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  • Come influisce sui vostri figli la reputazione che avete presso Dio?

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  • Come influisce sui vostri figli la reputazione che avete presso Dio?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1972
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1972
w72 1/12 pp. 714-716

Come influisce sui vostri figli la reputazione che avete presso Dio?

LE PROVE storiche considerate nel precedente articolo dimostrano il fatto che quanto fa un genitore ha profondi effetti sui suoi figli, che si protraggono per parecchie future generazioni. La giusta condotta dei genitori e il loro corretto esempio porteranno buoni risultati ai loro figli, particolarmente se i genitori sono veri servitori di Geova Dio. La reputazione che essi hanno presso Dio significa vita per i figli, purché insegnino loro attentamente le leggi di Dio e inculchino in loro l’ubbidienza all’autorità dei genitori.

Che dire, però, della situazione in cui uno dei genitori è “credente”, cristiano, ma l’altro no? Questa unione, o il continuare l’unione senza separazione, rende il credente contaminato o impuro, rendendo di conseguenza i figli impuri?

No. Perché no? A causa dei giusti princìpi di Dio, a cui si attiene lealmente, e a motivo della sua amorevole benignità verso quelli che lo servono con esclusiva devozione. Egli conforta quelli che sono in case religiosamente divise, dove uno è credente e l’altro no, dicendo nella sua Parola: “Poiché il marito incredulo è santificato rispetto alla moglie, e la moglie incredula è santificata rispetto al fratello; altrimenti, i vostri figli sarebbero realmente impuri, ma ora sono santi”. — 1 Cor. 7:14.

Nelle lingue ebraica e greca, in cui fu scritta la Bibbia, le parole tratte dalla parola ebraica qa·dhashʹ, la cui radice significa “essere luminoso, nuovo, puro”, e dalla parola greca haʹgi·os sono rese “santo”, “santificato” e “appartato”. Sia l’uso ebraico che quello greco aveva un senso religioso, spirituale e morale. Qualsiasi cosa santificata, perciò, sarebbe pura, sacra, appartata per il servizio di Dio.

Questa pura reputazione dinanzi a Dio si ottiene esercitando fede nel provvedimento di Dio per mezzo di suo Figlio. Chi non esercita questa fede non è stato purificato dalla sua imperfezione e peccaminosità ereditate. Tali persone, definite dall’apostolo Paolo ‘increduli’, possono condurre una vita onesta e morale. Ma non si sono separate dal mondo impuro. Non hanno accettato il provvedimento di Dio per togliere il loro stato peccaminoso, non essendo state ancora rese libere dalla schiavitù al peccato col divenire vere seguaci del Signore Gesù Cristo. Esse non sono, di per se stesse, pure agli occhi di Dio. — 2 Cor. 6:17; Giac. 4:4; Giov. 8:34-36.

Si noti che la dichiarazione dell’apostolo, in I Corinti 7:14, non dice che l’incredulo sia reso egli stesso puro o santo dal vincolo matrimoniale. Infatti, può essere una persona che pratica cose errate o impure. Piuttosto, Paolo dice che l’incredulo è santificato “rispetto” al credente. Dio considera quindi tale relazione o unione matrimoniale pura, come amorevole benignità verso il credente e i figli piccoli.

In base a che cosa Dio può così favorire i figli piccoli di famiglie religiosamente divise? Ebbene, il matrimonio è un’istituzione di Dio e la relazione matrimoniale è una corretta disposizione per le creature umane. Perciò, qualsiasi matrimonio corretto ha l’approvazione di Dio. Egli considera i coniugi come “una sola carne”. (Matt. 19:5) Perciò, quando un coniuge è un fedele cristiano, egli non si contamina continuando a vivere con l’incredulo. Il matrimonio è accettevole a Dio. Se non fosse accettevole, i figli sarebbero come illegittimi. Ma ora essi sono considerati santi, puri. O, se entrambi i coniugi sono increduli, il matrimonio stesso non è condannato, ma i figli sono considerati come i genitori, non santificati o santi a Dio.

