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  • w63 1/5 pp. 284-287
  • Rapporto dell’“Annuario” sull’Italia

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  • Rapporto dell’“Annuario” sull’Italia
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1963
  • Sottotitoli
  • LIBIA
  • SOMALIA
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1963
w63 1/5 pp. 284-287

Rapporto dell’Annuario sull’Italia

Popolazione: 50.463.762

Proporzione dei procl.: 1 su 7.283

Massimo dei proclamatori: 6.929

LA BUONA notizia del Regno è stata predicata in Italia ancora una volta con vero entusiasmo, e vi è stato un aumento dell’11 per cento nei proclamatori durante i dodici mesi dello scorso anno di servizio. Vi è stata anche una vera manifestazione di gioia quando alla fine dell’anno si è visto che nel numero dei pionieri che servono gli interessi del Regno vi era stato un aumento del 25 per cento rispetto alla media dell’anno prima. In Italia vi e molto territorio per i proclamatori del Regno che dedicano tutto il loro tempo alla predicazione della buona notizia. Molti giovani della società del Nuovo Mondo, particolarmente in Italia, si rendono conto sempre più che la carriera del servizio continuo è la sola cosa che valga veramente in questa fine del mondo. Alcuni hanno scelto il servizio di pioniere anziché qualche carriera nel mondo. Sanno che vi è grande bisogno, ed è un piacere vedere la loro maturità. Usano la conoscenza che hanno per recare ad altri conforto. L’ufficio filiale di Roma sorveglia le attività dell’opera in Libia, in Somalia e in Italia. Ecco alcune esperienze avute in questi tre paesi.

Un modo per raggiungere la quota di dieci ore e trovare alcune “pecore” è quello di valersi di ogni opportunità di predicare, com’è mostrato dalla seguente esperienza narrata da un pioniere di N—: “Per ragioni di malattia fui ricoverato in ospedale per quindici giorni, ma ero determinato a predicare agli altri pazienti il più possibile. La mia attività di ministero non fu apprezzata da alcune suore dell’ospedale, che praticamente erano padrone là dentro, per cui dovetti compierla ‘clandestinamente’. Trovai che molti pazienti erano più malati spiritualmente che fisicamente, e in breve tempo iniziai uno studio biblico con sei persone. Per non essere disturbato dovevo tenere lo studio dopo le nove di sera. Dopo qualche giorno le suore scoprirono il nostro studio e fecero ogni sforzo per farmi espellere dall’ospedale. Nel frattempo cominciò a circolare tra i pazienti un libro Paradiso che avevo distribuito, finché non andò a finire nelle mani della ‘Madre Superiora’. Con sorpresa di tutti, ella disse ai malati che quello era un libro veramente bello e che tutti dovevano leggere. Poi, un giorno o due dopo, diverse suore mi chiamarono in una stanza privata e mi assalirono con domande sul battesimo e su altre dottrine bibliche. Spiegai com’era stato battezzato Gesù ed esse, benché fossero d’accordo, dissero di dover ubbidire al papa. Tuttavia ammiravano i testimoni di Geova. Durante la mia degenza in ospedale distribuii trenta riviste e tre libri, ed ora altre quattro famiglie studiano la Parola di Dio coi testimoni di Geova. Saranno ancora malate fisicamente, ma stanno guarendo spiritualmente, e questo è più importante!”

Molti proclamatori di tutte le parti del mondo pensano di andare a servire in paesi dove il bisogno è grande, e l’Italia è uno di questi paesi. Alcuni che sono di origine italiana e che abitano negli Stati Uniti hanno scritto alla filiale circa la possibilità di tornare in Italia per servire dove il bisogno è grande. La seguente esperienza narrata da una sorella anziana che fece proprio questo può incoraggiare altri. La sorella scrive: “Avevo sedici anni quando decisi di entrare in convento e di farmi suora. In convento appresi molte cose sui sacerdoti cattolici che mi fecero capire quale sbaglio fosse per essi il non avere una compagna. Un vicario mi fece delle proposte ed io me ne infatuai. Per evitare di peccare decisi di abbandonare la vita del convento, così emigrai negli Stati Uniti, dove mi sposai e allevai una famiglia. Trascorsero molti anni, e invecchiai. Nel 1958 accettai la verità, e fui desiderosa di condividere coi miei cari ch’erano in Italia il messaggio della vita. Sapevo che i miei fratelli e le mie sorelle ch’erano in Italia erano tutti profondamente cattolici, e quando mandavo loro letteratura biblica, essi mi inviavano cartoline religiose e immagini. Decisi perciò che valeva senz’altro la pena visitarli personalmente. Mia madre aveva più di ottant’anni e, benché ella e gli altri membri della numerosa famiglia ascoltassero cortesemente, mi dissero di non aver intenzione di cambiare religione. Per farmi smettere di predicare mandarono a chiamare il loro ‘padre’ confessore. Ma questi non fece altro che confermare il fatto che la Bibbia non sostiene le dottrine cattoliche. Infine, si adirò a tal punto che gridò: ‘Lei si tenga la sua Bibbia, e io mi terrò il “Santo Padre”’. Questo suscitò in mia madre e in mia sorella il desiderio di esaminare la Bibbia. Alcuni giorni dopo erano decise a dire al sacerdote di non tornare più, dal momento che non aveva dimostrato nulla con la Bibbia. Mia madre staccò tutte le immagini e dichiarò di esser decisa ad abbandonare la chiesa cattolica. Questo sbalordì familiari e parenti, persino il nipote e la nipote più giovani. Tutti volevano sapere che cosa avesse indotto la nonna di ottantasei anni ad abbandonare la religione cattolica. Non passava molto tempo prima che la maggioranza di essi cominciassero ad assistere alle adunanze alla Sala del Regno. Tenevo un così gran numero di studi biblici coi miei parenti stessi che dovetti fare la pioniera. Ora sono in Italia da circa un anno e, benché stia per tornare negli Stati Uniti a sistemare alcune mie questioni, sono determinata a fare ritorno appena possibile, perché capisco che in questo paese vi è molto bisogno di proclamatori. Intendo riprendere il servizio di pioniera, e compiere anche il servizio di pioniera speciale, se la Società me lo permetterà. Credo di poter raggiungere le quote anche se ho sessantaquattro anni”. Sì, saremo senz’altro lieti di rivedere questa sorella, e molti altri come lei. Ma che fate voi?

