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  • Congressisti con una “speranza viva”
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1980
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  • SPERANZA BEN RIPOSTA
  • SORRETTI DALLA SPERANZA
  • HANNO TROVATO UNA SPERANZA
  • CONDIVIDONO LA LORO SPERANZA
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1980
w80 1/6 pp. 4-8

Congressisti con una “speranza viva”

‘CHE gioia essere di nuovo insieme, banchettare alla tavola di Geova, rallegrarci nella più felice delle compagnie, essere incoraggiati a “rimanere nel Signore con proponimento di cuore”!’ (Atti 11:23) I congressisti erano pienamente d’accordo con queste parole pronunciate dal presidente nel discorso d’apertura delle assemblee “Speranza viva”. Lo dimostrava la loro stessa presenza.

Nel periodo delle assemblee, negli Stati Uniti, viaggiare costituiva un problema a causa della scarsità di benzina. Un Testimone disse: “Alcuni giorni prima dell’assemblea ho fatto il pieno quando ho trovato un distributore aperto. Poi ho parcheggiato la macchina e sono andato a piedi fino al momento di partire per l’assemblea”. Altri presero disposizioni simili per essere certi di avere abbastanza benzina per arrivare alla città in cui avevano deciso di assistere all’assemblea.

Non vanno dimenticati i lodevoli sforzi compiuti dalle mamme presenti con i loro bambini e neonati. Com’era incoraggiante vederle mentre avevano amorevolmente cura dei loro piccoli, cercando contemporaneamente di ascoltare il programma dell’assemblea! La presenza di interi gruppi familiari è stata anche un’ottima testimonianza per gli estranei, a dimostrazione del fatto che la speranza ha un effetto salutare nella vita delle persone. Una donna del centro di Portland, nel Maine, disse: “È meraviglioso vedere che portate con voi i vostri figli, anche i più piccoli, col distintivo appuntato al petto. Vi ho osservati tutte le mattine mentre andavate al congresso. Una cosa bellissima”. Un portalettere della stessa città fermò un Testimone e la moglie e disse: “Vi ammiro davvero. Tutti così ben vestiti, anche i piccoli!”

SPERANZA BEN RIPOSTA

Per alcuni, il fatto stesso di poter assistere all’assemblea è stata una conferma che la loro speranza in Dio poggia su un solido fondamento. Prendete per esempio Robin e le sue due figlie, Kim e Kari. Informato della loro intenzione di assistere all’assemblea “Speranza viva”, il marito, che non è un Testimone, aveva detto: “Non sono in grado di pagarvi un viaggio di piacere di quattro giorni”. Robin spiega quel che accadde, dicendo:

“Riflettemmo e pregammo. Potevamo coltivare le fragole nel nostro piccolo appezzamento di terreno e ricavarne abbastanza denaro da pagare le spese di permanenza all’assemblea? Il nostro vicino non ci incoraggiava. In paragone con le nostre pianticelle, le sue sembravano molto più forti e sane. . . .

“Tuttavia producemmo tante di quelle fragole da pagare le nostre spese e aiutare anche altre due Testimoni a essere presenti. La gente veniva da tutti i dintorni per vedere queste piante di fragole che producevano così abbondantemente. Per tutto il tempo della raccolta parlammo agli acquirenti riguardo al congresso e all’incoraggiamento che ne avremmo ricevuto. Il nostro vicino semplicemente non riusciva a capire come avessero fatto le nostre piantine a produrre molto più delle sue.

“Questo però risolse solo uno dei nostri problemi. Non avevamo alcun mezzo di trasporto per recarci all’assemblea. A tempo debito le nostre preghiere furono ancora una volta esaudite. Mia figlia Kari si era appena diplomata. Un giorno suo zio, che veniva da fuori, arrivò col regalo per la promozione: un’automobile.

“Così tutti gli ostacoli furono eliminati e potemmo assistere all’assemblea, dove mia figlia Kim e io abbiamo simboleggiato la nostra dedicazione col battesimo”.

SORRETTI DALLA SPERANZA

L’eccezionale potere della speranza è stato particolarmente evidente fra gli handicappati presenti all’assemblea. C’erano persone costrette su una sedia a rotelle, altre completamente paralizzate e alcune che erano cieche e sorde, ma che hanno potuto trarre beneficio dal programma grazie a interpreti specializzati.

