli nella carne, finisce il loro periodo di giudizio. Al tempo stabilito da Dio essi prendono parte alla “prima risurrezione” e perciò su questi “non ha autorità la seconda morte”. (Riv. 20:4-6) Quindi divengono giudici anziché essere messi in giudizio.

      15. Quando viene eseguito il giudizio su coloro che hanno la “risurrezione di giudizio”?

      15 Tuttavia, quando viene pronunciato ed eseguito il giudizio su quelli che vengono fuori delle tombe commemorative a una “risurrezione di giudizio” sulla terra? Non subito dopo che hanno preso la loro posizione davanti al “grande trono bianco e [a] colui che vi sedeva sopra”, ma solo dopo che avranno “praticato cose vili” durante il regno millenario di Cristo o alla fine dei mille anni quando Satana e i suoi demoni saranno sciolti dall’abisso per tentare l’umanità ristabilita.

      16. Da che cosa dipende l’avere il nome “scritto nel libro della vita”, quando può essere applicata la “seconda morte”, e perché a quel tempo?

      16 Rivelazione 20:11-15 descrive che tutti coloro che sono sulla terra i quali sono dati dal mare e dall’Ades e dalla morte hanno l’opportunità di far scrivere i loro nomi “nel libro della vita”. Che ne siano giudicati degni o no dipenderà da come avranno vissuto in base ai “rotoli” di istruzione che saranno aperti allora e secondo cui saranno giudicati. Alcuni di questi possono essere trovati indegni prima che finiscano i mille anni. Quindi possono essere giustiziati immediatamente con la “seconda morte”, poiché hanno rifiutato in modo vile di vivere secondo le esigenze del Regno e di progredire verso la perfezione e la santità umana.

      17. Quando saranno giustiziati altri, e perché a quel tempo?

      17 Altri saranno giustiziati dopo la fine dei mille anni. A quel tempo avranno ottenuto la perfezione umana e la capacità di vivere senza peccare in armonia con tutte le leggi di Dio e a sostegno della sua sovranità universale. Ma quando Satana e i suoi demoni saranno sciolti per metterli alla prova, essi si allontaneranno in modo vile dalla giustizia e si schiereranno con Satana il Diavolo, il grande ribelle contro la sovranità universale dell’Altissimo Dio. Commettendo tale azione vile verranno meno nella prova finale e si mostreranno indegni della vita eterna. Saranno allora “quelli che hanno praticato cose vili”.

      AVVERTIMENTO

      18. Quale risurrezione dimostreranno infine di aver avuto queste persone?

      18 Rivelazione 20:14, 15 dice: “Questo significa la seconda morte, il lago di fuoco. Inoltre, chiunque non fu trovato scritto nel libro della vita fu scagliato nel lago di fuoco”. Per tali persone la risurrezione che ricevettero quando vennero fuori delle tombe si rivelerà una “risurrezione di giudizio”, per l’annientamento; poiché quando giunse infine il tempo in cui si doveva prendere la decisione giudiziaria della vita o della condanna, la loro condotta indicò che erano “quelli che hanno praticato cose vili”.

      19, 20. (a) In base a questo intendimento di Giovanni 5:28, 29, ha importanza come viviamo ora? (b) In che modo l’avvertimento di Pietro e l’adempimento delle profezie per il nostro tempo determinano la giusta risposta?

      19 Da quanto è stato detto nessuno tragga la conclusione che il modo in cui viviamo ora abbia poca importanza e che solo ciò che faremo sotto il regno di Dio dopo Har-Maghedon decida realmente il nostro eterno futuro. Ricordate 1 Pietro 4:17 secondo cui il tempo fissato per il giudizio è già cominciato nella casa cristiana di Dio. Inoltre, Babilonia la Grande (l’impero mondiale della falsa religione) è nell’“ora del suo giudizio”, cioè del giudizio da parte di Dio. Essa è caduta sotto il suo avverso giudizio e si avvicina ora alla propria violenta distruzione per mano di Dio. Sotto l’influenza demonica i re della terra e i loro eserciti sono pure radunati alla loro distruzione ad Har-Maghedon. Vogliamo noi essere distrutti con tutti loro e perdere la risurrezione dai morti? Quindi uscite da Babilonia la Grande ora! Separatevi dalla marcia internazionale verso Har-Maghedon. Salvatevi dalla Geenna! — Riv. 14:7, 8; 16:13-16; 18:4; 19:19-21.