LIBIA

In una numerosa famiglia di nove persone, il marito permetteva alla moglie di studiare coi testimoni di Geova. Qualche tempo fa il marito è morto, lasciando la famiglia in difficili condizioni economiche. I parenti hanno cercato di approfittare della triste situazione e della povertà della vedova e le hanno offerto assistenza materiale a patto che smettesse di studiare la Bibbia. La vedova ha risposto che, quando il marito era vivo, egli era contento che studiasse la Bibbia, ed ora che è morto, la sua fede nella Parola di Dio è anche più necessaria. Quindi non avrebbe smesso di studiare la Bibbia per ricevere aiuto materiale. Le sue necessità spirituali sono più importanti! Ella è ansiosa di cominciare a predicare la buona notizia.

Un’altra madre di famiglia prendeva lezioni di guida per imparare a guidare la macchina del marito. Un giorno l’istruttore le disse che voleva farle alcune domande. Ella pensò che si trattasse di qualcosa che riguardava le lezioni di guida, ma con sua sorpresa egli le chiese se voleva dargli qualcosa da leggere, dato che sapeva che ella era una testimone di Geova. La sorella gli procurò prontamente della letteratura biblica, che egli accettò con vera gioia. Alcuni giorni dopo l’istruttore le fece alcune domande sulla Bibbia e disse quanto gli dispiacesse che i capi della sua religione avessero tenuto nascosto il nome di Dio. La sorella stabilì di farlo parlare con suo marito e quale sorpresa per entrambi quando s’accorsero d’essere vecchie conoscenze! Infatti, alcuni anni fa l’istruttore gli aveva detto di non voler avere niente a che fare coi testimoni di Geova e che sapeva come trattarli se fossero mai andati alla sua porta. Ora egli comprende che sono i soli ad avere la verità. Perciò, mentre l’istruttore insegna a una Testimone a percorrere la strada con l’automobile, il Testimone insegna all’istruttore come percorrere la via che conduce alla vita eterna.

SOMALIA

L’avvenimento importante di questo anno di servizio è stato la proiezione delle pellicole della Società in due diverse città, e a gruppi composti di Europei, Americani, Arabi, Eritrei e Somali. Si udirono molti commenti favorevoli sull’efficiente organizzazione dei testimoni di Geova e sulla pace e unità della società del Nuovo Mondo. Fu data una buona testimonianza ai presenti. Nella città di M— avevamo dapprima disposto di proiettare la pellicola in una casa privata, ma poiché tanti avevano promesso di venire affittammo una grande sala d’albergo. Su due tavoli da biliardo si fece l’esposizione della letteratura, e molti che videro la pellicola rimasero così colpiti che dopo la proiezione presero della letteratura. Alcuni vollero addirittura procurarsi qualche pubblicazione prima della proiezione. Un Somalo era talmente desideroso di avere l’unico libro Paradiso esposto che lo pagò in anticipo per essere sicuro che dopo la proiezione della pellicola l’avrebbe ottenuto. In questa regione di solito tutto quello che è oggetto di lettura viene passato ad altri perché lo leggano. Perciò le pubblicazioni che distribuimmo saranno lette da più persone di quelle a cui parlammo.

Mentre stavamo mangiando al ristorante dell’albergo dove avevamo proiettato la pellicola, un signore di un tavolo vicino ci salutò calorosamente e ci disse di aver letto il libro Paradiso datogli da un amico. Poi esclamò a voce alta affinché tutti quelli che erano nel ristorante lo udissero: “Sarà certo una cosa meravigliosa vivere in una terra paradisiaca dopo la battaglia di Armaghedon, non è vero?” Continuammo a conversare per un po’, poi ci mettemmo d’accordo che venisse nella nostra stanza per continuare la conversazione. Come risultato ottenemmo due nuovi abbonamenti e distribuimmo due libri. Certamente quest’uomo cerca la verità.

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