Per esempio, il cinquantacinquenne Marvin ha assistito nel corso degli anni a varie assemblee. Con riconoscenza ha detto: “Ciò che mi consente di essere presente è l’aiuto di mia madre, che mi prepara, e di un altro Testimone gentile, amorevole e fidato, che si è assunto il faticoso compito di sollevarmi per mettermi sulla sedia a rotelle. È da nove anni che sono costretto su questa sedia a causa di una paralisi cerebrale. Sono testimone di Geova da 32 anni e ho avuto il privilegio e il piacere di assistere a molte assemblee, internazionali, di distretto e di circoscrizione. A ognuna ho imparato qualcosa di nuovo e di diverso. Grazie agli ottimi consigli e istruzioni che vi si ricevono, si diviene migliori servitori di Geova. E non bisogna dimenticare la gioia e il piacere di rivedere cari vecchi amici e di incontrarne di nuovi. Aspetto ansiosamente il giorno in cui ‘lo zoppo salterà proprio come fa il cervo, e la lingua di chi è senza parola griderà di gioia’”. — Isa. 35:6.

Wayne, un altro Testimone, è paralizzato dalla nascita. Ma anche lui era presente a una delle assemblee “Speranza viva”. La famiglia possiede una casa mobile dotata di impianto sonoro, che gli consente di ascoltare il programma del congresso dal letto all’interno. Spiegando in che modo il figlio è giunto a nutrire la speranza data da Dio, la madre ha detto:

“Mio figlio Wayne rimase offeso dagli strumenti usati al momento del parto. Come risultato subì una paralisi spastica, una specie di paralisi cerebrale. Mentre cominciava a svilupparsi, mi fu detto che la sua mente era in grado di apprendere, ma che sarebbe stato necessario ripetere le cose molte volte.

“Portavo Wayne con me quando andavo a parlare della Bibbia di casa in casa, portandolo in braccio per molti anni, finché divenne troppo pesante per me. Sin dalla tenera età mostrò di amare la verità, e le cose che imparava sembravano scendergli nel cuore. Aveva una tale sete di sapere che mi indicava le parole chiedendomi come si pronunciassero. Certe volte mi faceva continuare a ripetere una parola finché riusciva a ricordarsela e ad afferrarne il senso. Nel 1960 Wayne fu battezzato all’età di 19 anni.

“Non è in grado di assistere di persona alle adunanze tenute nella Sala del Regno, perché non si può muovere dal suo letto speciale a casa. Ma abbiamo un impianto televisivo a circuito chiuso che gli consente di osservare ciò che si svolge nella sala. Tramite un filo diretto può anche prendere parte regolarmente alle adunanze. Da due anni Wayne è un anziano della congregazione pur non potendo muoversi dal letto. Conduce cinque studi biblici con persone che vanno a trovarlo nella sua casa mobile, e in certi periodi ne ha condotti anche undici”.

Wayne stesso ha detto: ‘Sono convinto che se uno acquista conoscenza, Geova gli apre la strada per trasmetterla ad altri e servirlo. Anche se non può parlare o udire, la sua felicità, fede e perseveranza possono aiutare altri, e questa sarà una testimonianza’.

L’intero gruppo di attori di un dramma biblico in costume è andato a trovare Wayne durante l’assemblea. Sono andati via veramente incoraggiati dal suo notevole esempio di fede e di speranza.

HANNO TROVATO UNA SPERANZA

Non pochi dei presenti alle assemblee “Speranza viva” avevano potuto rendersi conto di quanto fosse triste la loro vita prima di conoscere la verità. In certi casi il loro ardente desiderio di conoscere la verità non è stato soddisfatto se non quando erano già in età avanzata.

Prendiamo il caso del settantasettenne Chris, battezzato all’assemblea di Billings, nel Montana. “Nel 1934”, racconta, “lasciai la Chiesa Cattolica e cominciai a cercare la verità”. Andò da una chiesa all’altra, spendendo migliaia di dollari per recarsi in varie località degli Stati Uniti. Molte volte pensò di aver trovato la verità. Ma poi sembrava sempre che non fosse sufficiente, per cui la ricerca della verità continuava. “Infine”, afferma, “mi unii a una religione che fa propaganda in TV; inviai loro forti somme di denaro e partecipai a viaggi propagandistici in varie parti del mondo. Dopo aver ricevuto una lettera da uno dei predicatori della TV, il quale mi informava che gli dovevo 295 dollari al mese, mi accorsi che quella non poteva essere la verità; era una rapina bella e buona. Decisi di troncare ogni rapporto, ma non fu facile liberarmene. Le lettere continuavano ad arrivare, per riconquistare il mio favore e riprendersi i miei soldi.

“A causa dell’età decisi di porre fine alla ricerca della verità e di starmene a casa nella fattoria. Poi un testimone di Geova venne a fare visite a domicilio nella nostra zona isolata e cominciò a parlare con mio genero, che vive e lavora nella mia fattoria. A lui la cosa non interessava, ma ciò che il Testimone disse riguardo al Regno mi parve logico. Perciò gli chiesi di tornare per parlare con me”.

Il risultato? Fu iniziato uno studio biblico. Chris conclude: “Apprendere la verità dalla Bibbia mi ha dato una vera speranza per il futuro”.