      20 Le persone delle nazioni sono ora separate come pecore e capri secondo la parabola che Gesù disse al termine della sua profezia sulla fine di questo sistema di cose. Volete dimostrare che siete “capri”? No! Poiché “questi andranno allo stroncamento eterno [punizione, l’opposto della vita], ma i giusti [le pecore] alla vita eterna”. — Matt. 25:31-46.

      21. (a) In quale condizione vogliamo morire, se moriamo prima della distruzione di Babilonia la Grande e della guerra di Har-Maghedon? (b) Quale altra possibilità abbiamo noi oggi?

      21 Rimane ancora breve tempo prima della distruzione di Babilonia la Grande e della guerra di Har-Maghedon. Se moriamo prima d’allora, vogliamo morire degni d’essere conservati nella memoria di Dio, che è come essere tenuti nelle “tombe commemorative”. Quindi, al tempo fissato, udremo la voce del Figlio dell’uomo e verremo fuori con la prospettiva della vita eterna nel giusto nuovo ordine di cose di Dio, a una “risurrezione di vita”. Ma potremmo anche essere tra quelli della “grande folla” che non morranno ma che supereranno la guerra di Har-Maghedon ed entreranno direttamente nel nuovo ordine di cose di Dio.

      22. Che cosa è dunque bene che facciamo ora, e con quale beneficio per noi stessi?

      22 È dunque consigliabile che ora ci asteniamo dal praticare cose vili e ci prepariamo per il giusto nuovo ordine! Con amore per la giustizia facciamo bene a scegliere di fare ora cose buone in armonia con la volontà di Dio e imitando il suo Cristo! In tal modo ci avvieremo in anticipo sulla via della giustizia che conduce alla vita eterna in felice armonia con Dio.

      [Note in calce]

      a Comunque, il libro inglese La nuova creazione a pagina 708 faceva riferimento all’espressione “risurrezione di dannazione” che si trova in Giovanni 5:29 nella Versione del re Giacomo o Versione volgare della Bibbia e diceva in una nota in calce:

      “La traduzione della nostra Versione volgare, ‘risurrezione di dannazione’, è un grave errore che ha largamente contribuito ad oscurare nella mente di molti il vero significato di questo versetto. Pare che molti traggano da esso l’idea che alcuni saranno risuscitati per essere dannati o condannati di nuovo. La verità è proprio il contrario. La parola resa in questo contesto ‘dannazione’ è la parola greca krisis, che ricorre ripetutamente nello stesso capitolo ed è resa giustamente giudizio. Si dovrebbe rendere così in questo caso, ed è resa così nella Versione riveduta”.

      La parola krisis è resa giudizio anche nella Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane.

      b I significati della parola greca krisis sono indicati in A Greek Lexicon, Volume I, di Liddell e Scott, che dice a pagina 997a:

      “1. separazione, distinzione; 2. decisione, giudizio; 3. scelta, elezione; 4. interpretazione di sogni o portenti, Versione dei Settanta, Daniele 2:36; II. giudizio di una corte; b. risultato di un processo, condanna. Matteo 10:15; 2. prova di abilità o forza; 3. disputa. III. evento, contesa; 2. punto decisivo di una malattia”.

      In A Greek and English Lexicon to the New Testament di Parkhurst, a pagina 342a dell’edizione del 1845, sono indicati i seguenti significati di krisis nelle Scritture Greche Cristiane: “I. giudizio; II. Giudizio, giustizia. Matteo 23:23;. Paragonare 12:20; III. giudizio di condanna, condanna, dannazione. (Marco 3:29; Giovanni 5:24, 29); IV. la causa o il motivo della condanna o punizione. Giovanni 3:19; V. una particolare corte di giustizia fra i Giudei. Matteo 5:21, 22”.

      I significati del verbo greco krinein (giudicare) corrispondono ai suddetti significati di krisis.

      c A pagina 187, righe 4-7, del Critical and Exegetical Hand-book to the Gospel of John di Meyer si parla della risurrezione di krisis in Giovanni 5:29 e si legge: “krisis, a cui si riferisce il giudizio, e giudizio, secondo il contesto, in senso di condanna (alla morte eterna nella Geenna); e conformemente anástasis zoés [risurrezione di vita] non esclude un atto di giudizio, che dà la zoé [vita]”.

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