Comunque, i figli che Dio considera come santi in base al merito dei genitori sono i figli non ancora abbastanza grandi da capire pienamente tutto ciò che si richiede da quelli che servono Dio. Essi non sono in grado di prendere per proprio conto l’importante decisione richiesta da quelli che divengono battezzati discepoli del Signore Gesù Cristo. Ma è molto importante ricordare che anche tali figli piccoli devono sapere che cosa significa l’ubbidienza. Devono essere ubbidienti ai loro genitori. Non devono essere figli sfrenati o che pratichino il male. (Prov. 20:11) Questo renderebbe obbligatorio che i genitori, o il genitore credente, insegnassero ai figli l’ubbidienza e insegnassero loro anche la verità della Bibbia a ogni occasione.

Non solo si richiede che il padre allevi i figli “nella disciplina e nell’autorevole consiglio di Geova”, ma anche ai figli è dato il diretto comando: “Figli, siate ubbidienti ai vostri genitori in ogni cosa, poiché questo è grato al Signore” e: “Figli, siate ubbidienti ai vostri genitori unitamente al Signore, poiché questo è giusto: ‘Onora tuo padre e tua madre’; il quale è il primo comando con la promessa: ‘Affinché ti venga bene e duri a lungo sulla terra’”. — Efes. 6:1-4; Col. 3:20.

Perciò, se un figlio piccolo è ribelle e va contro i comandi e le richieste dei genitori, se, quando è lontano dai genitori, fa cose che sa essere contro la loro volontà, o sono errate agli occhi di Dio, se frequenta compagni che praticano il male, certo non può pretendere di ricevere i benefici del merito familiare. Egli annulla il merito che il suo genitore o i suoi genitori cristiani possono recare agli occhi di Dio ed è impuro, come quelli coi quali pratica il male. — Sal. 50:16-20.

Che abbia il merito di un genitore o di genitori cristiani che cosa significa per il figlio ubbidiente? Significa che ha il favore di Dio. Ha la protezione e l’aiuto di Dio, come li ha il genitore cristiano. Non ha il giudizio di Dio contro di lui, come l’ha il mondo. (2 Piet. 2:9; si paragoni Salmo 37:25, 26) Quando Dio eseguirà il giudizio sui malvagi risparmierà tali figli come se fossero puri, santi, com’è santo il genitore credente.

Al contrario, la Bibbia dichiara: “Poiché, ecco, viene il giorno che arde come una fornace, e tutti i presuntuosi e tutti quelli che operano malvagità devono divenire come la stoppia. E il giorno che viene per certo li divorerà’, ha detto Geova degli eserciti, ‘così che non lascerà loro né radice né ramo’”. (Mal. 4:1) Quando Gerusalemme fu distrutta nel 70 E.V. a causa della sua infedeltà a Dio, i figli furono uccisi insieme ai loro genitori. I cristiani che avevano dato ascolto al profetico avvertimento di Gesù di uscire dalla città condannata prima che i Romani la chiudessero si salvarono insieme ai loro figli.

Similmente alla distruzione dei malvagi in questo presente sistema di cose si seguirà questo principio: La progenie (il ramo) che non si schiererà dalla parte giusta per conto proprio riceverà lo stesso avverso giudizio dei genitori (la radice).

Che Geova Dio riconosca i suoi fedeli servitori rivela il suo grande amore e apprezzamento verso quelli che lo amano, oltre a mostrare la sua saggia capacità di fare “cooperare tutte le sue opere per il bene di quelli che amano Dio”. (Rom. 8:28) Inoltre, la giustizia di Geova è esaltata per il fatto che egli compie tutto ciò mantenendosi entro i suoi propri dichiarati princìpi.

[Immagine a pagina 715]

Il giovane figlio che è ribelle annulla il merito che il genitore cristiano potrebbe recargli agli occhi di Dio

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