Un Testimone sordo, che praticamente è anche cieco, ha spiegato con molta chiarezza in che modo il messaggio della Bibbia gli ha dato una speranza e un vero scopo nella vita. Ha detto:

“In tutta la mia vita sono stato risoluto a non lasciare che la mia menomazione mi impedisse di godere una vita piena e felice. Facevo parte della squadra di atletica della scuola superiore, ero al primo posto nella lega non vedenti di bowling e ricevetti anche un premio per particolari meriti come persona handicappata. Tutto questo mi rese orgoglioso e sicuro di me, ma non felice. Fui il primo handicappato ad essere assunto dalla Polaroid e ricevetti compiti di responsabilità. Per attirare le donne comprai una casa grande e una barca. Ma né i beni materiali né l’immoralità mi facevano sentire in alcun modo realizzato. Non avevo mete nella vita, nessun futuro. Essendo cattolico, cercavo di meritare la vita celeste osservando scrupolosamente certi riti. Ma non mi era mai stato spiegato il nesso fra le leggi di Dio e il mio modo di vivere. Queste delusioni mi avevano reso scettico.

“Un testimone di Geova mi trovò in questa situazione. Tornò la settimana seguente con una Testimone che conosceva il linguaggio dei segni. Tenendole la mano mentre faceva i segni, riuscivo a comunicare. La mia reazione a quasi tutte le affermazioni era: ‘Dov’è la prova?’ Ricevevo sempre una risposta scritturale.

“All’inizio, in effetti, la Bibbia non mi interessava, ma volevo mettere alla prova i testimoni di Geova, convinto che fossero come i membri di altre religioni. Aspettavo il giorno in cui mi avrebbero presentato il conto per le lezioni bibliche, ma quel giorno non arrivò mai. Chiedevo loro di farmi piccole commissioni, non perché non potessi farle da me, ma perché volevo vedere se erano disposti a fare qualcos’altro oltre a studiare la Bibbia con me. Alle adunanze dei testimoni di Geova mi avvicinavo ai presenti cercando di determinare dall’alito se qualcuno beveva o fumava. Invitavo a cena in giardino la Testimone sorda, dopo di che andavo a controllare se aveva portato via qualcosa da casa. Alla fine capii che queste persone erano diverse e che il loro messaggio era la verità.

“Come sono grato a Geova per avermi concesso il tempo di sviluppare un buon cuore e avermi dato una vera speranza per il futuro! È una gioia partecipare regolarmente alla predicazione della ‘buona notizia’, non solo ai sordi della nostra zona, ma anche di porta in porta. Aspetto con ansia il giorno in cui potrò udire e vedere. Ho assoluta fede nelle promesse dell’Iddio che non può mentire”. — Ebr. 6:17, 18.

CONDIVIDONO LA LORO SPERANZA

Il venerdì mattina dell’assemblea, molti Testimoni si sono valsi dell’opportunità di condividere la loro speranza con gli abitanti delle città in cui si tenevano i congressi. I mezzi di informazione hanno manifestato notevole interesse per questa testimonianza pubblica. Diversi giornalisti hanno addirittura accompagnato i Testimoni in questa attività in veste di osservatori.

Un giornalista di Providence, nel Rhode Island, udì una donna di 72 anni che diceva a una Testimone: “Stamattina ero talmente fuori di me che volevo andare a Washington e farla saltare in aria”. Dopo che la Testimone le ebbe mostrato la soluzione della Bibbia per i problemi del mondo, la donna disse: “Penso che abbia ragione. Forse il suo è lo spirito giusto, un modo di pensare positivo. Sa che le dico? Mi sento già più serena. Quasi quasi rinuncio a far saltare in aria Washington”.

La serie dei congressi “Speranza viva” si è davvero rivelata una benedizione sia per tutti i presenti che per le molte persone che hanno udito il messaggio biblico nelle città dell’assemblea. Se sei fra quelli che cercano una luminosa speranza per il futuro, ti invitiamo a parlare con i testimoni di Geova la prossima volta che li incontri. Perché non vedi da te quale potente forza può esercitare nella tua vita una speranza data da Dio?

“Mi rallegrai quando mi dicevano: ‘Andiamo alla casa di Geova’”. — Sal. 122:1.

[Immagine a pagina 5]

Paralizzato dalla nascita, Wayne Patrick, ora anziano di una congregazione cristiana, ha seguito dal suo letto il programma dell’assemblea “Speranza viva”

[Immagine a pagina 6]

Cinque generazioni di questa famiglia hanno assistito al congresso di San Antonio, nel Texas

[Immagine a pagina 7]

John C. Booth, della Betel di Brooklyn, esamina con tre Testimoni un libro presentato all’assemblea

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